A qualcuno questa parola porterà alla mente un
asettico laboratorio in cui un team di chimici ricerca nuove formule,
ad altri un' epica sconvolgente lotta di titani nello spazio siderale
(a mia figlia, per esempio, la cui tesi di laurea verteva appunto
sulla nascita degli astri), a me ricorda in primis quel che
conosco per esperienza personale, dall'una e dall'altra parte della
barricata ;) : la nascita di una vita
umana.
Ho parlato di barricata perché effettivamente il
parto può essere visto come una vera e propria battaglia per la
sopravvivenza, di cui resta traccia nell'inconscio di ogni nato.
“Il dolore e la paura legati alla
percezione di un pericolo vitale imminente da parte del nascituro e
lo schiacciamento e soffocamento sperimentati durante questo
passaggio generano un’enorme quantità di aggressività che, non
potendo essere espressa nella situazione di confinamento in cui si
trova il nascituro, rimane stivata nell’organismo come in un
serbatoio di energia distruttiva sia dal punto di vista fisico che
psicologico.
La possibilità di una via di uscita
che si presenta con l’apertura della cervice provoca un’intensa
lotta per la sopravivenza con attacchi aggressivi da parte del
nascituro nei confronti del corpo della madre che lo schiaccia, lo
soffoca e lo espelle e dal quale vuole liberarsi e da parte del corpo
materno nei confronti del nascituro attraverso le contrazioni
uterine. Questo violento combattimento tra i due corpi provoca nel
piccolo organismo dolori, forti pressioni, soffocamento.”
da La
guerra dentro l'uomo
- Virginia
Salles
Quando è il momento adatto al parto si inizia il
rilascio di vari ormoni da parte del corpo della madre, ma anche da
parte del nascituro.
Andiamo con ordine, però.
estradiolo |
Il progesterone
C21H30O2
a sua volta durante la gravidanza impedisce nuove
ovulazioni, inibisce le contrazioni dello strato muscolare liscio
dell'utero che porterebbero a una precoce espulsione del feto,
inoltre blocca la risposta immunitaria materna al “corpo estraneo”
rappresentato dall'embrione: una carenza di questo ormone può
portare ad un aborto spontaneo (similmente a quanto avviene nei casi
di madre con sangue Rh negativo nei confronti del feto Rh positivo,
in cui si ha una sensibilizzazione immunitaria della madre, in genere
dopo una prima gravidanza).
Ma la vera protagonista della nascita è
l'ossitocina.
Durante tutta la vita l'ipotalamo produce
ossitocina,
ormone peptidico formato da 9 aminoacidi. Ha una vitale importanza
per la vita sessuale - dalla nascita del desiderio sessuale
all'allattamento - anche per la sua interazione con la psiche. Viene
prodotto sia dalla donna sia dall'uomo, ma ovviamente quel che qui
interessa è quello prodotto dalla donna nella gravidanza e durante
il parto.
Durante
la gravidanza mantiene tonico l'utero per garantire l'afflusso di
sangue alla placenta, in equilibrio con il progesterone, di modo che
la muscolatura dell'utero sia preparata al gran lavoro (travaglio)
che dovrà svolgere, ma al tempo stesso mantenga latente questa sua
capacità, senza contrazioni precoci.
Al
momento dell'inizio del travaglio viene potenziata la secrezione di
ossitocina, che viene prodotta anche dal nascituro: pare anzi che il
rilascio da parte del feto di tale ormone sia quello che scatena
l'inizio delle contrazioni, con il fondo dell'utero che spinge il
feto verso la cervice, con ulteriore produzione di ossitocina, in un
circolo di causa-effetto.
Può
essere che per varie circostanze si debba intervenire per avviare
questo processo, se non inizia da sé correttamente a tempo debito,
per evitare sofferenza fetale.
Allora
si può somministrare pitocina,
ossia ossitocina sintetica. Ha svantaggi rispetto alla versione
naturale, perché tende a limitare l'afflusso di ossigeno al feto
durante le contrazioni, occorre una vigilanza costante delle
condizioni del piccolo.
Altro
metodo farmacologico è la somministrazione di prostaglandine,
ormoni naturali ad azione localizzata, che provocano le contrazioni
stimolando la muscolatura liscia dell'utero.
Contemporaneamente
sia nella madre sia nel feto si producono adrenalina
e beta-endorfina,
la prima ha l'effetto di rendere vigili e reattivi entrambi, la
seconda (una delle endorfine o endo-morfine) ha il compito di
diminuire la sensazione dolorifica e creare anzi una sensazione di
euforia.
Tutte
queste sostanze e sforzo da parte della madre e del piccolo giocano
il loro ruolo in questa battaglia.
La
lotta si fa via a via più serrata, il processo si avvicina sempre
più precipitatamente alla sua conclusione...
Finalmente
la testa del piccolo umano nuovo sbuca all'aperto, i suoi occhi per
la prima volta vedono la luce e ode rumori non filtrati dalle pareti
del ventre materno, si trova per la prima volta non protetto dal
tiepido liquido amniotico, per la prima volta dopo alcuni mesi trova
spazio per distendere gli arti (anche se per diverso tempo tenderà a
mantenere la posizione raccolta, rannicchiata, che gli imponeva il
suo protettivo “guscio”) e grida al mondo la sua protesta,
riempiendo d'aria i polmoni.
Questo post è dedicato al mio amico Juhan, di cui ricorre oggi la nascita.
Tutti insieme: buon compleanno, Juhan!
Questo post ha partecipato al 14º Carnevale della Chimica presso Crescere Creativamente
Grassie!!!
RispondiEliminaAnche se il post non l'ho letto perché mi fa sgiai, sono un maschietto!
Come sarebbe? forse non sei nato anche tu? non hai curiosità di sapere come è andata tutta la faccenda?
EliminaNo, davvero ci sono argomenti che i maschi (tanti credo, io di sicuro) sono tabù (chissà se si scrive così). Come d'altronde le donne non capiscono certe discussioni e le barzellette di Silvio.
EliminaSarebbe interessante sentire cosa ne pensano i nostri lettori ;)
Ma mica deve interessare per sapere come comportarsi al momento, è curiosità per le cose e quindi senza grande distinzione di genere. Poi se uno ha altre curiosità. Quanto alle barzellette è vero che le donne alcune non le apprezzano, ma è un'altra questione
RispondiEliminaAugurissimi al compare di blog! A mia m'interessa, dato che n'arriva n'autra in casa Lipari!
RispondiElimina"n'autra" è da intendersi come di genere femminile, prima declinazione singolare o neutro seconda declinazione plurale?
EliminaCongratulazioni, caro Dott. Prof.!!! Ci farai poi sapere quando arriverà, e che nome le darai?
EliminaEhm... Io le barzellette di Silvio non le capisco. E se la capisco non mi fanno ridere...
RispondiEliminaDevo preoccuparmi, dottore? Ho qualcosa che non va?
sì temo che con le barzellette di Silvio ci sia qualcosa che non va: ce lo dice anche l'Europa.
EliminaBellissimo!!!!!
RispondiEliminaBentornato, giramondo!
EliminaCome affrontare la tragedia e aiutare gli altri ad affrontarla
RispondiEliminaL'editore di Monaco ha pubblicato il libro intitolato “Ogni terza donna”. La scrittrice, ha dedicato il libro a tutti i bambini stellati e ai loro genitori.
I bambini stellati in Germania vengono chiamati mai nati, quelli che sono morti durante il parto o quelli che sono deceduti poco dopo la loro nascita. Nel suo libro, la scrittrice dà voce alle donne che hanno perso i loro figli non ancora nati, ma non hanno rinunciato a una gravidanza con lieto fine, e anche al uomo che è sopravvissuto al dolore della interruzione della gravidanza della sua dolce meta. Queste storie dimostrano: coloro che hanno vissuto un trauma psicologico così grave dovrebbero assolutamente lavorarci su e non essere lasciati nella solitudine con il problema.
La stessa scrittrice ha affrontato un problema simile ai suoi tempi. – “Mi dispiace signora, ma non sento più il battito cardiaco del feto”, la stessa è rimasta senza parole dopo le fatidiche parole del medico durante uno dei suoi controlli di routine. Come ammette l’autrice del libro, non aveva mai vissuto un tale shock.
Gli specialisti della clinica di medicina riproduttiva del prof. Feskov hanno a che fare con storie simili ogni giorno e sanno quanto sia importante il sostegno per le famiglie che lo attraversano. Sono sempre pronti ad offrire soluzioni per coloro che sognano di diventare genitori.