venerdì 8 giugno 2012

La zappa del cavallo


Un dialogo platonico --OK quasi, un tentativo, giudicate voi-- tra J e C, fratelli, riguardo all'esistenza di un'evoluzione nelle cose della vita di tutti i giorni, simile anche se diversa per aspetti anche notevoli a quella biologica darwiniana. C sostiene che non c'è evoluzione, sono solo mode. J coglie l'occasione del rifornimento di gasolio del trattore con una nuova macchina.

Il dialogo avviene in greco dialetto; qui ne viene riportata la traduzione, meno espressiva anche perché non so tradurre.


J: Ah la nuova macchina, va bene?
C: Una meraviglia, tutta la mattinata senza scendere dal trattore. Non come la vecchia che ormai si rompeva sempre e dovevi continuare a tornare a casa a saldare, cambiare bulloni, dare martellate, ... Davvero un acquisto che andava fatto. E una fortuna di averla trovata subito, il mais cresce!
J: Sbaglio o sembra anche più grossa?
C: Sì, cinque file invece di quattro.
J: E ci sono i rulli...
C: Sì anche, loro sminuzzano il terreno prima che l'aratro lo sposti per fare il solco.
J: Allora vedi che c'è stata un'evoluzione...
C: La moda, come quando eravamo giovani che le donne mettevano certe gonne che avevano sempre il culo di fuori; non che fosse sbagliato nèh, ma non so quanto pratico, almeno per quelle per bene.
J: Solo moda? Non va meglio?
C: Prima si andava più piano, si facevano meglio i lavori; adesso, da quando c'è l'euro, sempre di corsa, sempre di più. Ma chissà...
J: Dai certi cambiamenti sono irreversibili, per dire: come si chiama questa macchina?
C: Macchina per rincalzare il mais
J: Detta anche...
C: La zappa del cavallo (sapacaval)
J: Ecco, vedi, il cavallo: una volta c'era il cavallo...

*to-l-l-lò plink, zum, ban tlong, patin, patun, drumm*

C: Uh! il telefono -- Ciao Piero!


Una volta il telefono avrebbe fatto *driiinnn*



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