sabato 3 gennaio 2015

Lingue

Ogni tanto capita di doversi confrontare con chi è difficile da capire. Non sto parlando dei padagni duri e puri (sia "mai stato leghista, mi"  che "nella Lega da sempre, da prima del Senatur, mi"): quelli c'è poco da capire. E non ne vale la pena.
Sono tutti gli altri, guarda qui:


Bella vero? Considera anche quelli che di solito passano per dialetti. Anche quelli moribondi (a Torino il piemontese lo parlano (a volte) solo quelli che hanno più di trent'anni). Volendo poi si possono suddividere ancora le zone, un vecchio torinese capirebbe subito che io sono dalle parti di Carmagnola (kwasy, ma la lingua è quella, cioè lo era). Per contro quasi capisco parlate mai praticate, prendi l'occitano.
Poi, sì, ci si aggiusta (non sopravvalutare Google Translator, nèh!), con un po' di buona volontà --ungherese, finlandese, gallese et al. esclusi, portate passiensa ma dai! Se poi si esce dall'Europa (non salvin-grillescamente parlando) le cose peggiorano, assay.

Oggi ontehtoobz salta fuori questo: What Language Will the World Speak In 2115?
OK, forse è troppo inglese-centrico. O no?
Recentemente ho fatto un test (minimo, lo so ma è quello che posso fare): ho fatto un post che proponeva la stessa cosa in francese e inglese, questo: Il Programmatore e la Bestia.
Ecco i click che ha scatenato (pochi ma buoni):
20 21 22 23
19  9  -  2
 2  2  -  2
i numeri della prima riga sono i giorni di dicembre; indovinate qual è l'inglese e quale il francese.
Il mio amico Walter adesso dovrà imparare da zero il tedesco di Basel (che mica è come quello della Angela, anzi extracomunitario): Walter ist mutig oder leichtsinnig (traduzione di Google, chissà se i basi--quelli lì capirebbero).

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