martedì 7 febbraio 2012

Intemperie



Mi odierete perché rigiro il coltello nella piaga...
Oggi le parole da esaminare sono queste (e ringraziate che non parlo di neve, al momento è una parola troppo inflazionata ;) )

Incominciamo con la galaverna o calaverna di cui Juhan ci ha mostrato stupende foto (i fiori di ghiaccio): si tratta di incrostazioni di sottili cristalli di ghiaccio formati dal congelamento della brina o della nebbia. L'etimologia della parola è incerta, non arrischio ipotesi.

Avete avuto anche una bella buriana, da quanto ho letto. La voce deriva dal latino borea e ha la stessa radice della bora (vento tipico del nordest italiano) però qualcuno suggerisce che l'etimologia sia dallo slavo burja (procella). Lo credo più probabile, anche in russo la tempesta è буря (pron. buria).
Lo stesso dicasi per burrasca (tempesta marina o procella).

Qui non abbiamo avuto nevicate, ma il vento, anche forte, non è mancato in questi giorni.
(io odio il vento!) :(
Sicuramente il vento forte è tra le intemperie quel che più ha spaventato gli uomini nei millenni, soprattutto le popolazioni costiere e i naviganti.


Procella ** (ci viene attraverso il latino forse dal greco con significato di spingere in avanti, agitare) definisce la tempesta con vento impetuoso, si usa in genere per le tempeste marine. Ha dato a sua volta il nome all'uccello marino procellaria.

Tempesta e temporale hanno la stessa etimologia, dal latino tempus col significato dapprima di stato atmosferico e successivamente di intemperie con vento, lampi e tuoni, a volte grandine.

La parola uragano (forse dal caraibico hurakan dio delle tempeste) indica una tempesta molto violenta, con venti di velocità notevole.
uragano Delta su Canarias

Il ciclone prende il suo nome da ciclo, giro, perché è formato da venti vorticosi rotatori, per estensionequesto nome designa le trombe d'acqua o d'aria.

La tormenta (tempesta) tropicale è abbastanza comune in Canarias, molte volte quel che nasce come uragano nel golfo del Messico e i Caraibi arriva qui smorzato dopo aver attraversato l'Atlantico.

La parola tornado è un ritorno allo spagnolo dall' inglese tornado derivante a sua volta dallo spagnolo tronado (dal verbo tronar, tuonare): viene associato al ciclone perché si immagina una etimologia dal latino tornare (girare).

Anche il termine bufera ha le sue radici nel vento, infatti deriva dal provenzale bufar, soffiare, da cui derivano anche il buffo di vento e sbuffare.

Vortice dal verbo latino vertere ruotare, voltarsi, girarsi.
Turbine deriva dal sostantivo latino turbo movimento rotatorio veloce, trottola.

Per fortuna quest'anno (per ora!) non abbiamo avuto una tormenta tropicale come a fine novembre 2010 (con venti di più di 150 km/h) o un uragano come il Delta del novembre 2005, con vento che sulle alture raggiunse e superò i 200 Km/h!


Quel che invece da mesi qui non si vede è la pioggia! (dal latino pluvia, in spagnolo lluvia, in francese pluie).

Qui sotto riporto la Scala di Saffir-Simpson con cui si misurano gli uragani.

Categoria
Velocità in m/s
Velocità in nodi
Velocità in km/h
Velocità in mil/h
Effetti macroscopici
1-minimo
32,7-42,6
64-82
118-153
73-95
Danni tutto sommato limitati a barche, alberi, strutture mobili, insegne, tetti. Possono osservarsi limitate inondazioni nelle zone costiere, con risalite non oltre l'altezza di un metro e mezzo.
2-moderato
42,7-49,5
83-96
154-177
96-110
Danni di una certa rilevanza ad alberi e strutture mobili; danneggiamenti di lieve entità anche agli immobili (finestre, antenne, tetti); le barche rompono gli ormeggi. Nelle zone costiere si possono osservare, a partire da 2-4 ore prima del landfall, inondazioni con acque fino a 2,5 metri oltre il livello medio. Può richiedersi l'evacuazione dei residenti delle zone costiere più basse.
3-forte
49,6-58,5
97-113
178-209
111-130
Grandi alberi abbattuti, distruzione di strutture mobili, danni di una certa rilevanza alle case. Le basse zone costiere vengono interessate, 3/5 ore prima dell'approssimarsi del centro del ciclone, da inondazioni con acqua fino a 4 metri oltre il normale livello. Richiede l'evacuazione dei residenti delle zone costiere.
4-fortissimo
58,6-69,4
114-134
210-249
131-155
Gravi danni agli edifici (tetto e muri portanti); Alberi, cespugli, insegne e cartelli stradali vengono abbattuti. Le inondazioni delle aree costiere possono presentarsi anche 5 ore prima del landfall del centro del ciclone, raggiungendo altezze prossime a 6 metri oltre il livello medio. Evacuazioni dei residenti delle zone costiere, fino a una decina di chilometri nell'entroterra.
5-disastroso
  >69,5
  >134
  >250
  >155
Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento; completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi, insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere, che possono superare l'altezza di 6 metri oltre il livello normale; si richiede perciò l'evacuazione massiva di tutti i residenti delle zone costiere pianeggianti, fino a 16 km nell'entroterra.


** Vi lascio con una notizia curiosa: il poeta savonese Gabriello Chiabrera (1552-1638) ha scritto questa breve invocazione alla Madonna, leggibile ugualmente in latino ed in italiano "In mare irato, in sùbita procella, invoco te, nostra benigna stella"

2 commenti:

  1. Bellissimo post Bruna! questo lo devi mandare al Carnevale della Fisica.

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  2. Grazie delle info Bruna!
    A proposito di tempeste e compagnia bella, è interessante anche la cosa dei nomi... che ogni volta scordo. Mi ricordo solo che vano in ordine alfabetico e ogni 6 anni tornano gli stessi nomi, a meno che non si rivelino particolarmente feroci (mi pare dipenda - ahimé - dal numero delle vittime), in quel caso il nome viene "ritirato".

    Ok ok, mi fermo qui, scusate il papiro!

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