Non ricordo più da dove sono partita per tirare fuori questo post, perchè a me capita così, leggo una parola o vedo un'immagine e la mia mente parte e va a fare i suoi viaggi, i suoi ragionamenti, le sue teorie e poi torna, ma il più delle volte torna con solo la metà o addirittura un quarto di tutto quello cha ha raccolto in giro...non so se è solo distrazione o qualcosa di più serio, ma preferisco non farmi domande: anche perchè tanto dimenticherei le risposte!!
Bando ad inutili diquisizioni, ed ai soggetti di post futuri: oggi vorrei parlare dei NONNI.
Chi come me ha avuto la fortuna di conoscere i propri nonni sa che enorme preziosità siano!
Ho dei ricordi tenerissimi legati a loro, tranne che per mia nonna materna, (la nonna Marianna) la quale era molto e gravemente malata ed io troppo piccola per capire cosa succedeva, ma a compensare questi tristi ricordi ci sono quelli gioiosi legati a mio nonno materno (il nonno Luigi), il quale veniva tutte le domeniche a pranzo, e ci portava sempre le caramelle mou ed il Fruttolo (non so se esattamente quello o qualcosa di simile: qualche annetto da allora è passato!).
Se mi concentro bene posso ancora sentire l'odore del suo dopobarba e ricordarmi la sua magrezza, il suo volto scavato, il suo sorriso sotto i baffi e gli occhiali di metallo dorato che non nascondevano i suoi occhi gioiosi ed il suo dolcissimo modo di diminuire il mio nome: ELA mi chiamava, e dopo di lui nessun atro. Di lui ricordo anche la sua gatta siamese: una gatta più selvatica di quella GIURO non l'ho mai vista!
Purtroppo anche lui se n'è andato troppo presto, mentre noi piccoli eravamo al mare dagli altri nonni.
I nonni paterni vivevano in Sicilia, e noi invece a Torino, quindi potevamo solo sentirli al telefono di tanto in tanto e vederli una volta all'anno nel mese di agosto.
Mi ricordo il nonno (Nele, diminuitivo di Emanuele) come un signore magro ed alto, sempre vestito con completi di giacca e pantaloni grigi, i capelli mossi pettinati all'indietro intrisi di "Brillantina". Un vero amante degli oggetti antichi, un po' per passione ed un po' per lavoro, per questo infatti la sua casa ne era piena.
Ho l'immagine di me seduta sulle sue ginocchia per fare il "cavallino". Mi ricordo i lunghi discorsi che faceva con mio padre, seduti sul balcone su quelle sedie sdraio fatte di tubicini di gomma intrecciati, in una lingua che per me era incomprensibile, ma che poi col tempo ho imparato a capire ed apprezzare.
Poi purtroppo, come è ovvio che sia, se n'è andato anche lui, ed ho stampato nella mente, come fosse ieri, l'immagine del suo corpo immobile adagiato su di un letto in salotto: non so se è un'usanza del sud, ma intorno a lui, che era posto in centro alla stanza, c'erano tante persone: vicini di casa, parenti ed amici, seduti su sedie che non appartenevano a quella casa, anzi, a volte qualcuno arrivava con la sua sedia, porgeva le condoglianze e si trovava un posticino dove sedersi e stare in silenzio oppure piangere oppure pregare.
Io ero piccola, forse non esageratamente, ma non avevo più di 10 anni e ricordo di essermi seduta molto vicina a lui e di essermi quasi messa a ridere per la situazione irreale che stavo vivendo: sia chiaro, non perchè non fossi dispiaciuta che mio nonno fosse morto, questo era ovvio, ma non mi sembrava vera quella situazione!
Poi la cosa che ancora oggi ricordo di quel giorno con un retrogusto un pò amaro è stato un commento di qualche mio parente riferito alla signora TAL DE' TALI, la quale piangeva disperata non perchè fosse dispiaciuta per il nonno ma perchè MISCHINA (meschina n.d.r.) era appena stata lasciata dal marito!
Poi c'era lei, la nonna (Concetta) una donnina piccola di statura ma cicciottella, con un pochino di gobba, i capelli crespi, il rumore del passo trascinato con ai piedi le ciabatte di panno ed il volto sempre sorridente. Aveva sempre lo smalto rosso sulle unghie ed il rossetto, a volte vermiglio a volte marrone, ma ce l'aveva sempre, appena sveglia la mattina, dopo la toeletta si passava sempre quello che lei chiamava "colorito" sulle labbra, e le guance poi erano sempre truccate di rosa, "perchè" diceva "una signorina deve sempre essere in ordine" e mi sgridava quando per pigrizia non pettinavo i capelli!
Di lei, forse perchè è stata quella che ha vissuto di più, e che quindi ho potuto vedere anche in età un più adulta, ho dei ricordi divertentissimi: mi ricordo che abbracciandola io ed i miei fratelli più piccoli le dicevamo "nonna fatti toccare la gobba che mi porti fortuna" per poi scappare con lei che ci rincorreva, o che perlomeno cercava di rincorrerci, perchè tra che aveva le gambe appesantite e che rideva non riusciva mai a prenderci!!!
Oppure quando il medico le aveva vietato i fritti e le si faceva passare da me le melanzane impanate e se le metteva in mezzo al pane che teneva sulle gambe facendo finta di nulla e poi mi faceva l'occhiolino.
L'ho vista per l'ultima volta quando avevo 22/23 anni, durante un viaggio lungo un solo fine settimana intrapreso con mia madre apposta per andarla a trovare, ho potuto così passarle ancora per l'ultima volta di nascosto una melanzana fritta e prenderla in giro per la gobba.
Ancora oggi, quando ci penso mi manca! Quando qualche anno fa, in occasione del mio matrimonio sono andata in Sicilia per portare gli inviti ai vari parenti, ho sentito il vuoto che c'era nella sua vecchia casa che era rimasta identica a come la ricordavo e nonostante fosse abitata dalle mie due zie...
Dopo i miei quattro nonni naturali sono stata adottata poi da una coppia di amici di mia madre, nonché padrino e madrina di una mia sorella: tra noi non c'era nessun legame di sangue, ma li ho vissuti come dei veri e propri nonni.
Arnaldo e Pina si chiamavano, erano una coppia straordinaria! Per farvi capire io li ho in mente come fosse ieri, e quando penso a loro mi ricordo di due signori che vestivano e parlavano esattamente come negli anni '60: avete presente il film "Ritorno al futuro"? Ecco mi sembrava che fossero stati scaraventati negli anni '90 ma direttamente dagli anni '60. Entrambi avevano un particolarissimo timbro di voce. Lui era un omone alto e grosso, e lei aveva un adorabile accento napoletano.
Erano stupendi i pomeriggi passati nella loro casa nel centro di Torino, arredata ovviamente anni '60.
Lui era un ex deportato di un lager nazista e quindi mi raccontava di molte delle sue avventure e di come quell'esperienza non gli desse tregua, tanto da non lasciargli dormire sonni sereni. Amava leggere e la buona musica. Passioni che cercava d'infondermi in maniera gentile: tengo ancora gelosamente (soprattutto al riparo dagli attacchi a tradimento dei miei tre cuccioli, pelosi e non) un'edizione, naturalmente originale degli anni '60 di una raccolta di Hemingway con dedica di Arnaldo a me: "Alla cara e simpatica Emanuela, appassionata cultrice di buone letture. Con affetto. Arnaldo - Natale 1991".
Lei amava il caffè, gli abiti e chiacchierare! Quanto chiacchierava! Era un'ex segretaria, sì, proprio quelle classiche segretarie che si vedono nei film anni '60 che schiacciano mille bottoni per passare le telefonate, ecco proprio così!
Con loro ho passato anche la mia prima vacanza da sola. Una settimana in montagna: ricordo con vero piacere le lunghe passeggiate per andare in paese, raccogliendo more e mangiando mirtilli enormi!
Non eravamo parenti, me per me erano parte integrante della mia vita!
In seguito, parecchi anni dopo, sono stata adottata ancora da latri nonni: quelli materni di mio marito, nonna Antonia e nonno Pippo.
Due nonnini sardi.
Adorabile lei per la sue dolcezza ed il suo prodigarsi sempre per gli altri e divertentissimo lui col suo caratteraccio e le sue frasi "colorite" in dialetto!
A detta di mio marito, che ancora oggi ne parla con gli occhi illuminati di gioia ed un velo di tristezza, la sua nonna era l'unica "
vera donna" al mondo; quando vuole prendermi in giro mi dice "non ci sono più le donne di una volta come la mia nonnina, lei si che sapeva cucinare, lavare, stare dietro a tutto con ineccepibile perfezione! Si dava persino il bianco in casa da sola!"
Forse mio marito esagera, però in effetti per come mi parlano di lei altre persone e per quel poco che l'ho conosciuta, posso dire che era proprio una donna, anzi, una nonna Speciale!
Il nonno era un vero personaggio, ad ottant'anni suonati si faceva rispettare da chiunque, non si teneva dentro nulla: come si dice...
non le mandava a dire!
Era sdentatello e quindi masticava in modo particolare, tanto che faceva muovere persino il naso. Mia figlia si divertiva un mondo ad imitarlo!
Era divertentissimo, ed a suo modo affettuoso soprattutto verso i ...oh mamma come si dice??? Bisnipoti????
Ci ha lasciati da pochi mesi, e la mia bimba, quando vede una stella dice che è nonno Pippo, che ci guarda da lassù!
In ultimo, ma ovviamente non per importanza, vorrei parlare dei nonni dei miei due piccini. I miei genitori, nonna Rosa e nonno Nino ed i genitori di mio marito nonna Pina e nonno Carmelo.
Tutti e quattro molto diversi fra loro, vuoi un po' per trascorsi di vita vissuta, vuoi un po' per educazione, vuoi un po' per età e vuoi molto per carattere, ma tutti e quattro coccolano e viziano i miei bimbi a più non posso; tanto che loro, come è naturale che sia, li adorano.
La più grandina coglie le particolarità di ognuno e si diverte ad imitarne il tono della parlata o a ripetere le frasi che sente dire loro più spesso. Il più piccolo invece, essendo ancora troppo piccolo per dire frasi compiute si limita a chiamare tutti "nonnu" facendo ovviamente e letteralmente sciogliere dall'emozione il nonno di turno!
E' una lotta ogni volta che andiamo a trovare i nonni: nessuno dei due piccoli vuole mai andarsene!
Spero proprio che anche i miei figli possano, tra
MOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI ripensare ai loro nonni proprio come io sto facendo ora con i miei, ricordando i momenti più belli e vivendo con l'esperienza e le passioni che essi gli hanno trasmesso; ma che per ora possano ancora godere
MOOOOOOOOOOOLTISSIMI ANNI del bene e dell'amore che solo un nonno è capace di dare!
Chissà se io e mio marito (sempre tra molti anni) avremo la fortuna di diventare nonni per poter a nostra volta trasmette la nostra esperienza di vita e le nostre passioni anche ai nostri nipotini e per poter, tra le altre cose, raccontare loro di quando nonna Manu Cinci scriveva su di un blog.......