Chissà se i compleanni hanno la stessa storia delle ricorrenze. Queste date ricordevoli, queste commemorazioni, servono appunto a mantenere la memoria delle cose storiche, degli avvenimenti. La ritualità dà forza al ricordo, lo fissa, e la periodicità gli fa assumere una valenza astorica, valida sempre.
Ogni epoca ha le sue date da ricordare, e anche noi abbiamo le nostre. Per esempio quelle che riguardano la liberazione dal nazifascismo, l'instaurazione della Repubblica, l'entrata in vigore della Costituzione Italiana.
Poi vi sono quelle delle persone uccise nell'adempimento del loro dovere, in un attentato, o quelle uccise solo per la loro presenza, in una strage. Ricordi piacevoli e spiacevoli si sovrappongono: è spiacevole la data di un attentato, di una strage, di una disgrazia, ma il fatto che quelle vicende private diventino pubbliche, assurgano a ruolo di memoria collettiva, riesce a lenire il dolore dei sopravvissuti; è piacevole il ricordo della liberazione, anche se è spiacevole ciò che la precede, è piacevole il ricordo di un eroe, ma è spiacevole ricordarsi che per quel gesto d'eroismo è morto qualcuno.
Dunque nel ricordo istituzionalizzato tutto si fonde, dolore e gioia si mescolano, attutiti dal tempo e ingessati nell'atto commemorativo. Ricordare diventa un dovere appunto per non dimenticare, per tenere desta la memoria, perchè le cose passano e così accade anche ai ricordi, ma solo se questi ricordi diventano generalizzati, se acquistano il ruolo di simbolo possono sperare nell'eternità.
Il ricordo individuale, intimo, quando è doloroso è incarognito, perchè nell'eterna lotta alla ricerca delle spiegazioni la mente vaga e finisce magari per riconoscersi colpevole di essere sopravvissuti, di averla scampata. La vita è distrutta e il racconto sulle cause di quella perdita è fissato in un eterno rincorrersi, perchè alla fine non esistono spiegazioni. Il ricordo piacevole, quando è personale, ha sempre sfumature grige, è per lo meno velato di nostalgia per ciò che non sarà più.
No, il ricordo individuale, la commemorazione intima, sia piacevole che spiacevole, è sempre sgradevole. Sarà per questo che i compleanni non si possono festeggiare da soli. Non sarebbe sopportabile. Insieme agli altri si stempera l'intimità e la ricorrenza assume il significato di un rito, al quale la partecipazione collettiva regala un vago senso cerimoniale e nel quale gli altri si fanno in parte carico del peso da portare.
Che accadrebbe se ognuno di noi si liberasse della propria ingombrante individualità e fosse definito unicamente dal ricordo che ne hanno gli altri? Se diventasse una commemorazione vivente, non più individuo in carne e ossa e francamente imbarazzante ma forzatura del ricordo, costruzione razionale e insieme culla affettiva, lontano dalla pura individualità per assurgere a una iconica universalità?
E' appunto quello che accade in queste commemorazioni, dove dolore e gioia sono fuse in un'anodina insensibilità, dove se il dolore c'è è istituzionalizzato, perchè ci si deve ricordare di cose che si vorrebbe a volte dimenticare oppure si vuole ancora ricordare cose che il tempo vuole cancellare e, se invece il dolore è vero e reale, vuol dire che è ancora intimo, personale.
Ma qui parliamo di un compleanno. Il Tamburo compie un anno. A Bruna, Juhan e agli altri non so se augurare buon compleanno, forse è solo un'occasione per scrivere tutti quanti un post a tema, chi lo sa, o forse lo devo augurare al Tamburo, entità virtuale ma vitale, quasi indipendente, che forse ci manovra (a Juhan un po' di più).
Ma qui parliamo di un compleanno. Il Tamburo compie un anno. A Bruna, Juhan e agli altri non so se augurare buon compleanno, forse è solo un'occasione per scrivere tutti quanti un post a tema, chi lo sa, o forse lo devo augurare al Tamburo, entità virtuale ma vitale, quasi indipendente, che forse ci manovra (a Juhan un po' di più).
Allora dico solo questo: rullo di Tamburo!
Paolo per l'occasione hai messo su il completo (la müda) con giacca e cravatta?
RispondiEliminaIn ogni caso propongo all'AD di conferirti la carica di Responsabile della Propaganda --ops! volevo dire Ufficio Stampa & Pubbliche Relazioni.
preferisco le pubbliche affissioni (e la cravatta me la faccio imprestare)
RispondiEliminarulli ancora per molto tempo il tuo tamburo!!
RispondiEliminaRollate, rollate...
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