giovedì 3 aprile 2014

Resoconto - 1


La scorsa settimana abbiamo fatto un brevissimo viaggetto a Lanzarote, avevo promesso a Juhan un resoconto, lo posto qui per tutti.

Dato l'incarico di badare al micio ad un'amica, siamo partiti con uno dei bimotori ad elica della compagnia aerea locale, che copre tutti i voli interinsulari più il collegamento con il Marocco e in genere la costa africana.



Per la prima volta (ho volato pochissimo con aerei ad elica) mi sono accorta del curioso effetto per cui in volo l'elica che ad occhio nudo non si vede perché gira vorticosamente nelle foto appare ferma: evidentemente il tempo di scatto dell'otturatore è brevissimo.

In questa foto si nota  che stiamo sorvolando laggiù Fuerteventura.



Ed eccoci arrivati a destinazione!

(Questo è il Terminal 2, dedicato ai voli interinsulari, pensavamo fosse l'unico come al Hierro, solo al momento di ripartire ci siamo accorti dell'errore, quando ci siamo ritrovati nel Terminal 1, con voli  a tutta Europa... per fortuna i due terminal distano pochi metri l'uno dall'altro!).


Ci ha accolto un vento notevole, che purtroppo ci ha accompagnato per tutto il tempo... Non sono riuscita a rimanere pettinata neppure un nanosecondo in tutto il tempo, dovessi mai ritornare a Lanzarote mi rapo a zero prima!

Presa in affitto un'auto (non costano mica quanto in Italia, qui per due giorni e due ore abbiamo avuto una Corsa con aria condizionata per 75 €) ci siamo diretti all'albergo. Era ancora troppo presto per avere la camera a disposizione, per cui abbiam fatto il giro delle zone comuni.



piscina in stile "manriquiano", copiato poi dappertutto
Appena avuta la camera siamo ripartiti per i nostri giri turistici.
Lanzarote è la patria del grande architetto  César Manrique, per cui la nostra intenzione era visitare soprattutto i luoghi "manriquiani". 


Per prima cosa abbiamo visitato los Jameos del Agua con la Casa de los Volcanes. Los "jameos" (termine canario specifico di Lanzarote) sono aperture che si formano spontaneamente lungo una galleria  sotterranea creata dal vulcano (tubo vulcanico): una parte del soffitto sprofonda (collassa), lasciando aperta una zona generalmente tondeggiante, a volte sul fondo si forma uno specchio d'acqua. 
Manrique approfittò di questo fenomeno naturale per creare una zona turistica lungo una parte del tubo vulcanico del Corona (una lunga parte resta impraticabile, protendendosi verso l'oceano, sotto il livello dell'acqua).
Immagine tratta da LA ERUPCIÓN Y EL TUBO VOLCÁNICO DEL VOLCÁN CORONA (LANZAROTE, ISLAS CANARIAS) - AA.VV.
ibidem
Alcune vedute:

all'ingresso questa grotta, il riflesso di luce proviene da un jameo, giù in fondo
grande jameo
vecchio fico: ne deve aver passate di avventure, per quante ne possa avere un albero...
la piscina  creata nel jameo grande (proibito bagnarsi!)
una curiosità: una palma cresce su un lastrone di pietra
 Dalla Casa de los Volcanes
Da questo prospetto si nota che Lanzarote, Tenerife e La Palma hanno avuto attività vulcanica abbastanza recentemente (il vulcano Teneguía della Palma è nato nel 1971!). Noto che non è stato tuttora segnato il vulcano sottomarino del Hierro (2011) di cui ho parlato in vari post.



 Poi siamo andati a visitare la Cueva de los Verdes, ma le foto scattate lì non valgono la pena, troppa gente ammassata, troppo buio, le pareti dei cunicoli assomigliano alle pareti di qualunque altra grotta sotterranea... semmai quel che si nota è la mancanza della tipica umidità delle grotte, infatti non si formano neppure stalattiti e stalagmiti.

Siamo tornati all'albergo facendo un lungo giro che ci ha permesso di vedere l'isola de La Graciosa, purtroppo il sole al tramonto, la polvere sollevata dal vento e le riprese da dentro l'auto  hanno reso le foto per nulla nitide. (sì, lo so, molta colpa delle mie brutte foto ce l'ho io, che sono un'incapace!)

la Graciosa







Abbiamo visto che il paesaggio è abbastanza monotono.

Spazia dalle colline brulle dei coni vulcanici  a campi ancor più brulli e riarsi, apparentemente incapaci di supportare la vita vegetale. Invece, incredibilmente, qui si produce un ottimo vino, batate dolcissime, mais, cipolle...

Il sistema di coltivazione consiste nel ricoprire la terra con "picón" fino, ovvero pietruzze di lava, spesso nerastra, che mantengono l'umidità e procurano anche i microelementi necessari al nutrimento delle piante. Inoltre, ogni orto o campo viene protetto dal vento da barriere di ogni tipo: qui con pallets di legno,


altrove con muretti di pietra: famose sono le vigne lanzarotegne, con un muretto spesso semicircolare a difesa della vigna mantenuta cortissima, mentre  i pochi alberi da frutto, spesso fichi, vengono protetti con i muri ad altezza d'uomo.

vigna
vigna



La maggior parte delle foto del paesaggio sono state fatte per forza di cose stando ben chiusi in auto, dato il gran vento...

Col ritorno in albergo, fine della prima giornata e della prima puntata del resoconto.

(segue)




3 commenti:

  1. Bravissimissima!
    Noi del Tamburo abbiamo esploratori (Bruna, Enrico, Ponder) che ci raccontano dei posti che altrimenti il resto di noi manco saprebbe che ci sono. Poi, certo, c'è quella che una volta era la Padagna.

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  2. E che bello viaggiare, almeno con la fantasia e questi racconti ci aiutano a farlo.
    Grazie Bruna.

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  3. Accidenti che voglia di venire da quelle parti!

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