mercoledì 8 febbraio 2012

Assistenza sanitaria


Proprio ieri mi lamentavo che qui pare non arrivi mai la pioggia.
Oggi invece ho avuto il piacere di vederla per dieci minuti, in autostrada, mentre andavamo per una delle mie prove diagnostiche in Ospedale.  La zona in cui pioveva era, come no, quella intorno a Tacoronte e all'aeroporto Los Rodeos, vicino a La Laguna, insomma molto lontano dalla mia vigna! Vabbè, speriamo che presto arrivi anche qua!

Qualche giorno fa stavo leggendo su G+ i dubbi di una persona sui farmaci "generici" o "equivalenti". Ricordo che ho commentato tranquillizzandolo sull'uso e l'efficacia degli stessi, ma non sono sicura di averlo convinto, malgrado gli abbia trascritto i rispettivi componenti (e prezzi) di farmaci con lo stesso principio attivo, uno "di marca" e altri equivalenti.
Un esempio: il principio attivo anastrozolo qui in Spagna si commercializza sotto il nome "firmato" di Arimidex (circa 125 €), o come generico Anastrozolo Ratiopharm (55€), Cinfa (57€), Normon (57€), Sandoz (55,50€)...

Eppure, gli "equivalenti" per lo più hanno esattamente l'identica composizione, fino all'ultimo additivo. I farmaci generici infatti non son altro che farmaci di cui è scaduto il brevetto e che quindi possono essere riprodotti liberamente da altre marche.


Lascio ad altri il disquisire se sia corretto eticamente consentire che una industria che non ha sostenuto le spese della ricerca ottenga beneficio dalla ricerca altrui: secondo me,  visto che il farmaco di marca costa di più (anche più del doppio, come abbiam visto!) di quello generico, considerati gli anni di sfruttamento del brevetto, chi ha ideato il farmaco viene ripagato a sufficienza. Del resto, non è che il farmaco "firmato" debba essere ritirato dal mercato, continua a vendersi, spetta alla Casa produttrice adeguare il prezzo per poter essere concorrenziale.

Credo che in Italia non ci sia tuttora l'obbligo per i medici di prescrivere il farmaco equivalente, il farmacista credo che sia tenuto ad avvisare il cliente, ma forse senza obbligo di sostituzione con la preparazione meno cara.

Così era in Spagna, ma da qualche mese è fatto obbligo ai medici di prescrivere le medicine non col nome commerciale ma secondo il principio attivo, e i farmacisti son tenuti a fornire al paziente il farmaco meno caro che abbiano al momento in negozio. Può capitare che sia il più caro, ma il più delle volte è un "generico".


Mostro come esempio due prescrizioni della  mia dottoressa, prima e dopo l'entrata in vigore di tale obbligo. La prima riporta il nome commerciale, la seconda il principio attivo.

Noterete che, mentre nella ricetta più vecchia venivano prescritte 3 confezioni, due ritirabili entro 10 giorni a partire dalla data di emissione e la terza a partire da una data successiva, nelle ricette attuali non si specifica il numero di confezioni ma la data di scadenza finale: entro quel termine si possono ritirare in farmacia le tre confezioni, ma non tutte insieme bensí ad una ad una poco prima dell'esaurimento delle dosi della confezione precedente.



Mi è infatti capitato recentemente di chiedere in farmacia la mia medicina e vedermela rifiutare perché ne avevo ancora a sufficienza per alcuni giorni! non mi ero resa conto, infatti, di averne ancora un blister per due settimane.

Juhan direbbe che è tutto mysteriuoso, ma non lo è affatto: notate che sia la nuova "tessera" sanitaria (per ora ne ho ancora una provvisoria, di carta) sia la ricetta riportano dei codici a barre.




computer con lettore
Semplicemente, tutte le farmacie hanno dovuto sostituire le casse con questo marchingegno (tranquilli, ;) i miei farmacisti non han dovuto per questo rinunciare alle rispettive auto da 40.000€  e SUV da 45.000! tra l'altro credo che la spesa, in tutto o in parte, l'abbia sostenuta lo Stato).
Il lettore (simile a quelli dei supermercati) legge il codice a barre e il computer si collega con la mia scheda personale, che riporta tutta la mia storia medica: è allora un gioco da bambini per il computer controllare che, da quando mi è stata prescritta tale medicina più di 3 anni fa, sono passati tot giorni, e quindi mi rimangono ancora più di dieci dosi giornaliere!

Lo so, in Italia è impensabile una organizzazione del genere, tra l'altro se si dovesse istituire occorrerebbero anni per aggiornare le schede personali di ogni paziente, malgrado da tempo esistano le tessere sanitarie col chip che dovrebbe già contenere tutti i dati!
Del resto, in Italia tuttora il medico di base ha uno studio personale, pagato di tasca sua.

uno dei parcheggi del mio Centro Medico

Qui esiste il Centro Medico, uno per zona, dove obbligatoriamente deve recarsi il paziente, con uno o più medici di base (de cabecera), che presenta vari vantaggi:
- prima di tutto, in alcuni casi (rari, d'accordo) prevede un parcheggio;
- in caso di assenza per ferie o altro di un medico,  uno degli altri supplisce nelle visite ai pazienti dell'assente;
- ogni medico ha una infermiera fissa, che serve per varie incombenze, dal preparare l'anamnesi dei nuovi pazienti al provare la pressione,  dal fare elettrocardiogrammi al fare le iniezioni prescritte e le vaccinazioni (le infermiere spagnole sono preparatissime, molto quotate anche all'estero);
- sia gli infermieri sia i medici hanno un computer collegato in rete con quelli degli  altri Centri e con quelli dell'Ospedale di spettanza;
- di conseguenza, quando un paziente deve cambiare medico di base per cambio di residenza, la sua storia completa è immediatamente a disposizione del nuovo medico.
Inoltre, c'è un servizio telefonico unico cui rivolgersi per prendere appuntamenti con i medici di base.

Poi ci sono i Centri per le visite o le analisi specialistiche (radiografie, ecografie...), sempre collegati in rete.
Sto descrivendo la situazione in Canarias, ma l'organizzazione è simile in tutta Spagna così come l'obbligo di ricettare il principio attivo.
Qui abbiamo anche l'avviso via SMS per ricordare gli appuntamenti in Ospedale!

Inoltre c'è uno stupendo servizio di trasporto dei pazienti in giro per l'isola: ti vengono a prendere con il "micro" (pullmino-ambulanza) fino nei posti più impervi, dove non ci sono mezzi pubblici, e ti portano fino all'Ospedale o Centro Medico dove devi fare una analisi o una terapia. Questa foto è dell'epoca in cui mi hanno operata, ora hanno cambiato tutte le ambulanze, son tutte nuove, quelle bianche con la dicitura Trasporto Sanitario No Urgente sono per questo uso, per le urgenze ci sono quelle gialle, con luci e sirene.



Dite la verità, ora non guarderete più gli spagnoli dall'alto in basso come è consuetudine tra gli italiani!



6 commenti:

  1. Qui prossimamente voteremo proprio per introdurre il sistema che hai descritto tu, il managed care. Lo svantaggio, se ho capito bene, è che non puoi sceglierti il medico. O perlomeno è quello che succederà qui se dovesse passare. Oltre al fatto che i costi per chi manterrà una cassa malati (mutua?) "privata" saliranno a livelli pazzeschi(che le stelle con i premi mensili le vediamo già da un pezzo).
    Vedremo.

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    1. Io risulto residente al Puerto de la Cruz, nel Centro Medico assegnato alla mia zona ci sono almeno una dozzina di medici, ho scelto io (l'infermiera no, è compresa nel "pacchetto" del medico!). Mio marito è residente a San Juan, il Centro della sua zona ha un solo medico (più, credo, una pediatra)di cui è contentissimo, non è mai stato seguito tanto e bene come ora. La prima volta (l'avevo accompagnato) pensava di cavarsela con la richiesta di una medicina che gli aveva prescritto un dottore privato, ma non c'è stato verso: ha dovuto raccontare tutta la sua storia medica e sottostare a una visita completa (pressione, cuore, polmoni...).

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  2. Non commento perché sono troppo arrabbiato.
    Da noi un po' di tempo fa c'è stato il tentativo di far usare Internet al posto del fax. Rivolta e sospensione.
    Non ti dico delle prenotazioni telefoniche, dopo un po' ti stufi e vai a fare la coda allo sportello.
    Poi il costume locale: ti convocano per le 8:30 e l'ambulatorio apre alle 9:30, tanto non arriva nessuno puntuale.
    In compenso finora ho trovato medici e infermieri ottimi (è collegato all'Università ed è divertentissimo vedere i dottorandi o come si chiamano). Però da usare solo quando serve nèh.

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    1. Anche l'Ospedale che spetta a mio marito è Universitario, mentre il mio è sede della scuola di Infermeria. Finora, a parte due o tre infermiere scortesi, abbiamo trovato solo personale ottimo.
      Pensa che ai degenti danno TUTTO, dall'acqua minerale in bottiglia ai camicioni a tutti gli asciugamani di cui puoi aver bisogno (anche più volte al giorno) fino al bagnoschiuma!!! (quasi mi spiaceva venir via, non son mai stata tanto coccolata!)

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  3. AFAIK i farmaci generici hanno lo stesso principio attivo (per definizione) ma possono avere eccipienti diversi.

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    1. Lo so, .mau.: infatti è in questo che molti trovano una scusa per non accettare il generico. Il fatto è che non sono gli eccipienti quelli che curano, e in teoria non dovrebbero dare nessun effetto secondario né interferire con l'azione del principio attivo, né in bene né in male.* Il rifiuto a un particolare eccipiente è giustificato solo in caso di provata o sospetta allergia, mi pare.
      * poi magari c'è chi prende a scapocchia, senza avvisare il medico, un altro medicamento "da banco" il cui principio attivo sì che interferisce!

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