sabato 2 novembre 2013

Aritmetica dell'orologio

"dalle dieci e mezza del mattino fino alle cinque di notte"
Un sacco di tempo, ahemm... quante ore sono?


OK, vi racconto tutto.

L'altro giorno L***, d'ora in poi nonna L*** aveva da raccontarmi di quando è diventata nonna, non avete idea di quante cose siano successe quel giorno e quella notte. Telefonate, ansia, viaggi in ospedale, pranzo e cena preparati non come si dovrebbe ma come ci si riesce in quelle condizioni. Insomma una conferenza di quasi un'ora.

Io sono intervenuto solo per una cosa, interessava anche lei. E adesso provo a mettela giù, qui sul blog; e alla fine userò anche un modo di dire inusuale, di quelli che fanno vedere che c'è sotto una certa cultura matematica (ferrrmi! non è come sembra; e poi se non continuate non saprete mai il nome del piccolo Jacopo --oops!).

Allora quando cambia il giorno con le ore non viene a fare la meno.
A meno di usare una magia, come adesso vi faccio vedere.
Le cinque della notte che vengono dopo le dieci e mezza del mattino sono del giorno successivo. E allora se l'orologio fosse stato abbastanza grande invece di fermarsi a 12 andrebbe avanti con 13, 14, 15... intanto fino a 24 per le ore del pomeriggio-sera ma se fosse stato davvero grande più avanti ancora, 25, 26, 27...
Ah! 5 + 24 = 29 ore.
Sì, e così vedi che diventa tutto più facile; già che ci siamo consideriamo non le 10:30 ma le 11, otteniamo:
29 - 11 = 18 ore
poi ci ricordiamo che avevamo ancora mezz'ora e quindi fa 18 ore e mezza.
In realtà erano le cinque e dieci minuti; OK, allora aggiungiamo altri 10 minuti e fanno 18 ore e 40 minuti.

Certo che... E sì, ne capitano di cose in tutto quel tempo... Ma tutto bene, Jacopo pesava quasi tre kili, adesso è già cresciuto, sai... A loro piaceva quel nome lì; no, non sapevano se sarebbe stato un bambino o una bambina, anche le tutine sono tutte bianche...

Congratulazioni a tutti, nèh!
E, una cosa ancora: i matematici chiamano questi calcoli aritmetica modulare, in fondo non è difficile, anzi...

7 commenti:

  1. Benvenuto al mondo a Jacopo e auguri a famiglia e dintorni (a te in particolare).
    Anche io ho un nipote di nome Jacopo e il nome (secondo me) è molto bello.
    Molto bella è anche la matematica modulare e, aggiungerei.... utilissima in tante situazioni.
    PS:
    magari una foto di Jacopo, che dici?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Piccolo segreto: Ne Jacopo ne la sua nonna sanno del post. E sono solo amici, con uno dei due frequentavo le stessa scuola, nello scorso millennio.

      Elimina
    2. OPS!
      Però agli amici dello scorso millennio forse farebbe piacere sapere che un amico dello scorso millennio ha pubblicato un post sul loro Jacopo in questo millennio.

      Elimina
  2. Non so se il mio metodo possa rientrare nella "matematica modulare". In pratica procedo alla rovescia: tolgo dalle 24 ore del giorno quelle da non considerare (le prime 10 ore e mezza del primo giorno) ottenendo 13 e mezza, e aggiungo le 5 da considerare del secondo giorno.
    Congratulazioni alla misteriosa nonna (tranquilla, per una primipara non è poi un tempo così lungo...).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il tuo calcolo è esatto e equivalente a quello descritto nel post. Cioè conti le ore del giorno vecchio (24 - (10 + 1/2)) = 13 + 1/2) che aggiungi poi a quelle dei giorno nuovo (13 + 1/3 + 5 = 18 + 1/2) ma devi fare più conti. Immaginando l'orologio lungo mi sembra più semplice e devi fare solo una sottrazione (una meno). Che è poi la storia del prestito/riporto. Chissà come la pensano i tamburisti, verrebbe voglia di aprire un dibattito ("No! il dibattito no!" lo dico subito io (me)).

      Elimina
  3. Juhan, hai mai pensato a come si dicono le ore in piemontese? Dopo mezzanotte c'è mes bot, an bot, dui bot, tre bot, tre bot e mes... quatr'ure. Alle tre e mezza del mattino si passa dai "bot" alle "ure" ? whatdayathink, li' nella West Padagna?
    E auguri a Jacopo, ovviamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo. Tre ure = intervallo di tempo di tre ore ma le tre sono tre bot. Poi dal quat(tro) tutto come in 'taliano. Non so da dove viene e nemmeno se si usa in altre parlate.

      Elimina