sabato 4 febbraio 2012

São Paulo e altre città

Questo è un post difficile da scrivere; probabilmente non troppo intelligente, a lungo andare la vita tra gli estimatori di Roberto Calderoli lascia il segno :P


Ma devo scriverlo, è tre giorni che ci penso. Tutto è cominciato mercoledì, ero da un mio vecchio collega e il discorso è finito su Lole, un giovane italo-brasiliano da poco tornato in Brasile. Ora nel nostro ambiente di chi va via si parla o molto male o molto bene; per il nostro la seconda che ho detto, ma non è di questo che voglio raccontare.
"Dov'è già che è finito, dov'è andato a perdersi"; già perché il Brasile è Rio, il carnevale e i calciatori. E la città più grande nessuno la ricorda, anche se è quella degli italiani, quella del gran premio di Formula 1, San Paolo insomma.

 Ci sono altre città sconosciute, Cambridge per esempio. Tutti dicono Boston ma attraversato il fiume anche se le case continuano e la città sembra la stessa invece no: è Cambridge appunto, cambia anche la contea.

E che dire della sciccosissima città di Irvine?
Qui in Padagna sono pochi che la conoscono, al limite pensano alla grandissimissima Los Angeles.
 A proposito: a LA (loro dicono così el-èi) sono ambientati di solito i telefilm che parlano della California invece una volta c'era San Francisco, e qui ci sarebbe un altro lungo discorso da fare.


E Kansas City? Una città che è due, con lo stesso nome; qui il fiume è un fiume importante, il Missouri, mica il Charles.




OK, ce ne sarebbero altre, anche più vicino. Prendete Moncalieri, oggi l'agglomerato urbano è tutt'uno con Torino. Che è un bel problema se si considera anche che non ci sono più asini (propriamente detti, quelli metaforici abbondano). Sì perché chissà se vale ancora il modo di dire
da Türin a Muncalé
tuti i aso a van a pé
(dai si capisce anche senza traduzione!)

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