lunedì 11 novembre 2013

Cose (di Scienza) dal Web #17


Taylor Wilson: eh sì, ho costruito un reattore nucleare a fusione 

[...] Eh sì! Roba da non crederci, eppure Taylor Wilson ha costruito un reattore nucleare a fusione! Il nostro giovanotto crede fermamente che la fusione nucleare sia la soluzione ai nostri futuri bisogni energetici, e che i giovani possano cambiare il mondo.
E ne sa qualcosa di tutt'e due: all'età di 14 anni ha costruito un reattore a fusione funzionante nel garage dei suoi genitori...e a soli dieci anni ha iniziato a fare ricerca nell'ambito della fisica nucleare! Ora, a 17 anni, prende possesso per una manciata di minuti del palco del TED per raccontare la propria storia. Guardate, ascoltate e leggete i sottotitoli in lingua italiana con attenzione. C'è da rimanere allibiti dalla disinvoltura e l'intraprendenza con cui espone le proprie idee. [...]



Le mosche e la cacca 

[...] Se non proprio il più amato, la mosca è certamente l’animale domestico più diffuso al mondo, tanto che di nome scientifico fa Musca domestica (che sembra più siciliano che latino). Della zanzara, altro amatissimo insetto da compagnia, si può perlomeno dire che uno scopo ce l’ha: succhiarci il sangue. Ma la mosca? A osservarla zompettare con finta indifferenza, stropicciarsi le zampine e pulirsi gli occhi, viene da chiedersi che senso abbia la vita. Eppure anche la mosca ha un suo scopo, non diverso da quello di tutti gli altri esseri viventi (compresi disoccupati, precari e cassintegrati – ma forse non gli esodati): sopravvivere.
Che poi questo implichi il passare buona parte della giornata a passeggiare sopra una cacca di cane, non è una scelta, ma una necessità riproduttiva: le mosche infatti depongono le loro uova nella cacca, che rappresenta l’ambiente più adatto a far crescere i loro pargoletti. [...]


Il buio, la notte 

[...] Il fatto a cui ci vogliamo riferire è il seguente: la notte è buia.
E allora? Qual è il problema? Oppure: grazie, è la scoperta dell'acqua calda visto che di notte il Sole illumina l'altra metà della Terra. Già, probabilmente vi ho fatto notare un fatto abbastanza ovvio e me ne scuso. Un fatto molto ovvio e con una spiegazione altrettanto ovvia (la Terra ruota su se stessa, il Sole è dall'altra parte). Ma, come sempre, c'è un ma. Infatti nel cielo ci sono le stelle. No, dico, non una, ma miliardi addirittura (in realtà moltissime di più ancora). Quindi, insomma, in un certo senso dovrebbero fare abbastanza luce per le nostre notti. E invece non ci siamo, perché le stelle le vediamo come puntini minuscoli. Addirittura gli antichi pensavano che il cielo fosse un enorme telo e le stelle rappresentassero dei piccoli fori. Così, per dire. [...]


Il teorema della pizza

[...] Aldo ed Ester hanno preso una pizza e se la devono dividere. Aldo fa due tagli perpendicolari che però non passano per il centro della pizza, e poi fa per prendere la fetta maggiore (come nell’immagine a sinistra). Ester lo guarda male, e allora Aldo dice “Hai ragione. Facciamo così: prendo quella insieme alla la fetta più piccola e tu quelle di mezzo, così siamo pari”. Ester lo ferma, gli prende il coltello e fa altri due tagli, che passano sempre per lo stesso punto e bisecano le fette: ora ci sono otto fette, tutte con un angolo di 45 gradi. Sorride poi al compagno, e gli dice soavemente: “Ora va molto meglio. Io prendo la fetta più grande, e poi andiamo avanti in senso orario, prendendo ciascuno la fetta successiva”. Allo sguardo perplesso di Aldo, continua: “O se preferisci la fetta grande la prendi tu, e poi proseguiamo come ho detto. Scegli pure, ma fa’ in fretta che la pizza si raffredda.” Che cosa consigliate ad Aldo di fare, a parte imparare a tagliare la pizza passando dal centro? [...]


Finire le cose

[...] Ci sono alcune cose basilari che ripeto fino alla nausea a tutti gli studenti che mi passano sottomano, ché le ritengo così fondamentali per la loro formazione da voler essere veramente certo che entrino loro nella testa. La prima è: non ci sono domande stupide (al limite risposte stupide, ma questa è un'altra storia), per cui non trattenetevi mai dal fare una domanda, per quanto idiota possa sembrarvi. La seconda è: imparate a finire ogni cosa che iniziate, a ogni costo.
Finire le cose è difficile, fa paura, è doloroso. Mentre è in corso d'opera, un progetto è sempre perfettibile, e, di conseguenza, perfetto in potenza. Una volta terminato, diventa irrimediabilmente imperfetto. Imparare a convivere con l'imperfezione ed il compromesso fa parte del processo di maturazione professionale, per una scienziato in particolare. [...]



PS di Marco:
Sembrerebbero segnalazioni assolutamente scollegate tra loro e invece, per me, seguono un "percorso"; contorto, ma pur sempre un percorso.

Dal ragazzino 14enne che pratica la "costruzione" dei sogni, alle cose che sembrano inutili e, diciamolo, fastidiose, ma che poi, in fondo, così non è, attraversando il buio che non è altro che "mancanza giustificata" di luce (a trovarlo l'interruttore), luce da cercare e comprendere, seguendo "un'alimentazione" fatta di scelte logico-scientifiche (con qualche spruzzatina di emozioni) fino ad arrivare in fondo, alla FINE.

Una fine deve pur esserci, altrimenti non c'è possibilità
che inizi un nuovo BUON INIZIO
.
Perché le fini che non arrivano distraggono/disturbano i buoni inizi.
Che ad iniziar le cose siam tutti buoni, ma i buoni inizi son ben altra cosa,
son quelli che alla fine ti possono permettere di dire: "ho fatto una buona cosa"
.
Com'era quella cosa del chi bene inizia...?

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