domenica 19 ottobre 2014

All'inferno e ritorno

Un altro post autobiografico, scusate, devo spiegare la mia assenza anche dopo il rientro dalla campagna.

Sissignori, da qualche tempo quando faccio il mio annuale viaggetto in Italia mi pare di calarmi in una bolgia dantesca...

Quest'anno sono andata con mio marito (volevamo festeggiare in ritardo con una riunione familiare le nostre nozze d'oro, già festeggiate due settimane prima noi due da soli -e il gatto- in santa pace nel nostro eremo).


Ovviamente, dovendo lasciare casa e gatto alle cure altrui, siamo stati costretti neppur troppo controvoglia a limitare i giorni del viaggetto, che alla fine è stato di una settimana tutto compreso.

Ma si sa, ogni viaggio inizia giorni prima con la preparazione e termina solo quando, al ritorno, tutto è tornato alla normalità. Per questo sono rimasta assente piuttosto a lungo da queste pagine.
Già sapevamo di trovare maltempo in Italia, ma dato il periodo dell'anno ci siamo rassegnati.

Certo, se fossi stata superstiziosa non sarei partita neppure, con tutti gli inciampi che abbiamo avuto il giorno precedente al volo!

Tanto per iniziare bene, ho avuto un forte dolore improvviso per tutta la notte (nevrite?) che non mi ha lasciato dormire e non era certo sparito alla mattina. Vabbè, ho preso la mia panacea (Aspirina e Neuraben) e sono riuscita a tirare avanti. Nei giorni successivi la nevrite è andata migliorando lentamente, per sparire al mio ritorno: psicosomatica?

Ma andiamo avanti.
Dovevo fare il check-in online, lo faccio sempre per poter scegliere il posto, ma questa volta era particolarmente importante perché partivamo con il primo volo, una mezz'ora di sonno in più era gradita.
Bene, per prima cosa il router (perfettamente funzionante la sera prima) era guasto. Allora ho provato con il PC di mio marito, collegabile rapidamente a un altro router, vecchio ma ancora usabile. Niente da fare, in questo caso è stata la stampante (perfetta la sera prima) a fare i capricci.
Sostituito il mio router con quello di riserva (intanto il tempo passava e rischiavamo di non trovare più i posti preferiti...) dal mio PC sono riuscita a fare il check-in per mio marito.

Arrivati al mio, mi son trovata che il posto scelto da mio marito risultava libero, allora l'ho scelto per fare eventualmente il cambio nel caso  gli fosse stato assegnato uno sgradito. Nello stampare con la mia stampante le due carte d'imbarco però mi sono accorta che entrambi avevamo, nel secondo volo, lo stesso posto (!). Rifatto il mio check-in ho sistemato la faccenda e ristampato le carte d'imbarco.


Finito? mai più! dopo una mezz'ora mi arrivano due e-mail, avvisando che entrambi dovevamo cambiare il posto perché avrebbero usato un aereo più piccolo, i nostri posti (ultimi in fondo) quindi non esistevano più. Rifatto il check-in e ristampate le carte d'imbarco (nel frattempo stava esaurendosi la cartuccia della stampante) ho finalmente tirato un sospiro di sollievo!

Ma la giornata non era ancora terminata.
Dovevamo contattare la nostra banca italiana, non la faccio lunga, dico solo che ci son voluti tre tentativi per poter parlare con la persona giusta...
Ad un certo momento ho voluto attivare la lavapiatti: mancava l'acqua diretta! abbiamo inserito quella della cisterna sul tetto, ma dopo pochi litri anche quella, pur avendo acqua, non ne ha più rilasciato: pareva una stregoneria!
Per fortuna ci eravamo già fatta la doccia entrambi e avevo già cucinato...
Poi l'acqua è tornata e pensavo che la tempesta di jella fosse ormai passata.

Macché! mentre pranzavamo ho acceso la lavatrice, ma quando sono andata a prendere il bucato l'ho trovata ferma, ancora piena di acqua sporca... Con pazienza sono riuscita, a poco a poco, a far scaricare l'acqua, ricaricarne di pulita per lo sciacquo, scaricare ancora e rifare un altro sciacquo... Certo, alla fine ho dovuto lasciare il bucato ancora steso invece di poterlo riporre asciutto.

Per curiosità, alla sera ho provato a resettare il router guasto e ha funzionato! mah!

Malgrado tutte queste avvisaglie negative, abbiamo poi viaggiato bene, senza intoppi, anche se con un'attesa di un'ora a Madrid e un'altra uguale a Malpensa.
Avevamo già previsto di arrivare a Legnano via ferrovia (Malpensa-Busto Arsizio FS-Legnano) e qui prendere il tassì, che abbiamo trovato subito -miracolosamente, abbiamo poi saputo! (non prendiamo più il tassì da Malpensa, a parte la lunga scarpinata che occorre fare per arrivare al primo della lunghissima fila -non hanno mai pensato a creare molteplici file, ognuna con inizio a una delle uscite- c'è poi il problema dell'autostrada, ormai ci spaventa vedere quel traffico e quello stile di guida...)

Abbiamo trovato pioggia come già sapevamo, così come nei giorni successivi, soprattutto il lunedì mattina. Solo la mattina del mercoledì abbiamo visto il sole. Prevenuti, pensavamo di usare in Legnano il tassì (l'autobus è pressoché assente) per i nostri spostamenti.

Mentre complessivamente non ci possiamo lagnare  dei treni che abbiamo trovato quasi in orario (solo a Pioltello abbiamo perso un treno per meno di un minuto...), la voce "tassì" è stato il solito incubo, peggiorato di anno in anno. Non siamo riusciti a usarne uno fino a quello che ci ha riportato a Busto per il ritorno, prenotato però il giorno prima tramite un amico!

A quanto ci han detto loro stessi, i tassisti della Lombardia preferiscono stare in fila a Malpensa (immagino anche a Linate) tutto un giorno in attesa della mitica corsa da più di 100 euro che farne diverse più corte, guadagnando alla fine la stessa cifra o più! del resto, a Legnano pare ci siano 14 tassì con relativi tassisti di cui tre vivono a Milano e uno a Como, e non si scomodano ad andare fin là. Con la pioggia poi i pochi presenti son tutti impegnati.
Ma col sole non va molto meglio: due anni fa, in un giugno torrido, con una temperatura di più di 35º, mi son dovuta fare una "passeggiata" di mezz'ora sotto il sole del primo pomeriggio, dopo una mattina rovente a Milano. Quando ho poi chiesto a un tassista, mi ha spiegato che con quel caldo non se ne vogliono stare in auto sotto il sole ad attendere alla stazione... Poi si lamentano di Uber!
Per me, se tutti i tassisti italiani morissero in questo momento tra atroci tormenti, mi farei una bella risata liberatoria! (laperfidanera!)

chi avrà scritto questo cartello, un klingoniano?
Il soggiorno in Italia è stato come ci aspettavamo: molto sporco, tutti i palazzi, i treni e qualunque superficie sconciata da orrendi graffiti senza senso (non come quelli artistici che il mio amico Scud ama e fotografa...), le commesse nella migliore delle ipotesi freddine quando non scortesi, le strade e i marciapiedi che non tengono conto che esistono anche i pedoni (in genere nello scendere dal marciapiede si sprofonda in una pozzanghera fino alla caviglia, esattamente come più di vent'anni fa), disorganizzazione a tutti i livelli (a proposito, sapete che i padiglioni  dell'Expo 2015 di Rho-Fiera sono a metà costruzione? se sperano di fare a tempo...), invasione oltre ogni limite pensabile di stranieri di ogni lingua e colore (a me piace la multietnicità, ma quando si incrocia solo un italiano su 30-40 persone mi pare veramente eccessiva).

Per fortuna resiste ancora, sempre più a fatica, il cibo italiano (però gli oli EVO che ho provato erano quasi caustici, orribili!) e i vini.


Nel frattempo l'ondata di problemi non era finita, mi si son rotti gli stivaletti da pioggia e gli occhiali e altri piccoli intoppi...

Senza contare che ho potuto collegarmi a internet solo per brevi momenti: per quanto faccia, ogni anno la SIM dati Vodafone italiana muore innanzi tempo (stile scheda telefonica Telecom di una volta, in genere quella da 10.000 lire che ero costretta a comprare a Malpensa per avvisare del mio arrivo -i telefoni a moneta erano tutti guasti e le schede da 5.000 lire introvabili- moriva dopo quell'unica telefonata), questa volta per quei pochi giorni non ne ho comprata una nuova.



C'è stato però anche il piacevole intervallo (4-5 ore) passato con i figli e il genero.
Sono anche riuscita a comprare (prenotati da qui via email) alcuni libri che desideravo.



Comunque, tutto prima o poi finisce, e siamo riusciti a ripartire senza troppi altri problemi ed arrivare a Los Rodeos praticamente indenni.

Qui però c'era ancora l'onda lunga della jella: pagato il parcheggio scherzando con l'amabile cassiera, siamo arrivati all'auto per scoprire che la batteria era "morta". Per fortuna ho potuto chiamare la gru il carro attrezzi dell'assicurazione, in un'oretta scarsa è arrivato il simpatico e cordiale gruista che l'ha ricaricata quanto bastava per permetterci di ripartire e finalmente siamo arrivati a casa verso mezzanotte!

E il router era definitivamente scassato... però in meno di 20 ore ne ho avuto uno nuovo inviatomi sollecitamente da Movistar.



(mio marito ha giurato che fino al 2016, allo scadere della carta d'identità,  non ritornerà in Italia; la mia scade nel 2015, aspettatemi)


14 commenti:

  1. Ogni libro di mare ha un naufragio dentro, quindi questo e un post di viaggio normale. Tanto io di qui non mi muovo più, e il/la Sadem ho imparato a conoscerla e rassegnarmi.

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  2. Intanto un bentornata alla @Bruna.

    Poi un consiglio:
    un viaggetto a Lourdes per farsi benedire no?

    Poi una "critichella":
    ma "l'inferno" esiste solo in Italia?
    No perché son tutte cose vere quelle che scrivi, ma non so quanto non siano altrettanto vere in altri paesi.
    Cioè, non vorrei che l'idea "dell'erba del vicino sempre più verde" prendesse troppo piede (o pollice? ☺)
    Che poi la ggente scappa (i ciofani soprattutto) e si ritrova gli stessi "inferni" magari con condimenti diversi (ma sempre inferni)

    È verissimo, ci sono delle cose che andrebbero sicuramente sistemate, ma sistemate, non solo criticate e poi lasciate lì come le si è trovate. Che se tutti critichiamo e scappiamo, chi rimane a togliere le merde dai marciapiedi?

    PS:
    te l'ho scritto bentornata? ☺

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    1. Hai ragione, Marco. Anche in Spagna ci sono problemi, figuriamoci! anche qui gli scandali finanziari legati alla politica sono all'ordine del giorno. E la gente "normale" non è meglio! pensa che quando siamo arrivati qua tanti anni fa ridevamo degli spagnoli tanto "chapuzeros" (pasticcioni) quando nell'Italia che avevamo lasciato (a parte la Fiat! :( ) si lavorava piuttosto bene.
      Ecco, mentre qui la media è migliorata, mi pare che in Italia si stia peggiorando parecchio, a parte la svendita materiale e morale di tutto quel che valeva (in genere ai soliti USA ma non solo). Anche l'atmosfera che si respira, che si nota venendo da fuori non vivendoci immersi, è di rinuncia, quando non di menefreghismo e egoismo.
      Per fare un esempio recente, mentre qui l'opinione della gente è riuscita senza neppure troppe manifestazioni ad ottenere che il governo si rimangiasse il progetto di affossamento della legge regolatrice dell'aborto già esistente da anni, in Italia quante porcate sono state stroncate sul nascere? che io sappia, zero su zero, con l'acquiescenza dei cittadini. Parli dei "ciofani", ma quanti di loro sono sulle metaforiche barricate a combattere per i propri diritti? ognuno pensa a mettersi in salvo all'estero, risolvendo il proprio personale problema, ma non quello della collettività.
      Ora critico solo, non ho più l'età per combattere, quando ero lì ho cercato, attraverso il voto, la firma di referendum, gli scioperi, l'iscrizione al sindacato (finché non mi sono accorta che sono quasi tutti dei venduti al padrone, a cambio di bella vita), a cambiare qualcosa, ma non basta una minima percentuale di cittadini per ribaltare questo andamento negativo... Troppa gente ha preferito la pagnotta oggi (fosse pure anche solo una rilassatezza morale, che consentiva di avere la coscienza tranquilla pur evadendo le imposte...) a un benessere generale domani, a un futuro per i giovani.
      Certo, qui in Canarias si vive meglio che nelle due Penisole (la Spagna e l'Italia), non solo per motivi climatici ma anche e soprattutto per l'amabilità della gente, resta il fatto che per noi il ritorno temporaneo in Italia è sempre traumatico.

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    2. Come osi insultare noi ciofani menefreghisti, eh eh??

      In un certo senso, hai ragione.
      Ma per come sono fatto, attualmente non mi iscriverei a nessun partito né a nessun "movimento", né tantomeno sindacato o "rivolta dei Forconi"..(.)

      Ma sinceramente, non mi sono mai interessato molto di politica locale, non so nemmeno come si chiami il mio sindaco.. mah, figuriamoci quello di assessori o attivisti!
      Questo perché dal mio comune non ho mai ricevuto nulla, ma nemmeno mi hanno mai dato problemi..
      Però, forse..(.)

      (Hai visto che ultimamente sto mettendo tre puntini dappertutto, dopo la tua "bravata"?
      [Spiego: da noi fare la ramanzina si dice bravar.. ah, ma dimentico che eri di Padova!!]

      Comunque, ripeto, se volessi fare politica, non mi unirei certo alle manifestazioni e agli attivisti del mio comune, che contano molto poco, ma cercherei di unirmi a quello della città più vicina, che dicono un tempo essere stata la "terza città più ricca d'Europa", dove ci sono molte più manifestazioni, gruppi e ciofani come me...

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  3. Un viaggio molto fantozziano, Bruna.
    Ma probabilmente te lo meriti per aver augurato la morte dei taxisti..(.)
    (In realtà, anche se non ho mai usato un taxi, anch'io premo per la loro disfatta e la vittoria di app come Uber e Blablacar..)

    Bentornata, comunque!!! (faccina di Marco)

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  4. @Bruna
    mi sembra che siamo sulla stessa lunghezza d'onda anche se (giustamente) con visioni ed atteggiamenti diversi dovuti sicuramente alla differenza d'età e, di conseguenza, di esperienze e "sogni".

    Io credo ci sia un tempo per ogni cosa e quello delle "battaglie" è certamente la ciofentù ☺
    Tu l'hai fatto ed insieme a te molti della tua generazione; ora tocca a noi.
    Ma per "combattere le battaglie" occorre essere presenti sul campo e non guardare le cose da lontano. Ecco perché ogni volta (e per qualsiasi motivo) sento parlare di "fughe" di giovani un po' mi girano. Primo perché qualcuno in qualche modo li ha costretti (colpa degli altri) e secondo perché nonostante tutte le difficoltà bisognerebbe almeno provarci prima di scappare (colpa nostra).

    Ecco, io penso che un periodo all'estero faccia sicuramente bene per crescere e portare a casa un "noi migliore", ma poi si dovrebbe tornare all'ovile e lì provare a migliorare le cose.

    Insomma, il mio futuro lo vedo a "pulire la merda sui marciapiedi" (italiani), magari dopo aver imparato all'estero come si fa ☺

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  5. @Bruna
    Grazie per avermi fatto fare questa ricerca..(.)
    http://www.lettermagazine.it/2011/ink-killer/anticorpi/

    Ma forse è meglio se mi trasferisco a Bolzano..(.....)
    http://www.clandestinoweb.com/sondaggi-da-tutto-il-mondo/140880-eurostat-bolzano-e-la-citta-piu-ricca-ditalia-in-europa-svetta-londra/

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  6. Sono costretta mio malgrado a correggere (spero solo in questo) quanto detto sul cibo italiano. Leggo adesso:
    questo
    Spero non sia l'inizio della fine...

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    1. Hai ragione. Lo riporto qui:
      http://www.lastampa.it/2014/10/19/economia/arriva-il-prosciutto-senza-maiale-pieno-dacqua-e-di-sostante-chimiche-BU94Usp3YUUlu5vbvFFB9K/pagina.html

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  7. Dài, non siate catastrofisti. Il cibo buono esiste, specialmente in Italia, basta saper scegliere. Il problema è che anche qui, come in tutto il mondo, aumenta il divario dei costi fra cibo buono e cibo spazzatura: riempiersi di finta carne e finte patatine con un finto panino costa meno che mangiare una razione quotidiana di frutta e verdura. Infatti il mio pusher di mele, pesche e carote è ricchissimo.

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    1. Sì, infatti, sapendo scegliere trovo molte buone cose, ma è sempre più difficile scoprirle nel mucchio di ciofeche che sempre più spesso si vendono! per quanto riguarda frutta e verdura, sarò viziata perché in genere uso la mia, ma mi pare che in Italia come in Spagna si tenda all'apparenza più che alla sostanza, frutti enormi e bellissimi da fotografare, ma con scarso sapore. Del resto, spesso è merce spedita dal paese di produzione ancora acerba e maturata strada facendo, per questo compro solo vegetali di stagione, è più facile trovarli buoni. (non mi faccio paranoie col "chilometro zero", però preferisco merce canaria)

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  8. Sinceramente non ho capito come è venuto fuori il discorso del cibo....

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    1. Ops, non c'entra nulla con i commenti, ma nel post di Bruna? Che figura...

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