domenica 24 giugno 2012

L'alèia

Uh! chissà cos'è questa roba qua?
Niente paura è il viale alberato che si trova a volte all'accesso delle vecchie cascine più belle, come questa



Gli alberi sono tigli, belli e vietati da noi perché, secondo Nonna, fanno venire il mal di testa. Allergia? Forse.

Certo i loro fiori, noi manco li vediamo ma ne sentiamo il profumo, piacciono alle api. In questi giorni bottinano alla grande con un ronzio da non credere. Poi in basso ci sono i grilli ma solo in sottofondo e non con il sole.

E pensa te che questi alberi sono gli stessi fotografati a metà gennaio, qui nella seconda foto!



Adesso faccio il professore di lingue comparate, dai è un gioco.

Intanto non so se sia giusto leia o aleia: viene sempre pronunciata con l'articolo e quindi il suono è lo stesso. Come il miele: sarà mel o amel?
Quel che mi fa propendere (propendere, dimmi te che parola ti tiro fuori, mi autostupisco!) per la A iniziale è la presenza di allée in francese e alley in inglese. In realtà alley vuol dire vicolo ma forse in origine... boh, chissà.

Invece il francese mi ha fatto tribulare 'na frisa anzichenò!
Me la ricordavo giusta, quando ci sono 2 E finali l'accento è quello (almeno dovrebbe, probabilmente) e poi si googla senza accenti. Ma esce fuori andata, giustamente.

Ma niente panico, come dice anche la Guida Galattica. Girando un po' su Wikipedia francese sono arrivato qui: Île aux Cygnes (Paris).

E pensa te che questa pagina, più sintetica, c'è anche in italiano.
A proposito in italiano si dice viale alberato o c'è un'altra parola?

Come farei senza il Web? Il mondo sarebbe meno bello.

8 commenti:

  1. Uh... my 2 (euro)cents.
    Dalle parti della famiglia di mia moglie (Settimo Torinese) dicono la leja. Non solo il viale che porta alle cascine, ma anche quello (di platani) che costeggia il Rio Freidano (oramai coperto per gran tratto). Secondo me con la J, per lo iato. Che poi arrivi dall'allée francese ho pochi dubbi. In italiano non conosco una parola sintetica; forse semplicemente "viale" per me vuol già dire che è costeggiato da alberi, sennò che viale è?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo. Io non uso la J con suono di I per via dell'influenza francese e inglese. Grazie mille.

      Elimina
  2. Ti butto lì un altro esercizio di linguistica comparata (per gioco). Rame: cuprum, cuivre, copper, kupfer, cobre, ma rame, aram in piemontese, e aram in catalano, aramen in latino parlato. Cuprum è da Cipro, introdotto da Plinio. Insomma, l'Europa del sud ha tenuto il rame del latino parlato, l'Europa del Nord ha preso il cuprum di Plinio. Mah? Come sarà andata? E come si è perso il calkòs greco?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bell'esempio!
      Ce ne sarebbero altri, magari in futuro...

      Elimina
  3. Noi il miele lo chiamiamo mél o méér (dialetto stretto del paese della mia mamma.)

    RispondiElimina
  4. In Toscana i viali d'accesso alle ville sono di cipressi, a volte alternati a pini marittimi. I tigli, ha ragione tua madre, possono dare il mal di testa per l'eccesso di inebriante profumo: anche alcuni fiori mi fanno quest'effetto.

    RispondiElimina
  5. Ad Alessandria si dice Lea e la derivazione da allée è certa. Per il miele si dice l'amé e questo spostamento della A dall'articolo femminile alla parola è piuttosto frequente , molti quando ero ragazzino a scuola scrivevano l'aradio con gran rabbia della maestra.

    Sulle strade diverse che prendono certe parole ci sono cose interessantissime, per esempio l' Italia dei dialetti (dizionario dei dialetti italiani)viene divisa in due macrosettori per quanto riguarda La Capa e la Testa.

    Il mondo tra le lingue che usano le derivazioni da Thé e quelle che derivano da Chà , (anche con il semplice traduttore di Google è un esercizio divertentissimo)

    RispondiElimina
  6. I tigli sono piante bellissime, frondose ed inebrianti. Il loro profumo ha la capacità di rendermi felice, forse perchè s'inizia a percepire quando le giornate sono cariche di luce e i tramonti sembrano non finire mai, quando è ancora primavera ma sembra già estate. Il profumo dei tigli è la pianura, è l'Emilia della mia giovinezza, l'odore del fieno e gli ultimi garriti delle rondini tra i campanili e nelle viuzze strette, ancora accaldate....
    (Anna M.)

    RispondiElimina