sabato 6 luglio 2013

Saluti da Bath

La nostra avventurosa collaboratrice Serena, quella che ci ha raccontato delle sue entusiasmanti avventure in Olanda (si dovrebbe dire Paesi Bassi) e poi altre ancora, è un'esploratrice nata: prima era stata in Brasile, per dire (anche se non l'ha mai detto sul blog ma a me sì).
E adesso si trova al di là del Canale, in Inghilterra (sì è giusto, quella è l'Inghilterra che fa parte del Regno Unito, detto anche, da noi, Gran Bretagna). Le cominicazioni sono difficili: è una terra selvaggia dove parlano un linguaggio incomprensile, per dire lei abita nel Bagno, davvero, la città si chiama proprio così. E piove. E come se non bastasse viaggiano tutti contromano.
Ma per la festa del Tamburo ci ha trasmesso (con interventi di piccioni viaggiatori e un unicorno, grazie Ponder) questa relazione che ho impaginato. Compare il mio nome come autore ma sappiate che è roba sua, di lei, nèh!


Cari amici del Tamburo Riparato
è con grande piacere che vi mando un caloroso Happy Birthday dall'Isolone.
Qualche mese fa mi sono trasferita a vivere tra le verdi colline del Somerset, non molto lontano da dove si narra sia stata la fortezza di Camelot, nel sud-ovest dell'Inghilterra.
Precisamente ho avuto la fortuna di finire a Bath, che essendo stata costruita dagli antichi romani, non mi fa sentire troppo la nostalgia di casa, inoltre è una tra le più belle città di tutta l'Isola.
Bath, che per chi non parlasse l'English, significa letteralmente 'bagno', è una città termale. Gli antichi romani ci avevano visto lungo, e arrivano in questa zona intorno al 43 a.c. e costruiscono un tempio e battezzano la città Aquae Sulis. Ecco in questa foto potete ammirare quello che rimane dell'antico tempio, che nonostante i millenni, rimane pur sempre uno splendore.



La città di Bath pur essendo piccolina, è una vivace meta turistica, nonché sede di due famose università. Oltre a scolaresche, famiglie e studenti, è possibile incontrare per la città interi gruppi di sole donne o soli uomini, che si aggirano barcollando disorientati per la città, venuti a festeggiare gli ultimi giorni di nubilato o celibato prima di convolare a nozze! Insomma Bath è una perfetta meta turistica perchè dopo una lunga serata passata tra pub e discoteche, ci si può rilassare con un bagno termale nella nuovissima SPA, che è dotata di un' affascinante piscina sul tetto. Dal tetto della piscina si possono ammirare due magnifici gioielli architettonici della città.

Il primo è l'Abbazia che si trova nel cuore del centro storico.




La seconda è il Royal Crescent, che potete ammirare alle spalle della sottoscritta nella foto sottostante!


Questa bellissima mezzaluna in stile giorgiano è stata costruita nella seconda metà del Settecento, ed è a tutti gli effetti un complesso residenziale di lusso composto da 30 abitazioni. All'interno della struttura si trova anche un hotel, dove sembra soggiorni abitualmente Kyle Minogue durante le sue visite nella cittadina.
A meno di un'ora da Bath si trova il misterioso sito neolitico di Stonehenge, io sono andata a visitarlo in una nebbiosa giornata di fine autunno, ecco qui la prova:


Nonostante l'autostrada che passa a lato del sito, e le corde di protezione che lo circondano (e che non permettono di avvicinarvisi), Stonehenge rimane pur sempre molto affascinante!

Cari amici del Tamburo Riparato prima di lasciarvi vorrei darvi altri 3 buoni motivi per venirmi a trovare da queste parti, partiamo dall'ultimo:

3. A pochi km da Bath ci sono due bellissimi piccoli villaggi, Lacock e Wells. Il primo conta circa 1000 abitanti ed è molto famoso perché è riuscito a mantenersi nei secoli quasi intatto e proprio per questo utilizzato come set cinematografico per molti film di successo. Wells è il paese più piccolo d'Inghilterra ma è famosissimo per la sua cattedrale, che potete ammirare qui:


2. Bath è a solo un'ora e mezza dal sud della splendida Cornovaglia, dove potreste ammirare questi splendidi paesaggi:


Questa sono io che lotto contro le mie vertigini e guardate che mare!


1. Ciò che vi convincerà una volta per tutte a prendere l'aereo e raggiungermi  (soprattutto le amiche lettrici) è la seguente: gira voce che poco lontano dal centro, in una zona residenziale non definita, tra le verdi colline che incorniciano questa splendida cittadina, abiti Johnny Deep!!! Si care amiche del Tamburo, proprio lui...L'uomo dallo sguardo conturbante e dal capello lungo, colui che piace a giovani e anziane. Se uniamo le forze possiamo scovare il suo nascondiglio.

Vi aspetto!

lunedì 2 aprile 2012

Una storia d'amore olandese: il colpo di fulmine


Nel mio post precedente ho fatto riferimento al Fanatico: l'uomo silenzioso che ama indossare calzini bianchi di spugna sin a metà polpaccio e pantaloncini aderenti di tessuto lucido fosforescente sino a metà coscia, mostrando così all'intera popolazione (senza pudore e senza timore) un fitto strato di peli che si stende sulla gamba nodosa.

Nonostante ciò la leggiadra presenza del Fanatico sulle lunghe fietspaden color mattone olandesi suscita sospiri di ammirazione. Il suo mezzo viene domato con sapienza, richiamando remoti saperi tramandati da antiche tribù cavaliere di origine germanica.

La capigliatura leggermente scombussolata dal vento incornicia il viso del Fanatico che mai vedrete contrarsi in una smorfia di fatica. Lui, quasi sempre di sesso maschile, ha l'allegria di Johnny Deep in "Edward mani di forbice" e la loquacità di One-eye in "Valhalla Rising". E' chiaro che al posto di un paio di mani meccaniche egli si ritrova un'intera bicicletta attaccata al sedere.

Insomma non appena giunta in Olanda ho capito la mia vera vocazione: sarei diventata una "Fanatica".

Una volta trovata la mia bicicletta ideale mi sarei trasformata anch'io in una donna robotica, proprio come Edward: metà carne metà bicicletta. Galoppando sul mio mezzo con abilità e fierezza la gente mi avrebbe allo stesso tempo temuta ed ammirata. Le mie due ruote-gambe hi-tech mi avrebbero accompagnato ad esplorare qualsiasi angolo recondito della città.

Avrei danzato sulle piste, curvato con un colpo di anca e frenato con un'abile movimento di pedali. Si, perchè per frenare con le biciclette olandesi non si usano le mani, che potrebbero essere impegnate in altre mille attività, ma i piedi. Ruotando i pedali nel senso contrario a quello di marcia la ruota rallenta.

Il colpo di fulmine

L'estate non era ancora terminata che dal mare già soffiava il freddo vento autunnale. Io mi ero da poco trasferita ad Amsterdam e quel giorno decisi di andare al supermercato più vicino per vedere se vi era affisso qualche annuncio nel quale si proponeva la vendita di una bicicletta.

Lungo la strada la vidi per la prima volta. Piccola e bassa esattamente come me. Me ne innamorai a prima vista. Era chiaramente di seconda mano, il parafango anteriore era spezzato e le barre di ferro che lo avrebbero dovuto fissare al mozzo della ruota non ne volevano sapere di stare al loro posto. Il sellino sembrava esser arrivato direttamente dalla cave di pietra di Bagnolo Piemonte tanto era duro. Entrambe le luci, obbligatorie nelle lunghe notti invernali, ovviamente non funzionavo.

Era perfetta!

Un cartellino arancione, che conservo ancora con gelosia, indicava il suo prezzo:59 euro.
Chiesi al commerciante di farmela provare feci un imbarazzante giro dell'isolato, notai che era dotata di tre marce. Ignoravo il loro funzionamento ma ero fiera di quei tre numerini posti sul parte destra del manubrio. Lei era incredibilmente docile e gentile: la comprai senza esitazioni.

Era la mia prima anzi primissima bicicletta se escludiamo quelle affittate raramente al parco del Valentino durante gli anni Novanta quando scendevamo dalla provincia per passare la domenica pomeriggio e quella rubacchiata di tanto in tanto a mio fratello minore, usata esclusivamente nella zona garage del condominio su obbligo di mia mamma.

Secondo la legge implicita che vige nelle famiglie numerose come la mia, e quando dico numerose faccio riferimento a numero di fratelli compreso tra i 5 e i 9, il fratello minore dovrebbe essere colui che eredita volente nolente i giochi e i vestiti dei fratelli maggiori.
Io una bici non l'ho mai avuta, così come i miei fratelli maggiori, come è possibile che mio fratello piccolo ne avesse una?

Alla prossima puntata!

Serena

lunedì 26 marzo 2012

Una Storia d'amore olandese


Vorrei raccontarvi, in diverse puntate, una storia d'amore iniziata con uno sguardo furtivo e terminata con una catena al palo.

Narra di una prima volta, delle lunghe notti crepuscolari del nord Europa, del vento che batte le pianure sterminate di queste terre che pur rimanendo a galla si trovano inesorabilmente sotto il livello del mare. Racconta di un colpo di fulmine, di una passione inaspettata nata lungo i canali di questa splendida città e infine di un'amara delusione.

In breve questa storia racconta dell'avventura consumatasi tra me e la mia bicicletta.

Come è noto la bicicletta è il mezzo di trasporto più usato dagli olandesi. Intere famiglie si muovono spostandosi sulle piste ciclabili e quando i bambini sono ancora troppo piccoli per pedalare vengono seduti in una sorta di scatola di legno, chiamata Bakfiets, attaccata alla parte anteriore del mezzo.

Gli olandesi adorano la propria bicicletta: la proteggono dal freddo e dalla neve in inverno e dalla pioggia tutto il resto dell'anno. Comprano ghirlande di fiori di plastica da apporre sul cestino, copri sellini a pois che ricordano le cuffie per capelli di un'altra epoca, piccole palline decorative multicolori da infilare tra i raggi delle ruote e campanelli personalizzati.

Mentre pedalano gli olandesi sono capaci di fare l'impossibile: mangiano, parlano al telefono, tengono per mano il proprio compagno o compagna e si dimenticano di dare la precedenza, tutto allo stesso tempo!

Con questo mezzo vengono fatti interi traslochi di casa, consegnate centinaia e centinaia di lettere in tutto il Paese, portati i numerosi bambini a scuola dai genitori e in gita dalle maestre. Con la bicicletta si va in vacanza, si va al lavoro, si bighellona e si vigila il territorio, perchè qui anche la Politie usufruisce del mezzo per sfrecciare agilmente tra i canali e inseguire i malfattori.

E' d'obbligo specificare che esiste però una tipologia di persona che non abbellisce la propria bici pur amandola di più di quanto gli altri amino la propria, che non disperde le proprie energie in attività superflue quando pedala, che non ride mai quando è in sella alla sua prediletta ma anzi assume un'espressione trascendentale: questi è il "Fanatico".

Il Fanatico lo puoi riconoscere perchè non guarda in faccia nessuno quando le sue ruote sono in movimento e non suona mai il campanello per chiederti di spostarti sulla destra. La sua bicicletta è leggera, spoglia e quasi sempre scura quanto le miniere della Vallonia, il suo sellino è ammortizzato e probabilmente rivestito di pelle umana.

Arriva silenzioso come un gatto alle tue spalle, ovviamente il suo mezzo non emette alcun rumore molesto sintomo di trascuratezza. Si può percepire la sua presenza dallo spostamento d'aria che arriva inaspettatamente alle tue spalle. Si apposta come un falco a qualche millimetro dalla tua ruota posteriore e aspetta impaziente che il tuo senso civico si risvegli e ti suggerisca di lasciare libera la corsia. A questo punto Il Fanatico, che non vai mai al di sotto dei 50 Km orari, ti supera aggrottando le sopracciglia e in qualche secondo scompare alla tua vista.

E' proprio di questo che narra la mia storia, dell'amore che ho provato non appena ho visto la mia bicicletta...
Un amore che forse solamente il più fanatico dei Fanatici nutre per il suo scuro, tetro e intimidatorio mezzo a due ruote.
Alla prossima puntata!
Serena