lunedì 21 gennaio 2013

Carenze linguistiche

Grammar-nazi pietà! Sono il primo a ammetterlo: non sono bravo a scrivere, mi mancano le parole. Cioè ne so quel tanto che mi basta, anzi, confrontate con la situazione generale del paese.

Però certe parole non le uso, quando le sento sono ok ma non fanno parte del mio vocabolario. Fino a pochi mesi or sono usavo la 'd' eufonica, cosa pare desueta ormai. Quando me l'hanno detto ho smesso, vedete che ce la metto tutta? Di solito evito anche i plurali per le parole straniere ma possono esserci casi ambigui e poi quando parlo di computer... (visto che non ho scritto 'puter?).

Oggi ho ricevuto ben due mail (visto che...) per il post di ieri. Intanto grazie della discrezione ma è andata così. E che c'è anche in italiano non lo sapevo. In francese me l'ha fatto conoscere Françoise Hardy, la mitica, se volete ve la canto tutta.

Certo che adesso lo so, guarda qui e qui e qui e qui e anche qui.

"plurale" è una parola che da piccolo non riuscivo a pronunciare, mi si intrecciava la lingua e usciva fuori plurare, prulare, pu--, plu--, pru--, manco fossi cino-giapponese!

2 commenti:

  1. la d eufonica oggidì si usa solo se la prima lettera della parola seguente è uguale alla lettera della congiunzione o della preposizione; pertanto "ad Ancona, ed ecco, od ornitorinchi" (ma in quest'ultimo caso è molto preferibile scrivere "oppure ornitorinchi"), rispetto a "a Enna, e allora, o altro".

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  2. le parole straniere sono generalmente invariabili (non necessariamente al singolare: hai mai sentito parlare di "un mural"?), a meno che tu non le scriva in corsivo e quindi vuoi che sia un prestito, oppure - se vuoi fare il figo - quando sono in latino o in greco: "i curricula" (ma anche "i curriculum", anche perché sicuramente non puoi scrivere "l'insieme dei curricula" perché faresti ridere i polli). Non avendo fatto greco non mi vengono in mente parole greche, se non "autòmata" che però non ha senso perché diresti tranquillamente "automi".

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