venerdì 18 gennaio 2013

Animali innocenti, vittime sacrificali




Uno dei nostri seguitori -Bit3Lux- qualche tempo fa chiedeva che si facesse posto anche agli ermellini, vittime papali, tra gli animali cui dedichiamo dei post.


Eccolo accontentato, un post dedicato agli ermellini, che non verranno dimenticati neppure in futuro.






Accanto ai poveri ermellini, colpevoli solo di avere una bella pelliccia (bianca nella veste invernale), vorrei ricordare anche gli altri animali vittime della crudeltà ed egoismo umani, in primis il gatto, le cui abitudini notturne vennero associate alla stregoneria nei “secoli bui”, e la cui bellezza è stata spesso vista come un'offesa verso certe divinità (temibile concorrente per gli “angeli”?). 


Solo la sua utilità nel cacciare e uccidere i topi e ratti, veicoli di pestilenze, ha permesso che la specie del gatto non si estinguesse nel mondo occidentale.








Chiaramente il cattolicesimo non è l'unica religione che comporta tali sanguinarie pratiche, da sempre sono esistiti i sacrifici (anche umani!) per ingraziarsi una qualche deità crudele (notare il significato della parola “sacrificare”: rendere sacro).


Senza contare che l'interpretazione dei testi sacri di alcune religioni rende la morte delle vittime quanto più dolorosa e sanguinaria possibile (penso per esempio alla morte per dissanguamento...).
Le foto sottostanti (sconsigliate a persone molto sensibili) riguardano sacrifici rituali in Nepal:




capra gettata dal campanile


Il cattolicesimo è però forse l'unica religione in cui queste usanze innominabili sono assurte a spettacolo, a “divertimento” di tanti umani indegni di (auto)considerarsi superiori alle altre specie animali (lancio di capre o di tacchini dal campanile, tortura a un asinello, oche decapitate, tori seviziati, il tutto “in onore” a un qualche santo) in cui l'aspetto “ludico” ha ormai sostituito l'antico significato religioso di “sacrificio”: spesso questi riti vengono compiuti in un contesto molto simile a quello di un lunapark o di un mega-concerto rock...

                             

 


Spesso l'animale da sacrificare doveva (deve?) essere bianco, a significare la purezza.
Certo, non vorrete mica sacrificare a un qualche dio sanguinario e crudele un animale "impuro"?
La purezza e l'innocenza dipendono dal fatto di avere la pelle o il pelo immacolati? Che superficialità!




Ma dicono che non hanno un'anima: fino a poche generazioni fa neppure le donne avevano un'anima!



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