mercoledì 15 maggio 2013
Honeywell
OK, post senza troppo senso, è un esperimento. Avevo anche pensato di metterlo sull'altro blog, quello noioso OK, panico con un po' più di cose tecniche ma poi mi sono detto: "proviamo, dai!".
Ieri sera, dopo una giornata impegnativa, mi sono letto sul Kindle un documento strano, scritto agli albori del Web per il Web, aggiornato cinque anni dopo (era già invecchiato) che qualcuno ha richiamato in vita con un tweet (mitico Twitter!).
Parla del bel tempo antico, di Multics, Emacs e i suoi predecessori, Stallman e altro ancora. E io ho scoperto che parecchie cose di quelle robe le ho usate! In compenso non sapevo niente di Honeywell. Sì anche lei faceva 'puters quando questi avevano certe dimensioni e co$ti. Poi ha venduto tutto a Bull.
Poi nella notte mi sono svegliato con una rivelazione: Honeywell, well, bene, possiamo tradurlo come pozzo di miele o anche sorgente di miele. Pheego, assay! Certe idee vorrei averle io (me). (Ahemmm, no: è il nome del fondatore).
L'altra cosa, questa quando ero sveglio e non riuscivo a riaddormentarmi, è che in tutto il post si faceva sempre riferimento al MIT e dintorni, Cambridge e Boston insomma. Da dove venivano tutti i 'puters che usavo a quei tempi. Poi improvvisamente è cambiato tutto: San Francisco e Silicon Valley e Stanford al posto del MIT.
OK, la strada non c'entra niente ma è impressionante. E solo IBM è sopravvissuta, anche se profondamente trasformata.
E oggi è ancora diverso, bisognerebbe metterci dentro gli smatphones, molto più potenti dei cervelli elettronici (sì, venivano chiamati così) di allora.
OK, torno alle cose normali. E questo post potete anche saltarlo, anzi vi invito a non leggerlo. Nèh!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ci sarebbe da scrivere qualche libro sulla storia di Honeywell/Bull in Italia. Pregnana, Caluso... il DPS/4, il DPS/6, e soprattutto le stampanti.
RispondiEliminaMa davvero non c'hai mai lavorato? Erano lo standard per l'informatizzazione delle piccole/medie imprese.
Fino a due ore fa non sapevo che Bull è Honeywell. Poi no, io ero nel settore ing. e dintorni. E poi il web.
EliminaVolevo tenere il canavese per un post successivo, c'erano 'puters anche lì, di una ditta di cui adesso non mi viene il nome.
Bene. Negli anni '80 mi occupavo (anche) di interfacciare i terminali prodotti dalla ditta per cui lavoravo con i 'puters dei clienti, e trovavo macchine Honeywell/Bull dappertutto, Italia ed estero. Ho conosciuto molta gente che ha lavorato per una vita a Caluso e a Pregnana, e davvero ci sarebbe tanto da raccontare. Come di quella volta che spedirono un DPS/6 in Russia, e venne lasciato due anni sulle banchine del porto di Leningrado. Alla messa in opera la macchina era completamente ossidata, non ostante il doppio imballo impermeabile. Ritirarono il passaporto all'installatore della Bull, che si fece mandare dall'Italia gli schemi elettrici, e ricablò completamente in backplanes (in wire-wrap, googlate) e tre mesi dopo la macchina funzionava di nuovo e lui riebbe il passaporto. Sarebbe una storia da Faussone, vedi La Chiave a Stella.
RispondiEliminaComunque solo l'Honeywell poteva concepire una roba che si chiamava GCOS, "General Comprehensive Operating System". Non amavano le mezze misure.
E poi ho incrociato macchine Amdahl, e macchine Sperry/Univac con i terminali a grafica vettoriale, roba che voi umani...
Se l'argomento piace potresti raccontarne qualcuna. A la Faussone (la mia copia della Chiave a stella è in prestito per una tesina da scuola media, ma sono OT).
EliminaPer me, potrebbe essere interessante. Non ne so di queste vecchie robe.
RispondiEliminaCiao a tutti.
RispondiEliminaCome ex dipendenti Honeywell stiamo aprendo un sito:
www.pozzodimiele.it
Con storie foto e aneddoti.
Quella della Russia non la sapevo!
Contaytatemi!!!
saino.paolo@gmail.com
Paolo
Ottimo. Elimino solo i doppioni del commento, ieri Blogger faceva le bizze.
EliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaQuella della Russia mi fu raccontata da un installatore che stava montando un Questar/M, nel lontanissimo 1982 o 83, a Susa.
RispondiEliminaBookmarked il sito, buon lavoro!