lunedì 18 novembre 2013

Piove

Io non so niente di letteratura e ancor meno di poesia, e nemmeno di pioggia dato che non sono mai stato in Bretagna, ma quando piove a me viene in mente Barbara.
Rappelle-toi Barbara
Il pleuvait sans cesse sur Brest ce jour-là
Et tu marchais souriante
Épanouie ravie ruisselante
Sous la pluie
Rappelle-toi Barbara
Il pleuvait sans cesse sur Brest
Et je t'ai croisée rue de Siam
Tu souriais
Et moi je souriais de même
Rappelle-toi Barbara
Toi que je ne connaissais pas
Toi qui ne me connaissais pas
Rappelle-toi
Rappelle-toi quand même ce jour-là
N'oublie pas
Un homme sous un porche s'abritait
Et il a crié ton nom
Barbara
Et tu as couru vers lui sous la pluie
Ruisselante ravie épanouie
Et tu t'es jetée dans ses bras
Rappelle-toi cela Barbara
Et ne m'en veux pas si je te tutoie
Je dis tu à tous ceux que j'aime
Même si je ne les ai vus qu'une seule fois
Je dis tu à tous ceux qui s'aiment
Même si je ne les connais pas
Rappelle-toi Barbara
N'oublie pas
Cette pluie sage et heureuse
Sur ton visage heureux
Sur cette ville heureuse
Cette pluie sur la mer
Sur l'arsenal
Sur le bateau d'Ouessant
Oh Barbara
Quelle connerie la guerre
Qu'es-tu devenue maintenant
Sous cette pluie de fer
De feu d'acier de sang
Et celui qui te serrait dans ses bras
Amoureusement
Est-il mort disparu ou bien encore vivant
Oh Barbara
Il pleut sans cesse sur Brest
Comme il pleuvait avant
Mais ce n'est plus pareil et tout est abimé
C'est une pluie de deuil terrible et désolée
Ce n'est même plus l'orage
De fer d'acier de sang
Tout simplement des nuages
Qui crèvent comme des chiens
Des chiens qui disparaissent
Au fil de l'eau sur Brest
Et vont pourrir au loin
Au loin très loin de Brest
Dont il ne reste rien.
Jacques Prévert, Paroles, 1947, ed. Gallimard

Non sono capace a tradurre poesie (e penso che in certi casi non sia neanche giusto farlo) per cui vi lascio una trascrisione in prosa fatta al volo.
Ricordati Barbara, pioveva senza sosta quel giorno su Brest. E tu camminavi sorridente, tranquilla, rapita, grondante sotto la pioggia. Ricordati Barbara, come pioveva su Brest. E io ti ho incrociata in rue de Siam, tu sorridevi e anch'io sorridevo. Ricordati Barbara, tu che io non conoscevo, tu che non mi conoscevi. Ricordati, ricordati quel giorno ad ogni costo, non lo dimenticare. Un uomo s'era rifugiato sotto un portico e ha gridato il tuo nome: Barbara E sei corsa verso di lui sotto la pioggia grondante rapita tranquilla. E ti sei gettata tra le sue braccia. Ricordati questo Barbara. E non mi rimproverare se ti do del tu. Lo faccio con tutti quelli che amo, anche se li ho visti una volta sola una sola volta. Lo faccio con tutti quelli che si amano, anche se non li conosco. Ricordati Barbara non dimenticare questa pioggia buona e felice sul tuo volto felice su questa città felice, questa pioggia sul mare, sull'arsenale, sulla nave d'Ouessant. Oh Barbara, che cazzata la guerra. Che ne è di te ora sotto questa pioggia di ferro, di fuoco, di acciaio, di sangue? E l'uomo che ti stringeva tra le braccia amorosamente è morto disperso o è ancora vivo? Oh Barbara piove senza sosta su Brest, come pioveva allora. Ma non è più la stessa cosa e tutto è crollato, é una pioggia di lutti terribili e desolata. Non c'è nemmeno più la tempesta di ferro d'acciaio e di sangue, soltanto di nuvole che crepano come cani, come i cani che spariscono sul filo dell'acqua a Brest e vanno a marcire lontano, lontano molto lontano da Brest di cui non rimane piú nulla.
Però adesso provate a rileggere l'originale.

Qualcuno più esperto di me vi farebbe notare il ritmo della poesia, incessante come la pioggia, che si ripete sempre uguale e sempre diversa; qualcuno che sa parlare di poesia vi farebbe notare come la felicità del ricordo condiviso è lo spunto su cui è costruita la prima parte della poesia che poi si "rompe" (da "Oh Barbara" in avanti) e c'è sempre la stessa pioggia incessante ma non è più la stessa cosa perché la guerra ha portato via tutto, anche i ricordi felici. Non rimane più nulla se non la nostalgia di un passato che rimane felice contrapposto al presente disperato.

Ma io queste cose non so spiegarle, per cui rileggete la poesia un'altra volta e poi una volta ancora e le troverete da voi.

E se proprio non ce la fate, ascoltatela.


Nota: siamo anche in tema con le celebrazioni delle settimane scorse riguardo la fine della prima guerra mondiale (anche se la tempesta di acciaio della poesia di Prévert era ovviamente della seconda).

3 commenti:

  1. Bellissime la tua traduzione e la tua analisi, stupenda la poesia. Grazie

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  2. Per non saperne nulla di letteratura e poesia mi sembra che tu abbia ugualmente ottenuto quello che una buona letteratura e soprattutto una buona poesia dovrebbero fare: EMOZIONARE.

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