Auguro a tutti i tamburisti e ai lettori del Tamburo Riparato un sereno e felice Natale!!!
Il 2020 è stato decisamente un anno fuori dal comune e si spera che la situazione particolare che stiamo tutti quanti vivendo si stia avvicinando al suo termine.
Come tradizione, accendiamo un po' di musica!
- Incominciamo con 25th of the 12thdiBill Compton:
- Continuiamo con una cover al violino del noto pezzo Last Christmas dei Wham! da parte di Alan Milan (noto anche come ItsAMoney):
- È giunto il momento di Joy To The World, grande classico natalizio la cui melodia è basata nientemeno che sul Messia di Händel. Ascoltiamo la versione di Katrina Velarde, straordinaria interprete filippina:
- Andiamo avanti con The Christmas Waltzinterpretato da Marc Martel (che si potrebbe definire il Freddie Mercury del XXI secolo) e Amy Grant:
- È il momento della super hit di Mariah Carey, All I Want For Christmas Is You, ma in versione jazz per opera dell'eccezionale Scott Bradlee (padre fondatore dei mitici Postmodern Jukebox):
- Non può mancare la "divina" voce del soprano Ingeborg Hallstein, in duetto con Heinz Hoppe, in Weihnachtslieder, una selezione di canti di Natale.
- A proposito di grandi voci, ascoltiamo l'Ave Maria di Caccini-Vavilov. Quest'aria ha una storia molto simile a quella del noto Adagio di Albinoni/Giazotto, giacché per un certo periodo è stata erroneamente attribuita al compositore barocco Giulio Caccini, ma in realtà fu composta da Vladimir Vavilov intorno al 1970. Quella che andiamo a sentire è la magistrale versione dell'incredibile cantante canadese Ginette Reno:
- E per concludere un'altra voce "divina", quella della canadese Celine Dion, la vera grande erede della Reno (su YouTube è possibile trovare anche un emozionante duetto tra le due; cliccate qui). Siccome mi resta difficile scegliere un brano in particolare, vi riporto l'intero album These Are Special Times, uno dei migliori album natalizi di sempre, in cui la voce della Dion è in uno dei momenti apice della lunghissima carriera (già solo la versione di O Holy Night qui presente parla da sola...):
Prima di congedarmi, compio un'ulteriore iterazione di AUGURI DI BUONE FESTE!!!
Il Carnevale della Matematica di dicembre (n.145) verrà ospitato tra pochi giorni (il canonico giorno 14 del mese) dal padre fondatore del Carnevale, nonché pure tamburista, Maurizio .mau. Codogno su le Notiziole di .mau. Il tema previsto è “Lettere”. Cosa potrebbe mai associare le lettere alla matematica? Beh, gran parte della matematica di un certo livello è in un certo senso basata quasi più sulle lettere che sui numeri (è sufficiente pensare alle equazioni). Poi ci sono pure le “lettere speciali”, quelle costanti matematiche spesso presenti in un modo o nell’altro come pi greco, il numero di Nepero (e), la costante di Eulero-Mascheroni (indicata con la lettera greca gamma minuscola) e così via. Ho tuttavia intenzione di affrontare questa particolare tematica in un modo un tantino meno scontato, parlando di un singolare cifrario e quindi di crittografia. La crittografia ha origini davvero antiche. Già per esempio Erodoto, famoso storico greco del V secolo a.C., raccontava nelle sue Storie di un metodo per inviare messaggi segreti tatuando la testa rasata degli schiavi. Ecco non vi immaginate una roba del genere per favore!😂
Si trattava di una tecnica impiegata da Istieo, tiranno di Mileto, nella guerra contro i Persiani. Semplicemente il messaggio segreto risultava nascosto non appena i capelli ricrescevano! Potreste però chiedervi cosa c’entrino dei codici o messaggi segreti con la matematica. Beh, pensate per esempio che lo stesso utilizzo dei programmi di un computer deriva da una sequenza di algoritmi (o codici) realizzati in appositi linguaggi di programmazione; alcuni di questi algoritmi sono persino in grado di risolvere complessi problemi matematici come sistemi lineari (e non lineari), approssimazioni di funzioni, integrali, ecc. Se questo non dovesse bastare, pensate all’importanza che ha avuto la decifrazione del codice tedesco Enigma da parte del brillante matematico Alan Turing nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale. Una vita quella di Turing terminata purtroppo in modo orribile per via del fatto che era omosessuale e, ai tempi, ciò era considerato fuori legge e severamente punibile. Se avete voglia di approfondire, potete leggere (cliccando qui) il post che scrissi tempo fa sul mio blog personale Scienza e Musica relativamente alla storia e ai contributi essenziali di Turing, oltre che all’inaccettabile sua fine. Nei tempi relativamente recenti si parla addirittura di crittografia quantistica che sfrutta alcune peculiarità di questa straordinaria teoria della fisica al fine di poter realizzare un cifrario perfetto. Prima di giungere al vero protagonista del presente post, è bene evidenziare che sussiste una sottile differenza tra la parola “codice” e la parola “cifrario” in ambito crittografico. I cifrari sono sistemi per mascherare il significato di un messaggio, sostituendo CIASCUNA delle singole lettere nel messaggio con altri simboli. I codici, invece, vanno ad attribuire un maggiore rilievo al significato rispetto ai caratteri e tendono a sostituire intere parole o frasi in base a un elenco contenuto in un testo (per esempio un libro ove vengono raccolti e registrati i codici). Il nostro protagonista è il cosiddetto Cifrario Dorabella. Perché ho scelto di parlarvi di questo cifrario tra la miriade esistente? Il motivo è per la sua forte attinenza con la musica. Lo capirete tra pochissimo... Incominciamo a dire che si tratta di un testo cifrato comprendente 86 caratteri totali, di cui 24 diversi. Ciascun simbolo è costituito da una serie di semicerchi connessi, orientati in 8 direzioni.
Ma come diavolo nacque questo testo a dir poco astruso? Ebbene nel luglio del 1897 il grandissimo compositore inglese Edward Elgar e sua moglie Alice vennero invitati a visitare il reverendo Alfred Penny e sua moglie alla canonica di Wolverhampton. A seguito di tale soggiorno, Elgar scrisse una nota di ringraziamento alla famiglia. Inclusa nella lettera c’era una nota destinata alla figlia ventitreenne Dora Penny. La suddetta nota era proprio quello che oggi chiamiamo Cifrario Dorabella! Elgar era infatti un grande appassionato di crittografia; scrisse anche diversi articoli inerenti a tale argomento. La stessa Dora asserì di non essere mai riuscita a decifrare lo strambo messaggio nascosto ed Elgar non rivelò mai il significato ivi contenuto. La nota, oltretutto, venne alla luce solo nel momento in cui Dora scrisse la memoria Edward Elgar: Memories of a Variation nel 1937. Va poi detto che Elgar e Dora rimasero amici sino alla morte del compositore, che le dedicò persino una delle sue celebri Variazioni Enigma: Dorabella. Le Variazioni Enigma op. 36 furono composte tra il 1898 e il 1899 e sono costituite da un tema principale, oltre che, ovviamente, da sue 14 variazioni. La Variazione 10 - Dorabella è un intermezzo (allegretto) che ricorda stilisticamente un po’ Tchaikovsky. Potete ascoltarla di seguito nella versione della BBC Symphony Orchestra diretta dallo straordinario Leonard Bernstein.
Il lettore curioso a questo punto vorrà sapere se il messaggio racchiuso nel Cifrario Dorabella sia mai stato decodificato. Prima di rispondere a questo interrogativo, notiamo che una delle difficoltà principali nella decifrazione del suddetto cifrario risiede nella sua brevità. Infatti se da una parte il numero di simboli distinti suggerisce che si tratti di un semplice codice a sostituzione, dall’altra parte il testo cifrato è troppo breve per poter essere sottoposto all’importantissima tecnica dell’analisi della frequenza. Il filosofo e matematico arabo Abū Yūsuf Yaʿqūb ibn Isḥāq al-Kindī (801-873), nel manoscritto intitolato Sulla decifrazione dei messaggi crittografici, escogitò appunto uno schema basato sulla frequenza delle lettere all’interno di una lingua per riuscire a decifrare i messaggi. Il fondamento dell’analisi della frequenza può essere compreso osservando le tessere delle lettere nel noto gioco da tavolo Scarabeo (che in tempi recenti ha fatto la sua comparsa nell’intensa e pluripremiata serie televisiva The Handmaid’s Tale).
Uno studio svolto dalla Cornell University su 40.000 parole inglesi ha evidenziato che la lettera “e” è di gran lunga la lettera più comune. Come può questa informazione aiutare un decifratore? Beh, sapendo quale lettera è la più comune nelle parole di una lingua, allora immaginando che in un codice questa lettera venga sostituita per esempio da un’altra lettera, poniamo la “z” (ma va bene quella che preferite), allora questa “z” all’interno di un codice cifrato dovrebbe comparire con maggiore frequenza delle altre e venir dunque tradotta come “e”. Ma il Cifrario Dorabella è, come già detto, troppo corto per affidarsi a tale tecnica. Alcuni decifratori, tra cui Javier Atance, sostengono addirittura che tale cifrario non sia una forma di scrittura, bensì un vero e proprio brano musicale codificato, in cui gli orientamenti rappresentano le note mentre i semicerchi denotano le note naturali, i bemolle e i diesis. Uno dei tentativi più autorevoli di rinvenire una soluzione è stato effettuato dal musicologo Eric Sams nel 1970. Nello specifico, in un articolo intitolato Elgar’s Cipher Letter to Dorabella pubblicato su Musical Times, Sams ipotizzò che Elgar fece uso di una combinazione di sostituzione, fonetica e lettere greche per celare il suo messaggio. L’interpretazione del messaggio da parte di Sams è, nello specifico, la seguente:
STARTS: LARKS! IT'S CHAOTIC, BUT A CLOAK OBSCURES MY NEW LETTERS, A, B [alpha, beta, ie Greek letters or alphabet] BELOW: I OWN THE DARK MAKES E. E. SIGH WHEN YOU ARE TOO LONG GONE.
Sams aggiunse inoltre che il mistero celato in tale cifrario potrebbe essere la chiave del tema nascosto delle Variazioni Enigma, tema che non conosciamo affatto! Addirittura, nel 2007, la Elgar Society indisse una competizione sul Cifrario Dorabella, con un premio di 1500 sterline in occasione del 150° anniversario dalla nascita del compositore. Nessuno si aggiudicò il premio! Nessuna delle decifrazioni proposte venne infatti ritenuta convincente. Un’altra ipotesi proposta fu che il Dorabella costituisca un cosiddetto cifrario pigpen, dove le lettere risultano sostituite da simboli che rappresentano posizioni in una griglia semplice. Tony Gaffney (noto con lo pseudonimo di Jean Palmer) ha suggerito che il messaggio faccia uso di un codice pigpen con sostituzioni (la cosiddetta soluzione Hellcat):
“B (Bella) hellcat i.e. war using?? hens shells is why your antiquarian net diminishes hem sorry you theo oh ’tis God then me so la do e (Elgar) adieu.”
Insomma esiste una moltitudine di soluzioni proposte per l’enigma del Cifrario Dorabella ma ancora oggi il suo vero significato è considerato ignoto. Magari qualcuno in futuro riuscirà a coglierne il vero significato, ma per ora permane l’aura di mistero. Dato che abbiamo parlato di Elgar, non posso non concludere il post con un po’ di sua musica. Vi segnalo 2 brani particolarmente suggestivi del grande compositore. Il primo è Pomp and Circumstance op.39 n.1, una celebre marcia composta nel 1901 ed utilizzata anche nel film Disney Fantasia 2000 per musicare la leggenda dell’arca di Noè (con protagonista Paperino). Ascoltiamo e osserviamo proprio tale magnifica versione.
Il secondo brano è tratto dalle già citate Variazioni Enigma ed è la struggente Variazione n.9 (un adagio) denominata Nimrod, dedicata a August Johannes Jaeger, miglior amico di Elgar. Ascoltiamo la stupenda versione della London Philharmonic Orchestra diretta da Sir Adrian Boult.
Cari lettori del Tamburo, vorrei presentarvi una nuova scoperta nella mia costante ricerca di musica di altissimo livello: trattasi della soprano tedesca Ingeborg Hallstein (nata a Munich nel 1936).
Definire la sua voce "stratosferica" è veramente riduttivo!
È un vero peccato che grandissimi artisti come questi siano per lo più sconosciuti (senza nulla togliere alla divina Callas, ma una voce così dovrebbe avere la medesima popolarità!) e che il numero di visualizzazioni delle perle che ascolterete fra pochissimo sia a dir poco misero confrontato alle visualizzazioni di certe schifezze attuali spacciate per "musica".
Procediamo all'ascolto!
Partiamo dalla sua interpretazione (in lingua tedesca) allucinante di "Una voce poco fa" dal Barbiere di Siviglia di Rossini:
Ascoltiamo ora la sua voce senza confini in "Il Bacio Waltz" di Luigi Arditi:
Non vi basta? Eccola nella versione vocale del noto valzer di Johann Strauss intitolato "Frühlingstimmen":
Sa cantare anche Puccini? Certamente! "O mio babbino caro" dall'opera Gianni Schicchi di seguito:
L'unica voce moderna che mi sento di accostare a questa grande soprano è questa, l'alieno Dimash Kudaibergen! Su quest'ultimo magari dedicherò un post a parte prossimamente.
Alla prossima!
Volevo porgere all'attenzione dei lettori del Tamburo un video che ben illustra il netto calo qualitativo della musica nei tempi recenti (almeno a livello popolare-commerciale).
Lo scopo del video, tratto dal canale youtube "Legendary Vocalists", è mettere ironicamente a confronto alcune cantanti (o come si suol dire oggi, pop stars) moderne, nei momenti migliori, con perfomance "bruttine" (e mi viene un po' da ridere a chiamarle "bruttine") di alcune leggendarie cantanti, che hanno fatto la storia della (vera) musica!
Visionatelo, ascoltate per bene le differenze! :)
P.S: Bisogna pensare che alcune delle cantanti moderne selezionate nel video non rappresentano nemmeno il peggio relativamente al panorama musicale (popolare) odierno!
Oggi il blog Al Tamburo Riparato celebra il suo 7° compleanno!
Siccome ho terminato (per il momento) le mie cartucce sulle variazioni particolari del tema Happy Birthday, questa volta proporrò 7 brani musicali che hanno tutti a che fare col numero 7, al fine di festeggiare l'occasione.
Bando alle ciance!
1) Chopin Valzer Op. 64 N.2, ovvero il Valzer #7 nella classificazione dei valzer del grande compositore polacco, eseguito, in modo sublime, dall'≪aliena≫ Valentina Lisitsa:
2) Seven Nation Army, riarrangiato ed eseguito in chiave jazz dai Postmodern Jukebox ft. Haley Reinhart. Trattasi di un brano del 2003 originariamente del gruppo The White Stripes, diventato noto in Italia anche come tormentone in ambito sportivo, grazie al "po-po-po-po" che cerca di riprodurre il tema principale:
3) Seven Come Eleven, nell'esecuzione (datata 1943) di Red Norvo & Red Norvo Sextet:
4) Seventh Heaven of Love, interpretata (live alla Royal Albert Hall di Londra) dal mitico André Rieu con la sua Johann Strauss Orchestra:
5) Kinderszenen ("Scene Infantili"), Op. 15: No. 7 Träumerei ("Sogno") di Robert Schumann, nella meravigliosa interpretazione pianistica di Radu Lupu:
6) Tchaikovsky - Lo Schiaccianoci, VII. Dance of the Reeds:
7) Piano Sonata N. 7 in B Flat Major Op. 83 mov 3 (Precipitato) di Sergei Prokofiev, eseguita da Lang Lang:
I social-cosi ormai è appurato sono diventati un'ossessione ossessiva di cui non possiamo più fare a meno. Lo so che lo sapete e allora non mi soffermo, vengo subito al dunque.
Ognuno si sceglie l'ossessione che vuole, io per esempio sono per Twitter. E ho la scusa di seguire solo nerds molto più ggiovani e bravi di me (sono un vecchio niubbo). Ma anche i giovani nerd alle volte, anzi spesso --sono sempre collegati a quanto pare-- retwittano cose carine, divertenti, lollose, così come questa qui.
Una cosa da sapere su Twitter: non bisogna iscriversi per vedere un tweet, provate su quello di sopra e *magia* si apre (dovrebbe... sono quasi sicuro che sì).
#softmom rockz! 💥 Ahemmm... non è che la seguo, il suo cinguettio è stato rilanciato da qualcuno che non ricordo (su Twitter i tweets invecchiano in fretta, non è immediato ritrovarne uno se non ne salvi subito il link) e mi ha ingarbugliato la mente --davvero.
Non so se avete presente Johann Christian Bach, sì il figlio di Johann Sebastian, come colonna sonora in sottofondo è come l'argento, va su tutto.
Ma al tweet della Tatiana un set di sinapsi mi sono attivate, scaricate e mi hanno fatto dire "Oh!". Anzi ero in modalita english e ho detto "Ho!". Perché c'era un sottile riferimento a un pilastro della Cultura di Base che ognuno di noi dovrebbe avere acquisito nella vita. Almeno quelli di una certa età, non parlo dei giovani che altrimenti mi verrebbe da dire "mala tempora...".
Io quando Bill Haley e le sue Comete l'hanno lanciata avevo quattro anni. No, non ero così precoce e poi chissà se la radio la trasmetteva; l'ho scoperta dopo. E per via di Tatiana mi sono messo a canticchiarla. Senza sapere le parole, senza sapere esattamente com'era, sapete la memoria, la mia che non è più com'era una volta (e mi sono anche dimenticato com'era).
Ma c'è YouTube.
Se uno è proprio coscienzioso (giovani che non sapete, sto parlando di voi) ci sono anche le parole, la lirica, qui.
E adesso, mentre (sono multitasking) continuo a canticchiare (see you later JCB! domani, maybe) la questione finale: il mio caso può rientrare nella nostalgia o rinkoglionimento proprio?
Oggi si festeggia il 6° compleanno di questo blog!!!
6 è il primo numero perfetto da un punto di vista strettamente matematico, dato che è la somma dei suoi divisori (1+2+3 = 6).
Ma come si può festeggiare senza musica?
Siccome ho esaurito la scorta di interpretazioni particolari di Happy Birthday, questa volta selezionerò dei brani che hanno a che fare col numero 6 (magari ci riferiremo alla composizione n.6 di una determinata serie di composizioni, magari ad altro!).
Incominciamo con un po' di jazz; ecco Charlie Christian alla chitarra e l'inconfondibile clarinetto di Benny Goodman nel pezzo intitolato Six Appeal.
Passiamo a un classico tra i classici: Sinfonia n.6 di Beethoven con direzione di Herbert von Karajan.
Ed ora la Mazurka n.1 di Chopin, tratta dall'Op.6, eseguita al piano da Vladimir Ashkenazy.
È il turno dell'"aliena" Valentina Lisitsanel "Minute Waltz" Op. 64 n.1 sempre di Chopin. Ehm, ma dove diavolo sta il 6? Beh facile, trattasi complessivamente del sesto tra i 19 Valzer composti dal grande compositore polacco.
Che ne dite raddoppiano la dose di Lisitsa? Si può fare. Eccola gestire in maniera impeccabile il complicatissimo Etude-Tableau Op.39 n.6 di Rachmaninoff denominato "Little Red Riding Hood".
Facciamo una capatina nel 1940; in tal anno Glenn Miller registrò il celebre brano Pennsylvania 6-5000.
Un'altra sinfonia n.6 molto bella ma meno conosciuta ai profani di musica classica è la Sinfonia n.6 in Si minore, detta "Patetica", di Tchaikovsky. Proponiamo qui la particolare interpretazione al piano del terzo movimento eseguita da Yeol Eum Son.
Concludiamo con la Romance in A Major di Rachmaninoff suonata da Vladimir Ashkenazy, Vovka Ashkenazy e Dody Ashkenazy, ovvero a 6 mani.
A presto (con le stringhe) e ancora Auguri Tamburo!!!
Una segnalazione che Flavio (non quello che viene da Marte, quello che viene da Roma, dintorni). Über 🚀
Ma prima, per exploitare la multimedialità, ecco intanto cosa succede qui da me
Allora la musica, Dionisoo --quello di Blogghetto e Pitagora e dintorni-- è un matematto ma anche un musicista, va da se che rockz! 🚀
E siccome l'ha detto a me e siccome da me visto e piaciuto --assay-- ve lo dico anche a voi.
Dionisoo diceva Mozart, rockz! 🚀 ma io mica copio tutto come *specchio riflesso* e allora ecco Respighi e le Fontane di Roma. NO! non si può! La solita storia che la Rai non rispetta i parametri di configurazione standard. Peccato. Ma ecco il link, andateci voi.
Adesso una curiosità che non so se la sapete: sapete perché due o alla fine? Vero che non lo sapete e allora ve lo dico io (me): è un omaggio ai Righeira, vamos a la playa, oh oh oh oh. Dai! non è vero, te la sei appena inventata! Sì! 🐙
Un post che vale per i ggiovani, non vale per .mau. --o forse sì? 😜
Noi seniors questa cosa la sappiamo. E John Lennon era un genio anche in questo, come in taaante cose.
Insomma c'è un pun nel nome. Come tradurre pun? Gioco di parole? Qui ci vorrebbe Marco Fulvio che per questo è speciale. E di sicuro anche per quanto riguarda i Beatles sa (questo e altro).
Io ricordo che No! non voglio parlare di me, lascio la parola a Jesse (rockz!), qui.
Ringo (catturato con i potenti metodi tecnologici di cui dispongo) ha ragione (assay) di essere perpluto (mooolto, anzi di più).
Buon Natale a tutti i lettori del tamburo e tamburisti!!!
Come ormai tradizione, segnalerò buona musica di accompagnamento alle festività.
Questa volta la scelta è ricaduta sul concerto di Natale di André Rieu & The Johann Strauss Orchestra:
E non è finita qui, concludiamo infatti con una sublime raccolta di brani natalizi in stile jazz eseguiti dalla New York Jazz Lounge:
Da Valeria (frequenta il Tamburo da prima che ci fosse, è stata una delle tester) per Bruna (il nostro AD, è stata tester lei pure) e per tutti noi il Silbo, nell'interpretazione di Féloche.
Yes, commistioni linguistiche, pensa te che le parole le ho trovate su un sito tedesco. Ma per comodità copioncollo. Serve la tradussione? dai si capisce, vero?
Il existe un endroit où les hommes parlent comme les oiseaux.
Sur l'île de La Gomera, on entend "el silbo" en écho. Entre deux montagnes amarées aux nuages, Un "guache" siffle pour s'inviter à dîner. Au menu? Un "mojo" piquant qui monte aux yeux. Et, à nouveau, un sifflement pour se dire adieu. A le voir crapahuter, le pied agile, les jambes arquées, On ne le distingue dans l'argile que par le son de son sifflet. La "lucha canaria" pour protéger son île, "El silbo" pour braver la "Guardia civil". Refrain: C'est une île au paradis où les humains sifflent aussi. Le plus beau chant du plus bel oiseau, c'est le silbo gomero. C'est le silbo gomero. La "guagua" escalade les jardins en escalier. Sous le volcan d'la ballade, "el silbo" perce la fumée. Et me voilà, petit géant, prêt à siffler dans le vent, Les deux-trois mots que j'ai gardés s'envolent vers toi. Gomero! Bonifacio! Refrain Le plus beau chant du plus bel oiseau, c'est le "silbo gomero".
Mai che ci sia un francese a tiro, quando serve, come si diràFéloche rockz! ☺? (forse rocquets, ma non ne sono sicuro).
Ci sono notizie che uno non vorrebbe mai leggere, come questa.
Vorrei tanto essere capace di usare le parole come qui. 140 caratteri sono sufficienti per raccontare tutto (il prossimo direttore di la Repubblica promette bene ☺)
Buon 2016 a tutti i lettori del Tamburo e tamburisti!!!
Per passare un buon capodanno in musica, qui di seguito trovate uno spettacolare concerto integrale di André Rieu & The Johann Strauss Orchestra nella città di Maastricht:
Buon Natale a tutti i tamburisti e lettori del Tamburo Riparato!!!
Come tradizione, presenterò una rassegna di ottimi brani natalizi da ascoltare.
Cominciamo con Sam Smith e la sua interpretazione del classico Have Yourself a Merry Little Christmas!
Si prosegue con Silent Night, eseguita da The Piano Guys con la partecipazione straordinaria di Placido Domingo!
È ora il turno dell'attrice e cantante Bette Midler in Cool Yule!
Il prossimo è un duetto tra Stevie Wonder & Andra Day in Someday at Christmas!
Ascoltiamo My Favorite Things interpretata dalla calda voce di Sarah Vaughan!
Passando da una straordinaria voce ad un'altra, ecco Celine Dion in Don't Save it All for Christmas Day!
Non una tradizionale "serenata al chiaro di Luna", ma un bel Rudolph the Red-nosed Reindeer proponiamo della mitica personalità degli anni d'oro del jazz Glenn Miller!
Lo swing non è ancora scemato, tutt'altro con Diana Krall e la sua versione di Let it Snow!
Concludiamo il nostro tour musicale con l'inconfondibile Louis Armstrong in White Christmas!
Vediamo se indovino: questo è un post di quelli che attirano i commenti (sempre benvenuti e illuminanti) di .mau.. Vediamo se indovino (ma è facile, troppo).
Avete presente Quando la Cuore d'Oro in orbita attorno a Magrathea sta per essere distrutta da due missili e Eddie, il 'puter, scandisce il conto dei secondi che mancano all'impatto e nel frattempo canta?
In italiano le parole sono "passeggiando nella tempesta... tieni alta la testa... e non aver paura... del buio!"
Con imporbabilità ∞-1 (numero che ha senso nella teoria dell'improbabilistica) cercando altro, nella versione originale sono capitato improbabilisticamente (quindi inevitabilmente) lì e ho scoperto che Eddie stava cantando un classico, tra le altre cose inno ufficiale dei Reds di Liverpool. È stato un successo del 1963, epoca dei Fab4. Io non la ricordo (all'epoca avevo 11 anni), i Beatles e cloni non erano ancora molto conosciuti da noi di Piubes. Poi c'era ❤ Françoise ❤.
C'era una volta, sto parlando del 1764. Allora il mondo era doveva essere migliore, anche se non c'ero io.
Prendi questo annuncio su un giornale (di carta, non c'era ancora il Web) su un concerto, anzi una stringa serie di concerti
Pensa te! Wolfgang Amadeus, otto anni. Con la sorella di cui non viene riportato il nome ma Marianne per Maria Anna (a dire il vero dopo verrebbero anche Walburga Ignatia ma anche il fratello...). Noi la conosciamo come Nannerl, ma sono fuori tema.
L'impresario infaticabile organizzatore era papà Leopold; il testo deve averlo scritto (o almeno ispirato lui).
Eh, sì, al posto di Al Bano, Vasco, Jovanotti e Lady GaGa, i piccoli Mozart. Che fin da piccoli a lavorare, cribbio!
Oggi ieri un farabutto ha urlato su un social-coso una cosa che mi ha precipitato in un maguuun sensa sens.
A dire il vero non è tutta colpa sua, il link non era nemmeno quello ma uno molto simile e nella barra di destra al primo posto c'era Scott McKenzie. Come chi è? Sono sicuro che Bruna, Popinga et al. adesso faranno un salto sulla sedia alto così, anzi di più. (Marco Bruno e Enrico? chissà...).
Per tutti gli altri, i giovani, dovete sapere che io avevo 15 anni, e il mondo era diverso. Scott dice San Francisco ma sarebbe meglio se dicesse Berkeley (atz'e'mmetrica!).
Poi ora è tutta un'altra storia, Silicon Valley lì sotto, solo il ponte è sempre quello (che non è quello di Brooklin, nèh!).
Insomma, senza impegni ma con infinita nostalgia (pron. nostàlgia) ecco:
no, niente fiori tra i capelli, almeno non siete obbligati.
Tanti auguri al Tamburo Riparato, che oggi festeggia il suo 4° compleanno e a tutti i tamburisti!!!
Ecco il classico augurio musicale da parte mia, questa volta ho scelto delle variazioni sul tema di Happy Birthday eseguite da Angèle Dubeau&La Pietà:
e poi la versione jazz realizzata da Kermit Ruffins & Rebirth Brass Band:
Vabbe', a questo punto lo sapete tutti, ma per sicurezza vi avvisiamo che in questo blog possono esserci cookies. Cliccate qui per accettare, altrimenti qui trovate ulteriori informazioni su privacy e cookie.