Il Dottor Gregorio Casa ci spiega cosa fare del nostro cervello in caso non sia colpito da un VAIRUS!! |
Eccomi di nuovo qui, dopo una lunga dormita, néh! (cit.)
Ho cominciato qualche ora fa a dare una letta al libro che vi avevo proposto, e come un novello Dante, anche se molte cose mi sono astruse, “per trattar del ben che vi trovai, dirò delle altre cose che io vi ho scorte”(cit.).
Ossia, farò un copiaincolla del paragrafo che per ora mi ha più eccitato.
E già mi oppongo all’idea di una recenzione[1]: non ne sarei capace, non sono uno scienziato, né tantomeno un fisico teorico o un neurofisiologo, anche se penso il libro sia alla portata di tutti.
Piuttosto, come vedo già fa Juhan, è molto meglio se del libro parlo delle cose che più mi hanno colpito e ve le faccio vedere sotto la mia luce, con una mia opinione. In fondo, se riesco a stuzzicarvi, poi potete pure continuare voi la lettura del libro.
(Oltretutto, in questo modo, scrivo molti più post su un unico tema e molto più ravvicinati, invece che solo uno a fine mese.. che si sa, noi tamburisti siamo pagati pochissimo al pezzo, certo che Juhan è spilorcio, neh!! ☺ )
Ho già detto che faremo la Rivoluzione, prima o poi? |
Prima del paragrafo che vado a ricopiare, mi ha colpito molto un excursus sullo stato dell’arte[2] prima degli anni ’90.
Insomma, Kaku scrive che nel 1977 l’astronomo Carl Sagan (a noi tutti noto per Cosmos e Il mondo infestato dai demoni) vinse il premio Pulitzer con I draghi dell’Eden, in cui si riassumeva tutto ciò che fino a quel momento si sapeva del cervello, basato essenzialmente su tre metodi. Il primo era la comparazione del cervello dell’uomo con quello di altre specie, il secondo l’analisi dei pazienti con ictus o gravi patologie mentali, che però poteva avvenire solo con l’autopsia; infine, applicando degli elettrodi, risalendo lentamente e con difficoltà all’area responsabile di un determinato comportamento.
Per fortuna, a metà degli anni novanta arriveranno apparecchiature per la risonanza magnetica e l’imaging cerebrale, permettendoci di scoprire più di quanto avessimo imparato nel corso della nostra storia fino a quel momento.
Ma ora, andiamo con il capitolo che come ho detto, mi ha colpito di più:
Potenziare la mente
Alla fine sono diventato un professore di fisica teorica, ma il fascino per i misteri della mente è rimasto intatto. È stato incredibile vedere come, solo negli ultimi dieci anni, i progressi della fisica abbiano reso possibili alcune di quelle magie che mi affascinavano da bambino. Grazie alla risonanza magnetica gli scienziati sono ora in grado di leggere la mente e, grazie a un microchip, sono riusciti a collegare a un computer il cervello di pazienti completamente paralizzati, permettendo loro, tramite solo il pensiero, di navigare su internet, leggere e scrivere mail, giocare al computer, controllare la propria sedia a rotelle, far funzionare gli elettrodomestici di casa e muovere dei bracci meccanici (in pratica, tutto ciò che una persona normale può fare con un computer).
Ma la scienza è andata oltre: collegando il cervello di questi pazienti ad un esoscheletro progettato per contenere gli arti paralizzati, forse un giorno le persone tetraplegiche saranno in grado di condurre una vita quasi normale. Questo tipo di tecnologia potrebbe costituire un valido aiuto anche nelle situazioni che costituiscono un pericolo per la vita umana: un giorno gli astronauti potrebbero esplorare i pianeti lontani guidando dei surrogati meccanici, controllandoli mentalmente dal proprio salotto di casa.
Come nel film Matrix, in futuro potremmo riuscire a scaricare ricordi e conoscenze con un semplice computer. Gli scienziati sono già riusciti ad inserire dei ricordi nel cervello di alcuni animali, ed è forse solo questione di tempo prima che si riesca a fare la stessa cosa col cervello umano: installare ricordi artificiali che ci permettano di possedere nuove conoscenze, vivere il ricordo di viaggi mai fatti e apprendere la maestria di atleti e giocatori; e se in questo modo scienziati e professionisti potranno acquisire nuove conoscenze e competenze tecniche, l’impatto di una simile eventualità sull’economia mondiale sarà profondo. Anche la condivisione di ricordi potrebbe non essere impossibile: un giorno potremmo avere a disposizione una brain-net, una sorta di “internet della mente”, tramite cui trasmettere pensieri ed emozioni a tutto il mondo. Potremmo addirittura essere in grado di registrare i sogni e spedirli via “brain-mail”.
La tecnologia potrebbe addirittura permetterci di diventare più intelligenti. Il progresso ci ha permesso di capire le straordinarie capacita dei savant, persone le cui abilità cognitive, artistiche e matematiche oltrepassano i livelli della media. Sono in oltre oggetto di studio e sequenziamento i geni che ci separano dalle scimmie, cosa che ci garantirà una panoramica senza precedenti sulle potenzialità del cervello. Negli animali sono già stati identificati alcuni geni che possono migliorare le prestazioni mentali e mnemoniche.
L’eccitazione e il fermento generati da progressi tanto suggestivi sono tali da aver attirato l’attenzione della classe politica, e le neuroscienze sono improvvisamente diventate motivo di rivalità transatlantica tra le maggiori potenze del pianeta. Nel gennaio 2013 il presidente Barack Obama e l’Unione Europea hanno annunciato di voler finanziare due progetti indipendenti e multimiliardari per il c.d. reverse engineering del cervello umano, ovvero la sua “ingegnerizzazione inversa”. Decifrare l’intricato circuito neurale di questo organo, una volta considerato irrimediabilmente al di là dei limiti della scienza moderna, è oggi oggetto di studio di due iniziative pilota che, come il Progetto Genoma Umano, rivoluzioneranno le nostre competenze mediche e scientifiche sull’argomento: non solo ci guiderà verso una prospettiva della mente del tutto nuova, ma darà anche slancio all’industria, stimolerà l’attività economica e aprirà nuovi orizzonti scientifici.
Una volta decodificati i percorsi neurali del cervello, possiamo aspettarci di giungere alla piena comprensione della malattia mentale e delle sue causa, e di trovare una cura a questa antica piaga dell’uomo. La decodifica delle connessioni neurali renderà possibile creare una copia del cervello, cosa non slegata da dubbi di ordine etico e filosofico: chi siamo noi, davvero, se la nostra coscienza può essere copiata su un computer? L’uomo potrebbe giocherellare con il concetto di immortalità: mentre il corpo invecchia e muore, la coscienza potrebbe vivere per sempre?
Oltre a tutto questo, un giorno forse, in un futuro assai remoto, la nostra mente, ormai libera dai suoi limiti corporali, potrà vagabondare per le stelle, come molti scienziati in passato hanno congetturato: tra qualche secolo, il nostro intero programma neurale potrebbe viaggiare nelle profondità dello spazio trasportato dai raggi laser, probabilmente il modo migliore in cui la nostra coscienza potrebbe esplorare le stelle.
Siamo testimoni della nascita di un panorama scientifico tutto nuovo, che rimodellerà il destino dell’umanità: l’età dell’oro delle neuroscienze.
Nell’elaborare queste mie predizioni ho potuto avvalermi dell’inestimabile sostegno di alcuni scienziati che si sono gentilmente concessi a varie interviste radiofoniche, e che sono stati tanto disponibili da voler ospitare una troupe televisiva nei loro laboratori. Essi sono gli scienziati che stanno gettando le fondamenta del futuro della mente. Perché le loro idee fossero incluse nel libro che state leggendo ho voluto che osservassero due requisiti fondamentali: 1) che le loro previsioni obbedissero in maniera rigorosa alle leggi della fisica; e 2) che esistesse un prototipo in grado di dimostrare il principio base della loro idea.
Che ne dite?
Vi ho stuzzicato?
Se vi va, ci ritroviamo nei nostri duplicati cyborg a parlarne fra qualche secolo nel ristorante alla fine dell’Universo.. che ora vado a leggere per “straviarmi”[3].
The future rockz, huh?
[1] Il correttore automatico Juhan
[2] Oh
[3] Come se dise straviarse in piemuntèis, ciò?
Ah, con "ciapar carne" da noaltri se dise quando si prende una forte ramanzina.. non so perché, sinceramente..
Ho una cosa da annunciare, con la morte nel cuore: scrivo di nuovo da chiavetta, AAAARGH!!!
RispondiEliminaNonostante abbia pagato io l'Adsl, e mi sia preso l'incarico di pagarla anche nei prossimi mesi, mio padre stamattina non mi ha ancora "appicciato" il modem, o forse se ne è dimenticato.. insomma, la mia connessione è destinata ad essere vittima degli sbalzi di umore di mio padre..
Comunque, visto che rifiuto ormai l'idea della recenzione, posso scrivere un po' quello che mi va dei vari libri che leggo. Dunque, nei prossimi giorni provo a scrivere qualcosa anche sui vari libri di Marco Travaglio che ho in casa, spero che interessi... (NOO, diranno i miei lettori in coro!)
Proposta: che ne dici di una raccolta di modi di dire? cambiano da zona a zona, spesso incomprensibili. A me piace citare la paglia che spezza la schiena al cammello che sarebbe la nostra goccia che fa traboccare il vaso. Chissà se è la stessa che cavat lapidem. Ma quella è nota.
RispondiEliminaUn'altra che cito spesso è fare il fieno mentre splende il sole.
Yesss! sono OT. Ma questo gioco lo facevamo quando ero piccolo, chissà dov'è finito il quaderno?
Che ne dite? la proposta vale per tutti nèh! (sì l'accento giusto è questo).
Il post è bello come al solito; dovresti solo pagare i diritti a Michio.
Speriamo non se ne accorga 'sto Michio, altrimenti mi fa il culo.. XD
Elimina(Sono quasi sicuro che non mi leggerà mai.. quasi, eh?)
Vabbè, ho solo ricopiato una pagina su circa 500, stavolta non credo ci siano problemi di copyright, anche perché gli sto facendo una pubblicità tremenda (come se ne avesse bisogno, nèh!) e, giurin giurello, è l'ultima volta che mi prendo una libertà del genere..
Mi ha sempre affascinato tutto quello che ruota intorno al cervello, l'intelligenza, i ricordi, la coscienza ecc., ma allo stesso tempo sono mooolto preoccupato per tutte le questioni etiche/morali/filosofiche che le neuroscienze possono (magari involontariamente) portare. Il fatto che la politica se ne interessi e ci investa cifre considerevoli non è che mi fa stare più tranquillo, anzi...
RispondiEliminaE non credo mi si possa dire che io sia contro il progresso tecnologico e scientifico, dico solo che per certe cose NOI non siamo ancora pronti. Per come la vedo io il cervello È l'uomo, e se l'uomo ha avuto bisogno di millenni per evolversi ed arrivare ad oggi, probabilmente è perché madre Natura la sa lunga. NOI possiamo dire di saperla lunga come lei? Non credo proprio!
Alcune delle "previsioni" di Kaku non sono sogni ma incubi. Io ci penserei.