sabato 15 giugno 2013

Il blog ti cambia e poi ...


Lo sapete vero che tra un tre settimane giuste c'è l'anniversario vero?
L'avete segnato sul calendario, l'armanac d'l fra? O l'agenda o il to-do o quello che è perché facciamo una grossa festa, nèh!
Come quella che abbiamo fatto per i centomila (adesso siamo oltre 145K), anzi di più.
Naturalmente se volete; io lo voglio perché ho visto una volta di più quanto è importante tenere un blog. OK, parlo per me.

E poi se arrivate fino in fondo a questo post c'è una notissia di quelle da brekkynius, una tantum, mac 'na vota. Ma non voglio anticipare niente, andiamo per ordine, che se no perdo il filo.


Recentemente, seguendo il consiglio di un nostro collaboratore ho iniziato a predisporre degli indici per argomento del blog, l'altro, quello noioso, Ok, panico insomma. L'operazione è tutt'altro che finita ma ci sto lavorando (si dice sempre così). Per far ciò sono costretto a rileggere quasi tutti i post, partendo dai primi. E lì sono saltate fuori cose che non m'aspettavo: link non più attivi, immagini (come le due qui sopra) e cose dimenticate, cose che rifarei in modo completamente diverso e poi ho rivisto una traccia delle cose di cui mi sono occupato, non è che ne parlo espressamente ma c'è tutto. OK, quasi tutto; almeno un po', dai!

E lo stile dei post è cambiato, parecchio. Adesso non fiondatevi subito là, sono cosciente che il mio modo di scrivere attuale non mi abrebbe garantito la sufficienza della Berta (la prof. di 'taliano, prima o poi vi racconto) ma è già meglio di allora. Anche perché c'è chi mi chiede spiegazioni, chiarimenti, chi evidenzia inesattezze e errori. Insomma è proprio vero che fare il blog ti serve, come dicono i saputi. E poi, se sei giovane, puoi sempre far vedere che sai fare delle cose (non mettere le foto sexy delle ragazze in quel caso).

C'è poi chi il blog lo fa bene, tematico. E alla fine i post si possono anche raccogliere e fascicolarli, insomma fare come il nostro Enrico.
La recenssiun del suo libro (quello che mi ha regalato e firmato (che altrimenti uno chissà cosa va a pensare)) l'ho già fatta. Ma c'è la notizia che si diceva: ieri c'è stata la presentassiun a Lisandria.

Enrico ne parla sul suo blog. Avete un'occasione di quelle che ora o mai più: Enrico in giacca e cravatta che legge una piccola parte del libro, cioè del blog. Non che l'argomento sia così nobile e rappresentativo del contenuto del libro, cioè del blog ma attira le masse.

Insomma fateci un salto, mi ringrazierete, qui: Ringraziamento.

Che poi quando parlano dialetto i mandrogni non si capisce niente ma in italiano si sente che sono piemontesi, con un accento quasi non migliore del mio. Bravo Enrico!


3 commenti:

  1. Beh ragazzi , che dire, sono commosso, anche perché alla presentazione, oltre alla decina di amici che ho praticamente costretto a venire a far numero e che non ne potevano più di farmi 'sti piaceri, non c'era quasi nessun altro! sob! Un successo che neanche Camilleri o Saviano! ho pure vendito due copie, mi hanno dato proprio il grano vero. (nelle foto c'è anche la prova con banconote esposte. Cose 'e pazzi.

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    1. Pensare che nel libro è pieno di cose, p.es.: "Così di buon umore, puoi arrivare al parco di Tat Kuang. Sì, per goderti la giornata in un ambiente davvero piacevole. Certo c'è un po' di gente, ma non vi pare logico che se un posto è bellissimo, la gente voglia andarci?".
      Tra il bello dei libri di carta c'è che ci puoi mettere i segnalibri (non fare le orecchie, cosa che detesto).

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    2. Dici che non dovevo leggere il pezzo sulla diarrea? e scegliere qualcosa sulle cluster bomb della piana delle Giare? E' che oggi vai avanti solo col popilosmo. Bisogna adattarsi obtorto collo.

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