domenica 19 gennaio 2014

Cose (di Scienza) dal Web #22


Le parole sono importanti (consigli ad aspiranti divulgatori #2)

[...] Come ho già detto la scorsa volta questi sono consigli e considerazioni tratti dalla mia esperienza personale senza alcuna pretesa di una trattazione sistematica di come si debba comunicare la scienza in generale.
Le parole, dicevamo. Per divulgare la scienza ed essere sicuri che arrivi il messaggio desiderato senza fraintendimenti dobbiamo prima di tutto pensare al tipo di linguaggio da utilizzare. E per tutti i temi sensibili a cui accennavo la volta scorsa (siano essi i vaccini, la sperimentazione animale, l’omeopatia, gli ogm o altro) si devono scegliere accuratamente anche le singole parole. E questo perché molti termini hanno una forza emotiva che può orientare la reazione del pubblico in un modo che dovete prevedere in anticipo. [...]



I giornali open access, la peer-review, l’editoria, e altre cose poco divertenti

[...] E come funziona la Peer Review ?
Facciamo finta che io voglia pubblicare un articolo sul sistema immunitario degli invertebrati. Voglio dire che, checché ne dica il consenso generale della “scienza ufficiale”, gli invertebrati hanno un sistema immunitario adattativo, che si ricorda gli insulti precedenti, che può essere vaccinato. E’ una tesi controversa, perché ben poca gente, ad oggi, crede che ci sia questo tipo di immunità negli invertebrati. Ma io ho accumulato prove, riferimenti, fatto esperimenti, e voglio finalmente urlare alla comunità scientifica ” C’ho ragione io e voi non capite niente “.  Cambiare il consenso scientifico, di modo che cambi la pagina di wikipedia sull’evoluzione del sistema immunitario. [...]



C’è del marcio nella produzione scientifica?

[...] Quando un ricercatore scopre qualcosa, lo rende pubblico all’interno della comunità scientifica (e non solo, perché alcune scoperte arrivano sui giornali grazie al lavoro dei giornalisti). Per fare questo scrive un articolo e lo manda alle riviste di settore. Esiste una classifica delle riviste sulla base della loro importanza per la comunità scientifica di riferimento: quindi più interessante e innovativa è la scoperta, maggiori sono le possibilità che venga pubblicata su una rivista importante.
Prima di accettare uno studio, la rivista sottopone la bozza a due o tre esperti dello stesso settore che, in modo del tutto gratuito e anonimo, dovrebbero fare le pulci alla pubblicazione, verificarne l’attendibilità e infine decidere se è accettabile o meno. Passate le forche caudine di questo processo chiamato peer-review, o revisione tra pari, lo studio viene pubblicato. [...]




Sperimentazione animale: possiamo farne a meno?

[...] “Chi afferma che oggi esistano metodi alternativi in grado di sostituire completamente la sperimentazione animale nella ricerca bio – medica dice il falso. E questo è particolarmente grave se a farlo sono persone delle istituzioni … Metodi che non comportino l’utilizzo di animali, come simulazioni al computer o test su cellule, sono in uso da anni e ci hanno sicuramente permesso di ridurre il numero di animali utilizzati. E grazie all’avanzamento tecnologico saremo sempre più in grado di ridurre questi numeri, come raccomanda anche l’Unione europea. Ma oggi, se vogliamo continuare a capire perché ci ammaliamo e come possiamo curarci non possiamo rinunciare del tutto alla sperimentazione animale: dobbiamo mettercelo in testa e pensarlo ogni volta che prendiamo un farmaco, che ci sottoponiamo a un intervento chirurgico e anche quando portiamo il nostro cane dal veterinario”. [...]



Sperimentazione animale: superflua o necessità?

[...] Il problema, come spesso accade, crea fazioni, divisioni, urla e confusione ed il cittadino (quello che alla fine usa ed è destinatario di ciò che si sperimenta sull'animale) è spesso confuso, non sa bene di cosa si parla, è inondato da informazioni di tutti i tipi, molte delle quali false e strumentali. Si tende infatti a far passare l'idea che i ricercatori che sperimentano anche su animali siano persone senza scrupoli né pietà e che gli esperimenti effettuati non servano a niente. In realtà, i movimenti "contro" la sperimentazione non oppongono molti argomenti a quelli di chi spiega l'importanza dell'uso di animali nella ricerca e così il dialogo, spesso animato, si basa quasi unicamente su posizioni etiche ed affettive.
Ci sono anche molte contraddizioni che nascono obbligatoriamente, ancora di più in questo momento, nel quale il parlamento italiano sta discutendo una nuova legge sulla sperimentazione animale che contiene molti punti piuttosto discutibili. [...]


Nessun commento:

Posta un commento