martedì 4 settembre 2012

Cerchiamo la vita


Non so nulla o quasi di chimica, di fisica, per non parlare di matematica, però credo di poter rappresentare il parere del cittadino medio, diciamo la “casalinga di Voghera” ® ...
Sono per natura scettica, alcuni dicono pessimista, in realtà sono solo realista, ovvero non mi lascio portare eccessivamente da rosee e immotivate speranze.

In questi tempi (grazie anche a molti blogger) si sta parlando della ripresa alla grande della ricerca di vita extraterrestre, il cui interesse nel pubblico è stato rinfocolato dal recente ammartaggio del Curiosity.
Infatti uno degli scopi principali dell'invio di sonde, orbiter, lander, rover su Marte (e oltre) è la ricerca della vita.

Nel nostro intimo (di tutti gli uomini) c'è questo dubbio o speranza che non siamo soli nell'Universo, che in uno degli innumerevoli pianeti esistenti anche solo nella nostra galassia ci sia, ci debba essere una qualche forma di vita. Quanto più si prova a immaginare la sconfinata vastità di ciò che ci circonda, tanto più ci sentiamo soli se non ci sorregge questo dubbio..
Ma solo nel trascorso secolo XX si è potuto iniziare a sperare che l'umanità possa un giorno raggiungere la certezza assoluta di questa esistenza.



Temo però che nella maggior parte delle menti umane le parole “vita intelligente aliena” si identifichino con i famosi e famigerati “omini verdi” della fantascienza! complice “A princess of Mars” un libro che compie ora cent'anni, pubblicato con uno pseudonimo da Edgar Rice Burroughs (*), in cui venivano descritti così gli abitanti di Marte. Comunque è diffusa in tutta la fantascienza e nell'immaginario collettivo l'aspettativa di alieni umanoidi (lo stesso ET!).


A quanto pare, molti danno per scontato che un'eventuale vita aliena sia basata su una chimica organica del carbonio: e se l'esobiologia fosse fondata su altri elementi, che so, silicio o addirittura (per quanto improbabile) un elemento ancora sconosciuto a noi e non prevedibile sulla base della Tavola Periodica degli Elementi? E la presenza di acqua, è un presupposto indispensabile? Consiglio questa lettura.


Di fatto almeno una volta è parso che effettivamente ci fosse vita (e intelligente!) là fuori. È notorio l'episodio del segnale soprannominato WOW! (dalla nota a margine dello scienziato che vide in una serie di segnali un pattern che avrebbe potuto indicare un invio voluto di un messaggio): l'episodio risale al 1977, proprio in questi giorni ho letto che nel 35º anniversario di WOW! qualcuno ha “risposto” dalla Terra per mezzo di tweet (!) collettivi, dallo stesso radiotelescopio di Arecibo da cui già si inviò un famoso messaggio nel 1974.

il messaggio sulla placca d'oro
Ma non è certo il primo invio allo spazio di un nostro messaggio, nella speranza che “qualcuno” lo intercetti e interpreti, già in passato: il citato messaggio di Arecibo, l'anteriore placca d'oro a bordo del Pioner 10, lanciato nel 1972 e in viaggio al di fuori del sistema solare dal 1983...


Non so se questi messaggi possano in qualche modo essere interpretati da una eventuale intelligenza extraterrestre...Magari io avrei inviato anche una raffigurazione grafica della sequenza di Fibonacci, dal momento che pare faccia parte dell'architettura di tutto l'universo conosciuto...



Ecco, qui interviene il mio (squallido?) realismo. Non credo assolutamente che sia possibile, non certo in questo secolo e neppure forse nel prossimo, arrivare a intercambiare con altri esseri intelligenti dell'universo anche solo un saluto.

Mi spiego.
È molto probabile, diciamo che rasenta la certezza, il fatto che in altri innumerevoli mondi lontani a piacere si sia sviluppata una qualche forma di vita, innumerevoli forme di vita.
È pure abbastanza probabile che di queste forme di vita molte si siano sviluppate al livello almeno della nostra tecnologia.
Che poi alcune di queste forme di vita intelligenti possano essersi evolute in tempi tali da permetterci di osservarne almeno i segnali “fossili”, già qui scaliamo molto l'ordine di probabilità.

L'uomo esiste da tanto poco tempo, in termini assoluti, e finirà tra tanto poco tempo da poter essere considerato non più di un lampo istantaneo nel tempo e nello spazio (infiniti o no che essi siano). Altre eventuali civiltà sarebbero o sarebbero state altrettanti lampi.

Le probabilità che possiamo ricevere un qualche segnale, il cui lancio sarà stato sicuramente molto, molto remoto nel tempo, con apparecchiature che sia pure sempre più sofisticate non è detto riescano a cogliere tutte le lunghezze d'onda possibili, sono abbastanza infime.
Se poi vogliamo ammettere che si riesca effettivamente a ricevere un “segnale WOW!” non ipotetico, che si riesca ad interpretarlo (o anche no) e che si riesca a trasmettere (verso quale porzione di spazio? possiamo determinare la zona di origine, visto che l'universo non è certo statico?) una risposta come quella tentata con Twitter, quasi sicuramente non si potrà mai avere la certezza che ci sia tuttora “qualcuno” là fuori a riceverla... (un buon esempio è il già citato messaggio di Arecibo, che pur essendo un primo invio, non una risposta, richiederà 25.000 anni solo per giungere a destinazione: l'uomo esisterà ancora sulla Terra? la Terra stessa, esisterà ancora?).
Per tutto quanto esposto sopra, penso che il SETI, lungi dall'essere un progetto inutile come potrebbe apparire dalle mie parole (qualunque ricerca scientifica è utile se batte sentieri nuovi!) ha però poche possibilità di raggiungere il suo specifico obiettivo: trovare vita intelligente extraterrestre.




Molto più fondata e destinata al successo è invece la ricerca di vita, presente o passata, in senso lato. Anzi, forse si potrebbe trovare vita “terrestre” su qualche pianeta del sistema solare. Qualcuno ipotizza che forme di vita terrestre molto semplici, resistenti a temperature estreme, alla mancanza di ossigeno, alle radiazioni esterne all'atmosfera terrestre, possano essere arrivate fortunosamente per esempio su Marte, sospinte dai venti solari.

E non solo forme di vita semplici quali i batteri, addirittura un gruppo di scienziati svedesi ha inviato nello spazio in qualità di passeggeri di una sonda dell'ESA (ma soprattutto studiato al loro ritorno, vivi) animali pluricellulari dalle straordinarie caratteristiche: si tratta dei tardigradi, resistenti a temperature e pressioni estreme, nonché alle radiazioni cosmiche, che il mancanza d'acqua si essiccano in una “criptobiosi” con possibilità di ripristinare tutte le funzioni vitali quando le condizioni cambino favorevolmente. Mi è caro a questo proposito il ricordo del mio professore di zoologia , il grande prof. Giuseppe Scortecci, che era un appassionato studioso di questi metazoi.

batteri da Marte?

(Vero è che, al contrario, si è anche ipotizzato, sulla base di uno studio di un meteorite datato 4,5 miliardi di anni fa, in cui è parso di vedere batteri fossili, che sia stata invece la Terra a ricevere dallo spazio la vita...)



A parte queste ipotesi di trasferimento diretto di vita terrestre, fatta salva anche qui l'obiezione sul tipo di chimica organica cui ci si potrebbe confrontare, credo personalmente che potrei perfino io vivere a sufficienza per vedere una prima dimostrazione che su Marte ci sia stata in qualche momento (o ci sia tuttora!) vita, nel senso di molecole organiche formanti cellule in grado di riprodurre se stesse. Per quanto riguarda i pianeti al di fuori del nostro sistema solare, sia pure all'interno della nostra galassia, temo che i tempi siano un pochino più lunghi, forse neppure i miei figli potranno vedere quel momento...

(*) autore del più celebre”Tarzan delle scimmie” e di numerosi romanzi ambientati su mondi alieni (Marte, Venere...) una specie di Pratchett con il suo Mondo Disco, insomma, siamo nel nostro elemento, eh, Juhan?


Questo post partecipa all' Edizione Unificata dei Carnevali Scientifici  di Settembre presso Scientificando, di Annarita Ruberto



2 commenti:

  1. Mmmhhh... mumble mumble.
    Mi sa che, forse, poi, prossimamente...
    Ma non prometto niente, nèh!

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  2. Bruna, non mi sembra che tu sia particolarmente scettica, anzi. Hai fatto un buon riassunto dello stato attuale delle ricerche di vita extraterrestre.
    Credo che la probabilità di scambio di spore fra la Terra e Marte sia, su miliardi di anni, piuttosto alta. E anch'io non mi stupirei poi troppo se (finalmente) si trovasse qualcosa su Marte. Vedremo... Marte è vasto, 150 milioni di km2, come tutti i continenti terrestri messi assieme. Hai voglia ad esplorare.

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