martedì 31 luglio 2012

La scoperta del moto perpetuo

15 febbraio. Sono andato al Circolo culturale per parlare di fisica delle alte energie; il livello dell'uditorio non mi ha consentito di scendere in dettagli tecnici. Alla fine è apparso il solito seccatore Santeddu, il quale ha annunciato di avere "quasi" allestito una macchina del moto perpetuo e ha detto che tutta la fisica andava riveduta. Gli ho risposto in tono gentile che secondo me si sbagliava. Si è messo a sbraitare dicendo che lo prendevo per fesso e che avremmo visto di che cosa era capace. Bianucci, che faceva il moderatore, ha avuto la brillante idea di passare la parola a Quarotti, un filosofo della vecchia guardia, con risultati purtroppo disastrosi. Quarotti ha esordito dicendo che i risultati della scienza dovevano ritenersi acquisiti solamente quando fossero già passati attraverso il vaglio della filosofia, finendo con uno sproloquio deve noi fisici venivamo accusati di ignorare i valori dello spirito. Buffone! Alla fine Santeddu, visto che non riusciva a rientrare nella discussione, se ne è uscito gridando minacce. Confesso che il suo sguardo di fanatico mi ha fatto paura.

20 febbraio. Continuo a ricevere lettere di Santeddu in cui mi annuncia risultati sensazionali; la cosa mi preoccupa, il tono generale oscilla tra il fanatismo e il trionfalismo più becero. Si scaglia contro la fisica e contro il teorema di conservazione dell'energia, colpevole di violare la libertà dell'uomo. Unisce frasi prese a prestito da Quarotti e insulti del tipo: "... lei non ha capito nulla delle mie scoperte e morirà senza aver capito nulla..." Nono mancano avvertimenti in stile mafioso (mi ricorderò di lei al momento opportuno...). Spero solo che davvero si metta a fare la macchina, si troverà in compagnia di Zamina e di tutti i matti che da secoli si sono rotti le corna a costruirla.

3 marzo. Ho incontrato Quarotti nei corridoi dell'università; mi ha salutato freddamente, deve rendersi conto che lo considero un buffone e per giunta noioso. Mi ha fatto uno strano discorso in cui mi ha invitato a prestare maggiore attenzione a Santeddu, sul tono irritante del filosofo saggio che la sa lunga sulle cose del mondo. Che ci sia un legame tra Quarotti e Santeddu? Sono insospettito. Nelle sue lettere, Santeddu, che in fondo è un ex pastore sardo, ex meccanico della Fiat e ora proprietario di una pizzeria in via Madama Cristina, cita continuamente Hegel e Heidegger. Comincio a pensare che sia stato Quarotti a montargli la testa.

15 marzo. La "Gazzetta Sera" è uscita con un'intervista in cui Santeddu si dichiara in possesso del moto perpetuo. Mi sono davvero seccato, ho portato il giornale in Istituto e l'ho mostrato ai colleghi. Abbiamo deciso di scrivere una lettera al direttore per invitarlo a non cadere in trappole così ovvie.

20 marzo. Il direttore di "Gazzetta Sera" ci ha risposto con una lettera redatta in termini generici, in cui, pur con modi soavi, ci accusa di non essere abbastanza aperti verso le nuove idee; in sostanza saremmo accademici avulsi dalla realtà, se traduco bene. Mentre commentiamo delusi la lettera, arriva Bonazzola con la "Gazzetta". Quarotti ha scritto un lungo articolo in terza pagina lamentando l'ostracismo della scienza ufficiale verso gli "intoccabili" (citando a sproposito Santeddu e Galois). Manchiamo di umiltà. I riferimenti al mio caso personale sono trasparenti, gli amici cercano di calmarmi e di consolarmi. In realtà sono furioso, lavoro da trent'anni e pensavo di avere diritto a una maggior considerazione. 

21 marzo. Vezzoli, un giornalista di "Gazzetta Sera" mi telefona invitandomi a una dimostrazione pubblica del moto perpetuo di Santeddu. Rispondo che non mi presto a certe pagliacciate, ma Vezzoli insiste e mi promette che le mie dichiarazioni saranno riportate fedelmente. Gli propongo di invitare Quarotti; è uno sbaglio. Quarotti ha già accettato e farà una introduzione filosofica all'invenzione. Dico comunque di no e appendo. Dopo appena dieci minuti mi telefona il rettore pregandomi di andare alla dimostrazione. Sono trasecolato; il rettore è chiaramente imbarazzato e il suo linguaggio prudentissimo ed ellittico mi fa capire che i militari sono interessati alla "scoperta". Mi ricordo improvvisamente che il fratello di Quarotti è generale dell'aeronautica. Cedo alle pressioni: se i militari vogliono fare una brutta figura sono faccende loro; andrò alla dimostrazione ma dovrò stare attento.

24 marzo. Sono affranto. La dimostrazione di Santeddu è stata un disastro. Tutto si è svolto in uno stanzone della TRP (la televisione di "Gazzetta Sera") presenti un nugolo di giornalisti, fotografi, poliziotti e militari in borghese e in divisa, nonché una splendida presentatrice (bionda). Tutti sudavano sotto la luce di potenti lampade. La "macchina" di Santeddu, coperta da un telo, si trovava su di un piccolo palcoscenico al centro della sala. Tricomi era con me, l'ho portato perché vede subito i trucchi. Quarotti ha parlato per mezz'ora preconizzando una nuova era della scienza: si trattava di un "evento storico". Santeddu trionfante si è messo a scimmiottare Quarotti, usando parole di cui non sapeva il significato e tantomeno la pronuncia.
Stavo per andarmene, stufo della buffonata, quando Santeddu ha sciolto un nodo, il telo è venuto giù scoprendo una macchina da Archimede Pitagorico, una ruota complicatissima armata di pioli con in cima pesanti biglie metalliche, il tutto snodabile. Santeddu le ha dato una spinta e l'aggeggio infernale si è messo in moto con un rumore assordante accelerando fino al punto in cui credevo si sfasciasse. Sono rimasto allibito, e i fotografi presenti e hanno approfittato per ritrarmi con una espressione imbarazzata sul viso.
Il generale Quarotti è rimasto impassibile. Tricomi, approfittando della confusione, si è messo a curiosare attorno alla macchina guardando sotto il piedistallo e toccando i cavi che correvano sul pavimento. Improvvisamente uno di questi si è guastato scoccando scintille e siamo piombati nel buio. Santeddu ha incominciato a urlare al sabotaggio, Quarotti, urtato da un poliziotto, è caduto contro la macchina. Quando finalmente si sono riaccese le luci Quarotti giaceva al suolo con un livido vistoso ma la macchina continuava ad andare avanti con un fracasso indescrivibile. Mentre cercavo di rispondere a un giornalista Santeddu mi ha aggredito, trattenuto a stento da un carabiniere; Tricomi era già sparito. Me la sono battuta anch'io velocemente.

25 marzo. I giornali sono usciti con articoli inneggianti alla scoperta di Santeddu. Non manca il solito polpettone storico-filosofico di Quarotti; adesso ha tirato fuori anche lo psichismo della materia. Io appaio ritratto con gli occhi sbarrati, la bocca aperta per lo stupore. Sotto c'è scritto: "La fisica è finita, umiliati gli scienziati nucleari, verrà chiuso il CERN?" Mi appendo al telefono e chiamo Jack Rebbi, l'illusionista, in questi giorni a Roma, scovandolo mediante certe amicizie che ho all'ambasciata americana. Non sa nulla del moto perpetuo. Gli spiego che dovrebbe venire a Torino per smascherare un truffatore, ma non pare molto convinto. Insisto che deve farlo per la cultura, la verità, ecc. Mi risponde che verrebbe solo se fossero in gioco fenomeni paranormali, ma che il moto perpetuo è fuori del suo campo. Non riesco a smuoverlo.

27 marzo. Tricomi viene nel mio ufficio con una serie di foto scattate di nascosto durante l'esibizione televisiva. I dettagli della ruota appaiono nitidissimi. Chiamo Tencone, il capo officina, e gli chiedo di costruire in fretta e furia un facsmimile, costi quel che costi. Me lo promette in pochi giorni.

29 marzo. Sono nervosissimo in attesa che Tencone finisca il lavoro. Per ragioni tecniche il nostro esemplare sarà più pesante, Dopo la dimostrazione i militari hanno ordinato la censura completa sul moto perpetuo. Mi telefonano dalla questura per mettermi in guardia contro fughe di notizie, già si parla di spie russe che offrono cifre favolose per avere una foto della macchina, inoltre emissari arabi già tenterebbero, per ovvie ragioni, di sabotare l'impresa che minaccia il loro monopolio energetico. Mi metto a ridere e rispondo alla questura che stiano tranquilli, magari i russi comprassero, si dimostrerebbe che anche i fenomeni come Santeddu servono a fare denaro. Una cosa mi consola, Santeddu è ora tenuto sotto chiave dai militari, con varie scuse.

30 marzo. Continuo a esaminare le foto della macchina di Santeddu. Si tratta di idee ben note che hanno il solo difetto di non funzionare. I pioli snodabili continuano a muoversi e a cadere in modo da portare un numero di pesi a sinistra che eccede quello di destra; la ruota dovrebbe mettersi in moto , dico dovrebbe, perché immancabilmente quando il piolo si piega esercita una reazione sulla ruota che annulla l'effetto. È solo questione di pazienza e anche la variante di Santedu si rivelerà fasulla. Sono sicuro che Santeddu ha nascosto un motore elettrico da qualche parte.

1° aprile. Vado in Istituto finalmente rassegnato dopo giorni di frustazioni. Troveremo il trucco di Santeddu. Tencone mi telefona per dirmi che la macchina è allestita nel seminterrato.Vado sotto, sono appena entrato e Tencone mi viene incontro pallidissimo cercando di dirmi qualche cosa, ma è subito interrotto da un ronzio altissimo che sale fino al rumore di tuono. Con uno schianto un grosso pezzo di piombo vola attraverso l'officina sfondando un armadio e ferendo seriamente Tricomi. Per un paio di minuti rimango senza parole, senza pensieri coerenti, non riesco a connettere, e non presto neppure soccorso a Tricomi, che geme al suolo. Tencone si trova in uno stato confusionale e guarda la macchina semidistrutta che sembra agitarsi ancora come se fosse viva. Gli chiedo se l'aveva collegata a un motore elettrico. Alla fine, riavutosi, comincia a pigliarsela con me, colpevole di avergli messo in mano senza avvertirlo una macchina pericolosa.
La macchina di Santeddu dunque funziona? La realizzazione del fatto mi colpisce come una martellata. Lagrange, Newton, Einstein, Galileo avevano tutti torto? Scappo via, dovevo avere una faccia terribile.

5 aprile. Da giorni non vado in Istituto, non ne sono capace. Tricomi sta meglio, se la caverà. La censura militare si è rivelata inutile, qualcuno ha venduto i piani a "gruppi interessati". La città è piena di giornalisti stranieri. Santeddu, liberato a furor di popolo (e di giornali), rilascia interviste trionfanti, chiede il premio Nobel e la mia cattedra a Torino. Cretino! Non sa che sono inamovibile. Non riesco ad aprire la TV e smetto di leggere i giornali.

15 aprile. Ormai l'invenzione di Santeddu è di dominio generale e la Fiat già pensa di impiantarla sulle sue automobili. Tedeschi e polacchi litigano tra di loro e con Santeddu per la priorità, qualcuno sostiene che la macchina del moto perpetuo è identica a quella di Orffyreus, un inventore tedesco o polacco del Settecento, la cui opera, creduta distrutta per ordine del Duca di Hesse, pare sia invece sopravvissuta. Che sia stato Quarotti a scoprire gli originali di Orffyreus e a passarli a Santeddu? Anche se così fosse non ne traggo motivo di consolazione, mi sento un pensionato inutile e patetico. Santeddu sostiene di essere il più grande scienziato del ventesimo secolo, e di avere superato Einstein e Jean Charon. Vuole la chiusura del CERN o perlomeno la sua conversione in centro studi sul moto perpetuo e sullo psichismo della materia.
Vado a spasso al Valentino e cerco un po' di solitudine; incontro invece Giuseppe, un bidello ora in pensione, che attacca subito discorso. Mi chiede se sono contento della nuova invenzione; esito a rispondere. Uno spettacolo improvviso ci interrompe. Dai prati del parco si leva, lanciata da uno stuolo di bambini, una nuvola multicolore di aeroplanini che emettono uno strano ronzio. Uno di essi sbatte contro un albero e cade in terra agitandosi. Lo raccolgo e sento un sapore amaro in bocca: al posto dell'elica ha una versione in miniatura della ruota di Santeddu, stampata in plastica in modo molto ingegnoso. Giuseppe vede la mia faccia e mi chiede se sto bene, a malapena riesco ad allontanarmi mentre una signora commenta estatica lo spettacolo. È davvero la fine.

solo un particolare nèh!

OK, non è mio (ovvio vero?). Anzi indovinate l'autore, prima che ve lo dica io.
E un'altra cosa ancora: se sto violando diritti e mi viene detto rimuovo tutto prima di subito.

Aggiornamento: volete sapere chi è l'autore? e altro ancora? c'è tutto qui

lunedì 30 luglio 2012

Mi presento, faccio un vento e gli cambio il clima

Ringrazio sentitamente Juhan per avermi invitato a partecipare a questo blog.

Problema: perché lo ha fatto?
Non credo di aver molto di cui discutere, dato che sono un ventiseienne che ha passato la sua breve vita tra miserie e sfiga.

Ora per fortuna diciamo che ho una mia attività, ma appunto per questo tra non molto non sarò più molto presente nell'internetz.

Ho molti interessi, ma non sono ferrato in nessun campo.
Spero di poter essere utile in qualche modo anche a questo blog.

Vi seguo da parecchio, ma non ho ancora compreso il target del blog, visto che ci scrivete di tutto e di tutti.

Per chi non avesse compreso la citazione del titolo..

Mi sento un po' un imbucato in una festa delle medie..

Letture





Juhan ha lanciato un'idea e sta tentando di coinvolgere altre persone, ora vedremo quanto successo otterrà in questo coinvolgimento.

L'idea è di parlare dei libri che leggiamo: non dico farne una recensione, tantomeno una critica, il termine è forse ambizioso, solo una chiacchierata, diciamo.
Purtroppo io sono un po' fuori dal giro, qui non trovo libri in italiano di cui poter parlare con voi, quando vado in Italia ne compro sempre alcuni, ma per voi possono essere ormai cose trite e ritrite, vengo a sapere di qualcosa di interessante proprio da voi!
Ma chissà, forse qualche suggerimento...

Quando sono stata per pochi giorni in Italia  lo scorso giugno, oltre al libro che mi ha regalato Juhan e un altro di cui avevo sempre sentito parlare ma (vergogna!) non avevo mai letto, ovvero la Guida Galattica per gli autostoppisti, ho letto anche tre brevi “gialli” molto divertenti, raccolti sotto il nome di Trilogia del Bar Lume.

Li ho trovati interessanti non tanto per il mistero da risolvere (una giallista esperta come me, figuriamoci!) quanto per la simpatia dei personaggi e il linguaggio toscaneggiante che può forse risultare un po' ostico per chi toscano non sia, ma in fondo... non siete forse riusciti a leggere Camilleri? Vi assicuro, questo è più facile!
L'autore è Marco Malvaldi giovane (rispetto a me, giovanissimo!) laureato in Chimica, ma su di lui vi dirà di più questo link.

Consiglio per la lettura: quando trovate un verbo che parrebbe un congiuntivo, è alquanto probabile che sia invece un indicativo. Esempio: riescano = riescono, laddove in Umbria dalle mie parti i non acculturati direbbero riescheno.






domenica 29 luglio 2012

Riccioli, riccioloni o ricciolini?

Al muro del pianto - Gerusalemme - aprile 2010

Oggi un indovinello estivo per ingannare il tempo sotto l'ombrellone o nei prati montani dove vi sarete rifugiati per sfugire alla calura estiva. Come si chiamano in italiano i due riccioloni che scendono ai lati delle guance degli ebrei ultraortodossi? La risposta la prossima settimana e non vale cercare su internet.

Longcat

Questo post è in realtà un post scritto a quattro mani: c'è infatti un'attiva partecipazione dell'amico Ponder e una benevole tolleranza di Pico che fa notare l'eccessiva presenza di quegli antipatici.
Comunque se i blog fossero una cosa seria dovrebbe essere possibile mettere tutti gli autori, avete presente i paperi dei fisici?
Già che stiamo metabloggando, due cose ancora: 1) fa caldo; e 2) poi forse riesco a finire post più impegnativi, in particolare per uno (che sarebbe una continuazione di un altro) aspetto Maestra Rosy che ha detto che ci scrive su.

Uno dei grandi mystery del Web è Longcat. OK, il post è un po' lungo.

Googlando si trovano parecchi indizi:


About
Longcat is one of the most recognized cats on the Internet. He is known for his epic length, spawning photoshops and even an entire mythology around his magnitude.


Origin
The original photo of Longcat, whose name is Shiroi (白い – “white” in Japanese), first appeared on Futaba channel (2chan) sometime between 2004 and 2005 by a man from Japan. On 2chan, she was referred to as “nobiiru”, which means “stretch.” Variations of this included “nobiiru-tan,” which was attributed to 2chan’s /27/ board as early as February 2nd, 2006.


Current status
Longcat is still one of the most popular and most classic cat memes.


Facts
Longcat has an evil twin known as "Tacgnol" (Longcat backwards). Tacgnol is black and matches Longcat in length.


Poi ci sarebbe anche una pagina più technica, per specialisti, difficile, sapete come sono gli zoologi, comunque ecco il link.


Sì ci ho il blocco del bloccher, o il bloggo del blogger, o cosa, (io, Juhan). Io no (io, Ponder Stibbons).



sabato 28 luglio 2012

Caturday 28 luglio

Ke Che non diventi una bitudine nèh, ma per oggi ancora day, anche perché ci ho del materiale che altrimenti non so cosa farne.

Oggi i figli di Aisha, quelli grandi di questa primavera; non hanno ancora un nome ma confido nella cena di Santa Maura (la festa del pais, siete tutti invitati, ci sono le giostre e il ballo a palchetto in piazza --Bruna vieni vero?) per porre la questione. Poi ci sarebbero anche i micini nuovi ma Aisha stufa che tutti andavano a vederli, disturbando, li ha spostati non sappiamo bene dove. CMQ Comunque ecco:


Questi continuano a usare la finestra della stanza dove c'è il 'puter; danno fastidio a Pico, a volte scendono e vengono a curiosare nella sua ciotola!


Tutte quelle attività stancano, riposino. Non vi ricorda Marilyn?

Ma c'è dell'altro: conoscete Niki e Zorro? ecco:

facci click e stupisci

Sì ci sono le Olimpiadi; capaci che fanno concorrenza anche a Santa Maura.



venerdì 27 luglio 2012

Post-padani bocciati

Intanto alcune premesse:
  • da un po' di giorni ho la luna storta, 'strologitatamente parlando;
  • anche perché fa troppo caldo (integrazione del punto precedente);
  • adesso parlo di cose di cui non so niente, dimentico di ofelé fa el to mestè;





OK, tutto ciò premesso questa mattina compare questo tweet


che rimanda al Blog di Maestra Rosy (la mia maestra preferita a pari merito con la Signora Maestra Giovanna (quella che avevo alle elementari, quelle che adesso si chiamano primarie) e a Catepol (che non so se è maestra-maestra o qualcosa di affine) e a prof. Galatea, et al. (metti che dimentico qualcuno/a)).

OK, il post è questo.

E qui volevo fare una piccola osservazione personale, da prendere per quello che vale e, mi raccomando, tenendo nel debito conto le premesse elencate là sopra.


Da noi, secondo me nèh, tra quelli che si riconoscono nella Lega Nord, quella del papo del Trota o quella di Maroni o sono in cerca d'identità, orfani delle leghe di cui sopra o quelli che si sentono in dovere di dichiarare continuamente "mai stato leghista" la scuola è una disgrazia, come le tasse, la grandine e la süitina (siccità).

A cui si cerca di porre rimedio, mitigarne gli effetti, e i metodi ci sono. E comunque se resti bocciato per un po' arrivato a una certa età sei (finalmente) libero di smettere, pronto a entrare nel mondo vero, non in quello che ti raccontano tra i banchi.

Anche perché: pi a stüdio pi a veno foi (più studiano più diventano scemi).




giovedì 26 luglio 2012

Ho fatto un pasticcio!

Grosso, un disastro!


E il bello è che non so come è successo e potrebbe ricapitare ancora.
Adesso vi spiego: da un po' di tempo pare che blogspot e blogger (sono più o meno la stessa cosa) inseriscano un fondo bianco nei testi copiancollati da Word o word processor simili. Io stamattina, ancora prima del caffè ne vedo uno sul post di Bruna, questo. (Sì, adesso l'ha rifatto).

Mi dico: "adesso lo correggo" e ho toccato qualcosa che non dovevo e ho scancellato tutto! Senza possibilità di undare! ATZ!

Poi, se leggete i commenti, pare che Bruna mi abbia perdonato (ve l'ho già detto che è un AD d'oro, anzi di più, molto di più!).

Comunque in kwesty kasy so qual è la prassi: scrivere 1000 volte "Non devo toccare le cose degli altri", ecco:
#lo faccio con Python, vale vero?
for i in range(1000):
    print "Non devo toccare le cose degli altri"



Gee whiz





Bene, mi sono ricordata oggi che avevo mezzo minacciato promesso di parlare delle “mie” canzoni, in risposta alla “Downtown” di Juhan.

Sicuramente molto pochi di voi, la maggior parte non eravate ancora nati, avranno sentito il nome degli Everly Brothers, famosi negli anni '50 e primi anni '60, ma forse qualcuno ha già ascoltato queste canzoni, per esempio "Take a message to Mary".

Ma quelle che mi piacciono di più sono "All I have to do is dream" e soprattutto "Bye bye love".



Non vi faccio la traduzione (Juhan è più bravo di me, vi ha scodellato tutto già fatto), ma in fondo si tratta di testi molto semplici, tanto più che appaiono in sovrimpressione sui filmati. Buon ascolto!

Ecco, per quanto ne so, la misteriosa espressione “gee whiz” è una variante di “gee” a sua volta una forma eufemistica per “Jesus” (come sapete, molti statunitensi son sempre pronti a farne di tutti i colori, dallo sparare indiscriminatamente sulla folla a torturare i prigionieri, ma guai a dire parolacce o interiezioni che possano essere lontanamente ricollegabili a una bestemmia, o che semplicemente richiamino la religione!).
In Spagna molti uomini si chiamano Jesus, ma non credo che i loro amici pensino di bestemmiare quando danno loro amichevolmente del cretino!

“This little term derived in the USA as a euphemistic shorthand for Jesus; in other words it is a minced oath. That original meaning is largely forgotten by those who use it now, who are in any account fewer than before, as it is now sounds rather old-fashioned. The further shortening of simple gee is still widely used in the USA, although neither version was ever common elsewhere.” (da: www.phrases.org.uk)

Nota: mi scuso con voi, il post era stato cancellato per un problema tecnico, l'ho riscritto ma forse è leggermente diverso dall'originale


mercoledì 25 luglio 2012

Lo zaino di Woz



Me l'ha detto il Mante, Massimo Mantellini, in questo post
[s]u quel tavolo ci sono 18 kg di minutaglie elettroniche: 7 telefoni, 2 tablet, 2 GPS, 1 computer, un ebook reader.
Bello il post, belli i commenti (pochi finora, solo 6) tutti intriganti. Io ne cito solo un pezzettino di un paio:
mORA: "Woz mi sembra sempre più come i Radicali: ancora gli si dà retta solo per una cosa fatta bene trent’anni fa." (dice che è una citazione ma non dice di chi, l'attribuisco a lui così impara);
andrea61: "Prendere un disadattato tecnologico come spunto per discutere di come la tecnologia sia entrata nelle nostre vite è corretto? Non è come prendere un dipendente da psicofarmaci per discutere dell’impatto dei farmaci sulla qualità della vita?"
A lui l'ha detto Gizmodo dove c'è la foto che ho messo anch'io e l'elenco completo di tutta la ferraglia.


Ora io concordo con il Woz per una cosa: gli adattatori per le prese elettriche. Ne abbiamo già parlato su questo blog, qui e qui,  e i commentatori che aggiungono fatti subiti.
Ma per il resto mi sembra decisamente da bimbominkia.
Non è la prima volta che mi trovo a giudicare male Steve Wozniak, ultimamente. Come quando si è prestato a fare una comparsata pubblicitaria per Android. Intendiamoci, credo che Android sia OK, ultimamente si vede spessissimo in mano ai giovani geek (ogni tanto passo dalle parti del Poli, p.es.) ma Woz lì era come il dottor Trota o suor Minetti in Regione Lombardia.

E pensare che tanto tempo fa, quando qualcuno mi parlava di Steve Jobs io gli raccontavo di lui.


Insomma: non ho capito perché fa queste cose. O ha ragione andrea61?

Sarebbe davvero bello se ci fossero commenti, cari seguitori, cosa ne pensate?



Poi pensa te cosa salta fuori: sulla pagina di Gizmodo, quando l'ho aperta per scrivere questo post salta fuori quest'immagine
click
Voi penserete che non c'entra per niente. Avete ragione ma siccome questa pagina è mia la metto lo stesso, e ci metto pure la dedica a Anna, lei una cosa così ce l'ha davvero, da tempo.

martedì 24 luglio 2012

Giornata NO

Ieri è stata una giornata no, decisamente no!
Intanto era lunedì, tutto il giorno, che di per se non aiuta. Ma poi è capitato che mi sono trovato invischiato in una di quelle diatribe che non hanno senso e non portano a niente. Adesso vi racconto.


io alla sfiga non ci credo ma lei non lo sa

Un mio conoscente da sempre è stato al mare con la mamma, la moglie e il figlio per quasi tre giorni. E in tre giorni senza far niente può capitare di tutto: ti puoi rilassare, accompagnare i tuoi sulla spiaggia (chissà se ci sono ancora le ragazze di una volta?), startene tranquillo, leggere qualcosa non per lavoro, ... Tante cose insomma.
E invece no! Gli viene un'idea che stravolge tutto quello che ci eravamo detti qualche mese fa, quando il caldo non picchiava ancora così forte da farti uscire con queste pensate.
Poi che lui si innamori della sua idea è tollerabile ma che trasmetta questo innamoramento a chi dovrebbe realizzarla molto meno. Io entro nel gioco solo come consulente aggiunto, senza poteri. Ma mi sono trovato a obiettare, commentare e rispondere a obiezioni per diverse ore. Poi la cosa i è calmata un pochino, chissà quale sarà il seguito.


OK, ormai dopo il tramonto, ci incamminiamo per la solita passeggiata. Intoppo! subito interrotta da un imprevisto.

Pico si mette ad abbaiare contro un cespuglio sull'altra riva di un fosso profondo un paio di metri e con acqua sul fondo. Roba che fa quando trova un gatto o, peggio, uno scoiattolo. Ma normalmente il gatto o lo scoiattolo fuggono, di solito arrampicandosi su un albero e finisce lì. Lo scoiattolo è particolarmente strafottente, ti guarda da tre metri da terra, alle volte si mette a testa in giù per vedere meglio.

Ieri invece no, Pico salta sull'altra riva sempre più scalmanato. Viene raggiunto da Pero che si unisce al concerto. Arrivo anch'io, ci sono le ortiche, erbe e piante spinose, mi apro un passaggio graffiandomi e lo vedo: un riccio rintanato sotto le sterpaglie!
Riesco ad afferrare Pico, lo prendo in braccio (una cosa che proprio non gli piace) e riattraverso il fosso.
Appena lo poso in terra parte a razzo e ritorna dal riccio. Niente passeggiata.

Marco, Enrico et al.: la riss o l'ariss? Methinks la prima che ho detto.


domenica 22 luglio 2012

Far bene il proprio lavoro

Recentemente sono stato coinvolto in una consulenza in cui proprio non dovevo esserci. E, siccome riguardava un amico da lunga data, l'ho vissuta davvero male, e la mia sensazione d'impotenza continuava a crescere, non riuscivo a fare niente di positivo, nessun risultato, niente.


Ma forse è il caso che vi spieghi, giudicherete voi. Si trattava della tesina di un master e siccome l'argomento riguardava anche un campo in cui si suppone ne sappia qualcosa per essermene occupato in passato sono stato arruolato. Male perché non avendo nessuna veste ufficiale non avevo alcuna autorità. E spesso il pupil si dimostrava poco propenso a recepire qualsivoglia osservazione.
Poi si sa che io non sono capace di impormi, non mi verrebbe mai di dire "devi fare così". Preferisco far vedere esempi, illustrando come viene affrontato il caso in oggetto e come potremmo applicarlo noi. Dove "noi" riguarda "te", spero tanto che tu lo capisca.

Ci sono ancora due difficoltà pratiche: 1) non è facile trovare esempi corretti in italiano sul Web; e 2) tutte le volte che entra in gioco l'inglese so già che ci si perderà in discussioni sulla traduzione.
Io tentavo di indirizzare il pupil su arxiv ma mi accorgevo che ogni volta dovevo ripetere come si scrive e che la X è in realtà una Chi e che sì, non lo so perché e chi abbia avuto quell'idea e che comunque è così e tira giù un paio di paperi (no! non si chiamano paperi, li chiama così il mio amico Peppe, uno tosto dovresti seguire il suo blog, poi ti spiego cos'è un blog... (persi)) che vediamo come sono impostati e come sono scritti.

Ora anche ammesso che riesci ad avere un paio di esempi ti scontri con un fatto di cui sono profondamente convinto e credo oggettivo e ammesso universalmente: i paperi sono incredibilmente noiosi, leggerne due di fila richiede quantitativi di caffè fuori dall'ordinario.

Ve l'ho detto che ultimamente non riesco a sopportare le frasi fatte, i modi di dire e il periodare barocco? In questo il mio amico non concorda, ha fatto il classico.

Insomma io evidenziavo abbondantemente le sue bozze, mettevo a margine (riempivo tutti i margini a disposizione, cosa che Fermat...) la mia versione che risultava spesso molto più concisa della parte che doveva sostituire (e non solo perché avevo esaurito tutti i margini disponibili). Non sono riuscito a combinare molto. E poi serendipicatamente cosa salta fuori? La mia amica Sylvie mi cita Georges Pérec. Come ho fatto a non pensarci? Lui sarebbe stato perfetto.


OK, quel lavoro è acqua passata ma caso mai dovesse ricapitare, o dovesse servire a voi, ecco il link, liberamente disponibile nel Web.
Se poi volete approfondire approfonditamente in modo esaustivo sappiate che lo trovate stampato da Boringhieri completo di note (ci sono parecchi riferimenti a Parigi, non immediatamente evidenti a tutti e poi sono trascorsi trent'anni dalla stesura). Comunque eccolo:

Experimental demonstration of the tomatotopic organization in the Soprano (Cantatrix sopranica L.)

Perfetto!

O no?



Yezzz! Kees Popinga l'avrebbe fatto molto meglio, completamente differente, decisamente più bello.

Come è lontana Samarcanda.

Registan - Samarkanda - luglio 2002


...Samarcan è una nobile cittade dove vivono in pace cristiani e saracini... (il Milione, cap. 51).  Il rigore e la perfezione assoluta della cupola del Registan parlano chiaro. Sono cose fatte da uomini che chinano il capo con umiltà. Dove c'è arte, cultura e culto della bellezza, non c'è spazio per odi, meschine piccinerie, violenze e guerre, prodotti di esseri che si stimano indispensabili e immortali. Adesso che ho detto la mia banalità quotidiana, è meglio lasciare spazio sull'argomento ad una quartina di Omar Khayyam che passeggiò a lungo in questo luogo.


Che sia di duecento, trecento o mille anni la tua vita
Da questo vetusto palazzo sarai fatalmente cacciato.
Il sultano e il mendico del bazar:
Tutti e due avranno un valore solo, alla fine.

sabato 21 luglio 2012

Dimostrazione (Caturday 2)

L'opinione che abbiamo noi della comodità delle posizioni coincide raramente con l'opinione che ne hanno i gatti!
Con queste foto (ma potrei trovarne mille altre!) rispondo a Juhan che obietta sulla comodità della posizione del suo micino nell'anteriore post Caturday.

























Sono sicura che molti dei nostri lettori potrebbero aggiungerne altre, semplicemente sfogliando le foto del proprio gatto (l'ultima foto è del mio Dos sulla vigna).

Caturday

Oggi rubo il mestiere all'amico e collega Ponder Stibbons. Ma solo per un oggi, per un'occasione particolare, conscio che il Maestro indiscusso di queste cose è lui.

Allora, siccome sto introducendo una parola nuova e difficile credo sia opportuno definirla:
Though the origins are fuzzy, Caturday was spawned on one of the many *Chan image boards by the user Anonymous. On every Saturday, you post cats for lulz.
Post some fucking cats! It's Caturday!
dice Urban Dictionary, guida seria e affidabile, quella che usa di solito Ponder.

Ed ecco la causa scatenante di questo post:

 

Di solito dormono occupando tutto il divano ma la finestra della cucina con la rete anti-mosche affascina.

OK, fine dell'intervallo, torno al C++. Pico non te la prendere, chiudo subito.


venerdì 20 luglio 2012

L'allunaggio.




Anch'io voglio ricordare il primo allunaggio (parola che venne coniata per l'occasione). Quest'anno non è un anniversario “tondo”, ma non importa.


A differenza di Juhan, che era ancora un ragazzino, io ho potuto seguire quasi tutto il programma spaziale che portò a tale evento.

Sposata da poco, leggevo con piacere gli articoli della Rivista Aeronautica che descrivevano il Programma Gemini: conoscevo bene i nomi degli astronauti, le caratteristiche dei veicoli (grosso modo, s'intende), tutte le fasi insomma.
capsula Gemini - con Aldrin e Lovell

Quando iniziò il programma Apollo già avevo un po' meno tempo per seguirlo, con i bambini piccoli...
Ma quella notte, LA Notte, incinta di 5 mesi, la passai seduta scomodamente alternativamente su una poltroncina o sul pavimento (non avevamo ancora un divano), bevendo tutto quello che diceva Tito Stagno alla TV (in bianco e nero, ovvio!). Ricordo la mia ansia al pensiero di Collins, solo solo nella capsula, mentre il modulo Eagle si allontanava con Armstrong e Aldrin a bordo, verso la Luna.


Per me, non è il 20 luglio la data da ricordare: sì, è quella dell'allunaggio, ma per me sarà sempre il 21 luglio (4 mesi esatti prima della nascita di mia figlia, curiosamente (o no?) laureatasi poi in Astronomia): il 21 luglio, quando, alle prime luci dell'alba in Italia, un uomo calpestò per la prima volta la Luna!
L'entusiasmo di quella notte è difficile da dimenticare...