martedì 16 aprile 2013

Grissini

In questi giorni il post sulle pazzie di chi comanda nella scuola italiana sta giustamente facendo furore. Ottima idea di Bruna che ha raccolto immediatamente l'appello lanciato dal gruppo Dibattito Scienza di Facebook. Se non avete ancora firmato fatelo.


Io invece voglio raccontarvi una cosa personale, un post di alleggerimento per un blog multidisciplinare qual è il Tamburo.
La paranoia: cosa non ho fatto ieri! Mio fratello Michele mi chiede se posso vangargli mezza tavola (diciamo 20 m2) di orto, sapete la Luna..., OK; sempre per via della Luna bisogna mettere a dimora le patate (si può dire seminare quando in realtà metti nel terreno un pezzo di patata con gli occhi?); e poi...


Poi volevo finire una roba che devo discutere domani pomeriggio ma è meglio inviarla prima (atz! la cunessiun!) così se vogliono cominciano a leggerla e te ci fai la tua bella figura!
Naturalmente questa cosa non potevo nemmeno dire che dovevo farla che le priorità qui in West Padagna sono quelle che sono.
E a me in questi casi prende il panico, anche se la copertina della Guida dice Niente Panico a me viene lo stesso.
Poi tutto è andato come doveva, ho mailato prima delle sei di sera, una versione quasi definitiva e domani pomeriggio potrò iniziare con "Come dicevo nella mail di lunedì ...".


In realtà ci sto ancora pensando, ma per altri motivi, adesso vi racconto.
Uno dei miei interlocutori è un napoletano verace (in realtà pare sia di Caserta) che continua a avere, dopo una vita passata in giro per l'Europa, un accento napoletano quasi comico tanto è pronunciato. E l'ultima volta che ci siamo visti il discorso è finito sulla cucina regionale. E sono saltati fuori i grissini. Tutto il mondo riconosce a Torino l'invenzione dei grissini, lo dice anche la Wiki.

OK, tutto il mondo meno che Chieri, ma di questo parlerò un'altra volta. Come pure della Wiki per quanto concerne questa materia, ci sarebbe molto da dire.


Tornando a noi, Antonio apprezza i grissini quasi quanto la pizza e a tavola provava a chiamarli come noi: grsin. Cioè, scritto così non è che si capisca molto, facciamo che io metto tra parentesi quadre delle lettere che voi dovete pronunciare solo mentalmente, ecco diventa g[he]r[e]sin. Chiaro no?
OK, va bene com'è stata italianizzata questa parola, passando attraverso il francese gressins (peccato non gressines, ma non si deve pretendere troppo). Sembra che anche loro avessero delle difficoltà con la versione originale, mica facile dire bene grsin. Antonio può confermare.


Adesso mi viene in mente che ci sono anche i pretzel, chissà se i chieresi hanno qualcosa da dire anche su quelli?

6 commenti:

  1. AFAIK (!) i ghersin (da me non grsin, si pronuncia anche la "ghe" con la "e" muta) derivano dalla ghersa [gh(e)rsa], pane tipico (pare) delle Valli di Lanzo.
    Ora, chiunque non abbia sentito pronunciare "ghersìn" dai nonni in tenera età, difficilmente riuscirà a pronunciarlo senza esiti comici da grande... e comunque, robatà o stirà? Ahimè, è un problema grave. Per me robatà, neh? Sensa euli, i'm racomando.

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    1. ecco, io ci avrei da ridire sui robatà|rubatà, in un prossimo post.

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  2. Smettetela di parlare in cinese, diamine, lasciate capire qualcosa anche a noi! cosa diamine vuol dire "robatà"? "stirà" lo capisco, immagino siano fatti tirando i bastoncini di pasta, allungandoli... E "euli" cosa vuol dire? io conosco un Eulo, diminutivo di Eulogio, ma non penso proprio volessi dire "niente simpatici ottantenni baschi"!

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    1. Bruna, prossimamente tutto sui grissini (mi sta venendo il panico; chi avrebbe mai immaginato che potesse esistere un panico da grissini?). Per intanto "euli" starebbe per olio (ci sarebbe un discorso da fare anche qui).

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    2. Urca, complicato, anche...
      "Robatà" vuol dire fatti rotolare, il "rubatto" (robàt) è il rullo per comprimere il terreno. Mio nonno aveva le api alla cascina Rubattino, "robatè" è anche cadere.
      I grissini o li stiri, o li allunghi facendoli rotolare sul piano di cucina. Ecco, quelli sono i "robatà" dove la "o" si pronuncia "u". Come nello Jangsu, credo. Nel Guangdong invece fanno gli stirati.

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    3. Ecco, io dico rübatà (e rübat). Chissà se sono io che sbaglio (possibile?).

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