domenica 3 febbraio 2013

Un chimico

È una cosa che volevo fare da tempo. E l'iniziativa di Bruna, organizzare il Carnevale della Chimica me ne dà l'occasione.
Uno dei miei autori preferiti è Primo Levi. Non solo quello che racconta gli avvenimenti tragici che gli sono capitati, certo anche quelli che tutti conoscono, si legge a scuola (credo anche dopo la Gelmini).



Io ho cominciato a leggerlo molto presto: quando ancora usava lo pseudonimo Damiano Malabaila avevo fatto una tesina (allora si diceva ricerca) sulle sue Storie Naturali. Questo ai tempi della maturità, roba di fine anni '60.

Allora lavorava come chimico in una ditta torinese. Poi ha smesso, è diventato scrittore a tempo pieno, e sono usciti tanti capolavori, non si può non ricordare Il Sistema Periodico, se non l'avete letto siete fortunati: correte subito in libreria o in biblioteca (ma meglio in libreria per queste cose).
Mi era venuta l'idea di raccontarvi dell'atomo di carbonio ma non voglio anticiparvi il piacere di leggerlo. Come tutti gli altri del resto.

Uno delle cose che rendono Primo (posso chiamarlo così, vero?) molto torinese è la sua visione del lavoro:
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.
Questa frase è presa da La Chiave a Stella. In cui c'è un racconto di cui volevo scrivere perché mi ci vedo specchiato. Purtroppo la mia biblioteca è un po' troppo frequentata: mi ci ritrovo dentro roba tipo Bluemoon, Liala e la Kinsella ma manca quello che cerco. Qualcuno se lo è autoprestato?

Ho un'alternativa, ancora più personale:

Non è il periodo migliore per farci la foto, lo so.

Questa lapide si trova ai margini del Parco del valentino, dirimpetto alla Facoltà di Chimica citata da Primo in diversi sui racconti. Questa:


Parla anche di una misteriosa torre su Corso Massimo, probabilmente questa


anche se la targa del portone parla di Medicina e Farmacia. Ma sulla parallela Via Giuria c'è Chimica


Poi, giustamente, la vita continua:

sul muro di Fisica

1 commento:

  1. Sempre amato Levi, mio nonno e mio papà sono stati chimici, e Levi mi ricorda molto il nonno. La SIVA, la fabbrica di vernici di cui racconta nel Sistema Periodico, era a Settimo Torinese, da cui provengo - oltre il Borgo Nuovo, a destra prima del cavalcavia dell'autostrada. Ancora ben visibile negli anni '70, oggi non ci sono più fabbrica e cavalcavia.
    Per cui lo sento molto vicino, e ho sempre condiviso profondamente il sentimento di amore per il proprio lavoro, specie se ben fatto. Sentimenti dispersi, temo, in questo tempo buio, in cui conta di più lo spostare capitali che il saper lavorare, con le mani, la mente e il cuore.

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