sabato 23 dicembre 2017

Spelacchio e affini.

Mi è capitato di seguire un po' la vicenda del povero Spelacchio.

Ho notato alcune cose: la prima, che malgrado le feroci (giustificate) critiche all'amministrazione comunale, tutto sommato lo spirito di bonaria satira dei romani ha prevalso, e a quanto pare i cittadini si sono quasi affezionati al povero tapino... in fondo,  quasi tutte le famiglie hanno un parente più o meno lontano con problemi fisici, caratteriali o psichici, eppure gli si vuol bene lo stesso!


La maggiore critica viene giustamente fatta alla spesa spropositata, non tanto dell'abete in sé, direi, quanto delle spese per il taglio, l'imballaggio e il trasporto, che hanno fatto lievitare il costo a circa 50.000 euro (esclusi gli addobbi, immagino). Che poi non è uno sproposito, se si considera quanto si spende in altre città, per esempio Madrid (per vari "alberi", però) o Vigo (vedi sotto) che non è neppure una capitale.


Un'altra cosa che ho notato è che i giornali hanno parlato di "morte" dell'albero. Ecco, a parte qualche piccolo abete comprato appositamente con le radici, tenuto possibilmente per pochi giorni in una casa poco riscaldata e trapiantato in piena terra al massimo il giorno 7 gennaio, tutti gli alberi di Natale o muoiono presto (anche se gli aghi iniziano a cadere dopo qualche giorno) oppure arrivano nelle case e nelle piazze già morti perché senza radici (in genere segati, meno spesso con un tentativo ovviamente inefficace di estirparli con parte delle radici e un "pane" di terra). Anche qui viene spiegato.

Non sono completamente d'accordo con quanto dice l'articolista, perché non tutti gli alberi artificiali devono essere necessariamente di plastica. (Che poi comunque gli ornamenti in genere lo sono, anche con un albero naturale...)
Per esempio, quello di 31 metri d'altezza eretto a Vigo quest'anno.





di giorno







di notte
(Il Comune -non c'entra la Raggi-  ha preventivato, spero anche per tutte le altre luci, quasi 700.000 euro...)

Mi ricorda, come struttura, quello che una quarantina d'anni fa avevo ideato e mio marito aveva realizzato (mi spiace, non ho più le foto dell'epoca). Sostanzialmente, si trattava di tre cerchi concentrici (ma avrebbero potuto essere di più, per avere un "albero" più alto) fatti di un filo di ferro piuttosto grosso (2 mm di spessore), uniti tra loro da quattro fili di ferro sottili che si univano al centro, circa così:
Si conservava da un anno all'altro così, piatto e quasi senza ingombro.
Sollevandolo dall'incrocio dei fili del centro, si creava la forma a cono, che veniva fissata su un normale paletto di legno con base di legno molto semplice, anche questo riponibile in poco spazio.
In realtà era un pochino più complicato, la lunghezza dei fili sottili era calcolata per lasciare sufficiente spazio tra un cerchio e l'altro così da distanziare i "piani", inoltre c'erano altri fili a croce solo nel cerchio più grande, all'incrocio venivano fissati al palo al momento del montaggio. Una volta riformato questo cono scheletrico, i fili di ferro venivano ricoperti avvolgendo intorno la "bava" d'argento o d'oro, creando anche altri "rami" da un lato all'altro dei cerchi, Poi si appendevano le palline, sia attaccandole direttamente alla trama di fil di ferro sia ai fili di "bava" che attraversavano l'interno della struttura. Alla fine, si ricopriva ancora con fili di "bava" scintillante e si fissava la stella sul vertice. La base di legno veniva coperta anch'essa ed ecco fatto un alberello scintillante e festoso, totalmente riciclabile (di anno in anno magari aggiungevamo altri adorni). Insomma, era un nulla coperto di ornamenti!

Quello che più conta di un albero di Natale infatti è che sia festoso e scintillante, e soprattutto di notte tutto illuminato (la luce che esorcizza il buio del sostizio d'inverno!).

Non mi direte che questo non è bello.

Madrid, puerta del Sol, 2013
da qui rintocca in diretta TV per tutta Spagna la "campanada" della mezzanotte di Capodanno

Ne volete di più appariscenti oppure originali?

Istambul 2012




Haifa 2010 - Questa mi è sembrata un'ottima idea!

Quello meno scintillante ma più appetitoso:



Anche qui da noi abbiamo un albero artificiale, senza pretese ma che di notte fa la sua figura (e smontato può essere riciclato per altre festività):



E in fondo in fondo, grazie appunto alle luci, anche il povero Spelacchio se la cava, a dispetto degli scherzi...





Buon solstizio d'inverno a tutti gli alberi luminosi, compreso Spelacchio!


1 commento:

  1. Buona Kwanzaa e tutte le altre feste che riuscite a festeggiare; anzi dovete. Nèh!

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