domenica 13 gennaio 2013
L'hobby di G.
Nei primi anni '60 c'è stato il boom, qui da noi. Parecchi contadini hanno cessato l'attività diventando operai nelle fabbriche che nascevano (Indesit, per dirne una) o crescevano (Fiat). Cosa che ha fatto anche il papà di G.
G. all'epoca frequentava la scuola elementare, in modo un po' particolare: allora da noi si andava a scuola il sabato ma non il giovedì (il giovedì festivo mi dicono gli amici del Web continua a esserci il Francia). G. trovava lunga la tirata lunedì-martedì-mercoledì e di solito l'accorciava. O almeno saltava un pomeriggio (l'orario era 9-12 e 14-16). Poi quando si è trattato di andare alle medie è riuscito a scamparle, cosa non infrequente in quegli anni, le medie erano state appena introdotte e troppo nuove.
G. ha così cominciato a lavorare prestissimo in un'officina dove si riparano macchine agricole, soprattutto trattori. E lì lavora ancora oggi, contava di andare in pensione ma la Fornero...
Probabilmente se G. avesse potuto scegliere avrebbe continuato a fare il contadino. Anzi dopo sposato ha ripreso a farlo per hobby. In un angolo di un pezzo di terreno di sua proprietà (saranno una ventina di tavole, una tavola sono 38.10 m2 quindi diciamo sui 700 m2 circa) si è fatto l'orto e la buschina.
Cioè coltiva acacie per il legno che poi usa, come fanno ancora i contadini, per cucinare e per riscaldamento. Ha appena abbattuto metà delle piante, le altre saranno per l'anno prossimo. I tronchi erano già stati trasportati quando ci sono stato, restano i ceppi e le radici estratte dal terreno. Dalle immagini non si vede ma è riuscito a estrarre davvero tutte le radici, mai visto un lavoro così accurato.
I miei colleghi ispettori concordano. Si vede che a G. piace questa occupazione. I se questa primavera mette altre piante a dimora tempo dieci anni saranno di nuovo da abbattere.
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