domenica 25 maggio 2014

Bibì, Bibò, il Capitano e il signor Bonaventura


Una dritta di Gianluigi Filippelli, uno tosto, il professore di fisica che tutti vorrebbero, precario --ettipareva!
Ma è anche un grande esperto di comics, sapeste cosa fanno i fisici, mica passano tutto il loro tempo a cercare bosoni, rincorrere neutrini, illuminare particelle WIMP e sbrogliare stringhe!

OK, GLF segnala un post di Corrierino e Giornalino, questo qui.


La blogger di questo blog non ci dice niente di lei, peccato. Tiene aggiornato anche un indice su Tumblr. Brava.

Bibì e Bibò, quante ne combinano, dall'inizio del '900! Piacevano molto a mio papà, la sua mamma gli leggeva sempre il Corrierino, quando erano piccoli, lui e i suoi fratelli. Chissà cosa direbbe se potessi fargli vedere questa pagina oggi? Beh, vediamola noi.


Papà quando ero piccolo si lamentava che il Corrierino (e il Giornalino, più affidabile, dei preti) non erano più la stessa cosa, mancava la cosa più importante, quella fondamentale, l'unica che pagasse: la filastrocca a rime baciate. Come nell'esempio riportato.

E pensare che Bibì e Bibò sono stati il primo comic ad avere il baloon, la nuvoletta il fumetto. Lo dice la Wiki (come faremmo senza la Wiki? (auto-cit.)).

A dire tutta la verità il preferito di papà era il signor Bonaventura. Che era italiano, più vicino a noi culturalmente. E alla fine veniva premiato per le sue buone azioni mentre i due discolacci finti americani ma tedeschi erano davvero due pesti.

Il signor Bonaventura? Ce l'ho, ecco un sito dedicato al suo autore, Sergio Tofano e una tavola dei tempi di papà.

Qui comincia l'avventura
*oops* sono in ritardo, devo andare a votare!


2 commenti:

  1. Ma hai solo alcuni anni meno di me, non mi dire che non ti è capitato di adocchiare il signor Bonaventura ("qui comincia l'avventura del signor Bonaventura...") o anche sor Pampurio dall'estrosa inconfondibile pettinatura...
    Mio padre, fonte inesauribile di aneddoti e storielle, mi raccontava che ai suoi tempi c'erano le avventure in versi di un ragazzino che cercava inutilmente di disfarsi in qualche modo di un orrendo fantoccio che gli avevano regalato. Ne ricordo solo pochi versi. Notare l'onomatopea iniziale, la scena si svolge in un cinema, con il proiettore dal forte fruscìo: il ragazzino incautamente passa davanti allo schermo delatandosi.
    "Frin frin frin la bella Estella
    dal fatal castel s'invola
    ....
    È inseguita in palischermo,
    in velivolo, in biroccio,
    quando appare sullo schermo
    un fanciul con un fantoccio.
    È Pierino che furtivo
    il suo pupo andò a depor..."

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    1. Di quando ero piccolo sentivo solo le sue citazioni (simili alla tua) ma non credo di aver mai visto le tavole. Poi, quando già lavoravo, ho trovato una raccolta rilegata su una bancarella (incredibile!), comprata, regalata e andata persa. Vero che ne parlava anche Linus, p.es. la pagina su Sto è di Oreste Del Buono. Quando sarò vecchio e avrò più tempo libero potrei raccontare di questi "amici" mai conosciuti di persona, come OdB.

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