venerdì 7 settembre 2012

Marziani su e giù per i Canali


Approfondisco un argomento accennato da Bruna in Cerchiamo la vita.

Oggi ha interesse solo storico ma c'è stato un periodo in cui l'esistenza dei marziani, l'equivalente dei terrestri (ahemm, noi) per il Pianeta Rosso era presa in seria considerazione da tanti, anzi c'era chi aveva le prove. Poi si è visto che, ahimè, non era vero ma c'è rimasto un fondo culturale, diciamo marziani per dire extraterrestri e la fantascienza ci marcia.

Non voglio trattare delle fantasie letterarie, a partire da Luciano di Samosata via via sino ai nostri giorni. E ci sarebbero anche le religioni: per i Mormoni anche il Sole è abitato, presumibilmente da altri mormoni. Oggi vorrei rimanere entro la storia della scienza ufficiale, riservandomi in futuro di raccontare qualcosa di qualcuno di questi illusi.


Il primo personaggio che vi voglio presentare è Giovanni Schiaparelli, (1835-1910). Astronomo all'osservatorio di Brera iniziò nel 1877 lo studio di Marte, individuando una serie di linee scure che ricoprono il pianeta. E variano con il tempo, hanno un andamento stagionale (marziano). Troppo piccole e deboli per essere fotografate (mica c'erano le diavolerie che usa il nostro Marco allora!) ma le cartografa e pubblica.


Da notare l'aspetto razionale della rete, i canali non s'intersecano tra loro ma confluiscono in punti particolari. Hanno diritto a nomi, ricavati dalla mitologia classica, diventeranno definitivi.
Successivamente scopre un ulteriore aspetto, interessantissimo: i canali principali a primavera si sdoppiano rimanendo paralleli, la geminazione. Ma allora è chiaro: l'acqua che si scioglie dalle calotte polari scorre e alimenta la vegetazione prima lungo l'asse del canale per poi espandersi.


Possiamo così passare a Percival Lowell,  (1855 - 1916). È meno rigoroso di Schiaparelli ma ha diversi vantaggi: è fratello del presidente della Harvard University, proviene da una famiglia ricca di Boston. Subisce l'influenza di pseudoscienze occulte e di divulgatori à la Giacobbo come Camille Flammarion (non erano ancora di moda divulgatori seri come Piero Angela o scienziati capaci di raccontare anche a noi quello che fanno, per esempio Carl Sagan, Neil deGrasse Tyson, Amedeo Balbi e Marco Delmastro per citarne alcuni)  e finisce per fondare l'osservatorio Lowell di Flagstaff in Arizona. Lui ai canali (chiamati in inglese canals, quindi artificiali; quelli naturali sono channels) ci crede. E trova Marte pieno di configurazioni non naturali. Ecco, i marziani.


Marte occuperà Lowell per 23 anni, fino alla morte. È sepolto a Mars Hill (collina di Marte), nei pressi dell'osservatorio.

simbolo astronomico di Plutone
Nel 1930 Clyde Tombaugh scoprirà Plutone, sempre all'osservatorio di Flagstaff, quasi dove previsto da Lowell stesso 15 anni prima. Questa sarebbe un'altra storia da raccontare. Notato come inizia il nome di Plutone? E, pensa te che sfiga: adesso Plutone, l'unico pianeta americano, è stato retrocesso a pianeta nano!

Oggi sappiano com'è davvero Marte. che può anche riservarci sorprese, ecco l'opera di mulinelli (diavolo di sabbia, dust devil, tourbillon de poussière in francese e türbii in piemontese)


e frane dovute a liquidi (acqua?)


Poi c'è chi ancora vede altre cose, come questa


ma questa è un'altra storia, ci credono quelli che seguono Giacobbo. E sono sicuro che Giacobbo, lui, non ci crede.

Questo post partecipa all' Edizione Unificata dei Carnevali Scientifici  di Settembre presso Scientificando, di Annarita Ruberto

6 commenti:

  1. Bravo Juahn :-) Aggiungerei che "canals" derivò da una errata (o arbitraria) traduzione in inglese dei canali di Schiaparelli. Poi è tutta una faccenda di interpretazioni... nelle migliori opposizioni possibili Marte è un dischetto di 25 secondi d'arco, e di solito non supera i 20 secondi. La turbolenza atmosferica nelle migliori condizioni è nell'ordine di 1 secondo, quindi è ben difficile apprezzare dettagli più piccoli di 1/20esimo del diametro; in più il contrasto è decisamente basso. L'accoppiata occhio/cervello fa la sua parte, mediando sulla turbolenza e cercando di estrarre i dettagli; osservatori diversi, con il medesimo telescopio, vedevano e non vedevano i canali. Probabilmente l'autosuggestione ha fatto il resto.
    Fatto sta che con l'avvento della fotografia e di strumenti migliori i canali scomparvero. Peccato, era un bel sogno!

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    1. Verissimo, era un bel sogno. Vero tutto il resto. In futuro, se l'argomento akkiappa vorrei parlare della pareidolia

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  2. Pareidolia? Ma pensa, io conosco uno che vede animali e facce sul Sole... robb de matt... http://spaceweather.com/gallery/indiv_upload.php?upload_id=69843

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    1. Mi stupisci vieppiù!
      Dovesti raccontarcele queste cose a noi del Tamburo.

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    2. TUTTI I CASI UFO DEL PROGETTO PROJECT BLUE BOOK:
      http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/01/26/disponibili-online-tutti-i-casi-ufo-del-progetto-project-blue-book/

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  3. Grazie, Juhan! Sei sempre spassoso nel raccontare i fatti! Ne 'Il libro di fisica' di Asimov sono raccontate anche queste curiosità.. ;) Un abbraccio! :)

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