Dall' antro in cui vivo in latitanza....
TANTISSIMI AUGURI TAMBURINI E TAMBURISTI DI BUON COMPLEANNO!!!
(perdonatemi ma no riesco a caricare immagini....)
domenica 6 luglio 2014
lunedì 5 maggio 2014
SONO TORNATA E VI RACCONTO LA MIA NUOVA VITA (PARTE PRIMA)
E come promesso....rieccomi!!!
Ne è passato di tempo dall'ultimo post....e come si dice "ne è passata di acqua sotto i ponti!"
Da un oltre un anno a questa parte ormai la mia vita è radicalmente cambiata, realizzando uno dei miei sogni nel cassetto. Ne ho alcuni, uno diverso dall'altro:
il primo, che è quello che ho sempre avuto sin da bambina, è quello di diventare una pop-star: una "roba difficile" ma anche se rimarrà chiuso in quel cassetto in fondo alla mia anima, io canto, ogni momento della giornata, in ogni occasione possibile ma soprattutto canto con e per i miei bimbi.

Inizialmente la cosa mi spaventava moltissimo.
Ce l'avremmo fatta a vivere in 4 con un solo stipendio? Era un pensiero che mi attanaglia giorno e notte.
Poi con il passare del tempo ed imparando a gestire l'economia domestica, compiendo qualche piccola rinuncia e qualche sacrificio ho iniziato a rendermi conto che tutto sommato ce la si poteva fare.
Ovviamente ogni mese l'imprevisto è pronto a saltar fuori dal "cilindro" come per magia, ma ogni sacrificio ed ogni rinuncia sono pienamente ripagati con la riuscita serenità dei miei piccoli, i quali incredibilmente nonostante la loro tenerissima età, si ritengono fortunati di avermi sempre presente in ogni momento e la rilassatezza di mio marito il quale dopo una giornata di duro lavoro entra in una casa serena ed accogliente.
La mia soddisfazione è tale da farmi dimenticare la fatica di una giornata che inizia molto presto e finisce tardi. Senza pause sindacali e senza limite di orari...
Perché se è pur vero che sono liberissima di gestire il mio tempo, il mio carattere non mi permette di rimandare il "dafarsi" al giorno seguente.
Prima d'ora non mi ero mai veramente resa conto di cosa volesse dire occuparsi esclusivamente della famiglia ( nella quale rientra un cane giovane, esuberante e sbavone!) e del "focolare domestico".
Non avevo mai compreso fino in fondo la gioia di imparare a preparare manicaretti e dolcetti per le persone che ami.
Non avevo mai compreso la "stanchezza sorridente" di chi fa qualcosa che desidera fare e che viene pienamente ripagato senza riserve.....
(FINE PRIMA PARTE).
Ne è passato di tempo dall'ultimo post....e come si dice "ne è passata di acqua sotto i ponti!"
Da un oltre un anno a questa parte ormai la mia vita è radicalmente cambiata, realizzando uno dei miei sogni nel cassetto. Ne ho alcuni, uno diverso dall'altro:
il primo, che è quello che ho sempre avuto sin da bambina, è quello di diventare una pop-star: una "roba difficile" ma anche se rimarrà chiuso in quel cassetto in fondo alla mia anima, io canto, ogni momento della giornata, in ogni occasione possibile ma soprattutto canto con e per i miei bimbi.
Il secondo, nato quando ero una ragazzina e dalla passione per la lettura e la scrittura, era quello di pubblicare un libro, la convinzione venne poi anche dai consensi che ricevevo vincendo qualche concorso paesano di poesia o dagli"addetti" ai lavori (leggasi professori di lettere o giurati di concorsi letterari) nell'approvare un romanzo che scrissi all'età di 15 anni e che purtroppo nei vari traslochi è andato perso. Anche questo sogno è difficilmente realizzabile, ma per ora non l'ho ancora abbandonato.
Il terzo, arrivato con l'età adulta, era quello di poter avere una famiglia serena e felice, e di potermi occupare di essa esclusivamente: ecco questo è il sogno realizzato o che comunque ha iniziatoa realizzarsi.
Per farla breve, quasi un anno e mezzo fa, per una serie di circostanze, non ho più lavorato e sono passata ad essere una casalinga a tempo pieno.
Per farla breve, quasi un anno e mezzo fa, per una serie di circostanze, non ho più lavorato e sono passata ad essere una casalinga a tempo pieno.
Inizialmente la cosa mi spaventava moltissimo.
Ce l'avremmo fatta a vivere in 4 con un solo stipendio? Era un pensiero che mi attanaglia giorno e notte.
Poi con il passare del tempo ed imparando a gestire l'economia domestica, compiendo qualche piccola rinuncia e qualche sacrificio ho iniziato a rendermi conto che tutto sommato ce la si poteva fare.
Ovviamente ogni mese l'imprevisto è pronto a saltar fuori dal "cilindro" come per magia, ma ogni sacrificio ed ogni rinuncia sono pienamente ripagati con la riuscita serenità dei miei piccoli, i quali incredibilmente nonostante la loro tenerissima età, si ritengono fortunati di avermi sempre presente in ogni momento e la rilassatezza di mio marito il quale dopo una giornata di duro lavoro entra in una casa serena ed accogliente.
La mia soddisfazione è tale da farmi dimenticare la fatica di una giornata che inizia molto presto e finisce tardi. Senza pause sindacali e senza limite di orari...
Perché se è pur vero che sono liberissima di gestire il mio tempo, il mio carattere non mi permette di rimandare il "dafarsi" al giorno seguente.
Prima d'ora non mi ero mai veramente resa conto di cosa volesse dire occuparsi esclusivamente della famiglia ( nella quale rientra un cane giovane, esuberante e sbavone!) e del "focolare domestico".
Non avevo mai compreso fino in fondo la gioia di imparare a preparare manicaretti e dolcetti per le persone che ami.
Non avevo mai compreso la "stanchezza sorridente" di chi fa qualcosa che desidera fare e che viene pienamente ripagato senza riserve.....
(FINE PRIMA PARTE).
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martedì 26 novembre 2013
Dice Manu & trova l'intruso
Una nostra collaboratrice da un po' di tempo ci trascura, non per colpa sua.
E poi con il tablet mica è facile bloggare. Per cui se volete la trovate su Fèisbukk. Samu e Reby sono più fortunati che se la trovano a casa tutti i giorni. OK, per noi ecco una rassegna dei suoi post.
Ah! quasi dimenticavo: per rendere la cosa più varia, praticamente multiculturale ho introdotto dentro un intruso. Scoprite quale. Ricchi premi: ai primi cento sarà inviata una mail con i numeri vincenti dell'estrazione del lotto sulla ruota di Napoli di sabato prossimo. Affrettatevi!
E poi con il tablet mica è facile bloggare. Per cui se volete la trovate su Fèisbukk. Samu e Reby sono più fortunati che se la trovano a casa tutti i giorni. OK, per noi ecco una rassegna dei suoi post.
Ah! quasi dimenticavo: per rendere la cosa più varia, praticamente multiculturale ho introdotto dentro un intruso. Scoprite quale. Ricchi premi: ai primi cento sarà inviata una mail con i numeri vincenti dell'estrazione del lotto sulla ruota di Napoli di sabato prossimo. Affrettatevi!
venerdì 5 luglio 2013
TAMBURAUGUR!!!
Ciao a tutti, rieccomi dopo molto tempo a scrivere sul mio blog preferito...Colgo l'occasione del secondo compleanno per farmi viva e chiedere venia per la mia latitanza. Ho in mente un post da moltissimo tempo ma per mille motivi diversi non sono mai riuscita a scriverlo! Ma questa è una lunga storia che spero prima o poi riuscirò a raccontarvi.
Per ora voglio solo fare tantissimi auguri a tutti noi ed augurarci ancora molti anni di post e compagnia!!!!!
Quindi:
Per ora voglio solo fare tantissimi auguri a tutti noi ed augurarci ancora molti anni di post e compagnia!!!!!
Quindi:
TAMBURARGUR!!!!!!!!
venerdì 6 luglio 2012
BUON PRIMO COMPLEANNO TAMBURO!
Il mio piccolo contributo per il nostro GRANDE blog!
Tanti auguri a noi
Tanti auguri a noi
Tanti auguri al Tamburo
Tanti auguri a noi!!!!!!
Etichette:
Al Tamburo Riparato,
Compleanno,
Manucinci
giovedì 28 giugno 2012
NONNI
Non ricordo più da dove sono partita per tirare fuori questo post, perchè a me capita così, leggo una parola o vedo un'immagine e la mia mente parte e va a fare i suoi viaggi, i suoi ragionamenti, le sue teorie e poi torna, ma il più delle volte torna con solo la metà o addirittura un quarto di tutto quello cha ha raccolto in giro...non so se è solo distrazione o qualcosa di più serio, ma preferisco non farmi domande: anche perchè tanto dimenticherei le risposte!!
Bando ad inutili diquisizioni, ed ai soggetti di post futuri: oggi vorrei parlare dei NONNI.
Chi come me ha avuto la fortuna di conoscere i propri nonni sa che enorme preziosità siano!
Poi la cosa che ancora oggi ricordo di quel giorno con un retrogusto un pò amaro è stato un commento di qualche mio parente riferito alla signora TAL DE' TALI, la quale piangeva disperata non perchè fosse dispiaciuta per il nonno ma perchè MISCHINA (meschina n.d.r.) era appena stata lasciata dal marito!
Bando ad inutili diquisizioni, ed ai soggetti di post futuri: oggi vorrei parlare dei NONNI.
Chi come me ha avuto la fortuna di conoscere i propri nonni sa che enorme preziosità siano!
Ho dei ricordi tenerissimi legati a loro, tranne che per mia nonna materna, (la nonna Marianna) la quale era molto e gravemente malata ed io troppo piccola per capire cosa succedeva, ma a compensare questi tristi ricordi ci sono quelli gioiosi legati a mio nonno materno (il nonno Luigi), il quale veniva tutte le domeniche a pranzo, e ci portava sempre le caramelle mou ed il Fruttolo (non so se esattamente quello o qualcosa di simile: qualche annetto da allora è passato!).
Se mi concentro bene posso ancora sentire l'odore del suo dopobarba e ricordarmi la sua magrezza, il suo volto scavato, il suo sorriso sotto i baffi e gli occhiali di metallo dorato che non nascondevano i suoi occhi gioiosi ed il suo dolcissimo modo di diminuire il mio nome: ELA mi chiamava, e dopo di lui nessun atro. Di lui ricordo anche la sua gatta siamese: una gatta più selvatica di quella GIURO non l'ho mai vista!
Purtroppo anche lui se n'è andato troppo presto, mentre noi piccoli eravamo al mare dagli altri nonni.
I nonni paterni vivevano in Sicilia, e noi invece a Torino, quindi potevamo solo sentirli al telefono di tanto in tanto e vederli una volta all'anno nel mese di agosto.
Mi ricordo il nonno (Nele, diminuitivo di Emanuele) come un signore magro ed alto, sempre vestito con completi di giacca e pantaloni grigi, i capelli mossi pettinati all'indietro intrisi di "Brillantina". Un vero amante degli oggetti antichi, un po' per passione ed un po' per lavoro, per questo infatti la sua casa ne era piena.
Ho l'immagine di me seduta sulle sue ginocchia per fare il "cavallino". Mi ricordo i lunghi discorsi che faceva con mio padre, seduti sul balcone su quelle sedie sdraio fatte di tubicini di gomma intrecciati, in una lingua che per me era incomprensibile, ma che poi col tempo ho imparato a capire ed apprezzare.
Poi purtroppo, come è ovvio che sia, se n'è andato anche lui, ed ho stampato nella mente, come fosse ieri, l'immagine del suo corpo immobile adagiato su di un letto in salotto: non so se è un'usanza del sud, ma intorno a lui, che era posto in centro alla stanza, c'erano tante persone: vicini di casa, parenti ed amici, seduti su sedie che non appartenevano a quella casa, anzi, a volte qualcuno arrivava con la sua sedia, porgeva le condoglianze e si trovava un posticino dove sedersi e stare in silenzio oppure piangere oppure pregare.
Io ero piccola, forse non esageratamente, ma non avevo più di 10 anni e ricordo di essermi seduta molto vicina a lui e di essermi quasi messa a ridere per la situazione irreale che stavo vivendo: sia chiaro, non perchè non fossi dispiaciuta che mio nonno fosse morto, questo era ovvio, ma non mi sembrava vera quella situazione!Poi la cosa che ancora oggi ricordo di quel giorno con un retrogusto un pò amaro è stato un commento di qualche mio parente riferito alla signora TAL DE' TALI, la quale piangeva disperata non perchè fosse dispiaciuta per il nonno ma perchè MISCHINA (meschina n.d.r.) era appena stata lasciata dal marito!
Poi c'era lei, la nonna (Concetta) una donnina piccola di statura ma cicciottella, con un pochino di gobba, i capelli crespi, il rumore del passo trascinato con ai piedi le ciabatte di panno ed il volto sempre sorridente. Aveva sempre lo smalto rosso sulle unghie ed il rossetto, a volte vermiglio a volte marrone, ma ce l'aveva sempre, appena sveglia la mattina, dopo la toeletta si passava sempre quello che lei chiamava "colorito" sulle labbra, e le guance poi erano sempre truccate di rosa, "perchè" diceva "una signorina deve sempre essere in ordine" e mi sgridava quando per pigrizia non pettinavo i capelli!
Di lei, forse perchè è stata quella che ha vissuto di più, e che quindi ho potuto vedere anche in età un più adulta, ho dei ricordi divertentissimi: mi ricordo che abbracciandola io ed i miei fratelli più piccoli le dicevamo "nonna fatti toccare la gobba che mi porti fortuna" per poi scappare con lei che ci rincorreva, o che perlomeno cercava di rincorrerci, perchè tra che aveva le gambe appesantite e che rideva non riusciva mai a prenderci!!!
Oppure quando il medico le aveva vietato i fritti e le si faceva passare da me le melanzane impanate e se le metteva in mezzo al pane che teneva sulle gambe facendo finta di nulla e poi mi faceva l'occhiolino.
L'ho vista per l'ultima volta quando avevo 22/23 anni, durante un viaggio lungo un solo fine settimana intrapreso con mia madre apposta per andarla a trovare, ho potuto così passarle ancora per l'ultima volta di nascosto una melanzana fritta e prenderla in giro per la gobba.
Ancora oggi, quando ci penso mi manca! Quando qualche anno fa, in occasione del mio matrimonio sono andata in Sicilia per portare gli inviti ai vari parenti, ho sentito il vuoto che c'era nella sua vecchia casa che era rimasta identica a come la ricordavo e nonostante fosse abitata dalle mie due zie...
Dopo i miei quattro nonni naturali sono stata adottata poi da una coppia di amici di mia madre, nonché padrino e madrina di una mia sorella: tra noi non c'era nessun legame di sangue, ma li ho vissuti come dei veri e propri nonni.
Arnaldo e Pina si chiamavano, erano una coppia straordinaria! Per farvi capire io li ho in mente come fosse ieri, e quando penso a loro mi ricordo di due signori che vestivano e parlavano esattamente come negli anni '60: avete presente il film "Ritorno al futuro"? Ecco mi sembrava che fossero stati scaraventati negli anni '90 ma direttamente dagli anni '60. Entrambi avevano un particolarissimo timbro di voce. Lui era un omone alto e grosso, e lei aveva un adorabile accento napoletano.
Erano stupendi i pomeriggi passati nella loro casa nel centro di Torino, arredata ovviamente anni '60.
Lui era un ex deportato di un lager nazista e quindi mi raccontava di molte delle sue avventure e di come quell'esperienza non gli desse tregua, tanto da non lasciargli dormire sonni sereni. Amava leggere e la buona musica. Passioni che cercava d'infondermi in maniera gentile: tengo ancora gelosamente (soprattutto al riparo dagli attacchi a tradimento dei miei tre cuccioli, pelosi e non) un'edizione, naturalmente originale degli anni '60 di una raccolta di Hemingway con dedica di Arnaldo a me: "Alla cara e simpatica Emanuela, appassionata cultrice di buone letture. Con affetto. Arnaldo - Natale 1991".
Lei amava il caffè, gli abiti e chiacchierare! Quanto chiacchierava! Era un'ex segretaria, sì, proprio quelle classiche segretarie che si vedono nei film anni '60 che schiacciano mille bottoni per passare le telefonate, ecco proprio così!
Con loro ho passato anche la mia prima vacanza da sola. Una settimana in montagna: ricordo con vero piacere le lunghe passeggiate per andare in paese, raccogliendo more e mangiando mirtilli enormi!
Non eravamo parenti, me per me erano parte integrante della mia vita!
In seguito, parecchi anni dopo, sono stata adottata ancora da latri nonni: quelli materni di mio marito, nonna Antonia e nonno Pippo.
Due nonnini sardi.
Adorabile lei per la sue dolcezza ed il suo prodigarsi sempre per gli altri e divertentissimo lui col suo caratteraccio e le sue frasi "colorite" in dialetto!
A detta di mio marito, che ancora oggi ne parla con gli occhi illuminati di gioia ed un velo di tristezza, la sua nonna era l'unica "vera donna" al mondo; quando vuole prendermi in giro mi dice "non ci sono più le donne di una volta come la mia nonnina, lei si che sapeva cucinare, lavare, stare dietro a tutto con ineccepibile perfezione! Si dava persino il bianco in casa da sola!"
Forse mio marito esagera, però in effetti per come mi parlano di lei altre persone e per quel poco che l'ho conosciuta, posso dire che era proprio una donna, anzi, una nonna Speciale!
Il nonno era un vero personaggio, ad ottant'anni suonati si faceva rispettare da chiunque, non si teneva dentro nulla: come si dice... non le mandava a dire!
Era sdentatello e quindi masticava in modo particolare, tanto che faceva muovere persino il naso. Mia figlia si divertiva un mondo ad imitarlo!
Era divertentissimo, ed a suo modo affettuoso soprattutto verso i ...oh mamma come si dice??? Bisnipoti????
Ci ha lasciati da pochi mesi, e la mia bimba, quando vede una stella dice che è nonno Pippo, che ci guarda da lassù!
In ultimo, ma ovviamente non per importanza, vorrei parlare dei nonni dei miei due piccini. I miei genitori, nonna Rosa e nonno Nino ed i genitori di mio marito nonna Pina e nonno Carmelo.
Tutti e quattro molto diversi fra loro, vuoi un po' per trascorsi di vita vissuta, vuoi un po' per educazione, vuoi un po' per età e vuoi molto per carattere, ma tutti e quattro coccolano e viziano i miei bimbi a più non posso; tanto che loro, come è naturale che sia, li adorano.
La più grandina coglie le particolarità di ognuno e si diverte ad imitarne il tono della parlata o a ripetere le frasi che sente dire loro più spesso. Il più piccolo invece, essendo ancora troppo piccolo per dire frasi compiute si limita a chiamare tutti "nonnu" facendo ovviamente e letteralmente sciogliere dall'emozione il nonno di turno!
E' una lotta ogni volta che andiamo a trovare i nonni: nessuno dei due piccoli vuole mai andarsene!
Spero proprio che anche i miei figli possano, tra MOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI ripensare ai loro nonni proprio come io sto facendo ora con i miei, ricordando i momenti più belli e vivendo con l'esperienza e le passioni che essi gli hanno trasmesso; ma che per ora possano ancora godere MOOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI del bene e dell'amore che solo un nonno è capace di dare!
Chissà se io e mio marito (sempre tra molti anni) avremo la fortuna di diventare nonni per poter a nostra volta trasmette la nostra esperienza di vita e le nostre passioni anche ai nostri nipotini e per poter, tra le altre cose, raccontare loro di quando nonna Manu Cinci scriveva su di un blog.......
L'ho vista per l'ultima volta quando avevo 22/23 anni, durante un viaggio lungo un solo fine settimana intrapreso con mia madre apposta per andarla a trovare, ho potuto così passarle ancora per l'ultima volta di nascosto una melanzana fritta e prenderla in giro per la gobba.
Ancora oggi, quando ci penso mi manca! Quando qualche anno fa, in occasione del mio matrimonio sono andata in Sicilia per portare gli inviti ai vari parenti, ho sentito il vuoto che c'era nella sua vecchia casa che era rimasta identica a come la ricordavo e nonostante fosse abitata dalle mie due zie...
Dopo i miei quattro nonni naturali sono stata adottata poi da una coppia di amici di mia madre, nonché padrino e madrina di una mia sorella: tra noi non c'era nessun legame di sangue, ma li ho vissuti come dei veri e propri nonni.
Arnaldo e Pina si chiamavano, erano una coppia straordinaria! Per farvi capire io li ho in mente come fosse ieri, e quando penso a loro mi ricordo di due signori che vestivano e parlavano esattamente come negli anni '60: avete presente il film "Ritorno al futuro"? Ecco mi sembrava che fossero stati scaraventati negli anni '90 ma direttamente dagli anni '60. Entrambi avevano un particolarissimo timbro di voce. Lui era un omone alto e grosso, e lei aveva un adorabile accento napoletano.
Erano stupendi i pomeriggi passati nella loro casa nel centro di Torino, arredata ovviamente anni '60.
Lui era un ex deportato di un lager nazista e quindi mi raccontava di molte delle sue avventure e di come quell'esperienza non gli desse tregua, tanto da non lasciargli dormire sonni sereni. Amava leggere e la buona musica. Passioni che cercava d'infondermi in maniera gentile: tengo ancora gelosamente (soprattutto al riparo dagli attacchi a tradimento dei miei tre cuccioli, pelosi e non) un'edizione, naturalmente originale degli anni '60 di una raccolta di Hemingway con dedica di Arnaldo a me: "Alla cara e simpatica Emanuela, appassionata cultrice di buone letture. Con affetto. Arnaldo - Natale 1991".
Lei amava il caffè, gli abiti e chiacchierare! Quanto chiacchierava! Era un'ex segretaria, sì, proprio quelle classiche segretarie che si vedono nei film anni '60 che schiacciano mille bottoni per passare le telefonate, ecco proprio così!
Con loro ho passato anche la mia prima vacanza da sola. Una settimana in montagna: ricordo con vero piacere le lunghe passeggiate per andare in paese, raccogliendo more e mangiando mirtilli enormi!
Non eravamo parenti, me per me erano parte integrante della mia vita!
In seguito, parecchi anni dopo, sono stata adottata ancora da latri nonni: quelli materni di mio marito, nonna Antonia e nonno Pippo.
Due nonnini sardi.
Adorabile lei per la sue dolcezza ed il suo prodigarsi sempre per gli altri e divertentissimo lui col suo caratteraccio e le sue frasi "colorite" in dialetto!
A detta di mio marito, che ancora oggi ne parla con gli occhi illuminati di gioia ed un velo di tristezza, la sua nonna era l'unica "vera donna" al mondo; quando vuole prendermi in giro mi dice "non ci sono più le donne di una volta come la mia nonnina, lei si che sapeva cucinare, lavare, stare dietro a tutto con ineccepibile perfezione! Si dava persino il bianco in casa da sola!"
Forse mio marito esagera, però in effetti per come mi parlano di lei altre persone e per quel poco che l'ho conosciuta, posso dire che era proprio una donna, anzi, una nonna Speciale!
Il nonno era un vero personaggio, ad ottant'anni suonati si faceva rispettare da chiunque, non si teneva dentro nulla: come si dice... non le mandava a dire!
Era sdentatello e quindi masticava in modo particolare, tanto che faceva muovere persino il naso. Mia figlia si divertiva un mondo ad imitarlo!
Era divertentissimo, ed a suo modo affettuoso soprattutto verso i ...oh mamma come si dice??? Bisnipoti????
In ultimo, ma ovviamente non per importanza, vorrei parlare dei nonni dei miei due piccini. I miei genitori, nonna Rosa e nonno Nino ed i genitori di mio marito nonna Pina e nonno Carmelo.
Tutti e quattro molto diversi fra loro, vuoi un po' per trascorsi di vita vissuta, vuoi un po' per educazione, vuoi un po' per età e vuoi molto per carattere, ma tutti e quattro coccolano e viziano i miei bimbi a più non posso; tanto che loro, come è naturale che sia, li adorano.
La più grandina coglie le particolarità di ognuno e si diverte ad imitarne il tono della parlata o a ripetere le frasi che sente dire loro più spesso. Il più piccolo invece, essendo ancora troppo piccolo per dire frasi compiute si limita a chiamare tutti "nonnu" facendo ovviamente e letteralmente sciogliere dall'emozione il nonno di turno!
E' una lotta ogni volta che andiamo a trovare i nonni: nessuno dei due piccoli vuole mai andarsene!
Spero proprio che anche i miei figli possano, tra MOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI ripensare ai loro nonni proprio come io sto facendo ora con i miei, ricordando i momenti più belli e vivendo con l'esperienza e le passioni che essi gli hanno trasmesso; ma che per ora possano ancora godere MOOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI del bene e dell'amore che solo un nonno è capace di dare!
Chissà se io e mio marito (sempre tra molti anni) avremo la fortuna di diventare nonni per poter a nostra volta trasmette la nostra esperienza di vita e le nostre passioni anche ai nostri nipotini e per poter, tra le altre cose, raccontare loro di quando nonna Manu Cinci scriveva su di un blog.......
venerdì 25 maggio 2012
Un fatto strano, ma neanche troppo.
Non so se v’è mai capitato, o per lo meno se v’è mai capitato di pensarci, ma proprio l’altro giorno mi sono resa conto che mi trovavo, mio malgrado, spettatrice delle vite altrui … mi spiego meglio:
tutti i giorni, per andare e tornare da lavoro percorro in auto la stessa strada (minuto più minuto meno sempre alla stessa ora) e mi sono accorta che tutti i giorni incontro sempre le stesse persone; la vecchietta che esce con il suo cagnolino, la quale non sa che ormai sono quasi tre anni che involontariamente la “spio” e non sa neanche che quel cagnetto l’ho visto cucciolino, e che ormai è, si può dire, un cane adulto. Lei non lo sa, ma io quasi me l’aspetto d’incontrarla, e se per caso non la vedo mi pongo la domanda sul perché.
Poi ci sono i soliti tre/quattro amici(?) che si ritrovano al bar per l’aperitivo, sempre nel dehors estate ed inverno e sempre allo stesso tavolino: purtroppo passo in auto, come già detto, e quindi non faccio in tempo a notare se bevono anche sempre la stessa cosa.
Ci sono poi ancora i due fidanzatini (avranno al massimo sedici anni) che ormai da qualche mese siedono sempre sulla solita panchina o si salutano al solito semaforo.
Poi mi capita d’incontrare qualche automobilista che probabilmente fa spesso la stessa strada (per inciso la mia, almeno in parte) e che riconosco per qualche particolare sull’auto oppure per l’autoradio sparata a palla!!!
Pensandoci bene, ed è per questo che ho deciso di farci un post, sin da quando ero ragazzina mi accadeva questa cosa, anche se in maniera diversa perché nei casi che andrò a raccontarvi un minimo di contatto c’era…
Nel periodo scolastico per andare alle scuole superiori prendevo il bus che dal mio paesino mi portava alla città ed anche in quella situazione incontravo più o meno sempre le stesse persone, con la differenza che, essendo uno spazio ristretto e sostando sopra il bus per almeno tre quarti d’ora, era più facile accorgermi se qualcuno mancava all’appello e venire a conoscenza (ascoltando “involontariamente” i discorsi delle persone che conoscevano il tal dei tali in questione) del perché mancava, ma non solo, mi era anche più facile conoscere un po’ di più alcune persone piuttosto che altre, gira e rigira lo spazio era sempre il solito e facilmente mi ritrovavo seduta (se ero fortunata) o comunque in piedi vicino sempre alla stessa gente ed alla fine, a lungo andare, senza neanche conoscere i propri nomi ti ritrovavi a salutarti o (e questo succedeva spessissimo a me) di essere svegliato quando era la tua fermata. Ed anche in questa situazione mi sono ritrovata spettatrice ed a volte per un minimo attrice della vita altrui, vedendo i cambiamenti o la crescita fisica della gente.
Per non parlare poi di quando portavo a spasso il mio cane, lì ovviamente incontravo sempre i soliti padroni di cani con i quali era molto più facile scambiare due parole, con alcuni di questi ho stretto una propria e vera amicizia o comunque un rapporto più stretto del solito “buongiorno/buonasera” e con altri invece sono rimasta solo ai saluti, con altri ancora neanche quelli poi mi sono accorta col tempo che alcune di queste persone non le incontravo più e quindi anche li mi chiedevo il perché.
Mi sono resa conto che ogni situazione ripetitiva è un piccolo mondo a sé e che capita sovente di ritrovarmi ad incrociare (per modo di dire) le vite altrui senza che queste se ne rendano conto, e facilmente è una cosa che accade anche per le altre persone nei miei confronti, almeno credo.
Non so perché, ma mi sembra strano conoscere tutte queste persone ma in realtà non conoscerle affatto. Mi sembra strano incontrare queste persone perché magari abitano in zona e non potergli dire “hey ciao come stai? lo sai ti vedo tutti i giorni da 5 anni, ma non so nulla di te a parte ….il cane, il bar, il bus o qualunque sia il motivo per cui l’incontro”.
Probabilmente quel che per me è “strano” non è altro che la vita vissuta di tutti i giorni, insomma, è normale incontrare spesso alcune persone, ma non sono certa che tutti lo notino, in fondo io sono la prima ad essersene resa conto solamente dopo molto tempo….
mercoledì 23 maggio 2012
PER NON DIMENTICARE, PER NON DIMENTICARLI!
Sono passati 20 anni oggi dalla morte di Giovanni Falcone insieme a Francesca Morvillo (sua moglie) e gli agenti della scorta Antonio Montinaro , Rocco Dicillo, Vito Schifani.
20 anni fa mancavano 57 giorni alla morte di Paolo Borsellino ed i suoi agenti di scorta Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Caludio Traina,Vincenzo Li Muli .
Con loro voglio ricordare in generale tutte le vittime di questo schifo che è la mafia, che con i suoi tentacoli marci arriva ovunque: a questi esseri meschini voglio ricordare che loro hanno dovuto far esplodere tonnelate di tritolo a tradimento per poter fermare questi due uomini, i quali, con il solo duro lavoro stavano mettendoli in ginocchio!
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lunedì 7 maggio 2012
L'emozione più grande della mia vita - vol. 2
15 aprile 2011: ultima visita ginecologica per parto previsto l'8 maggio 2011 ma anticipato al 28 aprile con taglio cesareo "cautelativo" (la mia prima bimba era nata con cesareo per problemi legati alla dilatazione "e quindi" dice il ginecologo "perchè ripetere l'esperienza?" si certo, perchè?, alla fine (anche se un poco mi dispiace) è tutto bello programmato ed organizzato come piace a me, questa volta il parto è definito nel più piccolo dettaglio!
22 aprile 2011: "per precauzione" decido di rassettare la casa e stirare quel che c'è in giro in previsione del ricovero.
Per fortuna mia cognata (anima buona) mi fa un'improvvisata con i miei nipotini e mi costringe sul divano "perchè nel tuo stato è una cosa da pazzi stirare tutta quella roba!!!" dice.
Per per far felici i bimbi li portiamo a mangiare al Burger King...e soltanto tornando al rientro mi rendo conto di sentirmi estremamente stanca e di far fatica a camminare: giunta a casa metto a letto la mia bimba e finalmente mi sdraio anche io. Mio marito, che quella sera è a cena con dei colleghi, mi fa mille telefonate e riesco a tranquillizzarlo solo con la promessa che lo avrei chiamato per un qualsiasi, anche se insignificante dolorino. Finalmente prendo sonno ma la schiena dolorante mi fa cambiare mille volte posizione, per non dire quante volte mi sono dovuta alzare per andare a fare la "plin - plin".
23 aprile 2011 h. 5-00 a.m.: un dolore secco alla pancia mi sveglia bruscamente ("devo davvero darmi una calmata" penso "questa volta ho proprio esagerato! Da domani fino al 28 devo starmene buona!") ed intanto riprendo sonno.
Dopo un po' di tempo, un secondo dolorino, mi sveglia nuovamente in maniera brusca...: mi sorge un dubbio...non è che per caso, ma solo così per dire, sono contrazioni da pre travaglio??? Questa volta non mi riaddormento e sto attenta a vedere se mi arriva un nuovo dolore.
Manco a dirlo ed eccolo li, la pancia s'indurisce ed il dolore partire leggero, aumentare d'intensità e poi diminuire: inizio a convincermi che sono in fase di pretravaglio:
ma è mai possibile che due su due decidano di svegliarmi alle cinque del mattino e che manco la programmazione di un cesareo li fermi??? Ma allora ce l'hanno con me e vogliono smontare tutte le mie manie organizzative!!!.
A quel punto tengo d'occhio l'orologio e mi accorgo che le contrazioni sono regolari e dopo un monitoraggio di un paio d'ore decido di svegliare mio marito:
io: "amore, svegliati che mi sa che è ora..."
lui: "hmpf... ma che giorno è..."
io: "non importa che giorno è, ho le contrazioni"
lui: "hmpf... (allargando le braccia e con una mano battendosi sul petto) vieni qui, sdraiati che adesso ti passano..."
io: !!!???
lui ricompie il gesto di battersi sul petto
io: (ridendo e sdraiandomi vicino a lui) "io mi sdraio anche, ma alla prossima contrazione ti richiamo"
lui: "hmpf"
io: "!!!"
Contrazione
io: "amore, contrazione"
lui: (aprendo gli occhi e guardandomi fisso) "ma allora non stai scherzando!!??"
io: "eh...no"
lui: "ma da quanto hai le contrazioni?"
io: "due ore"
lui: (tirandosi su di scatto) "due oreeeee????!!!!! E mi chiami solo ora???!!!
io: "ma siiii, volevo essere sicura, ora con calma ci organizziamo. Iniziamo a chiamare qualcuno che venga a prendere la piccola".
Così chiamiamo mia cognata (si, sempre lei, poveretta!) che in un battibaleno è a casa nostra, mentre io con la solita flemma che mi contraddistingue finisco con calma la valigia, poi faccio la doccia, poi un pò di riposo sul divano tenendo sempre d'occhio l'intensità delle contrazioni e per non smentirmi propongo pure una colazione al bar: in queste situazioni non si sa mai quando mangi nuovamente....
Appena fuori di casa una contrazione un po' più dolorosa mi blocca facendomi aggrappare al muro: alcuni signori che chiacchierano allegramente difronte al portone di casa mia mi guardano con gli occhi spalancati, indecisi se aiutarmi o no, ed a me nonostante il male mi viene da ridere...chi se l'aspettava così all'improvviso a due settimane dalla scadenza...ma cavolacci, avevo anche prenotato per quella mattina l'estetista ed il parrucchiere!!!
Fatta colazione (cappuccino e brioches, mica puci puci bau bau) saluto la mia bimba e le do appuntamento per la sera in ospedale.
Mio marito, continuando a prendere nota delle mie contrazioni, guida a tutta birra verso l'ospedale, dove da ormai due ore ci aspetta una nostra zia...che ridere lei li alle 8 e noi alle 10....!!!
Appena arrivata al pronto soccorso mi fanno entrare per il triage dove incontro un'ostetrica di quelle simpatiche come un maldidenti: "ma che me ne importa" penso "tra un po' terrò tra le braccia il mio frugoletto" poi ci ripenso e le auguro mentalmente un'oretta di cagarella con sudori freddi!!!
In questo modo quindi mi è passata la paura, e di li a poco il pianto del mio tesoro mi ha pervaso il cuore!
"E' un bel torello!" mi dice l'infermiera facendomelo vedere: l'emozione mi ha fatto dimenticare dov'ero, chi c'era, e persino il fatto che mi stava ricucendo una studentessa o poco più.. in quel momento c'eravamo solo io e lui: non c'erano più rumori, voci od odori, solo il mio sguardo innamorato ed i suoi occhioni neri.
Questa volta, a differenza della prima, è stato tutto più veloce, ma anche più sereno: a solo un quarto d'ora dalla nascita mio marito ha potuto tenere in braccio il piccino, e dopo solo mezz'ora ho potuto tenerlo con me, attaccato al seno per quasi due ore. Mi ricordo il silenzio della stanza "del risveglio" (così la chiamavano), dove nonostante fossimo in tre neo mamme con i loro neonati ed i rispettivi compagni, non si sentiva altro che il viavai lontano nei corridoi, mi ricordo ancora quella penombra che rilassava gli occhi, e mi ricordo come fosse ieri, gli sguardi gioiosi ed increduli di noi tutti che sorridendo condividevamo l'emozione più grande della nostra vita!
22 aprile 2011: "per precauzione" decido di rassettare la casa e stirare quel che c'è in giro in previsione del ricovero.
Per fortuna mia cognata (anima buona) mi fa un'improvvisata con i miei nipotini e mi costringe sul divano "perchè nel tuo stato è una cosa da pazzi stirare tutta quella roba!!!" dice.
Per per far felici i bimbi li portiamo a mangiare al Burger King...e soltanto tornando al rientro mi rendo conto di sentirmi estremamente stanca e di far fatica a camminare: giunta a casa metto a letto la mia bimba e finalmente mi sdraio anche io. Mio marito, che quella sera è a cena con dei colleghi, mi fa mille telefonate e riesco a tranquillizzarlo solo con la promessa che lo avrei chiamato per un qualsiasi, anche se insignificante dolorino. Finalmente prendo sonno ma la schiena dolorante mi fa cambiare mille volte posizione, per non dire quante volte mi sono dovuta alzare per andare a fare la "plin - plin".
23 aprile 2011 h. 5-00 a.m.: un dolore secco alla pancia mi sveglia bruscamente ("devo davvero darmi una calmata" penso "questa volta ho proprio esagerato! Da domani fino al 28 devo starmene buona!") ed intanto riprendo sonno.
Dopo un po' di tempo, un secondo dolorino, mi sveglia nuovamente in maniera brusca...: mi sorge un dubbio...non è che per caso, ma solo così per dire, sono contrazioni da pre travaglio??? Questa volta non mi riaddormento e sto attenta a vedere se mi arriva un nuovo dolore.
Manco a dirlo ed eccolo li, la pancia s'indurisce ed il dolore partire leggero, aumentare d'intensità e poi diminuire: inizio a convincermi che sono in fase di pretravaglio:
ma è mai possibile che due su due decidano di svegliarmi alle cinque del mattino e che manco la programmazione di un cesareo li fermi??? Ma allora ce l'hanno con me e vogliono smontare tutte le mie manie organizzative!!!.
A quel punto tengo d'occhio l'orologio e mi accorgo che le contrazioni sono regolari e dopo un monitoraggio di un paio d'ore decido di svegliare mio marito:
io: "amore, svegliati che mi sa che è ora..."
lui: "hmpf... ma che giorno è..."
io: "non importa che giorno è, ho le contrazioni"
lui: "hmpf... (allargando le braccia e con una mano battendosi sul petto) vieni qui, sdraiati che adesso ti passano..."
io: !!!???
lui ricompie il gesto di battersi sul petto
io: (ridendo e sdraiandomi vicino a lui) "io mi sdraio anche, ma alla prossima contrazione ti richiamo"
lui: "hmpf"
io: "!!!"
Contrazione
io: "amore, contrazione"
lui: (aprendo gli occhi e guardandomi fisso) "ma allora non stai scherzando!!??"
io: "eh...no"
lui: "ma da quanto hai le contrazioni?"
io: "due ore"
lui: (tirandosi su di scatto) "due oreeeee????!!!!! E mi chiami solo ora???!!!
io: "ma siiii, volevo essere sicura, ora con calma ci organizziamo. Iniziamo a chiamare qualcuno che venga a prendere la piccola".
Così chiamiamo mia cognata (si, sempre lei, poveretta!) che in un battibaleno è a casa nostra, mentre io con la solita flemma che mi contraddistingue finisco con calma la valigia, poi faccio la doccia, poi un pò di riposo sul divano tenendo sempre d'occhio l'intensità delle contrazioni e per non smentirmi propongo pure una colazione al bar: in queste situazioni non si sa mai quando mangi nuovamente....
Appena fuori di casa una contrazione un po' più dolorosa mi blocca facendomi aggrappare al muro: alcuni signori che chiacchierano allegramente difronte al portone di casa mia mi guardano con gli occhi spalancati, indecisi se aiutarmi o no, ed a me nonostante il male mi viene da ridere...chi se l'aspettava così all'improvviso a due settimane dalla scadenza...ma cavolacci, avevo anche prenotato per quella mattina l'estetista ed il parrucchiere!!!
Mio marito, continuando a prendere nota delle mie contrazioni, guida a tutta birra verso l'ospedale, dove da ormai due ore ci aspetta una nostra zia...che ridere lei li alle 8 e noi alle 10....!!!
Appena arrivata al pronto soccorso mi fanno entrare per il triage dove incontro un'ostetrica di quelle simpatiche come un maldidenti: "ma che me ne importa" penso "tra un po' terrò tra le braccia il mio frugoletto" poi ci ripenso e le auguro mentalmente un'oretta di cagarella con sudori freddi!!!
Assegnatomi il codice verde passo dopo pochi minuti a fare la visita dal ginecologo, il quale, sentendo il mio desiderio di provare il parto naturale, mi comunica che, secondo lui, difficilmente sarei riuscita a farlo.
Un'infermiera accompagna me, mio marito e nostra zia su in reparto: un tragitto breve, ma che a causa delle contrazioni ravvicinate diventa lunghissimo!
In reparto comunico la mia volontà di effettuare il "parto di prova" (così dicono gli addetti ai lavori) ma i medici dopo accurate valutazioni me lo sconsigliano e quindi mi preparano per il cesareo: proprio mentre dicevo a mio marito che ero molto dispiaciuta di non poter provare, una contrazione di quelle dolorosissime mi piega in due e senza pensarci un secondo quasi grido "quand'è che mi portano giù in sala operatoria!!!!
Detto fatto, nel giro di poco ero in sala attorniata da almeno 5 persone: chi faceva l'anestesia, chi infilava una flebo, chi preparava gli strumenti, chi era li per imparare, insomma un bel fermento! A quel punto la paura m'assale, fino a quel momento ero stata molto tranquilla, ma la vista della sala, degli strumenti, l'odore di disinfettante e l'iniezione per l'epidurale mi mettono l'ansia e comincio a tremare come una foglia.
Proprio in quel momento arriva il chirurgo, una donna magra scheletrica, la quale molto "gentilmente" mi riprende per il fatto di essere ingrassata troppo durante la gravidanza (!!!???) io cercando di essere educata le dico che in realtà non ho preso molti chili, ma che ero già cicciottina prima (detto tra noi non solo perchè mangio abbastanza, ma anche per passati problemi di salute) e lei in tutta risposta mi dice "ah! allora è ancora peggio"!!!
Giuro che ho contato fino a 100 per non mandarla a quel paese, doveva far nascere il mio piccolo e l'ultima cosa che volevo era scontrarmi con lei.
In questo modo quindi mi è passata la paura, e di li a poco il pianto del mio tesoro mi ha pervaso il cuore!
"E' un bel torello!" mi dice l'infermiera facendomelo vedere: l'emozione mi ha fatto dimenticare dov'ero, chi c'era, e persino il fatto che mi stava ricucendo una studentessa o poco più.. in quel momento c'eravamo solo io e lui: non c'erano più rumori, voci od odori, solo il mio sguardo innamorato ed i suoi occhioni neri.
Questa volta, a differenza della prima, è stato tutto più veloce, ma anche più sereno: a solo un quarto d'ora dalla nascita mio marito ha potuto tenere in braccio il piccino, e dopo solo mezz'ora ho potuto tenerlo con me, attaccato al seno per quasi due ore. Mi ricordo il silenzio della stanza "del risveglio" (così la chiamavano), dove nonostante fossimo in tre neo mamme con i loro neonati ed i rispettivi compagni, non si sentiva altro che il viavai lontano nei corridoi, mi ricordo ancora quella penombra che rilassava gli occhi, e mi ricordo come fosse ieri, gli sguardi gioiosi ed increduli di noi tutti che sorridendo condividevamo l'emozione più grande della nostra vita!
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