mercoledì 7 giugno 2017

Il Mistero del Suono Senza Numero

Usato il titolo (del libro) per il titolo (del post) e messa l'immagine della copertina (del libro) come sottile messaggio subliminale per una roba che vorrei dirvi, importante e, vedrete, divertente e istruttiva.

L'ho letto; poi ci ho pensato su un po' e l'ho riletto. Ci sono ancora domande, questioni aperte, almeno per me. Peccato non essere più uno studente delle medie e poterne parlare con i compagni di classe, potrebbe anche servire per far colpo sulle ragazze: "se vuoi ti spiego perché certi numeri come la radice quadrata di 2 sono irrazionali, cioè non esprimibile con una frazione, rapporto tra due numeri, ratio come dicevano i latini. Certo anche π, pi-greco, di questo l'Autore non ne parla ma..." Uhmmm... forse sto esagerando, ma non è detto, vedi quella serie TV --com'è già che si chiama?--, sì quella là.

Torno al libro di Flavio Ubaldini, conosciuto nei social-cosi come Dioniso Dionisi. È un matematico (dai ci sono anche dei matematti normali, anzi  super, über  tosti). E poi suona il trombone nei concerti seri. Insomma rockz 🚀


Tempo fa raccontava delle sue ferie in giro per la Calabria alla ricerca di siti e reperti archeologici, seguiva il suo progetto segreto e misterioso (allora) riguardo Pitagora.

Siccome il consiglio è di leggere il libro vi dico solo che dentro ci trovate una storia d'amore contrastato, una storia di sport, intrighi polizieschi, politici e religiosi. Il tutto in meno di 120 pagine! Peccato quando finisce non si vorrebbe dover dire "di già? e adesso?".

Siccome Flavio è temerario ci mette dentro ben due dimostrazioni 😯
Ora si sa che ogni formula dimezza il numero dei lettori, la dimostrazione poi dovrebbe essere devastante, epidemica. Ma non in questo caso. La dimostrazione del Teorema di Pitagora è grafica, semplice (l'ho capita anch'io, CVD). Diversa quella sull'irrazionalità della radice di due, anzi sull'esistenza dei numeri irrazionali; quel tipo di numero che da il titolo al libro e avrà conseguenze tragiche sui componenti la Scuola (molto peggio di quando ti bocciano perché non sai la dimostrazione).

La Scuola è l'ambiente di tutto il romanzo, l'Autore ci riporta i dialoghi tra gli studenti e i prof (studenti diventati tali). Il metodo usato nella Scuola è particolare, dico subito che non lo condivido, leggete e ditemi voi cosa ne pensate.
Siccome leggerete il libro salto tutta la parte sulla mate della musica, roba tipo "ecco perché le corde della lira hanno quelle lunghezze, e poi parleremo di dove mettere le dita sul manico della chitarra, certo (lasciato come esercizio). Diverso per i tamburi, anche quello che da il titolo al blog (dopo che è stato riparato).
 Se la musica è il pane dell'anima... (cit. Pitagora non è interessato solo dalla musica, anzi è un introduzione alla Filosofia™ (il TM in realtà valeva solo ai tempi di Pitagora, "Filosofia" è una parola inventata da lui) e alla Fisica (che allora non si chiamava ancora così) e tutte quelle altre cose che si fanno a scuola.

Siccome Flavio è comprensivo e sa che il libro lo leggo anch'io l'argomento dell'irrazionalità (siamo già oltre pagina 90, la paura secondo la smorfia) lo introduce poco per volta, con dei numeri. E usa i numeri con la virgola, solo per noi a quell'epoca ancora non erano nati. È un  aiutino  aiutone per noi perché a pagina 97 (se il lotto si potesse estendere il numero potrebbe essere il panico) si entra nella dimostrazione; meno facile della precedente ma chiara, comprensibilissima (dai, l'ho capita anch'io (me)!).
Questa cosa l'ha  invisata  scoperta Ippaso, il mio personaggio preferito (sapete che ci sono dei prof più carismatici). Quando Ippaso la espone al Capo del Dipartimento e Rettore (Pitagora) questi reagisce in modo non previsto dal Dr. Ippaso. E qui iniziano i guai, leggete e saprete.

E poi? Ci sono cose che uno le pensa e per avere una risposta occorre temo, millenni a volte. Sempre che la risposta ci sia. E nel frattempo tante cose sono cambiate, la visione del mondo sarebbe irriconoscibile dai protagonisti del libro.
Ah! pensa te che invece la Scuola era aperta alle donne, cosa che invece per prestigiose Università è stata una svolta di tempi molto vicini a noi, chiedete ai fisici. E, ironia a vagonate qui, il primo programmatore di 'puters è stata Ada Lovelace; adesso le programmatrici sono un minoranza minima (si può dire vero?).
Se ci penso a quante cose di Pitagora sono giunte (e sono alla base della nostra cultura) mi gira la testa, non vale più παντα αριθμος εστι ma tante idee le abbiamo fatte nostre. Per fortuna è caduta la regola del segreto segretissimo di quello che i matematici dicevano; anzi niente più acusmatici (OK, rischio bufalari in certi ambienti, tele, giornali, social-cosi).

Nota
: chissà perché μ non viene visualizzata in neretto, come λ .
Forse che υπάρχει μια συνωμοσία εναντίον του! (ht a Google traduttore).

Intanto Dioniso dovrebbe giustificare l'affermazione di Ippaso sui cubi (pagina 84; uh! il numero della pagina è il doppio della Risposta, secondo Giacobbo non si può credere che sia un caso).

Ma sono considerazioni solo mie. Invece il messaggio importante del post è che il libro è da leggere. Assolutamente. Raccomandatissimo. Nèh!

4 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. L'Autore spoilera 👿
      OK, lui può 😎
      Ma il libro è anche altro 😊

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    2. È vero! Elimino il precedente e riformulo :-)

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  2. Grazie per la recensione!
    Ecco le risposte alle domande. :-)

    1. «Dioniso dovrebbe giustificare l'affermazione di Ippaso sui cubi.»

    La risposta è a pagina 134: “Il fatto che Ippaso possa avere avuto l’idea di generalizzare le ... e intuire ... (i puntini verranno colmati dalla lettura del libro :-) ) non è riportato da nessuna fonte ed è puro frutto della mia immaginazione.”

    2. (mandatami in privato) «La lunghezza delle corde per produrre le note giuste è eurekosa ma la lira (e il flauto) non c'erano già da sempre?

    Sì, infatti quelle regole erano già note. Ma si dice che lo fossero in modo empirico. Si conoscevano le regole pratiche ma esisteva una vera e propria teoria. Credo che la situazione fosse simile a quella di diversi secoli dopo che Gianni Zanarini descrive in Invenzioni a due voci - Dialoghi tra musica e scienza.
    “I liutai avevano scoperto la cosiddetta “regola del 18” e la utilizzavano abitualmente. Essa prescrive che ogni nuovo legaccio (corrispondente a un nuovo semitono) vada collocato al di sotto del precedente (verso il ponticello) a una distanza da esso pari a 1/ 18 della lunghezza della corda libera restante. Si tratta di una regola empirica, completamente indipendente dalle speculazioni teoriche sull’armonia universale: una regola che si fonda sull’esperienza, sulla fisicità dei suoni, sulla materialità delle corde vibranti, una regola che, per questo motivo, Vincenzio riabilita contro la metafisica del suo maestro.”

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