venerdì 31 agosto 2012

Parole difficili

Ecco un'immagine presa da G+, purtroppo non ho segnato di chi è.
I diagrammi di Venn sono una phygata! Pare addirittura che piacciano anche a quelli che non piace la matematica. Dimmi te!


Allora il contenuto dei tre cerchi set insiemi è chiaro e lo diamo per scontato. Non così le zone di sovrapposizione, anzi parlerò di quelle.

E saltano fuori subito le difficoltà: non so le traduzioni in italiano e la Maestra (Rosy per esempio, la mia preferita) capace che te le segna sia con la matita rossa sia con quella blu (sapete, è sarda, chissà sa giova dire Forza Cagliari!?)

Allora primo attacco il traduttore di Google:
Nerd = secchione, OK.
Ma non conosce le altre! Maestra Rosy sia buona è difficile, davvero, dai! Di solito ce la mette tutta è volonteroso.

Ulima ratio blogum (bella questa vero?), l'Urban dictionary: be qui abbiamo tutto. Mi sta venendo un'idea, ma dopo che se no perdo il filo (ci ho tutto qui).
 
Dweeb:
A dorky or nerdy person. (una definizione ricorsiva, ma in fondo il vocabolario... (non divagare!)).
An awkward, ineffectual person; specifically connotes physical inadequacy.
This is actually an acronym for the phrase "dick with eyebrows," you dummmies. You are calling someone a walking penis. Ah, ecco. Però adesso chi la sente l'AD, che ha ragione: ci sono delle signore. E la Maestra Rosy (capace che mi manda dal Preside, Forza Cagliari!!!).

Geek:
The people you pick on in high school and wind up working for as an adult.
Not to be confused with Nerd. A geek does not have to be smart, a Geek is someone who is generaly not athletic, and enjoys Video Games; Comic Books; being on the internet, and etc.
The term "geek" originally referred to the carnival performers whose act consisted of biting the heads off chickens and eating glass. Over time it came to be applied to anyone who got paid to do work considered odd or bizarre by mainstream society.

Nerd:
One whose IQ exceeds his weight.
The person you will one day call "Boss".
Someone who enjoys learning and obtaining new information in general for it's own sake, often without discrimination to different areas of knowledge. The key to recognizing a nerd is if they are completely indifferent to the application of what they learn; they are not inherently inclined to use or not to use the information.

Dork:
Someone who has odd interests, and is often silly at times. A dork is also someone who can be themselves and not care what anyone thinks.
Someone who does things that are kinda silly and not neccessarily cool but always cute.
Poi ce ne sarebbe anche un'altra ma non voglio rischiare oltre; Signora Maestra ha visto che non è colpa mia?
Ecco a questo punto io personalmente ho le idee un po' confuse: sto da sempre tentando di raggiungere la qualifica di geek ma adesso mi sembra che sarebbe meglio quella di nerd. Che tra l'altro è quella usata nella blogosfera linuxiana italiana. Boh, ci penserò su e benvenuti consigli e suggerimenti.

Wikipedia al solito è altresì esaustiva, almeno in inglese. E, visto che abbiamo praticamente finito la cosa che mi era venuta in mente, ricordate? È nota a tutti credo l'avversione di Umberto Eco per Wiki però chissà cosa ne pensa di Urban Dictionary?

Poi, ditemi voi se questa non è pura serendipità, stamattina Marco twitta questa:


 lui sì che è un geek, cioè volevo dire nerd! O era geek? Adesso rileggo per bene il post poi vi dico (se del caso).

Prima che me ne dimentico: questo post era per Ponder Stibbons ma me l'ha ceduto volentieri (per un importo indisculso, ovvio). Grazie Ponder.

Le case termitaio.

Harran - Confine turco-siriano - agosto 1981.


Le chiamavano case termitaio queste di Harran, al confine tra Siria e Turchia, i magazzini per conservare i cereali prodotti in questa terra riarsa. Forse proprio qui è nata l'agricoltura 10.000 anni fa. Pareva un posto dove il tempo si ferma per sempre e nulla potrà mai arrivare a scuoterne l'aria pesante, il calore opprimente d'agosto. Eppure credo che in questo agosto, anche lì ci deve essere stato un movimento davvero tremendo, il caldo bruciante di quando sparano le mitraglie ed i lanciarazzi, il fuoco bianco che scioglie la carne e le coscienze.  La furia devastante degli uomini passa dappertutto e anche in passato è certamente passata di qui, ma poi, quando finisce la mattanza, gli eroi e i soldati spariscono e per quanta devastazione e morte abbiano prodotto, rimangono solo i contadini a mandare avanti il mondo per i millenni a venire.

giovedì 30 agosto 2012

Luna di agosto

Come qualcuno già sa, uno dei miei passatempi è la fotografia astronomica. Qui si parla tanto di Luna e di Blue Moon, e allora vi propongo un mosaico della Luna, lato est, ripresa la sera del 27 agosto, da Rivalta, presso Torino. Non sto a raccontarvi i dettagli tecnici, nel caso vi interessino ditemelo, non vorrei annoiare con i tecnicismi ;-)


Questo invece è un dettaglio della Valle delle Alpi, cioè la spaccatura che sta fra il Mare delle Piogge e il Mare del Freddo. Ai suoi lati, le Alpi lunari. In alto a sinistra è Platone, un bel cratere circolare.



L'alba: il Sole sorge sul cratere Gassendi. Alla destra, parte del grande Oceano delle Tempeste. Dedicato a Pierre Gassend, importante scienziato e filosofo del '600.


Bene, buona visione! E se blogger comprime troppo le immagini, chiedetemi pure gli originali, che sono un'altra cosa.


p.s.: Juhan dice che devo mettere qualche dettaglio. Il telescopio è un riflettore Schmidt-Cassegrain (SC) da 203 mm (8"), focale 2 metri, installato su una montatura equatoriale che compensa la rotazione terrestre e mantiene ferma l'inquadratura. La prima immagine è un mosaico di tre, fatte con riduttore di focale a circa 1200 mm. Le altre due sono acquisite aggiungendo una lente di barlow (moltiplicatore di focale 2,5x) per portarla a 5 metri. Il sensore è una camera monocromatica a CCD da 1 Mpixel, che genera filmati. I files AVI non compressi, di 1000 o 2000 frame, sono poi processati per scegliere i frame migliori ed allinearli; questo permette di ridurre di molto gli effetti della turbolenza, e ridurre il rumore elettronico del CCD. Quella sera ho acquisito circa 30 GB di filmati.
L'immagine grezza generata dal programma di elaborazione del filmato (Avistack2) viene poi riprocessata (Registax6) per aumentare il dettaglio (usando una elaborazione di tipo wavelet), ridurre il noise, correggere la gamma dinamica. Poi c'è solo da rifilare i bordi, ed è fatta.

Blue Moon

La cosa della Blue Moon per i nostri contadini pare non valga, non abbia alcuna importanza. Al di là dell'aneddotica "questo mese ha due lune" e finisce lì.

cosa non si riesce a fare con un filtro o con Photoshop!

Per il resto valgono le solite regole, le fasi. Ne ho parlato tante volte che non voglio ripetermi. Piuttosto visto che ieri sera se ne parlava, per via del TG, io ho fatto sfoggio di cultura dicendo dei calendari ebraico, cinese e arabo (in larga parte inventando) che sono basati sulla luna. Ho destato interesse e approvazione generale: "certo così si semplificano molto le cose, anche se...". Nooo, dai, i contadini sono gli stessi dappertutto.

Ripensandoci il calendario dei contadini ha tre date fisse (Natale, l'Assunta/Ferragosto e San Martino) e una mobile, la Pasqua legata alla luna, quella che comanda tutte le altre.

Comunque blu o meno oggi Nonna ha arruolato Carlo (l'ho scampata) a preparare una prös nell'orto: con la luna vecchia si può seminare. E se piove come ha detto la tele non c'è neanche bisogno di irrigare. Ma si deve aspettare fino a sabato. Almeno, anzi meglio lunedì.

mercoledì 29 agosto 2012

Torri e bollicine.

Bukhara - Uzbekistan - luglio 2002


Ma quando uno andava per giorni e giorni (a piedi) magari mesi nel deserto e poi arrivava a Bakkara, cosa poteva dire, se non rimanere senza fiato? Adesso puoi sempre ordinare una Coca Cola (lì non c'è ancora la tassa, per lo meno nel 2002).

Snow Crash

Snow Crash is Neal Stephenson's third novel, published in 1992. Like many of Stephenson's other novels it covers history, linguistics, anthropology, archaeology, religion, computer science, politics, cryptography, memetics, and philosophy.
Così comincia Wikipedia (come farei se non ci fosse la Wiki?) alla voce Snow Crash di Neal Stephenson, uno dei miei libri preferiti. E in quattro righe ci mette dodici link! Roba mai vista, ma merita.


OK, tento di rispettare un impegno preso tempo fa anche con Patrizia: parlare dei nostri libri. E Snow Crash è uno dei miei. L'ho letto in italiano appena uscito nel '95 da ShaKe, mitico editore cyberpunk.

Poi l'ho riletto quest'estate. Mi è piaciuto ma è invecchiato. O sono invecchiato io. O il mondo. Vediamo.

C'è tutto quello che dice Wiki e anche di più. A me piacciono moltissimissimo (dai è da tanto che non usavo questa parola) la Mafia convertita a impresa di consegna pizze a domicilio, l'ambiente ipertecnologico di Mr. Ng di Ng Security Industries e il Metaverso, una rappresentazione del Web prima del Web.

Ecco il Metaverso: è quello che mi ha convinto di meno nella mia recente rilettura. Perché è rappresentato come un videogioco, molto diverso da come è il Web, almeno la parte che frequento. Sì perché --confessione epocale qui-- io sono niubbo perso per i videogiochi, non li uso, non li conosco. Recentemente c'è stato il fenomeno degli Angry Birds, lo so, ne hanno parlato tutti ma con me non ha attaccato.


Mi capita spesso (uno dei vantaggi di viaggiare con i mezzi pubblici) di vedere i ragazzi giocare con i telefonini, mi incuriosisce ma non è da me: sono vecchio (forse l'ho già detto).

Neal ha il vizio di scrivere difficile, inventare neologismi, usare versioni dialettali (nel terzo volume del Ciclo Barocco, quello mai tradotto in italiano, c'è un capitolo in scozzese del '700). La traduttrice di Snow Crash, Paola Bertante, è stata brava, davvero. Però mi sta frullando l'idea di leggerlo in originale. Vuoi mettere trovarsi con i rat things al posto dei rattoni e i kongbucks al posto dei dollari di Hong Kong. I francesi hanno fatto diversamente, pensa te che lì il libro si chiama "Le Samouraï virtuel". Sì perché il protagonista è un samurai moderno, quasi un ninja.

Bella anche questa pagina sulle invenzioni del nostro.

Insomma, adesso (non subito ma tra un po') lo leggo in 'mericano. E consiglio a tutti di leggerlo. Anche perché Neal non era ancora esageratamente prolisso, 412 pagine nella versione 'taliana --troppe comunque, deve imparare a non divagare troppo. Senza arrivare ai livelli di Twitter, certo.

martedì 28 agosto 2012

Carne (de) cabra, ricetta canaria.



Domenica scorsa, “carne cabra”. Si tratta di una ricetta tipica canaria che piace molto a mio marito, approfitto per farla finché siamo in grado di gustarla, è un piatto per stomaci forti.

La prima volta, ricordo, lo assaggiammo una quindicina d'anni fa, nella tasca “El quinto jinete” (= il quinto cavaliere, immagino dell'Apocalisse) al Puerto de la Cruz. All'epoca era un posto malmesso, qualcuno lo chiamerebbe “úrfido”, con tavolacci e panche di legno, in cui la pulizia era un optional. I piatti, sbeccati, erano scompagnati, i bicchieri poco trasparenti, ma la curiosità ci vinse. Ora ho visto che hanno affisso una bella insegna, probabilmente hanno ristrutturato e “rincivilito” il posto, magari è diventato anche un posto alla moda, chissà...


Ma nel frattempo mi sono cimentata nel cucinare io, sulla base del ricordo di quelle tre-quattro volte in cui mangiammo lì quel piatto: in altri luoghi l'abbiam trovato simile ma non altrettanto buono.


Innanzi tutto, occorre procurarsi, ovviamente, la carne di capra: non di capretto, si badi, proprio l'animale adulto. Qui in Canarias, dove costituisce l'allevamento preferito, si trova facilmente. È in fondo il "sottoprodotto" della ricca e variata produzione di formaggi di latte caprino delle isole: ogni isola ha la sua specialità.




Nella fattispecie quella che ho cucinato questa volta doveva essere un animale sacrificato per vecchiaia ;-) , era piuttosto dura; comunque anche con una più tenera la cottura non deve essere mai inferiore alle 2-2 e ½ ore. Per tre persone ne occorre circa un chilo, è abbastanza ossuta (e le ossa sono molto diverse da quelle del coniglio o dei bovini). È bene lavare prima i pezzi e asciugarli, può esserci qualche scheggia o briciola d'osso residua dopo il taglio.


Si inizia con un bel trito di carota-sedano-cipolla e aglio: ho usato una grossa carota, una cipolla di misura media, due gambi di sedano e un bello spicchio d'aglio. Comunque le proporzioni sono a piacere.

Si fa rosolare il trito in una casseruola o padella sufficientemente profonda, con olio che copra tutto il fondo ma senza esagerare.
Una volta appassito bene il trito, si aggiunge la carne e si lascia rosolare.



A questo punto si aggiunge il “mojo picón”, salsa tipica canaria, fatta con comino, peperoncino piccante, aceto, olio, aglio... Ogni massaia ha la sua ricetta, io preferisco comprarla fatta in vasetti da diluire con olio, oppure come in questo caso aggiungerla senza diluizione. Per la dose di un chilo di carne ne ho usata 1/3 di vasetto.


Si aggiunge poi acqua a sufficienza da coprire la carne, e con tanta pazienza si lascia cuocere coperto a fuoco basso, controllando di tanto in tanto che non resti senza liquido. Verso la fine della cottura si aggiunge una manciata di olive nere (io le uso snocciolate) e si scopre perché la salsa si addensi.


Qui usa accompagnare la carne con patatine fritte a bastoncino, noi preferiamo patate bollite perché accompagnano meglio la salsa.

capre canarie!



lunedì 27 agosto 2012

Stacey


Questo è Stacey. Cioè ho appena deciso che si chiama così, non so se il nome sarà davvero questo, adesso vi spiego.

Fino a poco tempo fa i nomi erano decisi dalle tre figlie di Carlo. E i gatti in particolare erano tutti loro, loro si occupavano anche degli scambi, tutta una serie di relazioni diplomatiche che non vi dico. Poi, da questa primavera, le due più grandi sono andate a vivere per conto loro e vengono a trovarci solo qualche volta, sempre di corsa. E i gatti nuovi restano senza nomi e vengono indicati come quello nero, quello bianco e nero, quello rosso e nero e così via.

Provo a rimediare, cominciando da Stacey. Sì perché lui è speciale. Intanto guardate la foto e stupite. Ma poi c'è il suo comportamento caratteriale (urka che parola m'è uscita fuori!): entra dalla finestra nella stanza del 'puter e si mette a strusciarsi contro le gambe, facendo le fusa. A volte arriva perfino a controllare cosa c'è nella ciotola di Pico.
Ecco Pico proprio non lo sopporta! Ed è bravissimo a scoprire quando arriva, sembra profondamente addormentato ma improvvisamente emette un rrmmmh (non esattamente così, diciamo un preavviso di ringhìo, ancora neutro, ma che si sappia che può evolvere) e rizza la testa e le orecchie. A questo punto conviene aprire la porta e far uscire Stacey, dai la stanza non è sua.


Uh! il nome: Nero non funziona e poi Nero(ne) ha una fama pessima, come Ahab di Moby Dick (da-da-da-yadda-da, l'ho letto!), Zorro, no per quanto dico dopo, Black... ecco, fuochino. C'è Blake, dubbio che derivi da black ma ci 'somiglia. E di lì il passo a Stacey è immediato, via Science after sunclipse  (che una volta era molto più sexy).

Naturalmente per ovvi motivi farò finta che si scriva Stesi, sapete la cultura west-padanica.


E, va da se, il post è dedicato a Zorro (e anche a Niki, dai!), questo qui

domenica 26 agosto 2012

La trincia del mais

In questi giorni grandi lavori, grande rumore e Bernard che urla più del solito (incredibile ma è così). È in pieno svolgimento la raccolta del mais trinciato per l'alimentazione dell'impianto bioenergetico, ormai a pieno regime. I nostri si sono quasi abituati a lavorare assieme, ci sono scazzi ma meno di una volta e le accuse di incapace, scemo, cretino e buono a nulla sono nella norma, diciamo con una frequenza dell'ordine del quarto d'ora.

il risultato di ieri, si comincia a vedere il panorama

Questa mattina si è iniziato alle 8, la foto è di mezz'ora dopo. Si vedono i quattro trattori con i rimorchi che trasportano il trinciato. Un altro operatore lavora nell'impianto a curare i mucchi. Ah! nell'impianto c'è anche una donna (sì, anche loro) addetta alla pesa (fanno i turni tra le mogli che sanno).


Si intravedono anche Pero e Pico, restiamo lontani per via di Bernard


Alle 10 si cambia campo, questo, l'Autin Lunc (l'alteno lungo, sì prima della guerra c'erano le viti) sono tre ettari abbondanti.

partecipa anche Heidi (che qualcuno chiama Piccola come quella di prima)

Alle 11:30 è quasi finito. Ma si continua da un'altra parte. E domani anche.



sabato 25 agosto 2012

CATurDOG - 3


Eccoci di nuovo al CATurDOG. 
Per chi si fosse perso la nascita di questo giorno speciale: siamo partiti dal festeggiare come altri blog  il Caturday (di sabato, ovviamente) ma la motivata e giusta protesta dei cani del Tamburo (Pico, Pero e Gaspode) ci ha convinti a istituire l'unico e solo CATurDOG (non occorre spiegare l'etimologia, vero?).



il gatto più lungo del mondo?

























Visto che sono state apprezzate foto anche di altri animali, vi propongo queste:


tenero bacio

I gatti sono dei profittatori!


Vi presento un interessante caso di mimetismo:

se mi spoglio del collare non mi vedete più!


venerdì 24 agosto 2012

Il vecchio e il nuovo




Uomini, potete saltare a piè pari questo post!  andate a farvi un giro...

Sto parlando, molto prosaicamente, di forni a microonde (qui non si possono chiamare così, non capiscono, occorre chiamarli “microondas”, il concetto che tutto sommato siano piccoli forni sfugge alla mentalità canaria – o spagnola?).

Qualche giorno fa mi sono confidata con gli amici di Facebook sulla “morte” causa rottura della molla di chiusura del precedente fornetto (noi in famiglia invece lo chiamiamo così, per distinguerlo dal forno-forno). Raccontavo, con grande stupore di tutti, che aveva 13 anni di vita.
Be', non era vero: ho cercato nella raccolta di ”libri di casa” in cui segno le spese giornaliere, e ho scoperto che l'abbiamo comprato, al prezzo di circa 40.000 pesetas, pari agli attuali 240 €, il 5 dicembre del 1997, ossia aveva 14 anni e mezzo abbondanti...
Speriamo che il nuovo sia altrettanto valido, magari mi sopravviverà!

poverino, non si chiude più...

Un rapido raffronto tra i due: il primo aveva la potenza massima di 900 W e il grill, con possibilità di combinarlo con le varie potenze.
I comandi erano meccanici con manopole girevoli, la luce interna stava accesa finché era in funzione, si spegneva al momento di aprire lo sportello a fine cottura, a meno che fosse un'apertura intermedia. Nel richiudere lo sportello riprendeva la cottura dal punto in cui si era fermato.
per esempio, ammorbidire le zucchine per svuotarle
Per poter accendere la luce al di fuori del programma di cottura (per esempio per la pulizia) ero solita, a sportello aperto, regolare il timer sui 2-3 minuti che mi occorrevano.
Per cuocere le verdure (funzione principale cui lo adibivo) ero costretta ad aprire ogni tanto lo sportello per far sfogare il vapore.
Il piatto girevole aveva il diametro di 32 cm., misura non facile da trovare, ma poiché mi ero organizzata con contenitori di vetro capienti, per non dover cambiare tutta la batteria ho dovuto cercare il nuovo con le stesse dimensioni.
Insomma, gli volevo bene (l'ho già detto che, dandomi tempo a sufficienza, mi affeziono a qualunque persona o cosa?).


Siamo però riusciti a trovare un valido sostituto! Al prezzo di 119,90 € (la metà!!!) ha queste caratteristiche:
  • potenza massima 850 W
  • grill combinabile con le varie potenze (non ancora provato)
  • comandi elettronici – vantaggio: possibilità di puntare il timer con precisione di 10 in 10 secondi, svantaggio: maggior delicatezza e possibilità di avaria
  • piatto girevole di 32 cm. uguale identico a quell'altro! (che infatti ho conservato come eventuale sostituto) solo meno spesso e quindi più leggero
  • 2 supporti per grigliare, di diverse altezze
  • un bel piatto girevole GRANDE! featuring: melanzane con pomodoro e basilico 
  • piatto “crisp” per dorare (non ancora provato)
  • la luce si accende all'aprire lo sportello, sia a cottura ultimata sia nelle aperture intermedie: dopo una di queste occorre premere nuovamente il tasto di avvio, ma il timer mantiene la memoria del tempo residuo
  • ha varie fessure per lo sfogo del vapore, non occorrono aperture intermedie dello sportello (per ora, finché non imparo i nuovi tempi occorrenti, attivo il timer in più riprese)
  • il suono d'avviso di fine cottura è quadruplo (biit-biit-biit-biit invece di ding) e viene ripetuto dopo un po' finché non si apra lo sportello o si prema il tasto di annullamento/fine
gli sfoghi per l'aria - il poggiapentole di inox non fa parte del fornetto, è Ikea, serve anche  a impedire che si appoggi qualcosa direttamente sugli sfoghi superiori

Insomma, ne sono proprio contenta, ora si tratta solo di vedere quanto durerà...



Cosa non si trova su Twitter


Intanto una cosa devo dirla subito, un disclaimer: a me Twitter piace.
Lo uso da tempo, seguo un centinaio di twittatori e sono seguito da altrettanti, non necessariamente gli stessi.
Se fossi scrupoloso controllerei chi mi segue, a volte capita gente davvero interessante. Ma poi finirei per avere troppi tweets da controllare e mi perderei. Sì sono un pasticcione.

Con il tempo riesci a selezionare un mix dove c'è l'utile e il dilettevole, anche per un pasticcione come me. Per esempio questa mattina ho trovato questo


che mi piace per un paio di motivi. Oltre al fatto che Curiosity la considero una mia amica personale, una robottina cui sono affezionato una che da parecchie soddisfazioni: ne ha fatta di strada!

Allora:
  • usa il sistema metrico decimale;
  • corregge i propri errori, senza accampare scuse;
  • è padrona del proprio linguaggio.
Ecco, sulla padronanza del linguaggio prendete yestersol: il giorno (day) di Marte si chiama sol e allora ieri (yesterday) diventa yestersol, ovvio. Proprio come Bruna che ha lanciato il caturdog.

Salto la sezione geek linuxiani e non (trovi il nostro Paopasc e GLF, per dire) e vi presento Giulia, Iaia, Maghetta


Iaia è vulcanica! In questi giorni si trova a Torino dove ha trovato il fidanzato, quello con lei nella foto. Io spero che lui riesca a trattenerla, un acquisto di qualità per la città (vista la rima?).

 

Poi ti trovi anche i soliti furbetti, questa viene da una segnalazione di fare attenzione ma la cosa non cambia.
E per voi furbetti: geolocalizzate! Perché una che si chiami Patricia Feeney a Torino è improbabile, andrebbe molto meglio Patrizia Pautasso o, Rosso (sì i Rossi locali da noi sono al singolare, spesso).