Oggi racconto di una cosa, un gruppo, particolare. Intanto è molto popoloso, attualmente siamo 13076. Huela! E pensa te che non è da tutti, bisogna avere almenop qualche rudimento linguistico e essere interessati a questa lingua che si sta perdendo: il piemontese.
E pensare che quando io ero piccolo (anni '50) era l'unica parlata fuori dalla scuola. E i primi immigrati, veneti, calabresi, siciliani e altri in minor numero si erano subito adeguati.
Quando mi sono iscritto, per via di pura serendipity, ho trovato subito amici e aiuto. Per esempio ho chiesto come si deve scrivere e Sergio Notario mi ha dato una dritta di quelle che ti mettono sulla strada giusta e se fossi più metodico...
Monsù Nino a podrìa serché Wikipedia 'n piemontèis e già lì a treuva (përchè a basta ch'a doerta Gramatica o Grafìa ... Peui s'a fà www. Dissionari Piemontèis a peul serché le paròle da l'italian al piemontèis e a ved coma a son scrite... I spero d'avejlo contentà. Ël mej a sarìa catesse na gramatica e un vocabolari, për esempi coj del Brero.Ma trovi di tutto, questa nota (purtroppo non ricordo di chi):
Mi sono ricordata questa filastrocca che mia zia quando ero piccolissima mi cantava per farmi ridere... provo a scriverla:OK, ma la faossìa?
polenta franseisa, tiro tiroleisa,
polenta d' ij fra', tiro tirolà....
Ci arrivo ma prima un'avvertenza: si legge quasi come in italiano ma
- ë è praticamente muta, al suo posto si può usare ';
- j si legge come i lunga, come in --scusate-- Juve, come fanno tedeschi e olandesi (senza esagerare, poi loro hanno ij e le cose si
complicanoingarbugliano); - n è spesso nasale (come un in francese), nei casi dubbi usare un -, p.es. lun-a (n nasale) marin-a (n nasale, sta per madrina e nonna) ma Marina (n come in italiano in effetti i nomi di persona ormai sono spesso in italiano, anche Nino non lo si scrive Ninò);
- ò si legge o;
- o si legge u;
- u si legge ü.
Nota: l'immagine è --come dire-- non esattamente esatta, questa sarebbe per mancini o c'è stato un errore nel fotoshoppamento.
Tutto ciò premesso: la faossìa si pronuncia faussia. Ma il problema è un altro, affascinante. Il suo nome varia da zona a zona, qui da noi e --credo-- anche giù fino a Carmagnola (la mia parlata è simile al carmagnolese) e in parte della piana cuneese si dice faossia ma nelle valli del pinerolese si dice fer (fèr ma gli accenti non si usano quasi mai all'interno delle parole, mica siamo francesi!) o se si vuole esere precisi fer da sijé dove sijé (o scijé) è falciare. A dire il vero io direi fer a sijé ma sono finezze. Da altre parti la faossìa si chiama ransa e da altre ancora dai o daj. Ransa quasi-quasi ci arrivavo, daj no.
In questi casi io sbircio i vicini:
inglese: scythe- francese: faux, faulx
- catalano: dalla (anche in spagnolo, ecco il daj)
- occitano: dalha, dai
Ancora una cosa: la (faossìa) massòira era solo per mësoné, mietere il grano.
Poi ci sarebbero anche la faosëta (roncola) e il faoset (machete --sort of-- quello del macellaio, che io e i contadini della zona chiamiamo faosat).
Qui in famiglia, ransa e faoset. Daje 'na ransà, detto al barbiere se vuoi un taglio basso (ma anche lui è veneto)
RispondiEliminaIn bergamasco "ransada".
EliminaNelle Cinqueterre non ho mai visto una falce fienaia, i terreni sono piccoli, terrazzati e dedicati ad altro, però c'era il "faucìn" ovvero il falcetto.
Falcetto da intendersi come la nostra massòira, quella della foto?
EliminaNel frattempo mi dicono che al posto di machete potevo scrivere mannaia.
È un argomento da continuare, con altri oggetti? Ma serve la collaborazione di altri, da fora.
No, il falcetto equivale alla roncola, più piccola della falce da grano e con la lama più ricurva.
EliminaBello "daje 'na ransà"!
RispondiEliminaMa potrebbe andare anche "flapà".
Su Facebook stanno rispondendo per l'Oc, con i nomi delle parti, mi cambio lenga, nèh!