martedì 20 gennaio 2015

Alla fine


Finito ormai l'anno 2014, possiamo tirare le somme di quello che è passato su queste pagine (o meglio schermi). Il Tamburo ha acquistato nuovi collaboratori, di cui però alcuni sono solo virtuali, perché a tutt'oggi non hanno pubblicato nulla. Speriamo per il futuro.

Malgrado ciò, nell'anno 2014 abbiamo pubblicato una notevole quantità di post, 608  sebbene nel 2013 abbiamo fatto di più (687). Il calo in gran parte è dovuto ai mille impegni dei nostri collaboratori giovyni, autentiche stelle del blog! e in parte anche alla mia scarsa partecipazione, dovuta a motivi di lavoro, familiari e di salute. 
Comunque siamo soddisfatti.

In quest'anno abbiamo assistito insieme a molte fini, di personaggi noti e meno noti. C'è da dire che molti di loro sono morti piuttosto vecchi, solo alcuni erano decisamente troppo giovani (Robin Williams, Faletti, Mango...)
Alcuni mi mancheranno, per un motivo o per l'altro li apprezzavo, di altri non sentirò la mancanza ma umanamente mi spiace come sempre quando muore qualcuno, chiunque sia.
(l'unico che fa eccezione è Ariel Sharon, principale responsabile, con le sue gratuite provocazioni, della Seconda Intifada che tante morti ha lasciato)


Un'altra fine che da qualche tempo occupa saltuariamente i miei pensieri è la mia propria fine: fino a pochi mesi fa mi sentivo quasi eterna, ora inizio a rendermi conto che la mia fine personale non è molto lontana, anche se continuo a fare progetti per il futuro!


Mi sono resa conto che, da qualunque parte io guardi, nella mia famiglia sono al massimo al terzo posto in ordine di anzianità: nel caso considerassi solo i parenti più stretti (fratelli e cugini primi) sono al secondo posto dopo mio fratello; se volessi includere i parenti meno stretti, dovrei aggiungere la cugina 98enne di mia madre, o quella di mio padre, ultime tracce della generazione precedente alla mia!

C'è di buono che non ho paura della fine (spero solo non avvenga in un incidente d'auto, oltretutto così antiestetico). Non ho paura non perché creda nell'aldilà, ma perché la morte è solo una fase attraverso cui tutti devono passare:  essendo inevitabile automaticamente perde drammaticità...
Ci disperiamo forse quando il sole sparisce con il tramonto? no, sappiamo che è naturale e ce lo aspettiamo fin da quando abbiamo il primo barlume di intelletto. Direte che dopo il tramonto e la notte ritorna il sole: già, ma con un giorno diverso, così come dopo la morte di tanti, la vita prosegue con nuovi esseri. (Anch'io tornerò a vivere attraverso nuovi esseri, le mie ceneri verranno sparse sul mio terreno e contribuiranno a nutrire le piante, anzi trattandosi di me è più che probabile che nasceranno perfide erbacce!  ;-) )


Come segnalato dal buon Pietro Vanessi:
"Per l’occidentale contemporaneo, anche quando gode di buona salute, il pensiero della morte costituisce una sorta di rumore di fondo che si insinua nel suo cervello man mano che progetti e desideri vanno sfumando. Con l’andar del tempo, la presenza di tale rumore si fa sempre più invadente; la si può paragonare a un brusio sordo, talvolta accompagnato da uno schianto. In altri tempi, il rumore di fondo era costituito dall’attesa del regno del Signore; oggi è costituito dall’attesa della morte. Così è."
(tratto da "Le particelle elementari" di Michel Houellebecq) 

E poi, cos'è esattamente la vita?


Ricordate:


Siete autorizzati a toccare scaramanticamente quello che vi pare, legno, ferro o ...







Credits: quasi tutte le illustrazioni del post provengono dalla pagina Facebook La Morte Nasona di Pietro Vanessi.


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