domenica 20 gennaio 2013

Il processo de L'Aquila


La pubblicazione della motivazione della sentenza che ha condannato la commissione dell'INGV per il terremoto de L'Aquila è stata commentata autorevolmente da tanti. A me non resta che segnalare quella di Simona Cerrato sul blog di Oggi Scienza.

Oggi Scienza fa parte di Sissa MediaLab dove ci sono parecchi miei 'mici del Web (ciao Stefano!, uno dei primi che ho conosciuto frequentando i blog, ciao Sylvie!, la battagliera Oca Sapiens).

Tornando a L'Aquila il post lo condivido pienamente. Forse non sapete che nello scorso millennio mi sono laureato in ingegneria civile con una tesi sulla dinamica delle strutture. Pensate alle fondazioni di una macchina tipo maglio o motore rotante o, meglio ancora a un serbatorio per l'aqua: questa si mette a oscillare per conto suo (un mini-micro-nano tsunami) sommandosi al sisma. Poi naturalmente ho fatto altro ma, insomma, posso dire anch'io la mia.

L'ottima Cerrato parte riportando p.297 della motivazione:
La tesi secondo la quale l’attività di riduzione del rischio sismico consiste solo nel miglioramento delle norme sismiche, negli interventi di consolidamento strutturale preventivo e nella riduzione della vulnerabilità delle strutture esistenti (“l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto”), dunque, non costituisce solo oggetto di una eccezione difensiva ma rappresenta, secondo gli imputati, il prevalente, se non addirittura l’unico, strumento di mitigazione del rischio sismico.

Tale tesi difensiva appare assolutamente infondata. In tema di valutazione e di mitigazione del rischio sismico, l’affermazione secondo la quale “l’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto” appare tanto ovvia quanto inutile.
Ecco. Proprio quello. L'unica cosa che si può fare, che si deve fare.
Il giudice poteva anche non saperlo, mica dobbiamo sapere tutto di tutto, ma prima di scrivere cazzate megagalattiche poteva chiedere, no?

Per dire, ci sono zone dove la probabilità di essere visitati da un terremoto è maggiore che da noi. Ma mica sono furbi come noi che le leggi c'è sempre un modo per aggirarle, anche quando riguardano la sicurezza.

Per dire capita questo:





Fate il confronto con quelli che gli crolla la tettoia quando nevica o chi trema (a ragione) per un temporale o chi è a due passi dal vulcano, quiescente. Ma attivo.

Lo sapete che nella Baia si fanno le esercitazioni? divertentissime mi dicono.

1 commento:

  1. Sì Juhan, sono cose che tolgono il respiro.
    Il primo pensiero è: quale preparazione scientifica hanno i giudici italiani, quale cultura?
    Secondo: come vengono selezionati?
    Terzo: la loro carriera dipende dal merito e dall'impegno nell'allargare i loro orizzonti?
    Sappiamo tutti la risposta.
    Quello che non sapevo è che sei collega di mia figlia: ingegnere civile strutturista specializzata in sismica.
    L'articolo della Cerrato mi ha fatto tornare alla mente una provocazione di mia figlia: per la prevenzione dei terremoti (delle morti e dei danni) sarebbe meglio che gli stanziamenti dedicati alla geologia fossero dirottati sulla ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici. Come detto nell'articolo, anche prevedendo il terremoto e facendo evacuare tutti, dopo il terremoto quei tutti si ritroverebbero senza niente. Con edifici antisismici invece si troverebbero a dover fare qualche riparazione e a comprare un nuovo servizio di bicchieri.
    Poi mi torna in mente l'ultima volta che ho visto Boschi, all'Accademia delle Scienze di Bologna, era inquisito, non ancora condannato e nessuno dei presenti avrebbe pensato che un giudice avrebbe avuto l'asineria di condannarlo.
    Non avrà un bel carattere, non avrà un bel modo di porgere le frasi..., ma la galera!

    RispondiElimina