sabato 7 marzo 2015

Un racconto di un terremoto

Pensa te! A volte quando si dice la combinazione (cumbinassiun).
O è serendipity (serendipità, serendipitipiti dove vai? dell'Orietta).


Adesso mi spiego. Ho una lista lunga così di post che dovrei scrivere e a volte lo faccio anche. Ma resta molto da fare. Per esempio domenica passata è passato di qui un parente che ha raccontato cose molto interessanti su tanto, roba da scriverci un romanzo.
Durante il caffè (ecco perché questo pezzo l'ho sentito) è andato in onda il capitolo Il Pauroso, anzi Terrificante Terremoto del Cile.
Che --ammetto-- dev'essere un'esperienza ma voi immaginatevi come poi lo racconta un indigeno locale di qui di una certa età (maggiore della mia).
Per chi indigeno locale di qui non lo è immaginatevi esclamazioni, scuotimento di mani, voce sempre più alta e parecchie considerazioni tipo "Ma fare grattacieli (io preferisco chiamarli torri ma pare sono il solo) in una zona così? Da matti! Oggià!!!".

Ma non farò mai quel post. Perché (serendipity?) oggi ho trovato questo post, un altro che si trovava sul posto e lo racconta come vorrei essere capace di fare io. Trovate tutto qui: Terremoto, telecomunicazioni, persone (3 parti).


Chissà se e come Guido gesticola e modula la voce quando scrive. In ogni caso a me piace.
Ma non disperate, del sig. Antonio, quello di domenica, ho un'altra storia da raccontare. Prossimamente. Forse.
Invece, stante che sono (tendenzialmente) buono, non metto il video di Orietta Berti. Anche se perdo un'occasione unica. 

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