giovedì 17 dicembre 2015

I media per tenersi informati oggi

Una volta c'era la stampa. Quando io andavo ancora a scuola c'erano due tipi di giornali: quelli che uscivano al mattino presto (a Torino La Busiarda (pron. büsiarda) Stampa e La Gazzetta del Popolo) e quelli che uscivano il pomeriggio (a Torino Stampa Sera). Il Corriere della Sera aveva il nome sbagliato per ragioni storiche, era di quelli del mattino. Quelli del pomeriggio erano diversi, principalmente cronaca cittadina, pettegolezzi, calcio e roba così; allora non c'era La Vita in Diretta. Ah! certo, c'erano anche quelli sportivi (a Torino Tuttosport) ma andava forte anche La Gazzetta dello Sport (quello rosa), i tipi tosti, quelli degli ultimi banchi, li portavano a scuola e li leggevano (nell'intervallo).
I giornali sono andati sempre peggio, quelli della sera sono spariti tutti, è arrivata la tele che allora cominciava a trasmettere alle cinque del pomeriggio con la TV dei Ragazzi, un solo canale RAI, niente private.

Ma poi le cose sono cambiate sempre di più, è arrivato il Web e l'informazione è esplosa (OK, anche tutto il resto).
I giornali di carta si sono dotati di siti Web. I torinesi ricorderanno i vari rifacimenti di quello de La Stampa, sempre poco user-friendly. La Repubblica invece aggiornava spesso evidenziando molto più di ora la data dell'aggiornamento. Considerava ancora il Web come complementare: le notizie subito, l'approfondimento su carta il mattino successivo (le lenzuolate dell'Eugenio, non ancora rinko, anzi!).
Ma ora c'è altro, parecchio altro. I giornali di carta, la Rai e le altre tele si sono buttate tutte su Matteo (per o contro non importa ma c'è solo lui (è leggenda) e i suoi (sono milioni)).
E se uno vuole sapere d'altro? OK, c'è altro, per esempio il blog di Beppe & Gianroberto per quelli di un certo tipo.
Ma io (me), no, io sono per Twitter. E voglio raccontare di due esempi personali recentissimi, assolutamente personali; non hanno nessuna pretesa di essere validi anche per altri ma tanto who cares?

La strage di San Bernardino è stata ampiamente raccontata su tutti i media. Fino a un certo punto, per esempio su carta o alla tele trovate questa notizia di ieri:
Eccola, era una bufala quella del messaggio jihadista dei killer di #SanBernardino.

E pensare che viene da un'agenzia seria: BREAKING: San Bernardino shooters did not post support for jihad on social media: FBI.

Ma niente, ai media seri, quelli che fanno opinione, questo non interessa, non interessa alla ggente.


Un altra cosa che non trovate sui media italiani è il seminario al CERN di lunedì martedì scorso. Quando ho visto un po' ti tweets teaser mi sono attivato, ho anche fatto un post, e al pomeriggio ero pronto, collegato in streaming.

Meraviglioso! Il primo relatore, Jim Olsen di Princeton era comprensibilissimo. Cioè si capiva quello che diceva anche se il senso molto meno. Per il secondo Marumi Kado del Laboratoire de l'Accelerateur Lineaire c'era da aggiustare l'audio per via della miscela giappo-franco-inglese. Ma OK come prima.
Solo che era fatto per i fisici presenti lì (aula strapiena) e quelli collegati in remoto (il bello del Web, credo di averlo già detto). Per quelli come me parecchi dei presenti cinguettavano. Loro quando vedevano un diagramma in una slide sapevano cosa voleva dire e lo dicevano. Bravi! Bravissimi ☺❤❤❤
Seguire l'hashtag #Run2Seminar è stato emozionante. Un pomeriggio speso bene, non rimpiango di aver perso la Vita in Diretta, per niente.
Poi --über-perso qui-- mi è piaciuta la gente: vestiti come si deve (non da manichini, come si deve insomma), anche i relatori, anche teh bosss (è un plurale). E alla fine quando stavano uscendo e la trasmissione video era ancora attiva si vedevano le giacche a vento, i maglioni (fuori fa freddo), gli zainetti, ... Insomma gente normale, come me. Solo mooolto più bravi, ma per il resto normali.


OK, perso il filo, torno in me: i media per tenersi aggiornato oggi non sono più quelli di una volta (lo so che qui vi viene voglia di dire D'ho! (cit.) ma è davvero parei).

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