giovedì 1 gennaio 2015

Junge Pute

No, non pensate male, il titolo può far pensare per assonanza a tutt'altro... in realtà, si tratta di una povera tacchinetta (junge Pute, appunto) che ha raggiunto i suoi antenati innanzi tempo (mi sento una Eroda).

L'  avevo promesso e lo faccio, vi descrivo pedissequamente la mia ricetta della tacchina ripiena.

Poiché oggi avevo tutta l'intenzione di gustarmi il Concerto di Capodanno da Vienna dall'inizio alla fine, come poi ho fatto, ho iniziato la preparazione ieri pomeriggio.
Qui vedete gli ingredienti.

die junge Pute, 3,2 Kg





Le castagne sono di produzione propria, congelate a suo tempo e fatte sgelare a temperatura ambiente. Avrebbero potuto essere più grandi, ma fra le piacevolezze del 2014 c'è stato anche il furto di castagne, con -orrore!- battitura con un palo per farle cadere (io invece ho sempre trattato con gentilezza i miei castagni);  anche la produzione di  marron glacé  ne ha risentito.



Ho tritato insieme una bella manciata di salvia (risultata poi, anche con una aggiunta successiva, un po' scarsa rispetto al risultato voluto, ma dipende dai gusti) insieme a uno spicchietto d'aglio (entrambi gli ingredienti di produzione propria).

A questo trito ho aggiunto circa 800 grammi di luganega (qui si chiama longaniza), senza salare perché la salsiccia è già abbastanza salata.









Ho poi aggiunto alcuni pezzi di castagne e ho farcito la tacchinetta, cui purtroppo avevano tolto troppa pelle intorno alle aperture per cui ho potuto farcire poco. Ricordate che nel tacchino oltre al ventre si riempie anche la zona intorno al collo.



Ho poi fissato le aperture con stecchini, ho bucherellato con un altro stecchino le parti più grasse dell'animale (si riconoscono gli accumuli biancastri), ho condito con un po' d'olio e ho salato la superficie.



Poi in forno a 190º fino a metà cottura (un'ora abbondante).







La mattina dopo, oggi, in tempo per potermi piazzare davanti alla TV alle 10,15, ho tolto una parte della gelatina formatasi nella teglia e l'ho usata per ripassare al fuoco i broccoli (produzione propria) già mezzo cotti al vapore.





Alle 10,15 ho riattaccato il forno, sui 180º.

Durante l'intervallo del concerto, mentre trasmettevano il documentario, ho aggiunto nella teglia le patate preventivamente preparate, le castagne intere  e un po' di salvia (sempre le nostre),  tre grossi spicchi d'aglio e il fegato. Ho salato un po' queste aggiunte, ho bagnato bene la tacchina con il suo sugo, e di nuovo al forno, a 200º.



Son dovuta tornare ogni tanto a controllare l'andamento, ad un certo punto ho tolto il calore dall'alto lasciando solo quello dal basso, e ho poi spento il forno lasciando l'arrosto in caldo.



Finito il concerto ho tagliato una parte del tacchino e del suo ripieno (non posseggo un piatto da portata sufficientemente grande per tutta quella roba, e poi è più comodo anche se meno scenografico portare in tavola i pezzi già tagliati), ho aggiunto le patate ecc.  e a parte ho preparato i broccoli e alcuni pezzi di mela -rigorosamente renetta- cotti pochi minuti al microonde e schiacciati grossolanamente con la forchetta (hanno ragione i popoli anglosassoni, col tacchino sta benissimo un frutto dal sapore agrodolce).




Abbiamo accompagnato il pasto con un Alea del 2009, Rioja del Marques de Griñon, dal gusto "rotondo" ed equilibrato (vedo che lo dice nell'etichetta, ma è anche il giudizio che ne avevo dato io).

Dopo di che ci siamo limitati ad una fettina di Pan de Cadiz (dolce a base di marzapane) rinunciando al ricco piatto di frutta tutta di produzione propria: arance, mandarini, pompelmi, mele golden e renette, l'ultima pera autunnale e kiwi...

Nel pomeriggio la mia spalla malmessa mi ha fatto scontare tutto quel sollevare la pesantissima teglia... ma ne è valsa la pena, ho accontentato il desiderio di mio marito.



Vi chiedete cosa faremo di tuuutto quel tacchino avanzato? be', lo divideremo in varie porzioni e lo congeleremo: il ripieno, con un po' di sughetto, è ottimo così com'è, mentre il petto per esempio, fatto a fette, può essere utilizzato in varie preparazioni, preferibilmente con un sugo perché, per dirla con Obelix, è stoppaccioso.
Vi chiederete anche perché insisto sempre sulla "produzione propria": a parte il fatto che è una delle poche soddisfazioni della vita, che ripaga delle fatiche affrontate, c'è da dire che ci pare più festa se siamo circondati dalle nostre creature...anche quelle mangerecce!

(credo che il prossimo anno ritorneremo a un pasto più sobrio, non abbiamo più sessant'anni! ;) )






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