martedì 18 giugno 2013

Un sogno per domani




Prof. Simonet:
C’è un mondo là fuori e anche se decidete di non volerlo incontrare, comunque vi colpirà dritto in faccia, credetemi. Dunque è meglio cominciare a pensare al mondo ora, a cosa vuol dire per voi: che significa il mondo per ognuno di voi?  Coraggio! Vorrei una classe che partecipa qui! È solo da quest’aula che volete tirarvi fuori? Da casa vostra? Dalla vostra strada? Nessuno di voi vuole spingersi oltre? Ogni quanto pensate alle cose che accadano fuori da questa città? Guardate il telegiornale? Sì, no? Bene, non siamo ancora pensatori globali, ma perché non lo siamo?

Trevor:
Perché… abbiamo undici anni

Prof. Simonet:
Giusto rilievo: forse Trevor ha assolutamente ragione: perché dovremmo pensare al mondo, insomma, dopotutto cos’è che il mondo si aspetta da noi, da te: cos’è che il mondo si aspetta da te.

Trevor:
Niente.

Prof. Simonet:
Niente… Mio dio, ragazzi e ragazze ha assolutamente ragione: niente. Sì, eccovi qui: non potete guidare, votare, non potete nemmeno andare in bagno senza un permesso da parte mia, siete incastrati, proprio qui nella seconda media. Ma non per sempre, perché un giorno sarete liberi. Ma che succede se il giorno in cui sarete liberi non siete preparati, non siete pronti, eppure vi guardate intorno e a voi non piace il mondo com’è… e se il mondo è un’enorme delusione?

Paco: 
Siamo fregati!

Prof. Simonet:
A meno che non prendete le cose che non vi piacciono di questo mondo e le sbattete via facendole finire a terra sulle chiappe. E potete cominciare a farlo oggi: questo è il vostro compito, avrete un voto e vale per tutto l’anno. No, no, un momento: cos’è che non va? Qual è il problema?

Ragazzi:
E’ tipo così… Strano… Pazzesco… Faticoso… Barboso

Prof. Simonet:
Barboso, faticoso… che ne dite di: possibile. È possibile, il regno della possibilità esiste dove? In ognuno di voi… Qui, perciò potete farlo, potete sorprenderci, spetta a voi, o potete starvene impalati e lasciarlo atrofizzare. […] Domande?

Trevor:
Sì… insomma, lei ci boccerà se non cambiamo il mondo?

Prof. Simonet:
O no, non lo farei mai, ma al massimo strappereste un sei.





Il progetto di Trevor:
PASSA IL FAVORE
Questo sono io, e queste sono tre persone, a cui darò il mio aiuto, ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole, perciò io la faccio per loro... e loro la fanno per altre 3 persone...


Trevor:
Perciò passa-il-favore è andato in tutti quei posti: grazie a mia mamma che è stata tanto coraggiosa. Per me certe persone hanno troppa paura per pensare che le cose possono essere diverse e, insomma, il mondo, il mondo non è tutto quanto… merda… ma credo che sia difficile per certa gente che è abituata alle cose così come sono, anche se sono brutte, cambiare e le persone si arrendono e quando lo fanno poi tutti, tutti ci perdono. […] è difficile, non lo puoi programmare: devi, devi guardare di più le persone, ecco… tipo, tipo tenerle d’occhio, per proteggerle, perché non sempre vedono quello che gli serve.
È come la tua grande occasione di riparare qualcosa che non è la tua bicicletta, ... ma puoi riparare una persona.

2 commenti:

  1. Ottimo Post! La logica del "Passa il favore" è quella sottesa al mondo dell'open source. Un mondo di condivisione. Se al posto del liberismo assassino sosttituissimo la condivisione, ne verrebbe fuori un mondo in cui non ci sarebbe bisogno neanche della pubblica amministrazione, che si perde nella ragnatela della burocrazia e spreca ingenti risorse a danno dei cittadini! Bravo Marco.

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    1. Il film è bellissimo. Non è il mio preferitissimissimo ma è assolutamente consigliabile.
      Sulla teoria del "passa il favore" e del tuo commento, più o meno condivido anche se l'argomento che hai affrontato è ampio e complesso e meriterebbe maggior spazio per l'approfondimento.; però c'è, ci sta il tuo accostamento. Ed è proprio la forza dirompente del progetto di Trevor: la si può replicare in ambienti e settori diversissimi.
      Chiaramente nel film è il proposito utopistico di un ragazzino di 11 anni di sperare di cambiare (migliorandolo) il mondo a far da perno all'intera storia. Io ho visto per la prima volta il film più o meno all'età di Trevor e ne sono rimasto profondamente colpito: e si, perché è un cazzotto allo stomaco dei sentimenti ma anche una martellata alla testa pensante (si spera).

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