Tempo fa qualcuno su Facebook mi chiese
quale fosse la mia ricetta per gli gnocchi di patate.
Oggi in Italia si commemora la nascita
della Repubblica, qui invece in quasi tutti i paesi approfittano
della domenica per festeggiare il Corpus Christi (a parte La Orotava,
sede del più spettacolare e famoso Corpus Christi, che ricorrerà il
prossimo 6 giugno).
Mentre i ragazzini, aiutati da alcuni
adulti, ornano con fiori, foglie, riso colorato e polvere di gesso
variopinta il percorso della processione di stasera, io molto più
prosaicamente preparo un bel piatto di gnocchi!
Come dicevo, se ne leggono molte
ricette, la maggior parte di esse richiede, per 6 persone, un
kilogrammo di patate, circa 200 grammi di farina e 1 uovo (!). Anni
fa ricordo di averne letta una che suggeriva anche un poco di rum!
Inutile dire che tali ricette non hanno
nulla a che fare con la sola autentica ricetta, quella che prevede
esclusivamente patate e farina...
Questo mi ricorda che una volta tre
signore stavano parlando vicino a me degli spaghetti “aglio, olio e
peperoncino”: una di esse raccontava che la sua ricetta era molto
gustosa, perché aggiungeva anche qualche filetto di acciuga
dissalata, un'altra rimbeccò dicendo che la “sua” ricetta era
ancor migliore: prevedeva anche olive nere e verdi a pezzetti! Mi
sono allontanata prima che magari la terza aggiungesse anche pomodoro
e qualche altro ingrediente... Va bene, ragazze, i vostri spaghetti
saranno squisiti, ma non chiamateli
“aglio olio e peperoncino”!
Torniamo
a bomba: la mia ricetta
prevede, per noi due *, 800 gr. di patate farinose, circa 400 gr. di
farina e ovviamente il sale per la cottura delle patate, ça
va sans dire: in tutte
le ricette lo scrivono, ma è abbastanza pleonastico, no?
Il tempo totale
che la preparazione mi richiede è di circa 1 ora e mezza.
Inizio col mettere
al fuoco le patate in acqua salata; se sono di qualità che tende ad
“aprirsi” durante la cottura, meglio bucherellarle prima qua e là
con un ago, perché la buccia deve rimanere intera, altrimenti la
patata assorbe acqua e richiede poi più farina, il che renderebbe
gli gnocchi più pesanti e duri.
Mentre le patate
cuociono preparo la salsina di pomodoro con aglio e rosmarino, ma c'è
chi li preferisce conditi con burro e salvia, con altre salse (anche
il pesto) o addirittura con il ragù, cosa quest'ultima che a me sembra un'eresia.
Vabbè, ognuno ha i suoi gusti.
Dopo circa 20
minuti dall'inizio dell'ebollizione le patate saranno cotte.
Controllo con uno stecchino di legno, a ogni buon conto. A questo
punto occorre procedere abbastanza rapidamente: più le patate si
raffreddano e più farina richiederanno per l'impasto. Le sbuccio
pertanto ancora calde, appena scolate, e le schiaccio direttamente
dentro una ciotola con lo schiacciapatate, lo stesso che immagino
anche voi usiate per preparare il puré.
Non appena tutte le patate sono ben schiacciate, senza
grumi (sì, ci possono essere, se le patate non sono quelle adeguate,
ma qui le trovo tutte ottime) aggiungo la farina, inizio a mescolare
dapprima con la forchetta e poi con le mani non appena la temperatura
me lo consente. Come ho detto, lavoro tutto a caldo.
Come accennato prima, l'impasto lo preparo in una
ciotola anziché sulla spianatoia di legno, risparmiandomi così di
doverla poi pulire. Da tempo non uso più la spianatoia neppure per
la successiva fase, per la quale uso solo un capiente tagliere di
legno che posso lavare nella lavastoviglie.
Sempre
con l'impasto ancora abbastanza caldo, ne stacco una quantità grande
come un'arancia e rotolandola sul tagliere infarinato ne faccio un
tubetto di circa 1,5 cm. di diametro, che poi taglio con un coltello
in pezzetti di grandezza adeguata, ovvero 1,5-2 cm. e li metto da
parte dopo averli fatti rotolare in un po' di farina, perché non si
attacchino.
Continuo a lavorare velocemente nello stesso modo tutto
l'impasto, che nel frattempo diventerà tiepido ma non freddo, poi
arriva la terza fase, quella per dar forma agli gnocchi: non è solo
una questione estetica, c'è una bella differenza tra una anonima
pallina di patate e uno gnocco, che grazie al leggero incavo e al
disegno lasciato dalla forchetta o dalla grattugia assorbirà meglio
il condimento, fondendosi in un unico sapore.
Attualmente uso il
“recto” di una grattugia (è di quelle verticali quadrangolari)
in passato ne ho spesso usato invece il “verso” quando avevo a
disposizione una grattugia a due sole facce, più remotamente ancora
ho usato l'antico sistema della forchetta: si passa lo gnocco
trascinandolo sui rebbi della forchetta, ricavandone un rotolino
quasi chiuso, con scanalature. Quest'ultimo è il sistema più
estetico e fors'anche il più adeguato a prendere bene il condimento,
ma mi pare più lungo, occorrerebbe l'aiuto di qualcuno non solo al
momento del consumo!
Qualunque sia il metodo usato per formare gli gnocchi,
una volta pronti si stendono uno vicino all'altro in modo che non si
attacchino fra loro, su un vassoio ricoperto con un canovaccio pulito
o, come faccio io da qualche tempo, con fogli di carta da cucina.
Sapete, con gli anni si impara a risparmiare il tempo, le forze e le
risorse, semplificando quanto più possibile ogni procedimento.
Ed eccoci alla quarta fase.
Prima di iniziare l'impasto si sarà messa al fuoco una
pentola piuttosto ampia, non occorre che sia molto profonda, con 8-10
cm. d'acqua salata. Io uso due pentole, per sveltire il procedimento.
Quando l'acqua bolle, si aggiunge una parte degli gnocchi, ad uno ad
uno e facendoli cadere nell'acqua in modo che non si ammassino. Dopo
pochi secondi inizieranno a salire a galla, ormai cotti; si
raccolgono allora con un mestolo forato o schiumarola, si passano
alla terrina di servizio dove si condiscono a mano a mano con la
salsa che a questo punto sarà ormai pronta, e si procede nello
stesso modo fino ad aver cotto tutti gli gnocchi.
Quinta fase: a tavola!!!
Per finire, un bel gelato casalingo di parchita o
maracuya o passion fruit.
tutta frutta nostra: nettarine, pesche, nespole e parchitas |
parchita divisa a metà |
la polpa si passa |
al passato poi si aggiunge uno sciroppo denso di zucchero lasciato raffreddare, e si fa congelare in freezer |
Ma non si potrebbe deviare il corso della processione?? Ora, però, ho tanta fame... :))
RispondiEliminaScherzi? creano tutto quell'ambaradan apposta per farci passare sopra la processione! tutte le processioni religiose passano sotto le nostre finestre perché la strada è una delle più antiche: nella via principale, più nuova, non possono passare perché è quella di collegamento col resto del mondo...
EliminaLa ricetta è quella che usano anche qui, o almeno per Nonna & mogli dei figli (gli gnocchi si fanno per le riunioni familiari, sono socializzanti). Varia moltissimo il condimento, da noi si usa il ragù, ma la fantasia italica si sbizzarrisce. Poi ci sono varianti interessanti, p.es. quella sarda.
RispondiEliminaSono riuscito a leggere tutta la ricetta solo perché sono le 7 del mattino; non mi è neanche venuta fame (solo un pochino).
Tra le varianti, da non trascurare quella delle parti di Ferrara (Bondeno di sicuro), dove gli gnocchi, al ragù con parmigiano abbondante, ci fanno una passata di zucchero, non quello a velo, sia chiaro, proprio lo zucchero semolato. Non ho notizie che nel moderno usino anche lo zucchero di canna, ma non mi stupirei; alla fantasia non si pongono limiti. Offertomi l'assaggio l'ho respinto, piuttosto nauseato.
RispondiEliminaCiao.