domenica 22 gennaio 2017

Serve la traduzione?

Juhan  mi chiama in causa per la traduzione di un vecchio trafiletto giornalistico trovato in un tweet, questo:


La traduzione è alquanto intuitiva, comunque eccola:

"UN CONSIGLIERE ALLEGGERÍ UNA SESSIONE MUNICIPALE PER VEDERE "HEIDI"
Las Palmas, 18 (non dice il mese). Il giornale "La Provincia" pubblica un curioso aneddoto, avvenuto durante una sessione plenaria di un Comune (che non viene citato, ma uno vale l'altro, vi assicuro) dell'isola di Gran Canaria. Pare che gli argomenti dell'ordine del giorno abbiano provocato delle discussioni che prolungarono più del solito la Riunione Plenaria, ed erano già le due e un quarto del pomeriggio quando uno dei consiglieri disse "Signori, vediamo se riusciamo a finire presto, ché il programma di "Heidi" inizia alle due e mezza". La  Riunione Plenaria  si concluse esattamente alle due e venticinque."

Il trafiletto secondo chi l'ha twittato è del 1976 e sicuramente sarà così, perché anche in Spagna come in Italia il programma si emise in quegli anni.
Il fatto in sé non mi ha stupito affatto, anche negli anni '90 quando venni per la prima volta in Canarias mi colpirono la flemma e il carattere pacioso dei Canari, un vero relax per chi come me proveniva dalla Lombardia...
Vedete, ora non è più così purtroppo perché i giovani hanno appreso il comportamento degli altri europei e  in generale abitanti del mondo occidentale, ma all'epoca veniva ancora apprezzato lo stile di vita cosiddetto "a misura d'uomo", quello in cui si dava il giusto spazio, senza fretta assurda, anche al piacere, ai rapporti interpersonali, alla vita di relazione.

Vi faccio alcuni esempi.

Ancora oggi la pausa caffé di metà mattina viene detta "desayuno" ovvero colazione (corrisponde alla parola inglese breakfast ovvero rompidigiuno). In realtà la vera rottura del ayuno avviene ovviamente prima (in Canarias spesso con gofio e latte) presumo quando uno si alza, ma il nome stesso usato al posto della nostra pausa caffè già indica prima di tutto un diritto irrinunciabile (quale datore di lavoro negherebbe al lavoratore il sostentamento minimo?), in secondo luogo indica anche che lo scopo di tale pausa è mangiare, non buttar giù in fretta un po' di caffeina...


E infatti, per lo meno per quanto riguarda i servizi pubblici o assimilati, ma anche i commessi dei grandi supermercati ecc., la "pausa" è di almeno mezz'ora quando non sfiora l'ora, insomma il tempo necessario e ampiamente sufficiente per mangiarsi un paninazzo e la bibita per mandarlo giù: chi desayuna al bar può prendere un cortado, un barraquito, un café, un refresco (bibita analcolica) ecc. oltre al bocadillo, mentre chi mangia sul lavoro, magari seduto a bordo strada come le cuadrillas di stradini, dovrà accontentarsi di quello che si porta da casa...
Con il tempo abbiamo imparato e ora non telefoniamo né ci presentiamo in alcun ufficio pubblico o privato tra le 10,15 e le 11.
Ovviamente questo si ripercuote poi sullo spostamento in avanti dell'ora di pranzo (almuerzo) che in genere avviene dopo le due del pomeriggio, spesso verso le tre. Di conseguenza anche la cena è spostata. Se andate in un ristorante alle 18 o 19 troverete solo inglesi e tedeschi, se andate verso le 20 gli italiani, ma per trovare i canari dovete andare non prima delle 21 o 22...

Un'altra cosa che a suo tempo ci colpì gradevolmente era l'abitudine di guidare in modo rilassato, senza fretta: l'apprezzammo particolarmente da pedoni perché c'era l'abitudine di fermarsi alle strisce pedonali, perfino prima che manifestassimo l'intenzione di attraversare! (anzi, ci capitò di attraversare anche senza averne avuto l'intenzione, solo per non dare una delusione al gentile automobilista). Sì, era perfino imbarazzante, non ti potevi avvicinare per caso al bordo del marciapiede senza che un'auto si fermasse... Ora no,  non provateci ad attraversare senza quasi guardare, state attenti perché i giovani non si comportano più così, anche se non ai livelli degli automobilisti italiani, che non danno la precedenza ai pedoni neppure ai semafori (personalmente, ho rischiato più volte la vita, ricordo una volta in cui ero sulle strisce pedonali insieme a mia suocera e sua sorella, entrambe anziane, e l'automobilista che frenò di botto a pochi centimetri da noi ebbe anche da ridire...).

Sempre per quanto riguarda la guida, qui c'è l'usanza di non fare troppo i precisini per quanto riguarda la precedenza a chi sale in una strada: se è più agevole fermarsi per chi sale, lo farà, lasciando il passo a chi scende,. Lo stesso vale per quanto riguarda la precedenza di chi procede diritto, nei confronti di chi sta aspettando per girare a sinistra: spesso chi ha la precedenza la cede all'altro, avvisandolo con il semplice azionare la freccia a sinistra... È buona norma ringraziare, anche solo alzando un poco la mano, anche solo le dita, dal volante.

E nessuno, almeno fino a pochi anni fa, se la prende con chi ferma l'auto in mezzo alla strada per farsi dare il boleto della ONCE (detto anche los ciegos) prima o poi lo fanno tutti, quindi perché arrabbiarsi? oggi a te domani a me... Perfino, una volta, l'autista della guagua  su cui ero si fermó, scese, comprò il boleto e ripartimmo, senza che nessuno trovasse da ridire.




2 commenti:

  1. Quando ero giovane, fine dello scorso millennio, avevo sentito raccontare da erasmusine la differenza tra l'Università delle Canarie (tipo che avevi tempo di andare in spiaggia prima di lezione) e quella di Barcellona (no, anche se il mare c'è anche lì).
    Ma anche da noi (anni '80) in Sicilia in treno chiedo al capostazione se faccio in tempo ad andare a bere alla fontanella e quello mi risponde "vai, senza di te non si riparte"

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    1. Sì, decisamente un altro mondo... anche se però ora, con le generazioni dai venticinque-trent'anni in giù, sta cambiando: innanzi tutto manca un'educazione di base: la dittatura di Franco ha avuto, come tutte le dittature, molti aspetti terribili, però ha insegnato agli spagnoli dell'epoca la disciplina, che è arrivata fino alla generazione successiva. Con il boom economico qui in Canarias (dagli anni '80 fino alla crisi) dovuto al turismo, i giovani sono stati abituati dai genitori ad avere tutto e subito, per cui mal sopportano la situazione attuale, inoltre si sono formati più che altro sulle "americanate" e "europeate" dei film, della TV, dei comics ecc. per cui sono impazienti, maleducati, pretenziosi (e piuttosto ignoranti). Ovviamente parlo in generale, ci sono persone stupende anche tra i giovani così come ci sono adulti e anziani che meglio perderli che trovarli... insomma, come in Italia!

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