mercoledì 29 febbraio 2012
Traguardo! resoconto
Nel post Autocontrollo vi avevo raccontato della sfida che facciamo a noi stessi, arrivata al secondo anno.
Ebbene, il risultato è questo: dei 100 euro prefissati per il mese di febbraio, ne abbiamo spesi...138,55! è andata meglio dell'anno scorso, in cui avevamo sfondato per una cifra decisamente maggiore, però dobbiamo e possiamo ancora migliorare.
Avete fatto anche voi la prova di autocontrollo?
Tania dice che loro (sempre in 2) hanno sfondato per soli 25€, sono stati certamente più bravi, considerando tutto quello che noi avevamo già in casa!
Ecco, abbiamo tolto dal conteggio anche il cibo e la sabbia del micio, ci siamo resi conto che solo per lui (e avevamo già molto in casa) abbiamo speso nel mese più di 50€: fatte le debite proporzioni, il costo di mantenimento, al chilo di peso vivo (lui pesa 6 chili), è notevolmente superiore per un gatto! ;)
Be', per lo meno abbiamo smaltito un po' di roba, ora continueremo per tutto il mese di marzo a contenerci nelle spese per riuscire a "svecchiare" le scorte *, soprattutto il congelatore, così potremo ricominciare a riempirlo a cuor leggero!
* (il reale motivo per cui è nata questa gara)
Altre spese che non rientravano nella sfida:
benzina 60€ (qui è molto meno cara, in questo momento non arriva a 1,05€/lt.)
beneficenza 100€ (rifugio dei gatti, progetto di una scuola in Guatemala)
apparati 77€ (nuovo UPS, web cam, cavo)
e poi letture, regalini ecc.
Ci siamo contenuti anche con i ristoranti/pizzerie/bar: neanche una volta! :D
Bea e i Giovedì
Non so se conoscete Bea, la dott.ssa Mautino. Dovreste.
È impegnatissima con il CICAP e tante altre attività e anche se non si occupa di 'puter è davvero bravissimissima! Davvero.
L'altro giorno era über incazzata, roba da non crederci -- ho le prove Vostro Onore, ecco l'exhibit A:
Ma ha ragione Bea, da vendere, e adesso vi racconto perché.
A Torino esiste una tradizione di conferenze di argomento scientifico, gratuite, tenute in un teatro in una zona quasi centrale, comodissima.
E per chi non è di Torino, tipo quelli di Piubès (20 km) e anche più lontani c'è il Web (FSM benedica sir TBL, RAmen). Sì le conferenze vengono registrate e dopo qualche giorno pubblicate, ecco il link a quelle della stagione che si sta concludendo: Giovedì Scienza.
Meraviglioso vero? Ma se invitate un premio Nobel al quale vanno riconosciuti tutti i suoi meriti (AIDS) ma che adesso è, come dire, giacobbiano, anzi di più, ecco che Bea ha ragione da vendere a dire c'as fa nen parei! E tanti altri con lei, anch'io certo.
Ma a parte questo caso particolare i Giovedì Scienza sono da seguire, dal vivo o online, davvero. E ci sono, ogni tanto, mica sempre, persone che conosco.
OK, tornando alla nostra dott.ssa preferita lo sapete che ha un blog, i divagatori scientifici, ecco il post su Luc Montagnier.
Tra le altre cose, come la mostra su Luca Cavalli Sforza (uh! un altro Luca, non è che c'è sotto qualcosa?) è coautrice di un libro interessantissimo, per dire c'è dentro anche un procione fosforescente, Sulla Scena del Mistero.
E pensa te che gli altri due autori sono anche loro 'mici miei e c'è anche un altro blog, quello del prof. Sentimento Cuorcontento.
E inoltre li trovate su Query , la rivista del CICAP.
Bon, torno a lavorare contento di avervi fatto conoscere questa roba qua dei Giovedì e Beatrice cui va il mio più cordiale saluto :P
È impegnatissima con il CICAP e tante altre attività e anche se non si occupa di 'puter è davvero bravissimissima! Davvero.
L'altro giorno era über incazzata, roba da non crederci -- ho le prove Vostro Onore, ecco l'exhibit A:
Ma ha ragione Bea, da vendere, e adesso vi racconto perché.
A Torino esiste una tradizione di conferenze di argomento scientifico, gratuite, tenute in un teatro in una zona quasi centrale, comodissima.
E per chi non è di Torino, tipo quelli di Piubès (20 km) e anche più lontani c'è il Web (FSM benedica sir TBL, RAmen). Sì le conferenze vengono registrate e dopo qualche giorno pubblicate, ecco il link a quelle della stagione che si sta concludendo: Giovedì Scienza.
Meraviglioso vero? Ma se invitate un premio Nobel al quale vanno riconosciuti tutti i suoi meriti (AIDS) ma che adesso è, come dire, giacobbiano, anzi di più, ecco che Bea ha ragione da vendere a dire c'as fa nen parei! E tanti altri con lei, anch'io certo.
Ma a parte questo caso particolare i Giovedì Scienza sono da seguire, dal vivo o online, davvero. E ci sono, ogni tanto, mica sempre, persone che conosco.
OK, tornando alla nostra dott.ssa preferita lo sapete che ha un blog, i divagatori scientifici, ecco il post su Luc Montagnier.
Tra le altre cose, come la mostra su Luca Cavalli Sforza (uh! un altro Luca, non è che c'è sotto qualcosa?) è coautrice di un libro interessantissimo, per dire c'è dentro anche un procione fosforescente, Sulla Scena del Mistero.
E pensa te che gli altri due autori sono anche loro 'mici miei e c'è anche un altro blog, quello del prof. Sentimento Cuorcontento.
E inoltre li trovate su Query , la rivista del CICAP.
Bon, torno a lavorare contento di avervi fatto conoscere questa roba qua dei Giovedì e Beatrice cui va il mio più cordiale saluto :P
martedì 28 febbraio 2012
Scarpe, scarpe, scarpe!
Qualche mese fa Juhan in un suo post ha
inserito una foto che ha fatto veramente scalpore: scarpe col tacco
con l'immagine di Hello Kitty! Da allora, ogni giorno c'è qualche
visita (parecchie, anzi) a quel post, di persone indirizzate lì da
Google: tutte in cerca di quelle scarpe. Anzi, una delle lettrici ha
chiesto apertamente dove possano trovarsi in vendita.
Per aiutare ho cercato di trovarle,
senza riuscirci, ma tutto quel che ho trovato lo mostro qui (in
realtà c'era moooolto di più, ma ho dovuto fare una cernita).
Innanzi tutto, sulla stampa è apparsa
la notizia di queste scarpe indossate da Lady Gaga, definite
“scandalose” da qualcuno.
Ma anche senza essere un personaggio
dello spettacolo ci si può divertire a indossare originalità come
queste:
oppure rischiare la vita a ogni passo
con queste (io sicuramente farei un bel capitombolo):
Questo modello mi perplime, mi chiedo che uso pratico possa avere:
La maggior parte di queste calzature si
trova comunemente in vendita in qualche pagina web, basta cercare. I
prezzi in genere sono abbordabili, la cosa più difficile credo sia
racimolare il coraggio per esporsi agli sguardi della gente...
Queste mi piacciono |
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Cose di Bruna,
Fantasie,
Varie
lunedì 27 febbraio 2012
Dialetti, cioè parole, cioè...
Vogliamo ampliare un po' il discorso da me iniziato l'altro giorno?
Sì? OK!
Perché proprio oggi sono incappato in due parole fuori dal comune. Cioè parole che a Piubès non si usano tanto e --ma è meglio che vi racconti tutto.
Come i marinai, almeno quelli di una volta, dopo una vita trascorsa sulle navi si riducevano a costruirne modellini in bottiglia io che mi sono sempre occupato di 'puter per lavoro adesso lo faccio, in modo quasi completamente differente, per hobby. E questo mi porta a dovermi documentare, tenermi aggiornato: fortuna che c'è il Web, FSM renda grazie a TBL, RAmen.
Allora oggi sono finito su questo post: Why most UX is shite.
Shite? ahemm... no non so cosa vuole dire. Ma c'è Google Traduttore, OPS niente.
Panico? No! niente panico (lo dice anche la Guida): io continuo a essere solo un aspirante geek ma dai non sono più un pivello! Ecco, c'è Urban Dictionary che la sa lunga, questo è l'incipit
E continua e arriva fino a 39. Trentanove è il prefisso telefonico per l'Italia, sarà un caso? Doug, DNA, nella suo capolavoro, sostiene di non sottovalutare le coincidenze con i numeri telefonici. Ma allora noi saremmo in qualche modo collegati alla cacca (finché si parla una lingua non nostra le parole questionabili sembrano più usabili di quelle della propria; capita solo a me?)?
OK, cambiamo discorso. Si vede che era giornata perché qui The Completely Blank Xfce Desktop trovo "[...] in, for example, a USB stick." Questa la so, dai, per chi mi avete preso? Ma lo stesso due osservazioni:
Ecco! Completamente perso! Finisco il post e vado a farmi un giro con Pico.
Ma dimmi te se è questo il modo di complicarsi la vita :P
***Aggiornamento: penso proprio di aver detto una scemenza. Oggi ho incontrato il termine stick per le penne USB almeno due volte! Possibile che non ci avessi mai fatto caso prima di lunedì, anzi probabile.
Sì? OK!
Perché proprio oggi sono incappato in due parole fuori dal comune. Cioè parole che a Piubès non si usano tanto e --ma è meglio che vi racconti tutto.
Come i marinai, almeno quelli di una volta, dopo una vita trascorsa sulle navi si riducevano a costruirne modellini in bottiglia io che mi sono sempre occupato di 'puter per lavoro adesso lo faccio, in modo quasi completamente differente, per hobby. E questo mi porta a dovermi documentare, tenermi aggiornato: fortuna che c'è il Web, FSM renda grazie a TBL, RAmen.
Allora oggi sono finito su questo post: Why most UX is shite.
Shite? ahemm... no non so cosa vuole dire. Ma c'è Google Traduttore, OPS niente.
Panico? No! niente panico (lo dice anche la Guida): io continuo a essere solo un aspirante geek ma dai non sono più un pivello! Ecco, c'è Urban Dictionary che la sa lunga, questo è l'incipit
1. shite 1830 up, 387 down
a very british and therefore great way of saying shit. shite sounds much more effective than shit
'karen looks like five kinds of shite today'
buy shite mugs & shirts
by britbabe Aug 19, 2004 share this add a video
2. Shite 920 up, 203 down
Just like shit, but more fun to say.
buy shite mugs & shirts
by anonymous Nov 4, 2003 share this add a video
3. shite 648 up, 212 down
a much more effective way to say shit
YOURE talking SHITE!
E continua e arriva fino a 39. Trentanove è il prefisso telefonico per l'Italia, sarà un caso? Doug, DNA, nella suo capolavoro, sostiene di non sottovalutare le coincidenze con i numeri telefonici. Ma allora noi saremmo in qualche modo collegati alla cacca (finché si parla una lingua non nostra le parole questionabili sembrano più usabili di quelle della propria; capita solo a me?)?
OK, cambiamo discorso. Si vede che era giornata perché qui The Completely Blank Xfce Desktop trovo "[...] in, for example, a USB stick." Questa la so, dai, per chi mi avete preso? Ma lo stesso due osservazioni:
- mai sentito usare per le penne[tte] USB; ***Aggiornamento in fondo***
- da noi, anche a Torino, lo stick è il ghiacciolo: si ha lo stecco in legno ma non è per quello che si compra.
Ecco! Completamente perso! Finisco il post e vado a farmi un giro con Pico.
Ma dimmi te se è questo il modo di complicarsi la vita :P
***Aggiornamento: penso proprio di aver detto una scemenza. Oggi ho incontrato il termine stick per le penne USB almeno due volte! Possibile che non ci avessi mai fatto caso prima di lunedì, anzi probabile.
domenica 26 febbraio 2012
"Creatività"!!!
Caro Juhan, non temere, su questo argomento non solo sono d'accordo con te, ma mi trovo anzi a un livello più avanzato, tanto sono invelenita con questi "creativi"! che non si danno da fare solo con l'elettricità, non credere!
Proprio in questi giorni mio marito sta facendo una riparazione idraulica, e sta maledicendo (con la mia approvazione) appunto i creativi che hanno inventato tutte le misure possibili e immaginabili di raccordi e guarnizioni, sia in pollici sia in centimetri! Ogni giorno dell'anno auguro a quella gente una piaga biblica o almeno almeno un eczema purulento...
La settimana scorsa si è rotto il "gruppo di continuità" (UPS) cui collego il mio computer e periferiche (probabilmente si è rovinato quando qualche settimana fa abbiamo avuto due giorni di va-e-vieni di corrente, cose che capitano qui...). Ovviamente ne ho comprato un altro, ho dovuto accettare il modello che mi offriva il mio negozio, non male come marca e a buon prezzo. Però..
Però nell'aprirlo ho trovato questa sorpresa, di cui non mi ero resa conto (la foto è dalla sua scatola, non sto ora a smontare tutto l'ambaradam di cavi):
Come vedi, l'entrata dell'elettricità è come quella dei computer, ma le 4 uscite ... idem!
Il precedente UPS aveva le uscite tutte schucko, come è più logico.
In pratica, avrei dovuto collegare a queste uscite: il cavo a tre punte a triangolo (non so come diavolo si chiami né voglio saperlo) della CPU, la spina schucko del monitor, la spina normale a due "piroli" del telefono/fax, la spina schucko della "ciabatta" con interruttore e protezione che son costretta a usare per tutta l'altra minutaglia (router, HD esterno, stampante...).
Insomma, come l'UPS del computer di mio marito:
Con l'UPS era compreso un cavo maschio/femmina per i tre piroli a triangolo, da usare per collegarlo alla CPU, il cui cavo di alimentazione invece andava utilizzato per collegare a rete l'UPS.
Ho dovuto chiedere al mio negozio di procurarmi (l'han dovuto preparare loro, se l'avessi saputo l'avrei fatto da me) almeno un cavo con maschio a tre punte e femmina schucko, che ho potuto collegare da un lato all'UPS e dall'altro lato alla "ciabatta", cui ho inserito tutto quanto a parte la CPU. Non so se è chiara la mia spiegazione... Insomma, delle 4 possibilità di connessione che offre l'UPS ne posso usare per ora solo due.
Una curiosità: qui c'è una foto di alcune delle prese multiple che ho sempre sottomano per qualsiasi evenienza, nonché qualche spina da sostituire nelle prolunghe per adattarle alle mie necessità.
D'accordo, sono un po' maniaca dell'elettricità (mio marito mi prende sempre in giro "Cosa vuoi per il tuo compleanno: un vestito, un profumo, una presa multipla, una "ciabatta" a 8 posti?"), però mi pare che questi "creativi" meritino ... non me lo far dire!
(Se poi aggiungi che con 3 telefoni cellulari e due fotocamere dobbiamo avere 5 caricatori differenti!)
Questa è la risposta al post di Juhan Creatività
Creatività
Premessa
Oggi volevo raccontarvi degli effetti della neve, ultima puntata, ma nel preparare il post sono stato deviato da un argomento molto più interessante. Ehi! sono ing. dopo tutto. E cinque anni, quasi sei, di Poli ti segnano per tutta la vita, e ti danno un poster giallino da appendere in camera tua, o da qualche altra parte, a scelta.
Poi se il post verrà giudicato troppo fuori dalla mission del blog c'è pure il rischio che l'Amministratore Delegato mi scancelli d'autorità dalla lista degli autori. E allora questo sarebbe il mio ultimo post; sappiate che è stato bello (in tal caso). Sempre in tal caso chi di dovere sappia che posso sempre scatenare troll Detritus e togliere il saluto a Archibald. E inoltre non leggerete mai l'ultima puntata degli effetti della neve.
Ma, con un po' di strizza, entro in argomento.
La creatività e quando troppa di questa può essere controproducente.
Uno pensa che i creativi finiscano o ambiscano a finire tra i pubblicitari e chiamarsi copywriter. Magari facendo tanti soldi proponendo tormentoni sempre peggiori. Come ing. potrei partire con una tirata sull'entropia, ma sono fondamentalmente buono e poi non devo peggiorare la mia situazione per quanto detto in premessa.
Naturalmente non è vero che tutti i creativi finiscano lì: una parte consistente resta esclusa e per ragioni misteriose finisce per aggregarsi tra i creatori di componenti elettrici.
Il motivo non è noto e, a quanto ne so, non esiste (o non sono stato capace a trovare) una letteratura scientifico-sociologica; cercherò meglio.
In ogni attività capita che ci sono dei momenti di pausa, quelli in cui uno tira un attimo il respiro; va a farsi un caffè alla macchinetta in fondo al corridoio (o un altra bevanda tra quelle previste, di solito tè). Se trova qualcuno può anche scambiare due parole, facendo attenzione che non arrivi uno dei capi o lecchini stupidi con la lingua troppo lunga.
Me se uno è nel settore componenti elettrici impiegherà in modo diverso questi istanti di idle: in uno sproporzionatamente grande numero di casi penserà di rimediare alla persistente e annosa carenza di un tipo di presa. E in un susseguente istante di idle di un addetto all'esame delle proposte da esaminare un esaminatore penserà che finalmente qualcuno ha avuto una buona idea. E la proporrà per la produzione, mettendosi subito a redigere un piano finanziario e convocando da subito una riunione preliminare con i commerciali.
Il risultato è visibile a tutti: qual'è la probabilità che la presa dell'aggeggio che volete collegare alla rete sia del tipo previsto per la presa? O dobbiamo andare, come al solito, alla ricerca di un adattatore?
Poi c'è anche chi si sforza di razionalizzare la cosa, ecco per esempio: Electricity around the world.
Bello, anche se in definitiva fa solo montare il nervoso. Essendo questibelghici belghi belgi ci sono anche le versioni francese e olandese.
A proposito: come mai non ci sono visitatori del blog dall'Olanda?
Nederlandse kom en zie hoe mooi de blog "Naar Trommel Gerepareerd"!
Oggi volevo raccontarvi degli effetti della neve, ultima puntata, ma nel preparare il post sono stato deviato da un argomento molto più interessante. Ehi! sono ing. dopo tutto. E cinque anni, quasi sei, di Poli ti segnano per tutta la vita, e ti danno un poster giallino da appendere in camera tua, o da qualche altra parte, a scelta.
Poi se il post verrà giudicato troppo fuori dalla mission del blog c'è pure il rischio che l'Amministratore Delegato mi scancelli d'autorità dalla lista degli autori. E allora questo sarebbe il mio ultimo post; sappiate che è stato bello (in tal caso). Sempre in tal caso chi di dovere sappia che posso sempre scatenare troll Detritus e togliere il saluto a Archibald. E inoltre non leggerete mai l'ultima puntata degli effetti della neve.
Ma, con un po' di strizza, entro in argomento.
La creatività e quando troppa di questa può essere controproducente.
Uno pensa che i creativi finiscano o ambiscano a finire tra i pubblicitari e chiamarsi copywriter. Magari facendo tanti soldi proponendo tormentoni sempre peggiori. Come ing. potrei partire con una tirata sull'entropia, ma sono fondamentalmente buono e poi non devo peggiorare la mia situazione per quanto detto in premessa.
Naturalmente non è vero che tutti i creativi finiscano lì: una parte consistente resta esclusa e per ragioni misteriose finisce per aggregarsi tra i creatori di componenti elettrici.
Il motivo non è noto e, a quanto ne so, non esiste (o non sono stato capace a trovare) una letteratura scientifico-sociologica; cercherò meglio.
In ogni attività capita che ci sono dei momenti di pausa, quelli in cui uno tira un attimo il respiro; va a farsi un caffè alla macchinetta in fondo al corridoio (o un altra bevanda tra quelle previste, di solito tè). Se trova qualcuno può anche scambiare due parole, facendo attenzione che non arrivi uno dei capi o lecchini stupidi con la lingua troppo lunga.
Me se uno è nel settore componenti elettrici impiegherà in modo diverso questi istanti di idle: in uno sproporzionatamente grande numero di casi penserà di rimediare alla persistente e annosa carenza di un tipo di presa. E in un susseguente istante di idle di un addetto all'esame delle proposte da esaminare un esaminatore penserà che finalmente qualcuno ha avuto una buona idea. E la proporrà per la produzione, mettendosi subito a redigere un piano finanziario e convocando da subito una riunione preliminare con i commerciali.
Il risultato è visibile a tutti: qual'è la probabilità che la presa dell'aggeggio che volete collegare alla rete sia del tipo previsto per la presa? O dobbiamo andare, come al solito, alla ricerca di un adattatore?
Poi c'è anche chi si sforza di razionalizzare la cosa, ecco per esempio: Electricity around the world.
Bello, anche se in definitiva fa solo montare il nervoso. Essendo questi
A proposito: come mai non ci sono visitatori del blog dall'Olanda?
Nederlandse kom en zie hoe mooi de blog "Naar Trommel Gerepareerd"!
E per tutti, non solo gli olandesi (benvenuti): non dimenticate di andare all'integrazione di Bruna, qui: "Creatività"!!!
sabato 25 febbraio 2012
Luna e Venere: quasi un'occultazione
Oggi la Luna e Venere sono molto vicini, separati da soli 3 gradi (circa neh, stima mia).
Phil Plait, the Bad Astronomer ne ha relazionato su: See Venus in broad daylight today!
Dalla sua posizione non è favoritissimo ma è attrezzato come si deve :P
Gianluigi, Ulaulaman non è meno bravo, ecco: From the balcony of my home
Io ci ho provato, con la macchinetta che uso di solito, senza cavalletto, non è che sia bellissima ma è la mia.
E dimostra che la Luna, Venere e tutte le altre stelle brillano anche per Piubès :)
L'amore ha anche le ali (o due ruote)
Il commento di Juhan al mio post "Amore a prima vista" mi ha stimolato a parlare ancora del motore Wankel.
Non riporto qui la descrizione di tale motore, invito chi può essere interessato e ancora non lo conosca a leggere il post di cui sopra.
Peccato abbia quel problema di cui si è parlato, dell'eccessivo consumo di carburante e lubrificante, anche se a fronte di prestazioni strabilianti in rapporto alla cilindrata del motore stesso: con 600 cc di cilindrata si può ottenere una potenza fino a 190CV! (se ben ricordo, la mia indimenticabile e indimenticata Fiat 500 erogava 13 CV)
I problemi sono dovuti in gran parte alle diverse temperature cui è sottoposto il rotore, con notevoli escursioni termiche (dai 1000º della camera di compressione/combustione ai 150º della camera di scarico): la costruzione richiede leghe particolarmente resistenti e costose. Inoltre lo statore deve essere costruito con precisione estrema, ciononostante si logora con il tempo per i microurti e lo strisciamento del rotore, pertanto si ha una riduzione della tenuta delle guarnizioni e una perdita di rendimento.
Insomma, è un motore che richiede molta cura nella costruzione e di durata abbastanza breve per l'usura disequilibrata delle cosiddette “fasce elastiche” o segmenti... Proprio questa usura disuguale provoca filtrazioni tra le camere, con arrivo di gas combusti, che invece di essere eliminati totalmente attraverso l'ugello di scarico penetrano nella camera d'aspirazione, con conseguente progressiva perdita di potenza e emissione di miscela incombusta.
La Mazda (vd. post precedente) ha cercato di superare questo problema con l'applicazione di una doppia candela, a scintilla sfasata. In realtà ha anche progettato, per la prestigiosa (e stupenda, aggiungo io) RX-8 anche motori a doppia alimentazione (benzina/idrogeno) che avrebbero dovuto essere prodotti in serie a partire dal 2010, ma pare che il progetto sia accantonato.
Insomma, è un motore estremamente affascinante ma anche problematico.
Ciononostante, ha avuto un certo impiego soprattutto nei motori degli aerei ultraleggeri e negli acrobatici, presentando un ottimo rapporto tra peso e potenza.
Ciononostante, ha avuto un certo impiego soprattutto nei motori degli aerei ultraleggeri e negli acrobatici, presentando un ottimo rapporto tra peso e potenza.
DA20 |
Infatti è stato utilizzato per diverso tempo, malgrado la sua deludente longevità, per esempio dalla Diamond per il suo DA20.
DA36 E-Star |
Nel 2011 è stato presentato nel Salone Aeronautico di Le Bourget l'aereo a propulsione ibrida elettrica DA36 E-Star, coproduzione Siemens, Diamond e EADS. L'innovativo aereo ha un piccolo motore Wankel Diamond che a potenza costante di 30kW produce l'elettricità necessaria ad alimentare il motore elettrico Siemens da 70kW che fa girare l'elica. Un convertitore Siemens provvede a fornire elettricità al motore dalla batteria e dal generatore. Un accumulatore immagazzina durante il volo l'elettricità. Le batterie EADS occorrenti per il surplus di potenza necessario per il decollo, facilmente accessibili, possono essere sostituite in aeroporto, all'atterraggio.
Ma lascio parlare le immagini.
Insomma, il concetto di motore Wankel non è morto, e neppure agonizza!
Ma, come notava Juhan, il motore Wankel è stato anche largamente usato per le motociclette. Il fatto è che anche in questo campo il rotore ha avuto molto successo, anche e soprattutto in gare, per la sua leggerezza, notevole potenza e ridotto ingombro. Tuttora ha molti appassionati sostenitori.
Questo si deve soprattutto alla Norton, benché anche la Hercules e la Suzuki abbiano contribuito alla fama delle moto Wankel, con i loro modelli rispettivamente W2000 (peccato che con la moto non fornissero il biondone della foto!) e RE5 Rotary, negli anni '70.
Le moto Norton invece son arrivate fino ad oggi, anzi fino al 2010 si progettavano ancora migliorie al già ottimo modello RCW 588, con lo studio di un motore birotore da 210CV.
Purtroppo la vera guerra che gli altri team di moto da corsa intrapresero contro il pericoloso rivale (con il pretestuoso cavillo che non fosse possibile misurare in modo certo la cilindrata del motore rotativo) riuscì nell'intento di far bandire dalle gare la prestigiosa moto con motore Wankel.
L'avventura della Norton si era iniziata negli anni '80. Già nei campionati inglesi del 1989 riportò molte vittorie. Vinse anche nel '92 e nel '94. La RC 588 (raffreddata ad aria) e la successiva RCW 588 (con raffreddamento ad acqua) riuscivano a sconfiggere le 750 cc giapponesi!
Purtroppo né il miglioramento dato dal raffreddamento ad acqua, che permette di ovviare in parte al problema dello squilibrio di temperature di cui si è detto (Norton), né l'introduzione della seconda candela (Mazda) han potuto conservarci questo motore così ingegnosamente innovativo.
Vi ripropongo qui il motore della Mazda RX-8 Renesis.
Si era capito che mi piace? ;)
Qui sotto, un primo piano del motore della Suzuki: non carenato, si vede molto bene.
Questo post e la sua prima parte partecipano al 28º Carnevale della Fisica presso il blog Scienzaltro di Leopoldo Benacchio
Qui sotto, un primo piano del motore della Suzuki: non carenato, si vede molto bene.
Questo post e la sua prima parte partecipano al 28º Carnevale della Fisica presso il blog Scienzaltro di Leopoldo Benacchio
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venerdì 24 febbraio 2012
Dialetti
Ieri ho urtato, senza volerlo, la sensibilità dell'adorabile Spiessli.
Per cui questo post è dedicato a lei.
Per un'occasione triste ha dichiarato il suo amore per il dialetto ticinese, qui: http://zetascafe.blogspot.com/2012/02/ciao-mariuccia.html.
Questo è anche un argomento su cui ritorno spesso, per una ragione particolare: il mio dialetto sta morendo, i giovani, diciamo quelli nati dopo il 1980 non lo sanno parlare, anche se lo capiscono. Come sono cambiati i tempi: 30 anni prima noi incontravamo l'italiano solo quando iniziavamo la scuola! Davvero, anzi fuori dalla scuola si parlava solo piemontese. I primi immigrati si erano adeguati; e indovina un po': erano veneti, i meridionali sarebbero venuti dopo, allora eravamo troppo poveri, non potevamo permetterceli :)
Poi con il tempo oltre all'italiano ho acquisito una qualche conoscenza di francese (colpa principalmente di Françoise Hardy, magari un giorno lo racconto) e inglese (sì i Beatles, ma non solo). Ma la mia lingua è sempre il piemuntèis.
E il piemontese è cambiato in questi sessant'anni: quando ero piccolo non c'era bisogno di dire di quale paese eri, lo diceva il tuo modo di parlare, sia l'accento che le parole. Oggi qui si parla un cattivo torinese, cioè noi vecchi perché i giovani parlano un italiano televisivo.
L'estrema variabilità del dialetto ti invoglia (costringe) a accettare varianti più o meno ampie. Nel mio caso capisco quasi perfettamente il milanese, di meno il bergamasco (anzi per niente) o il bresciano. Va bene anche il dialetto di Piasensa, saltando Lisandria (i mandrögn lo fanno apposta! OPS altro flame qui se lo legge Enrico).
Il blog di Mariuccia e il video postato da Spiessli sono comprensibilissimi, senza vocabolario.
Però ci sono anche le trappole linguistiche, ve ne racconto una: la ruera.
Ecco per i milanesi (e immagino anche i ticinesi) significa macerie. Significato completamente diverso per noi torinesi. Peggio del caso compasso (it) compass (en).
Ecco due ruere, foto di oggi, approfittando che la neve si sta sciogliendo
Ecco, la ruera è la traccia lasciata dalla rua, la ruota. Vero che è più logico il nostro lemma rispetto a quello dei milanesi? Oltretutto per le macerie c'è rümenta.
Poi a Türin, ma chissà se ce ne sono ancora e se il termine è tuttora in uso, le ruere erano le due strisce in pietra nel passo carraio dei palazzi signorili; il resto della pavimentazione era costituita da sternìa, fatta da sterne, ciottoli di fiume, quelli tondeggianti. Naturalmente sto parlando di quando c'erano le carrozze trainate dai cavalli --no non sono così vecchio!
Ma pensa te che con Google sono anche riuscito a trovare le foto, quasi, eccole
Un'ultima cosa un po' fuori argomento, ma sapete come sono. Guardando attentamente nell'angolo a destra in basso della foto delle ruere si possono vedere le orme nella neve degli uccelli che vanno a bere nel fosso lungo la strada. Eccole ingrandite:
OT: Spiessli indovina com'era una volta il mio avatar?
Per un'occasione triste ha dichiarato il suo amore per il dialetto ticinese, qui: http://zetascafe.blogspot.com/2012/02/ciao-mariuccia.html.
Questo è anche un argomento su cui ritorno spesso, per una ragione particolare: il mio dialetto sta morendo, i giovani, diciamo quelli nati dopo il 1980 non lo sanno parlare, anche se lo capiscono. Come sono cambiati i tempi: 30 anni prima noi incontravamo l'italiano solo quando iniziavamo la scuola! Davvero, anzi fuori dalla scuola si parlava solo piemontese. I primi immigrati si erano adeguati; e indovina un po': erano veneti, i meridionali sarebbero venuti dopo, allora eravamo troppo poveri, non potevamo permetterceli :)
Poi con il tempo oltre all'italiano ho acquisito una qualche conoscenza di francese (colpa principalmente di Françoise Hardy, magari un giorno lo racconto) e inglese (sì i Beatles, ma non solo). Ma la mia lingua è sempre il piemuntèis.
E il piemontese è cambiato in questi sessant'anni: quando ero piccolo non c'era bisogno di dire di quale paese eri, lo diceva il tuo modo di parlare, sia l'accento che le parole. Oggi qui si parla un cattivo torinese, cioè noi vecchi perché i giovani parlano un italiano televisivo.
L'estrema variabilità del dialetto ti invoglia (costringe) a accettare varianti più o meno ampie. Nel mio caso capisco quasi perfettamente il milanese, di meno il bergamasco (anzi per niente) o il bresciano. Va bene anche il dialetto di Piasensa, saltando Lisandria (i mandrögn lo fanno apposta! OPS altro flame qui se lo legge Enrico).
Il blog di Mariuccia e il video postato da Spiessli sono comprensibilissimi, senza vocabolario.
Però ci sono anche le trappole linguistiche, ve ne racconto una: la ruera.
Ecco per i milanesi (e immagino anche i ticinesi) significa macerie. Significato completamente diverso per noi torinesi. Peggio del caso compasso (it) compass (en).
Ecco due ruere, foto di oggi, approfittando che la neve si sta sciogliendo
Ecco, la ruera è la traccia lasciata dalla rua, la ruota. Vero che è più logico il nostro lemma rispetto a quello dei milanesi? Oltretutto per le macerie c'è rümenta.
Poi a Türin, ma chissà se ce ne sono ancora e se il termine è tuttora in uso, le ruere erano le due strisce in pietra nel passo carraio dei palazzi signorili; il resto della pavimentazione era costituita da sternìa, fatta da sterne, ciottoli di fiume, quelli tondeggianti. Naturalmente sto parlando di quando c'erano le carrozze trainate dai cavalli --no non sono così vecchio!
Ma pensa te che con Google sono anche riuscito a trovare le foto, quasi, eccole
Un'ultima cosa un po' fuori argomento, ma sapete come sono. Guardando attentamente nell'angolo a destra in basso della foto delle ruere si possono vedere le orme nella neve degli uccelli che vanno a bere nel fosso lungo la strada. Eccole ingrandite:
OT: Spiessli indovina com'era una volta il mio avatar?
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