martedì 19 gennaio 2016
Open day
In questi giorni vari giornalisti -padri o madri- stanno scrivendo pubblicamente le loro riflessioni su quanto emerso dall'open day nella scuola dove iscriveranno il proprio figlio.
Per chi non è nell'ambiente scolastico o non ha o non ha più figli in età scolare: dicesi open day una giornata (in genere la domenica) in cui il dirigente scolastico e gli insegnanti accolgono nella loro scuola i genitori dei potenziali alunni dell'anno successivo, interessati a informarsi sull'Offerta Formativa della scuola stessa.
Una volta, sia quando ero io studentessa, sia quando lo sono stati i miei figli, sia negli anni in cui ho lavorato nella Scuola come amministrativa, gli insegnanti seguivano per l'insegnamento i programmi ministeriali, abbastanza dettagliati pur dando una certa libertà al docente.
Ora invece si concordano, da parte del Collegio Docente e del Dirigente, i Piani dell'Offerta Formativa, in gergo POF, che possono (potevano per meglio dire, come spiego poi) essere anche abbastanza diversi da una scuola all'altra. Dal prossimo anno scolastico invece, per volere del Ministero, tutte le scuole, a seconda del loro ordine -primaria, secondaria o superiore- dovranno aderire a un piano triennale elaborato sì dal Collegio Docenti, ma secondo una falsariga già impostata dal Ministero, cioè un modello unico e uniforme. Insomma, si ritorna ai programmi ministeriali, gira e rigira...
In pratica, quindi, per l'accesso alle scuole primaria (ex Elementari) e secondaria di primo grado (ex Medie) ci sarà poco da scegliere. Anzi, ai miei tempi (vedi sopra) non si poteva neppure scegliere, era obbligatorio inviare i figli nella scuola spettante per zona.
Per la scuola superiore o secondaria di secondo grado (non so se esista ancora questa dicitura) ovviamente le cose sono diverse, perché esistono vari indirizzi di studio, un tempo abbastanza ben definiti, ora già un po' "misti", con materie che tradizionalmente riguardavano altri indirizzi (per esempio lingue, informatica...)
A maggior ragione quindi è importante informarsi bene su quali saranno le materie di studio, per quante ore si impartiranno, quali siano le risorse formative (es. laboratori) eccetera.
Per questo, per quanto ne so io, gli istituti superiori offrono diversi open day durante l'anno, e anche accolgono in orario di lezione a turno scolaresche di terza media, cioè le più interessate a scegliere un indirizzo di studio (anche se, con le frammistioni avvenute, ora è più facile passare da un indirizzo di studio a un altro, nel caso ci si pentisse strada facendo).
Tutto ciò ovviamente comporta un carico di lavoro e un impegno orario extra per i docenti.
I commentatori sono concordi nel condannare (e mi sembra giusto!) il fatto che le ore di religione previste dal POF nelle scuole di grado inferiore siano anche il doppio delle ore previste per la lingua straniera (!) tra l'altro senza offrire un'alternativa ai discenti che non volessero seguire l'insegnamento religioso (finora, ma non so fino a quando, è facoltativo, pur facendo "media" nella valutazione degli scrutini).
Eppure, nessuno, neppure quelli che manifestano in piazza per l'ingiustizia del lavoro domenicale (straordinario oppure a turno al posto di ore infrasettimanali) dei commessi di supermercati e negozi, ha anche solo suggerito timidamente che uguale ingiustizia la subiscono parecchi docenti, cui viene sottratto il riposo settimanale... e senza neppure avere un corrispettivo economico o almeno un riconoscimento da parte dell'opinione pubblica del lavoro svolto sia nell'elaborare il POF sia nel ricevere i genitori per l'open day.
Signori, provate a immaginare di essere un impiegato di banca, e dover ricevere in ufficio, ogni qualche settimana, un gruppo di bambini cui dovete spiegare -mentre a malapena vengono tenuti a bada da un loro insegnante- qual è il lavoro che state svolgendo, e nel frattempo cercare anche di svolgerlo (tutte le ore di visita delle classi di terza media vengono rubate all'insegnamento, poi qualcuno si lamenterà perché il programma a fine anno non è stato svolto bene e completamente...).
O potete provare a immaginare come sarebbe questa situazione mentre svolgete il vostro lavoro (elettrauto? gelataio? panettiere? bibliotecario? dentista? commercialista? commesso di supermercato?): non la considerereste uno stress insopportabile? soprattutto se ogni anno doveste cambiare le modalità di svolgimento del vostro lavoro...
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