venerdì 3 gennaio 2014

Se non ci metti la faccia (per me) quello che scrivi ha valore pari a zero




L'ho sempre fatto, ogni volta che capito su un blog o su un profilo social che non conosco, leggo velocemente l'articolo e se sembra interessante vado subito a cercare informazioni su chi l'ha scritto.
Potete immaginare perché (QUI avevo provato a spiegare le mie motivazioni).

Bene, da oggi ho deciso che se un blog o un profilo social è anonimo o comunque non contiene un minimo di informazioni sulle competenze dell'autore, non leggo neanche l'articolo e sicuramente non ripasso più.


Da oggi faccio "il salto dell'anonimo"


24 commenti:

  1. Ci sono però dei casi in cui l'anonimità è utile. Adesso non mi viene il nome ma pensate a Gola Profonda che ha passato la dritta al giornalista del WashPo e sputtanato per sempre Nixon. C'è anche il film di cui non ricordo titolo e attori. Certo non vale sempre, da noi p.es. Silvio, Formigoni, Cancellieri, e tanti altri (sapete che non riesco a ricordare i nomi).
    Poi quello che dice Marco è verissimo. Quello che serve è la presentazione del blog, il progetto (no! non userò mai parole come mission, vision e target!). nèh!

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  2. E poi ci sono casi celebri di anonimità, come quello di William Sealy Gosset che firmò questo articolo, diventato poi fondamentale, a nome Student.

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    1. Faccine di Marco a profusione qui.
      Abbiamo dei seguitori noi...

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    2. @ Massimo
      Interessantissimo l'articolo linkato. Non lo conoscevo (son ciofane e c'ho sempre la scusa bella e pronta).
      Grazie ☺

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    3. Quell'articolo è la prova provata che la birra fa bene alla scienza: Gosset lavorava per la Guinness. Altre conferme prestigiose arrivano da James Prescott Joule, figlio di birrai, e dalla Danimarca, dove la Carlsberg Foundation è una dei maggiori finanziatori della scienza danese e dove uno degli edifici della sua sede storica è stato la casa di Niels Bohr :-)

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    4. Per quel che so io la birra fa bene anche ai programmatori; ci sono esempi di grossi nomi che senza lo scatolone di birra a fianco del PC neanche partivano a scrivere codice.
      Se però tutto questo è vero, allora ho un bel problema:
      scienza e programmazione sono la mia passione e forse saranno il mio futuro... MA IO SONO ASTEMIO.
      Senza birra dovrò rassegnarmi alla mediocrità

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    5. Adesso mi costringi a citare un classico. Qui in forma enciclopedica 99 Bottles of Beer e qui Welcome to 99 Bottles of Beer più perminentemente. Hic!

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    6. @ Juhan
      l'avevo visto in qualche vecchio esempio/esercitazione; grazie dei link.
      E comunque confermi.

      Non ho proprio speranze. Sing sing ☻
      mutismo e rassegnazione

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    7. Ma no, il mondo è grande e vario. Poi ci sono cose che vengono meglio senza birra. Per esempio da quanto tempo non viene aggiornata la blogroll? E poi non si doveva mettere la nota sul Creative Commons? E ... OK, forse dovei farlo io.
      Più preoccupante: alcuni argomenti, come questo, finiscono subito a tarallucci e vino. O è solo una mia impressione dovuta al mal di gola (e alla medicina che ha un noioso effetto collaterale: ti viene voglia di andare a fare la pipì ma non ne sei capace (sul manuale è scritto molto meglio)).

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    8. @ Juhan

      Sui tarallucci e vino non direi (almeno non più di tanto): ad esempio, con .mau. si sta facendo una bella chiacchierata.

      Sulla nota sul CC io sono sempre disponibile, ma occorre prima decidere. Forse la cosa migliore è che tu faccia la tua proposta in un post specifico e con i tamburisti ne parliamo. Poi a mettere bit su bit se vuoi ci penso io.

      Del blogroll non ne so nulla; c'è da fare qualche intervento?

      PS:
      i manuali non sempre hanno ragione ☺

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  3. Non dico che anonimo sia SEMPRE male e avete fatto bene a ricordare che in alcuni casi (rari) può essere addirittura indispensabile.
    Di più: arrivo a sopportare l'anonimo per esempio nei commenti purché il non presentarsi non sia un modo per approfittare ed essere maleducati o verbalmente violenti.
    Di più: arrivo ad accettare il nickname (non mi piace moltissimo ma l'accetto) anche per un blogger perché non me è fondamentale sapere soprattutto sulla base di quali competenze scrivi a vario titolo di un determinato argomento. Insomma, io non posso scrivere di medicina, di alpinismo o di cucina (e molto altro), non posso scrivere di cose che non conosco bene perché le ho studiate o perché ne ho l'esperienza di anni di pratica.

    SIAMO CHIARI:
    tutti possono scrivere di tutto (libertà di pensiero ed espressione prima di tutto), ma questo non significa che tutto quello che viene scritto sia oro colato, anzi...
    Bene, proprio perché tutti possono scrivere di tutto e perché il mio (ma credo quello di tutti) tempo è prezioso, e visto che non dico che cerco l'oro colato ma almeno un minimo di affidabilità e correttezza delle informazioni, TU BLOGGER mi devi fare il favore di presentarti

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  4. le competenze le riconosci anche se l'autore è anonimo (perché poi una Maria Rossi con una foto qualunque non è anonima?) e non dice nulla di sé. Dipende da cosa scrive e come lo scrive. O pensi davvero che io mi chiami Maurizio Codogno?

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    1. Limitatamente all'ultima domanda: sì, la prima volta che ci siamo visti (senza conoscerci) c'era Doug a Palazzo Nuovo.

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    2. a Palazzo Nuovo? La prima volta che ho visto Doug a Torino (nel 1986...) era al dipartimento di fisica, e non mi ricordo dove fosse la seconda ma direi non a Palazzo Nuovo.

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    3. Mi stai mettendo un dubbio; più o meno l'epoca è quella. Vuoi vedere che... ah, l'zheimer! (cit.).

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    4. @.mau.
      Hai perfettamente ragione sul concetto di anonimo che andrebbe spiegato meglio.
      Io comunque ho messo l'accento sulle competenze piuttosto che sui dati personali che davvero contano ben poco.
      Non sono invece d'accordo sul fatto del saper riconoscere le competenze dal solo fatto di come uno scrive, non tutti sono in grado. Mettiti nei miei panni o nei panni di un lettore generico con un grado d'istruzione medio-basso (che sono forse la maggioranza), credi davvero che leggendo un tuo articolo o uno di Amedeo Balbi sia in grado di riconoscere le competenze? Quello (ma anche io) non ci capisce niente e dà tutto per buono, e va bene fino a che legge voi, ma cosa succede quando legge il fuffaro/complottista di turno ? Anche quello scrive bene (magari ha scopiazzato un tuo articolo modificandolo nei punti chiave per ribaltare il succo del discorso), riempie l'articolo di termini tecnici e di riferimenti più o meno strampalati e il lettore abbocca con tutte le conseguenze che conosciamo.

      Mi dirai che comunque uno può accreditarsi competenze che non ha. Vero. Ma è anche vero che difficilmente un blogger (ad esempio) scriverà sul suo about d'essere laureato in astronomia se davvero non è così, perché la cazzata prima o poi sul web viene a galla.
      Insomma, un about con descrizione delle competenze o del grado d'istruzione è il minimo che bisognerebbe avere se si vuole essere credibili soprattutto quando si parla di argomenti che necessitano assolutamente di una certa preparazione.

      Poi, ripeto, tutti possono scrivere di tutto e magari anche quello che dovrebbe avere le competenze scrive una cazzata; sarà il lettore a decidere cosa per lui è "affidabile", ma non possiamo negare che un "about sincero" può considerarsi un primo aiuto.

      Alla fine della fiera (almeno per me) il problema è il tempo: non voglio più perdere tempo a leggere qualcosa e poi scoprire che chi l'ha scritta è un perfetto incompetente.
      Se invece voglio leggere cazzate, anonimo o non anonimo non fa differenza

      PS:
      se tu sapessi le ricerche che ho fatto su di te (e su parecchi altri) prima di cominciare a seguirti... È grazie a quelle che oggi quando leggo qualcosa che tu hai scritto non sto lì a preoccuparmi di andare a verificare da altre parti.

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    5. Marco, pensa a quanto tempo ci è voluto per scoprire Oscar Giannino :)
      (quello che potrebbe funzionare è un web-of-trust, nel senso che se io mi fido 10 di X allora mi fido 8 di quelli di cui si fida X. Altrimenti non perdi tempo a leggere incompetenti, ma perdi tempo a capire se uno è incompetente o meno)

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    6. Un web-of-trust sarebbe il massimo, ma sai meglio di me che è praticamente impossibile "costruirne" uno generale che vada bene a tutti. Se ne può però "impostare" uno personale, che poi è un po' quello che facciamo scegliendo i feed da seguire e ordinando per cartelle. O meglio ancora si può fare con le cerchie di Google+.
      Certo, questo non ti risparmia il lavoro iniziale, ovvero la ricerca ed il tempo per capire se uno è incompetente o meno.

      Voglio aggiungere altra carne sul fuoco:
      ok il discorso della competenza dichiarata e necessaria, ma non è importante anche il discorso: "scrivo quello che scrivo e lo faccio mettendoci la faccia". Cioè... ho il coraggio di presentarmi per quello che sono e che penso e non mi nascondo dietro il "l'ha detto, fatto o scritto tizio".
      Provo a farmi capire con un esempio:
      leggi questo articolo del Corriere "Il coraggio di Caterina e quelli che non ce l’hanno" e se vuoi dimmi cosa ne pensi della riflessione dell'autore.
      Solo per essere chiari: indipendentemente dall'argomento sperimentazione animale, quello che ci si chiede è se sia giusto o meno nascondere la propria identità, ma allo stesso tempo utilizzare per il proprio scopo (giusto o sbagliato che sia) persone con nome e cognome. Insomma, se proteggi il tuo anonimato, un minimo dovresti preoccuparti anche di quello degli altri.
      E concludo:
      io sto con le Silvie che ci mettono la faccia.

      PS:
      Su Giannino non ho mai capito come non lo si era notato prima visto i vestiti che porta che non si può certo dire passino inosservati☺

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    7. il web-of-trust è necessiamente personale. Io non voglio seguire quello di cui si fida Giacobbo. Però il punto fondamentale è fidarsi (abbastanza) di quelli che non conosci ma di cui si fidano quelli che conosci tu. In questo modo il tuo lavoro iniziale è ridotto.
      Nel caso degli animalisti, quale sarebbe l'anonimato della Caterina da proteggere? È ovvio che ho più stima per una che ci ha messo la propria faccia, ma non è che se qualcuno usa quella faccia per gli stessi temi suoi io pensi "catìvo!".

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    8. OK, capito il punto fondamentale, problema non da poco che però, con una buona organizzazione delle proprie fonti "trustate a scalare" con un certo criterio logico, può essere almeno preso in considerazione; sempre con l'obbiettivo di ridurre i tempi. Mi hai dato di che pensare.

      Riguardo invece l'anonimato di Caterina, è chiaro che non è certo quello da proteggere visto che è stata lei stessa a palesarsi. Io parlavo proprio di metodo, quello che ti porta a mandare avanti gli altri nascondendotici dietro, metodo che, leggo, entrambi non condividiamo. Sono cattivi quelli che usano questo metodo? NO, però sicuramente non sono persone di cui io possa avere un'alta stima.


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    9. in realtà il web-of-trust dovrebbe funzionare sui grandissimi numeri: Google ci aveva tentato con il sidewiki, ma probabilmente non è riuscito a ottenere massa sufficiente per farlo funzionare a tutti.
      Per il gruppo di anonimi, torniamo al punto di partenza: io per esempio non guardo mai chi scrive cosa. Poi è vero che io sono vecchio, sono trent'anni che bazzico per la rete, e sgamo facilmente le cose da non considerare per quanto siano scritte bene (qualcuno di voi conosce Uriel? :-) ) Però ho appunto un background di base non indifferente (e mi diverto con le ipotesi non-standard, vere o false che siano, perché posso provare a studiare le conseguenze)

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    10. Ricordo Sidewiki di Google; non l'ho mai visto un servizio realmente utile, almeno non nelle modalità di utilizzo con cui era impostato e probabilmente come me devono averla pensata in molti.
      Molto simile è il servizio offerto da WOT.
      Il problema di questo tipo di servizi di valutazione è che si basano solo ed esclusivamente sulla partecipazione delle persone che se non è alta rende il servizio "poco affidabile"; senza considerare poi il potenziale spam che altera completamente la valutazione finale.
      Io sono più per un algoritmo un po' alla PageRank, dove non c'è soggettività e le "alterazioni" non sono semplicissime da mettere in pratica. Ecco, il PR di una pagina è un parametro che tengo in considerazione durante la mia fase di valutazione, anche se, per essere considerato davvero un parametro affidabile, dovrebbe essere aggiornato spesso, cosa che però Google non fa volentieri.

      Per il discorso anonimi, come abbiamo già detto, tu puoi mentre io (e tanti come me) no. Rimango quindi della mia idea sull'utilità (se non necessità) di conoscere un minimo indispensabile dell'autore.
      Poi, quando ho tempo, anche a me piace girovagare e leggere ipotesi non-standard, ma non sempre sono in grado di mettere bene tutto a fuoco: ecco, anche qui correttezza vorrebbe che la parola "ipotesi" venisse inserita nel testo (meglio ancora nel titolo) perché purtroppo c'è chi queste ipotesi/teorie (chiamiamole come vogliamo) invece le vende per verità sacrosante e se io non ho il tuo background magari mi pappo la mozzarella con tutta la bufala.

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