domenica 20 gennaio 2013

Sant'Antone

L'ho promesso a Dioniso e allora lo pubblico. Anche se proprio non riesco a condividerlo, nemmeno un po'. Puzza di sentimenti retrogradi e clericali lontano mille miglia. La Lega Nord e Silvio diventano comprensibili vedendo queste robe. E ci sono di mezzo i Coltivatori Diretti e i preti.

Solo una roba, anzi due. Per intanto il distico
Sant'Antone
Patele da demone
si riferisce al tempo, sono i giorni peggiori in cui il freddo picchia duro, come un demonio. Poi c'è anche
San Bast'cian
Patele da can
per il 20 e
Sant'Agnes
a l'induman.
Bello questo l'induman, quasi come le lendemain dei nostri cugini di là dai monti.

Ma torniamo a Sant'Antone (il 17 e non il 13 come ho commentato da Dioniso) aveva un ruolo molto importante nella società contadina: era il protettore degli animali. Tutti ma con una punta di cura speciale per le bestie da soma, cavalli e muli. Il 17 gennaio il prete, facendo le veci del santo, li benediceva. Poi quando sono spariti Sant'Antone si è riciclato: si prende cura dei trattori.
Poi ha anche un doppio lavoro, fa ritrovare le cose perse, ma di questo casomai ne parlo un altra volta.
Con i contadini non sai mai se quello che dicono e fanno ci credono davvero (per esempio è finita la Lega Nord da noi come dicono?) ma alle celebrazioni di Sant'Antone partecipano tutti.

Se Sua Pastosità Nostro Signore il Prodigioso Mostro Volante degli Spaghetti, codice fiscale FSM, sempre sia condito, RAmen, lo permette un motivo può darsi che ci sia. O forse no. Ma va bene così (mica tanto a dire il vero).


Dai lo traduco, va!
Sant'Antonio quest'anno veniamo qui
a trovarti abbastanza preoccupati.
Oltre alla crisi che ci perseguita
abbiamo anche avuto il mais grandinato.

È una cosa che è sempre successa
lo raccontavano già i nostri vecchi nella veglia
ma se non capita tanto sovente
non sarebbe male, anzi molto meglio.

È anche vero che a lamentarci
è un po' il vizio della nostra categoria
riconosciamo però che sarebbe stato peggio
se avessimo avuto una malattia.

Ma sappiamo che oltre a volerci bene
hai anche tanta pazienza e cognizione
ma quando tu ci stai vicino
in qualche modo ci mettiamo una pezza.

Scusaci se tutti gli anni veniamo qui
a raccontarti le nostre pene materiali
ma questo non vuol dice ce dimentichiamo
i valori dei nostri sentimenti spirituali.

Pertanto Sant'Antonio noi ti chiediamo
con tutto il cuore e tanta devozione
che anche quest'anno non ci faccia mancare
la tua preziosa e santa benedizione.


FSM
(w la pasta viva la salsa, RAmen) se per te va bene va bene anche per me. Ma come diceva Maurizio Ferrini così dico anch'io: "Non capisco ma mi adeguo". Nèh.

15 commenti:

  1. Ma semo drio parlar de San'tantoniò da Padova, ahn?

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  2. Ti hanno fatto santo?
    La prima immagine non è un'iconografia di te con Pico?

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  3. Serpico non ci siamo!
    Intanto il nostro (cioè loro) santo è quello vero, quello Abate. Che poi bate stia anche per picchiare è serendipiticoso assay.
    Poi quello che tu dici di Padova è di Lisbona (Lisboa).
    Ma, soprattutto, Sant'Antone è sempre accompagnato da un crin maiale. Non che i preti siano tutti maiali ma parecchi sì, imho.

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    1. Non ho mai approfondito.
      In compenso, Il Messaggero di Sant'Antonio arriva a tutte le famiglie del Veneto senza nemmeno che ci sia una richiesta di abbonamento.
      Ogni tanto ti inviano una copia e ti pregano di abbonarsi.. ma lo fanno per i bambini dellA'frica, eh!

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    2. Conosco. Arriva anche qua ma quasi solo agli immigrati dal Veneto. Negli anni '50 eravamo troppo poveri per permetterci altri immigrati che quelli in offerta speciale dal Polesine allagato. Alcuni sono rimasti (a Torino ci sono interi quartieri) ma ci sono anche casi particolari: una mia ex-collaboratrice si è sposata con un finlandese (e lavoravano a Singapore, fino a poco tempo fa).

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    3. Hai chiamato un veneto "immigrato"????
      Ti faccio fucilare in Piazza dei Signori dallo Sceriffo se non ritiri tutto!!!

      Noi non siamo "immigrati" come i negher e i singari!!
      Siamo "raffinati esportatori di democrazia, prosecco, radicchio e polenta".

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    4. Te che sei del posto trova qualcuno che è stato fuori, da noi, in Canada, Svizzera o Germania. Non dovrebbe essere difficile. E sarebbe una lezione contro il razzismo (leghista) formidabile.

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    5. No.
      Qui c'è gente che gira il mondo, e che fa girare il mondo come "tour operator".
      (In pratica, gente che ha studiato 10 anni all'Università per mandarti in mezzo alla giungla per soli mille euri!!)

      Ma è tutta gente che visita il Mondo per far festa, non per cultura.
      Questi sono nati leghisti e lo rimarranno nel cuore.

      Bossi e Gentilini per questi sono divinità.

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  4. Tutto questo tuo parlare del tuo paese e del tuo territorio, mi fa capire due cose:
    - Bruna ti ha dato il permesso di marcare il blog ogni mattina, insieme a Pico;
    - voglio tornare a riscoprire il mio territorio anch'io, mi piacerebbe mnolto descrivere laggente del mio paese, anche perché da anni che non frequento, neh!

    Poi.. qui da me non ci sono sagre, almeno nei dintorni, oramai son diventate tutte feste della birra.. ed è strano, perché campi di luppolo non ne ho mai visti.
    Però c'è una bella festa: lo Spacazsoc. (o Spacaszoc? me informarò.)

    Mi piacerebbe scriverne un post, magari più avanti.

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  5. Aproposito, ma da vialtri ghe n'è el Batarmars?

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    1. "Batar mars". trad. di "battere marzo".
      Definizione: tradizione popolare e folkloristica trevigiana in cui i bambini delle scuole elementari percorrono le strade del paese in costume o in sacco di tela facendo più rumore e casino possibile, con più strumenti a percussione, in modo da "risvegliare" il signor Marzo, ossia le piante e gli animali, in modo da ricordare loro che sta per arrivare la signora Proserp.. Primavera ad allietarci con i suoi fiori, frutti e cuccioli.
      Generalmente nei primi giorni di Marzo.
      Appunto, "battere marzo".

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    2. Dev'essere solo locale. Ce ne sono altre come "cantè i öv", 'cantare le uova'. Qualcuno ne sa qualcosa? Interessano? Apriamo un filone?

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  6. Grazie Juhan!
    Ah, quasi dimenticavo! Il giorno della festa di Sant'Antonio era tra i più rispettati tra i contadini e non si doveva lavorare per alcun motivo. Circolavano decine di storie di sciagurati che, avendo sfrontatamente e sventuratamente ignorato il divieto, erano stati giustamente puniti dal santo con incidenti tra i più cruenti.
    Ho aggiunto questa dimenticanza anche nel post

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    1. Qui in Canarias invece (forse in tutta Spagna) la stessa superstizione vale per il venerdì santo: una volta mio marito cadde da un albero che stava potando e tutti commentarono che se l'era cercata per lavorare in tal giorno. Una mia amica mi ha detto che lei in quel giorno neppure cucina (lo fa il giovedì per 2 giorni) né lava i piatti né rifà il letto...

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