Salve a tutti!
Questo è un esperimento tra me (Serpico, rockz!) e Juhan (anche lui rockz, altroché nèh!!).
Vorrei scrivere qualche post in particolare sulla Storia contemporanea (e sulla Filosofia, e sul Diritto.. e molto altro), così io e Juhan siamo giunti alla conclusione che in un web 2.0 dove chiunque con i libri e i siti adatti può informarsi e giungere alle proprie conclusioni da solo, il modo migliore per aggiungere qualcosa a questo mare magnum di informazioni sia farlo con una specie di dialogo tra noi!
Sarà divertente!? Beh, intanto è un esperimento.. Cominciamo?
Wikimedia Commons (cosa faremmo senza la Wiki? [cit.]) |
Serpico: Innanzitutto, Juhan, sapresti dirmi cosa si intende con Storia contemporanea?
Ah, una cosa che vorrei aggiungere fin da subito.
Io faccio uso del testo accademico “Il mondo contemporaneo” di Sabbatucci e Vidotto, un testo universitario che mi è stato regalato da un mio amico che ha studiato Storia contemporanea al corso di Sociologia.
Ma leggendo qua e là mi accorgo che nemmeno un testo universitario è paragonabile alla nostra.. Wikipedia!!
Wikipedia rockz! (cit.)
Cosa sarebbe il mondo senza Wikipedia? (cit.)
Perciò questo post servirà solo come ponte di lancio, chi vorrà veramente approfondire la cosa potrà usare i link ipertestuali che forniremo.
Torniamo alla domanda di prima: Juhan, sapresti dirmi la differenza tra Storia contemporanea e Storia moderna?
Juhan: Uh! posso passare alla domanda di riserva? Che ne so, se tu mi chiedessi qualcosa più affine ai miei interessi; Per esempio perché nel Fortran che si ostina a essere compatibile con le versioni antiche (quelle delle schede) hanno tolto la coppia di funzioni ENCODE() e DECODE(). Sono fuori tema vero, dai vai avanti te.
Serpico: Juhan, è sempre uno spasso dialogare con te! Non è vero che Juhan rockz, ragazzi? Allora te lo dico io. Lo spartiacque tra la Storia contemporanea e la Storia moderna, secondo la maggioranza degli storici, è il congresso di Vienna. In pratica dalla Restaurazione degli antichi regimi dopo la disfatta delle rivoluzioni liberali cominciate con la Rivoluzione Francese.. approposito, dovrei anche continuare con il corso di Francese, che ne dici?
Comunque, per ora, mi è impossibile partire in senso stretto dal Congresso di Vienna, in quanto il mio libro comincia molto dopo, esattamente da.. beh, Juhan, sai come è nato il modo di dire “fare un quarantotto”?
Juhan: Questa sì: il quarantotto va inteso come 1848, ero giovane allora...
Serpico: Eh, lo sapevo che eri presente… chissà quante avventure e quante belle ragazze! Noi cominceremo il nostro viaggio nella Storia contemporanea dai moti del 1848.
Diciamo che nel 1848 l’Europa fu sconvolta da un’ondata rivoluzionaria di ampiezza e intensità eccezionali, diffuse in tutto il territorio dell’Europa continentale, dalla Francia all’Italia, all’Impero asburgico alla Confederazione germanica. Solo la Russia (dove l’arretratezza della società civile e l’efficienza dell’apparato repressivo impedivano l’emergere di insurrezioni) e la Gran Bretagna (dove al contrario il sistema politico si dimostrava più adatto a recepire le spinte della società).
Ma perché un moto così ampio ebbe inizio, quasi simultaneamente?
Un primo elemento comune era dato dalla situazione economica: nel biennio 1846-47 l’Europa aveva attraversato una crisi, che aveva investito prima il settore agricolo, poi quello industriale e commerciale, provocando carestie, miseria e disoccupazione.
Il disagio economico non sarebbe bastato di per sè a provocare dei moti di protesta, ma nonostante la Restaurazione, in tutta Europa erano ancora presenti intellettuali e democratici che spingevano per avere libertà politiche e democrazia.
Accanto a questi si ebbe l’intervento delle masse popolari e sommosse urbane che spingevano verso l’emacinpazione nazionale.
Nel gennaio del ‘48, poche settimane prima dello scoppio dei moti, era stato scritto il Manifesto dei Comunisti di Marx ed Engels, destinato a diventare il testo base della rivoluzione proletaria.
E qui fermiamoci un attimo: sai che non ho mai ben capito cosa fosse il comunismo?
So solo che tutto partì da Marx, anche se ricordo da mie particolari letture che anche le comunità protocristiane erano in un certo senso anche loro “comuniste”.
Per me, che sono stato giovane negli anni 2000, il comunismo è quella cosa di cui delirava Berlusconi mentre tentava di attentare alla Costituzione e creare un’Italia a sua immagine e somiglianza. Ah, è anche quella cosa di cui mi accusano i cattotalebani su Answers quando parlo di tematiche come aborto, famiglie arcobaleno, eutanasia, laicità dello stato e soprattutto tematiche “ateologiche”.
Vuoi inserire qualcosa di tuo, Juhan, prima che continui l’argomento?
Juhan: La Chiesa si è sostituita all’Impero Romano con la “mission” di creare il Regno Celeste in terra: Un Dio in cielo, un suo rappresentante in terra. Il fatto che fosse l’Imperatore vallo a spiegare a quei buzzurri di germani quella storia “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”(???). Ma il privilegio di ficcare il naso dappertutto ce l’ha sempre avuto, come adesso fanno anche i talebani (talebano non vuol forse dire studente, ovviamente nell’unica cosa degna di essere studiata, quella che ti fa vincere il premio del paradiso, mica balle!). E quelli de fora che frequenti (perdendo tempo, secondo me) sono ancora dell’idea dello stato confessionale.
Serpico: Juhan, sai che mi hai fatto venire in mente una cosuccia?
Secondo alcune teorie l’esseno zelota Gesù voleva portare sulla Terra il Regno di Dio.. ma cos’è esattamente il Regno di Dio?
E hai ragione, forse perdo troppo tempo su Answers, ma alcune cose riesco anche ad impararle.. insomma, a volte è anche utile.
Questa cosa del Regno di Dio e Regno dei Cieli, differenza che a molti pare minima, l’ho imparata proprio lì..
Ed è proprio vero, ho fatto solo da qualche giorno una domanda in cui chiedo perché lottino per trasformare anche la nostra bella democrazia liberale in una succursale di Vaticano s.p.a., e molti rimpiangono davvero i “bei tempi” della monarchia assoluta papale, invidiandone la gestione economica e finanziaria.. (sic!).
Serpico: Ah, ora viene il capitolo della rivoluzione di febbraio in Francia.. non è che mi interessi granché, e non è che mi vada tanto di scriverne. Fosse per me passerei direttamente alla prima guerra di indipendenza italiana.
Ma non si può. E allora cominciamo.
Come era già accaduto nel 1830, il moto rivoluzionario partì dalla Francia. L’iniziale “monarchia liberale” di Luigi Filippo d’Orleans si era gradualmente trasformata in uno dei regimi europei più oppressivi. La maturazione economica, civile e culturale della società francese si trovava sempre a minor agio con i limiti oligarchici di quel regime e della sua politica ultramoderata praticata da Luigi Filippo e il suo primo ministro Guizot. Si andò così coalizzando un vasto fronte di opposizione, con l’obiettivo di giungere al suffragio universale maschile senza distinzione di reddito o condizione sociale.
Lo strumento scelto per giungere a tale scopo fu la campagna dei banchetti: riunioni svolte in forma privata che aggiravano i divieti governativi e consentivano ai capi dell’opposizione di tenersi in contatto e fare propaganda per la riforma elettorale.
Fu proprio la proibizione di un banchetto, previsto per il 22 febbraio a Parigi, a innescare la crisi rivoluzionaria.
Lavoratori e studenti parigini organizzarono una manifestazione di protesta, e per impedirla il governo ricorse alla Guardia nazionale, il corpo volontario di cittadini armati, espressione della borghesia cittadina.. che però, chiamata a difendere un governo largamente impopolare, finì col fare causa comune con i dimostranti. Allora intervenne l’esercito, e dopo due giorni di barricate e violenti scontri, che provocarono più di 350 morti, gli insorti erano padroni della città.
Il 24 febbraio, dopo un vano tentativo di placare la piazza con la destituzione di Guizot, Luigi Filippo abbandonò Parigi.
La sera stessa, all’Hotel de Ville, il municipio parigino, veniva costituito un governo che si dichiarava a favore della repubblica e annunciava la convocazione di una Assemblea costituente da eleggere a suffragio universale.
E.. STOP!!
Serpico: Ma, sai Juhan, mi accorgo che sto copiando paro paro dal mio libro, e non vorrei che per questo fossi accusato di violazione del copyright. Meglio se mi faccio sempre aiutare dal libro e scrivo un riassunto tutto mio. Hai nulla da aggiungere, fin qui?
Devo continuare questo post nel pomeriggio, tento di continuare dal capannone di mio padre da dove ho la connessione.. però prima è meglio se mi faccio un riassunto, non vorrei che mi accusassero di plagio.
Juhan: Non credo ci siano problemi di copyright ma di un altro genere, quello che ti dicevo nella mail di questa mattina. Non stiamo dicendo niente di nuovo. Consiglio: rileggi e riassumi a grandi linee, poco più di twitter e poi vai con le tue considerazioni.
Serpico: Però non saprei cosa dire di nuovo, non sono molto preparato sull’argomento.. Ma ok! Farò del mio meglio!
Juhan: Ecco il problema! È un argomento non tuo. Ci sono 2 possibilità: racconti quello che stai imparando ma senza farla lunga, dai per scontato che tutti abbiano fatto le scuole medie (magari senza fare troppa attenzione alle lezioni) oppure parli d’altro, di cose che sai, tipo il dialogo sulla musica iniziato ieri. E ci sono argomenti simili, p.es. Rai’an (non so se l’hai visto) avrebbe tanti spunti: Giancarlo riesce a scrivere introducendo gli argomenti quasi di soppiatto; non è mai ripetitivo, inserisce episodi anche minimi di vita vissuta che creano l’ambiente, etc. Ma è solo un’idea. Prima di cominciare a scrivere pensaci su un po’; tipo quello che io faccio alla sera o durante le passeggiate con i cani (sono di poche parole).
Serpico: Non ho ancora avuto l’occasione di leggere Rai’an, però sento che devo, visto che da come lo descrivi mi intrigassay.
Questo dialogo lo lasciamo all’interno del post oppure no? Anche quello che hai detto ora è interessante!
Juhan: Dipende da come riesci a riutilizzarlo, questa è solo una bozza, un’alpha.
Ciao, devo andare.
Serpico: Bene, grazie mille Juhan, e buon pomeriggio!
Mi piace questa idea di scrivere la Storia come se dovessi insegnarla tramite Twitter.. quindi ho a disposizione solo 140 caratteri, huh?
Beh, mi sembra un po’ pochino.. ma accetto la sfida.
Serpico: Beh, io direi che il primo post finisce qua. Che ne dite?
Abbiamo scritto molto, anche se non è tutto quello che avrei voluto.
E poi si rischia che nessuno legga veramente.
La prossima volta riprendo da qui e parliamo della prima guerra di indipendenza italiana, ok?Nota finale: come vedete, questo post è stato scritto ancora alla fine di settembre, quando non avevo ancora una connessione decente ed ero costretto a servirmi di altri mezzi.
Io e Juhan abbiamo provato a creare un dialogo, ed è dunque uscito questo.
Ma ahimè, anche oggi ho preso il katsiatone dal padrone de Il Tamburo perché non rispetto gli impegni presi, e perché cerco di aggiungere troppe cose a quelle che dovrei già fare.
Perciò, se questo mio corso di Storia può esservi utile, io andrei anche avanti, ma se non riceve nessun commento, mi sa che lo tagliamo e ci concentriamo su altro, ok?
Ha ragione Juhan: siamo mortali, e il nostro tempo è limitato.
Perciò dobbiamo concentrarci sulle cose che veramente ci interessano.. ma che è colpa mia se a me interessa tutto??? :)
Io dal canto mio vedrò di impegnarmi anche nello studio di Python e nella lettura di Rai'an, che consiglio a tutti.. ma adesso, proprio oggi, vado a leggere "Le bugie nel carrello" di Dario Bressanini per preparami al prossimo incontro di "Cervello, inganni e meraviglie".
Volete che ve ne dia una breve anticipazione? Dai, si può fare! A presto!
Enigmistico? È un post enigmistico in cui bisogna trovare il bandolo della matassa; tirare quello e si sdavan-a (o dipana come dite voi) tutto. O stiamo ricreando la teoria del tutto (io a mia insaputa, che si sappia nèh!).
RispondiEliminaMa sai 'na roba? Anzi la sapete tutti? Oggi è domenica, tutto il giorno, e aluuura...
A complemento del presente post del Serpico (e mio a mia insaputa, sapevatelo, nèh!) un contributo mio multimediale che vado a preparare e postare immantinenti (cioè quasi subito, appena pronto).