venerdì 18 febbraio 2022

In castigo...

 Ebbene sì, è capitato anche a me, come ad alcuni miei amici, di essere messa in castigo da Facebook, per aver diffuso attraverso post e condivisioni quelle che vengono oggi chiamate "fake news" ovvero tutte le scomode (e provate) verità che vengono negate dai cosiddetti "fact checker" ovvero gente che per lavoro  stravolge le notizie, ripeto "scomode", approfittando della credulità del pubblico (lo stesso tipo di pubblico che a suo tempo, per esempio, aveva creduto alla famosa provetta sbandierata da Colin Powell...). 

Il fatto che poi, tempo dopo, queste cosiddette "fake news" vengano riconosciute come sacrosante verità non impedisce che nei cervellini mononeuronali di certa gente rimanga per sempre inciso quanto i mandanti dei "fact checker" hanno deciso che venga creduto.

Qui mi guarderò bene - non voglio che venga bloccato il nostro amato blog- dal riportare i link a tutti i siti ufficiali che hanno prima di me pubblicato grafici e dati da cui si evince tutta la montatura.

Di quale argomento si tratti lo potete capire dai seguenti screen shot (sono meno facili da individuare automaticamente rispetto ai link):




(Su che argomento? ovviamente su quello che sta accumulando da parecchi mesi la più grande raccolta di falsità fatte passare come dati incontrovertibili, malgrado lo stillicidio di smentite da parte dei dati reali.)

Accipicchia! 90 giorni! altri miei amici o gente che seguo è stata bloccata, ma in genere si tratta di qualche giorno, al massimo un mese! Devo aver proprio toccato un nervo sensibile, come si suol dire "aver messo il dito nella piaga"!



(L'elenco dei post censurati è molto più lungo, parte da almeno novembre, per arrivare fino a febbraio, il che mi spiega perché non ho ricevuto reazioni o commenti a moltissimi miei post di condivisione).

Non era  neppure la prima volta che ricevevo un "avvertimento"  (no, niente testa dei cavallo morto sul letto...)


Si trattava di una tale "mancanza di contesto" (?) da essere stata oggetto addirittura di una interpellanza parlamentare.


Del resto, sono quasi sempre stata ben attenta a pubblicare i link o stralci dai documenti originali, provenienti da siti ufficiali, proprio per evitare che mi si potesse smentire.



Un altro caso di censura, cui ho obiettato (anche in questo caso citavo il link con i dati):



In altra occasione, il solito "fact checker indipendente" prezzolato mi aveva ripreso sulla citazione del famigerato "protocollo" imposto ai medici di base, che tanti morti ha provocato: secondo il sudddetto "indipendente" si trattava di una bufala, si era trattato solo un suggerimento fra i tanti;  poi la smentita non ha avuto seguito data la valanga di documenti sia scritti sia filmati sull'imposizione della famigerata formula. 

C'è chi ridicolizza questa arrampicata sugli specchi, ma purtroppo c'è poco da ridere, considerando quante morti e quante possibili future infermità abbia portato.


Vabbe', resterò per tre mesi ad assistere da spettatrice alla rappresentazione farsesca del teatrino di Facebook, tra una videoricetta, qualche foto di gatti e il solito ruscello ininterrotto di disinformazione ad hoc, sia da parte dei quotidiani tutti allineati sulle linee guida di chi li foraggia, sia da parte di tanti  contatti (per fortuna non tutti) che hanno delegato ad altri la fatica di pensare e formulare un'opinione.

Nel frattempo continuerò a informarmi come sempre da svariate fonti, rintracciando attraverso i link la notizia originale e le prove, non perderò tempo nel condividere gli articoli documentati che leggo, intanto verrebbero oscurati come avviene da mesi.

Arrivederci.



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