domenica 19 gennaio 2014

Stringhe cosmiche

Fare il fisico teorico dev'essere bellissimo; se ne sei capace. Serve intelligenza in quantità quintalistica, immaginazione in misura inimmaginabile ma la cosa davvero fondamentale è la capacità di rispondere agli umani quando ti chiedono: "ma te di cosa ti occupi, lì all'università?". OK, potresti barare tanto non ti capisce nessuno e poi la domanda è spesso fatta per questioni di relazioni sociali (la mamma non te lo chiederà mai e la fidanzata|moglie|compagna|quella insomma) se ne farà una ragione.
(È lasciato al lettore il compito di volgere al maschile le parole nel caso di soggetto di genere femminile; avete presente gli he or she dei 'mericani?, per loro è più facile).


Tutto ciò per dire che ho ripreso lo Smolin, un altro pezzettino del testo che trovate a p.172.
La novità più evidente della teoria delle stringhe è costituita dalle stringhe stesse. Se potessimo condurre indagini alla scala delle stringhe potremmo osservare senza problemi una profusione di prove a favore della teoria, se è corretta. [...] Esiste un'altra possibilità per far sì che le stringhe si manifestino? Potremmo indurle in qualche modo a diventare più grandi, in modo da riuscire a vederle?
Uno scenario di questo tipo è stato proposto di recente da Edmund Copeland, Robert Myers e Joseph Polchinski. Nell'ipotesi che siano corretti alcuni assunti molto particolari, è possibile che nell'universo primordiale siano state create delle stringhe lunghissime, tuttora esistenti. L'espansione dell'universo le ha estese al punto che oggi sono lunghe milioni di anni luce.
Questo fenomeno non è stato ipotizzato solo dalla teoria delle stringhe. Per un certo periodo, una popolare teoria della formazione delle galassie ha sostenuto che a fornire i 'semi' da cui crebbero le galassie furono enormi stringhe di flusso elettromagnetico rimaste dal Big Bang. Queste stringhe cosmiche, come sono state chiamate non hanno nulla a che fare con la teoria delle stringhe; sono una conseguenza della struttura delle teorie di gauge. [...] In base alle osservazioni cosmologiche è ormai dimostrato che tali stringhe non furono l'ingrediente fondamentale nella formazione delle strutture dell'universo, però potrebbe ancora esistere qualche stringa cosmica rimasta dal Big Bang. Gli astronomi danno loro la caccia andando alla ricerca dell'effetto che producono sulla luce proveniente da lontane galassie: se una stringa cosmica si frapponesse tra noi e una galassia distante, infatti, il suo campo gravitazionale farebbe da lente, duplicando in modi particolari l'immagine della galassia. Esistono altri oggetti, come la materia oscura o un'altra galassia, che possono produrre un effetto simile, ma gli astronomi sanno distinguere le immagini generate in questo modo da quelle prodotte da una stringa cosmica. Di recente era stato segnalato che probabilmente era stata individuata una lente di questo genere. Essa era stata etichettata, ottimisticamente, CSL-1 ma, quando si è osservato il fenomeno con il telescopio spaziale Hubble, si è scoperto che si tratta di galassie vicine.
OK, continua, fino a p.353, sempre più interessante. Ma per il post basta così (altrimenti Marina s'arrabbia).


Ah! 'na roba ancora: per CSL-1 c'è la wiki (al solito). Con altri link. Se li aprite la Cultura ne soffrirà, dice l'Eugenio. A meno che mandiate tutto a memoria, come il catechismo, dice l'Umberto.

Aggiornamento: sì, capitato di nuovo perché Blogger non segnala i typo nel titolo.

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