domenica 22 luglio 2012

Far bene il proprio lavoro

Recentemente sono stato coinvolto in una consulenza in cui proprio non dovevo esserci. E, siccome riguardava un amico da lunga data, l'ho vissuta davvero male, e la mia sensazione d'impotenza continuava a crescere, non riuscivo a fare niente di positivo, nessun risultato, niente.


Ma forse è il caso che vi spieghi, giudicherete voi. Si trattava della tesina di un master e siccome l'argomento riguardava anche un campo in cui si suppone ne sappia qualcosa per essermene occupato in passato sono stato arruolato. Male perché non avendo nessuna veste ufficiale non avevo alcuna autorità. E spesso il pupil si dimostrava poco propenso a recepire qualsivoglia osservazione.
Poi si sa che io non sono capace di impormi, non mi verrebbe mai di dire "devi fare così". Preferisco far vedere esempi, illustrando come viene affrontato il caso in oggetto e come potremmo applicarlo noi. Dove "noi" riguarda "te", spero tanto che tu lo capisca.

Ci sono ancora due difficoltà pratiche: 1) non è facile trovare esempi corretti in italiano sul Web; e 2) tutte le volte che entra in gioco l'inglese so già che ci si perderà in discussioni sulla traduzione.
Io tentavo di indirizzare il pupil su arxiv ma mi accorgevo che ogni volta dovevo ripetere come si scrive e che la X è in realtà una Chi e che sì, non lo so perché e chi abbia avuto quell'idea e che comunque è così e tira giù un paio di paperi (no! non si chiamano paperi, li chiama così il mio amico Peppe, uno tosto dovresti seguire il suo blog, poi ti spiego cos'è un blog... (persi)) che vediamo come sono impostati e come sono scritti.

Ora anche ammesso che riesci ad avere un paio di esempi ti scontri con un fatto di cui sono profondamente convinto e credo oggettivo e ammesso universalmente: i paperi sono incredibilmente noiosi, leggerne due di fila richiede quantitativi di caffè fuori dall'ordinario.

Ve l'ho detto che ultimamente non riesco a sopportare le frasi fatte, i modi di dire e il periodare barocco? In questo il mio amico non concorda, ha fatto il classico.

Insomma io evidenziavo abbondantemente le sue bozze, mettevo a margine (riempivo tutti i margini a disposizione, cosa che Fermat...) la mia versione che risultava spesso molto più concisa della parte che doveva sostituire (e non solo perché avevo esaurito tutti i margini disponibili). Non sono riuscito a combinare molto. E poi serendipicatamente cosa salta fuori? La mia amica Sylvie mi cita Georges Pérec. Come ho fatto a non pensarci? Lui sarebbe stato perfetto.


OK, quel lavoro è acqua passata ma caso mai dovesse ricapitare, o dovesse servire a voi, ecco il link, liberamente disponibile nel Web.
Se poi volete approfondire approfonditamente in modo esaustivo sappiate che lo trovate stampato da Boringhieri completo di note (ci sono parecchi riferimenti a Parigi, non immediatamente evidenti a tutti e poi sono trascorsi trent'anni dalla stesura). Comunque eccolo:

Experimental demonstration of the tomatotopic organization in the Soprano (Cantatrix sopranica L.)

Perfetto!

O no?



Yezzz! Kees Popinga l'avrebbe fatto molto meglio, completamente differente, decisamente più bello.

4 commenti:

  1. Non ti stare a preoccupare di Popinga, lui ha il suo blog e noi il nostro. Non sono certo da paragonare, ma il nostro è decisamente simpatico, a giudicare dalla reazione della gente...
    Se mai Popinga desiderasse diventare collaboratore del Tamburo -ammesso che volessimo accoglierlo ;-)- allora e solo allora ci potrebbe interessare come e qualmente egli sviluppi un tema...

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  2. Ho l'impressione che tutti i blogger abbiano una specie di timore reverenziale nei confronti del Pop: sì, d'accordo, è geniale, ma conosco molti altri blog che sono all'altezza del suo (non parlo del Tamburo, ovvio...), e non ci prosterniamo al loro cospetto!
    Ecco, sì, il Maestro spazia a suo agio in molti campi e dottrine diverse, altri blogger sono più limitati nei loro argomenti.

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    1. Bruna volevo sono rimarcare che post che prendono spunto, traducono, analizzano, etc. un papero sono usuali dal Pop. Tutto lì.
      Invece questo post vorrebbe essere il primo di una serie su libri e dintorni, se funziona inviterei anche gli altri autori a collaborare. Non so se è chiaro quello che volevo dire. Il libro l'ho comprato davvero (e prestato a chissà chi, non ce l'ho più) ma è bello che si trova sul Web (io l'ho preso da un prof. d'informatica tosto, lì se ne trovano altri di divertenti, un po' datati). È corretto pubblicare qualcosa del 1980, probabilmente coperto da copyright? Non lo so ma, anche per la mia fede pastafariana, la cosa mi lascia dormire tranquillo con la mia coscienza. Questa volta ho messo solo il link ma prossimamente... (forse).

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  3. Ottimo post. Perec è un grande, merita di essere ricordato. Che poi tu lo faccia a modo tuo, e Pop lo farebbe a modo suo, beh, che c'è di male? Un confronto ha poco senso. Eppoi, sì, Pop è così bravo, creativo ed enciclopedico che mette un pò di soggezione. Ma è simpatico, e sta agli scherzi - ragazzi, basta non prendersi troppo sul serio.

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